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Istantaneità di una totalità di coscienza e tempo di presenza psichico

2. Temporalità e genes

2.2 Istantaneità di una totalità di coscienza e tempo di presenza psichico

Nonostante l’assenza di una trattazione specifica della temporalità nelle pubblicazioni del 1900-1901 e del 1913, non è legittimo sostenere un’assenza totale della problematica temporale nelle ricerche di Husserl. Infatti, già in uno scritto databile tra il 1893 e il 1901 Husserl si interroga sulle condizioni di possibilità di un percepire unitario di un oggetto temporalmente esteso.

Come si arriva alla rappresentazione dell’unità di un processo continuato di mutamento, di un’unità che si compie o si sviluppa nell’«uno-dopo-l’altro», per es., dell’unità di una melodia78.

Lo scritto che si apre con la posizione di questa domanda, elaborato negli anni di stesura delle Ricerche logiche, è guidato da quella distinzione tra intuizione semplice e intuizione in senso lato che abbiamo visto essere presente nella pubblicazione del 1900-1901.

Mi sembra inevitabile assegnare al termine intuizione un significato più stretto e un significato più lato. Intuizione in senso stretto è il contenuto primario di un rappresentare istantaneo, o meglio di un osservare; intuizione in senso lato è il contenuto di un osservare unitario e continuato.79

Husserl prende ad esempio la percezione di una melodia. Poniamo il caso

78 E. Husserl, Zur Phänomenologie des Inneren Zeitbewusstseins: 1893/1917, Hgg. V. Rudolf

Boehm, Martinus Nijhoff, The Hague, 1966, trad.it. a cura di A. Marini, Per una fenomenologia della coscienza interna del tempo (1893-1917), Franco Angeli s.r.l., Milano 2001, p.166.

79 E. Husserl, Zur Phänomenologie des Inneren Zeitbewusstseins: 1893/1917, Hgg. V. Rudolf

Boehm, Martinus Nijhoff, The Hague, 1966, trad.it. a cura di A. Marini, Per una fenomenologia della coscienza interna del tempo (1893-1917), Franco Angeli s.r.l., Milano 2001, p.168.

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che a singoli suoni corrisponda uno specifico atto, una singola intuizione in senso stretto80. Perché io possa avere una rappresentazione di una melodia, vi deve essere

un atto, una intuizione in senso lato, in grado di abbracciare le singole intuizioni.

Come mette in evidenza Vincenzo Costa81, l’idea di costituzione, in questi anni,

prevede due livelli: «uno di ordine inferiore che non è soggetto alla temporalizzazione, che concerne la purezza delle sensazioni e uno di ordine superiore»82 con caratteristiche che vanno oltre la sfera della sensibilità, e che

concernono la dimensione categoriale.83

La questione che ora deve essere posta è la seguente: l’unità conferita dall’atto superiore che abbraccia le singole intuizioni come deve essere inteso? Come un atto che si sviluppa simultaneamente alle singole intuizioni o come un atto che articola le intuizioni semplici al termine del susseguirsi delle singole intuizioni pertinenti il medesimo oggetto?

Nel § 7 di Per la fenomenologia della coscienza interna del tempo, risalente ad un periodo successivo all’elaborazione del materiale che compone il testo integrativo Nr.1, Husserl pone a confronto due interpretazioni del modo di

80 «Solo tratti assai piccoli di sequenze e distensioni temporali possono essere intuite in un dato

momento» (E. Husserl, Zur Phänomenologie des Inneren Zeitbewusstseins: 1893/1917, Hgg. V. Rudolf Boehm, Martinus Nijhoff, The Hague, 1966, trad.it. a cura di A. Marini, Per una fenomenologia della coscienza interna del tempo (1893-1917), Franco Angeli s.r.l., Milano 2001, p.165.)

81 V.Costa L’estetica trascendentale fenomenologica. Sensibilità e razionalità nella filosofia di

Edmund Husserl, Vita e Pensiero, Milano 1999.

82 Ivi. p.102

83 «Ne consegue che noi acquistiamo piena coscienza della unità obbiettiva della cosa in quanto, in

una qualsivoglia sequenza di giudizi, rileviamo quei singoli assoluti momenti e rapporti che giacciono nei contenuti di un gruppo di intuizioni istantanee, li riferiamo al tutto di cui il contenuto complessivo è di volta in volta il rappresentante, e lo riconosciamo come relativo ad esso. L’unità obbiettiva è quindi unità grazie al giudizio e non alla mera intuizione, benché sulla dell’intuizione». (E. Husserl, Zur Phänomenologie des Inneren Zeitbewusstseins: 1893/1917, Hgg. V. Rudolf Boehm, Martinus Nijhoff, The Hague, 1966, trad. it. a cura di A. Marini, Per una fenomenologia della coscienza interna del tempo (1893-1917), Franco Angeli s.r.l., Milano 2001, p. 176).

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intendere l’atto del coglimento di una medesima oggettualità distribuita temporalmente. La tradizione di pensiero che agisce anche in Brentano e che iniziò

con Herbart, «fu ripresa da Lotze ed ebbe grande importanza per tutto il periodo

successivo84», si fonda sull’idea che «per il coglimento di una successione di

rappresentazioni (per esempio, a e b), sia necessario che queste ultime siano gli oggetti perfettamente simultanei di un sapere relazionante, che li riassume del tutto inscindibilmente in un atto unico e indivisibile»85. L’idea di base che guida, in

questa tradizione di pensiero, l’interpretazione del coglimento di un oggetto temporalmente distribuito, è che l’atto che abbraccia tutti i singoli momenti temporali sia privo di una dimensione temporale86. La contraddizione insita in

questa tradizione, che assume come dogma quello dell’istantaneità di una totalità di coscienza, viene così presentata da Husserl:

Per una concezione come questa, sembra evidente, anzi inevitabile ammettere che l’intuizione di un’estensione di tempo avvenga in un «ora», in un punto di tempo. Sembra, in generale, cosa ovvia che ogni coscienza diretta su una qualche totalità o pluralità distinguibile di momenti (quindi ogni coscienza di relazione o di complessione) abbracci il proprio oggetto in un punto indivisibile di tempo; una coscienza diretta su un tutto le cui parti siano successive, può essere una coscienza intuitiva di quel tutto solo se le parti si raccolgono, in una forma di rappresentanti, nell’unità dell’intuizione

84 Ivi, p.56. 85Ivi, pp. 56-57.

86 «Tutte le rappresentazioni di una via, di un passaggio, di una distanza, in una parola, tutte quelle

rappresentazioni che contengono un paragone tra più elementi e ne esprimono il reciproco rapporto, possono essere pensate solo come il prodotto di un sapere che le riunisce atemporalmente». Ivi., p.57

65 istantanea.87

La posizione critica che Husserl assume come propria deriva da W. Stern, il quale al dogma dell’istantaneità di una totalità di coscienza contrappone una interpretazione dell’atto del coglimento di un oggetto temporalmente distribuito, basata sull’idea di un tempo di presenza88. W. Stern, nel suo articolo del 1897

Psychische Präsenzzeit, propone ad esempio il susseguirsi di note che compongono una melodia. I suoni possono per noi comporre una melodia solo se questi compongono da subito un’unità successiva. Il coglimento di una melodia come identità oggettuale è così possibile, secondo Stern, solo perché le note che la compongono sono intrinsecamente connesse in una forma totale

indipendentemente dalla loro temporalità differenziata89. La coscienza di

quest’unicum si realizza in un tratto di tempo che Stern denomina tempo di presenza9091. Tra le eredità che Husserl eredita da Stern, di particolare rilevanza per

la presente trattazione risulta essere la concezione di una percezione distribuita temporalmente. Scrive Husserl:

87 Ibidem. 88 Ibidem.

89 W. Stern, Psychische Präsenzzeit, nota nr.16 in E. Husserl, Zur Phänomenologie des Inneren

Zeitbewusstseins: 1893/1917, Hgg. V. Rudolf Boehm, Martinus Nijhoff, The Hague, 1966, trad.it. a cura di Alfredo Marini, Per una fenomenologia della coscienza interna del tempo (1893- 1917), Franco Angeli s.r.l., Milano 2001, p. 58.

90 «In questo senso con l’espressione “Präsenzzeit”, Stern vuole indicare il tempo proprio degli atti

unificanti della coscienza: una determinazione temporale psicologica che deve essere necessariamente distinta dal tempo delle parti che compongono l’evento temporalmente distribuito e che non è, quindi, definibile nei termini di simultaneità.» G. Iocco, Profili e densità temporali, Edmund Husserl e la forma della coscienza (1890-1918), Mimesis, Milano-Udine 2013, p.141.

91 Come osservato da G. Iocco, in Profili e densità temporali, Edmund Husserl e la forma della

coscienza (1890-1918), Mimesis, Milano-Udine 2013, pp.140/141, il duplice modo in cui Stern di intende la costituzione dell’unità di un atto, per cui questa può essere determinata sia dai contenuti verso cui l’atto è rivolto, sia dall’apprensione, si avvicina alla forma di quello schema apprensione/contenuto apprensionale che agisce nelle Ricerche logiche e che sarà applicato nelle prime ricerche sulla temporalità.

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È ben evidente che la percezione di un oggetto temporale ha essa stessa una temporalità, che percezione della durata presuppone a sua volta durata della percezione, che la percezione di una qualsivoglia figura temporale ha anch’essa la sua figura temporale.92

La percezione di un oggetto temporale, di un oggetto che io percepisco durare, implica una durata, un’estensione temporale della percezione stessa. Se le cose stanno così vuol dire che vi sono due direzioni che la ricerca può assumere. Una insiste sulla costituzione di un oggetto temporale nell’atto percettivo, e l’altra sulla temporalità costitutiva di questi atti.

§ 2.3 Intuizione in senso stretto e sensazione pura.

La struttura della percezione di un identico oggetto temporale93, dagli anni

precedenti la pubblicazione delle Ricerche logiche a quelli immediatamente successivi, è pensata da Husserl come composta di intuizioni in senso stretto e di una intuizione in senso lato. Abbiamo fin ora rivolto attenzione all’atto intuitivo in senso lato: questo, sulla base di quanto asserito nelle lezioni del 1904-1905, deve essere temporalmente esteso per poter cogliere l’estensione temporale dell’oggetto

92 E. Husserl, Zur Phänomenologie des Inneren Zeitbewusstseins: 1893/1917, Hgg. V. Rudolf

Boehm, Martinus Nijhoff, The Hague, 1966, trad.it. a cura di A. Marini, Per una fenomenologia della coscienza interna del tempo (1893-1917), Franco Angeli s.r.l., Milano 2001, p.59).

93 «Con oggetti temporali in senso specifico intendiamo oggetti che, oltre ad essere delle unità nel

tempo, contengano anche in sé l’estensione temporale». Ibidem. «“oggetto temporale” […] termine coniato da Alexis Meinong, e di cui Husserl si è appropriato […] vale a dire, un oggetto la cui esistenza è interamente e internamente temporale. Le parti del suono sono distribuite nel tempo e ogni parte è connessa alle altre.» (N. de Warren, Tempo e memoria in Agostino e Husserl, in La realtà del pensiero. Essenze, ragione, temporalità in Platone, Hegel e Husserl, a cura di A. Ferrarin, Edizioni ETS, Pisa 2007, p. 114).

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della percezione. Passiamo ora a considerare il modo in cui Husserl intende l’intuizione in senso stretto.

Le considerazioni a seguire si basano, in buona parte, sul testo integrativo Nr.1 e in più in generale sul materiale a cui Husserl lavora fino al 190194.

Guardiamo all’interno dell’atto intuitivo in senso lato95. Per astrazione

riconosciamo una serie di momenti intuitivi. In ogni momento vi è un’intuizione in senso stretto che si rinnova continuamente, ad ogni nuova intuizione, una nuova porzione di melodia diviene attuale96. Ogni apprensione parziale coglie

appunto una porzione della melodia97. Queste apprensioni parziali sono dirette alle

porzioni della melodia che di volta in volta divengono attuali. In ogni momento percepisco una porzione della melodia e nel momento immediatamente successivo ho una nuova intuizione in cui mi si offre una nuova porzione della stessa melodia. Prima di indagare le possibilità del costituirsi di una coscienza della successione di queste singole intuizioni, al fine di completare il quadro illustrativo degli elementi teorici che contribuiscono a quella concezione della percezione che agisce in Husserl in questi anni, potrebbe risultare utile indugiare sulla nozione di sensazione pura o contenuto primario. Nella ricerca psicologica e gnoseologica di fine Ottocento, che deve molto alla teoria elementarista di derivazione lockiana, e che avrà un’eco nella riflessione husserliana,98 la nozione di sensazione si basa

94Ricerche logiche e Filosofia dell’aritmetica.

95 «Idealmente, possiamo anche suddividere l’atto unitario dell’intuire che dura, in atti istantanei

[…]» E. Husserl, Zur Phänomenologie des Inneren Zeitbewusstseins: 1893/1917, Hgg. V. Rudolf Boehm, Martinus Nijhoff, The Hague, 1966, trad.it. a cura di A. Marini, Per una fenomenologia della coscienza interna del tempo (1893-1917), Franco Angeli s.r.l., Milano 2001, p. 168.

96 «L’intuizione in senso stretto, diviene altra di momento in momento, è cioè, via via, solo una

porzione della melodia con le sue figurazioni sonore che si trovano in un certo stadio di sviluppo». Ivi, p.165.

97 Ivi, p.175.

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sull’idea per cui le sensazioni sono elementi immediati che si realizzano nella coscienza in funzione della risposta dei nostri organi sensoriali agli stimoli che gli oggetti percettivi esercitano su di essi. Tra coloro che aderiscono a questa concezione di sensazione pura, ampiamente diffusa nell’Ottocento, tra le figure che svolgono un ruolo importante nella formazione e nello sviluppo del pensiero di Husserl vi troviamo F. Brentano e C. Stumpf. Il primo, come abbiamo avuto modo di constatare, annovera le sensazioni tra i fenomeni fisici; queste altro non sono che effetti di leggi fisico-geometriche a cui queste rispondono. Di contro a quanto accade con il fenomeno psichico, la cui caratteristica essenziale è quella di avere un riferimento intenzionale, nel contenuto presentativo non è possibile riconoscere quella direzione intenzionale conferibile ai soli fenomeni psichici.

All’obiezione sollevata alla nozione di sensazione pura per cui ogni sensazione è in verità inserita costantemente in una rete di riferimenti ad altre sensazioni, C. Stumpf controbatte proponendo di immaginare l’inizio di una vita psichica. Vi sarà, almeno all’inizio di questa vita, una prima sensazione che non emergerà per relazione a nessun’ altra sensazione. Quantomeno all’inizio della vita psichica è possibile pensare ad una sensazione simile, ad una sensazione pura, e sulla base di questa possibilità non risulterà impossibile pensare che sensazioni simili si mantengano nelle successive fasi di sviluppo della vita psichica99.

trascendentale fenomenologica. Sensibilità e razionalità nella filosofia di Edmund Husserl, Vita e Pensiero, Milano 1999, pp.179-194, compie alcune letture che lo porteranno ad allontanarsi da questa interpretazione della sensazione come sensazione pura.

99 V.Costa L’estetica trascendentale fenomenologica. Sensibilità e razionalità nella filosofia di

Edmund Husserl, Vita e Pensiero, Milano 1999, p.181 […] Vi sono dunque sensazioni pure, e ciò implica che questa purezza venga conservata anche nelle fasi dello sviluppo avanzato, poiché il contenuto della sensazione non dipende dalla rete di relazioni all’interno della quale si trova, ma rimane costante. […] proprio questa costanza della sensazione dovrebbe permettere la costruzione di una teoria dell’esperienza basata su uno strato “originario” ed incontaminato: privo di genesi.

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Nel periodo precedente gli anni 1904-1905, la struttura della percezione di un oggetto intrinsecamente temporale risentirebbe dunque di un’idea di:

• “intuizione in senso stretto” come contenuto primario di un rappresentare

istantaneo100.

• “contenuto primario” come dato di sensazione immediato101.

• temporalità ancora debitrice della teoria della temporalità Brentaniana: una concezione atomistica della temporalità basata sull’idea della puntualità di

ogni momento-adesso che, ciascuno con la propria evidenza, si susseguono

in una successione lineare.

Nelle singole intuizioni in senso stretto che compongono il processo intuitivo temporalmente distribuito e che di volta in volta divengono attuali, non si ha coscienza del fluire temporale102.

Il processo intuitivo è un processo temporale. Ciononostante, il momento temporale non ha, in proposito, parte alcuna; esso viene eliminato; nella situazione particolare non vi si presta la minima attenzione. In quanto ora questa ora quella parte dell’intuizione complessiva istantaneamente data appare con chiarezza (il che comporta un corrispondente mutamento dell’intuizione stessa) […]

100 E. Husserl, Zur Phänomenologie des Inneren Zeitbewusstseins: 1893/1917, Hgg. V. Rudolf

Boehm, Martinus Nijhoff, The Hague, 1966, trad.it. a cura di Alfredo Marini, Per una fenomenologia della coscienza interna del tempo (1893-1917), Franco Angeli s.r.l., Milano 2001, p.168.

101 «Direttamente noi osserviamo soltanto quelle parti costitutive del contenuto su cui cade

l’accento […]» Ivi, p. 176.

102 «Soggettivamente non abbiamo qui niente di più che un continuum intuitivo di contenuto

temporale nel quale singole parti assumono uno speciale rilievo, mentre alle parti mediane che riempiono il rapido passaggio a quelle, non si presta di solito particolare attenzione», Ivi, p. 171.

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Nel caso della percezione di un oggetto esterno l’ordine in cui questi contenuti vengono appresi sembra non essere essenziale per il conferimento del senso che avviene ad opera dell’apprensione. Le singole intuizioni possono divenire nuovamente attuali; le fasi del processo intuitivo trascorrono quindi ciclicamente l’una nell’altra, ma senza fissità del ciclo, senza alcun ordine determinato103. Il

contenuto primario risulta quindi essere neutrale non solo per quanto riguarda la direzione intenzionale ma anche per ciò che concerne la successione temporale.

Nel caso di un oggetto intrinsecamente temporale, però, quanto appena asserito relativamente alla percezione di un oggetto esterno, non sembra poter valere. Prendiamo ad esempio nuovamente il caso di una melodia che si dispiega in un arco temporale. Il senso della Sonata a Kreutzer è imprescindibile dall’ordine in cui le singole note che la compongono si susseguono nel tempo. Nel testo integrativo Nr. 49, databile all’arco temporale che va tra il 1907-1909, a tal proposito Husserl asserirà:

i contenuti primari che si espandono nell’«ora» non possono scambiarsi la loro funzione temporale, l’«ora» non può sussistere come «non-ora», né il «non- ora» come un «ora».104

Come precedentemente asserito, negli anni in cui Husserl lavora alle ricerche che si trovano esposte nel testo integrativo Nr. 1, egli non riesce ancora a pensare un’idea di sintesi distinta da quella operata dal giudizio per cui si legge:

103 Ivi, p.174. 104 Ivi, p.318.

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L’unità obbiettiva è quindi unità grazie al giudizio e non alla mera intuizione, benché sulla base della intuizione.105

Come può lo schema apprensione/ contenuto apprensionale su cui si basano le analisi fin ora delineate, rendere conto delle condizioni di possibilità dell’intuizione di una successione basata su una serie di contenuti primari?106