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IV settimana - 26-31 ottobre 2020

Nel documento «Lo riconobbero nello spezzare il pane» (pagine 33-41)

«Questo è il sangue dell’alleanza…»

Marc Chagall (1887-1985), Mosè riceve le tavole della Legge, olio su tela,

Pasqua e Alleanza sono due aspetti della stessa realtà attraverso cui Dio stringe un patto radicale con il suo popolo. Se la pienezza avviene in Cristo, la preparazione e la prefigurazione avvengono al momento della consegna del Decalogo.

I capitoli XIX, XX e XXIV del libro dell’Esodo costituiscono un tutt’uno con quanto evidenziato la scorsa settimana. Si tratta della proposta parte da Dio che lascia al popolo la libertà di scegliere se accettare o meno: «Se ascolterete… se osserverete…».

Contenuto dell’alleanza da stabilire tra le due parti è il Decalogo.

La sottoscrizione o il suggello di tale alleanza è nel segno del sangue che in parte è asperso sulle 12 pietre, simbolo delle tribù di Israele, e in parte sui presenti. Le parole di Mosè che accompagnano il gesto costituiscono la premessa di quelle che Gesù pronuncerà nell’ultima Cena al momento della benedizione sul terzo Calice.

Leggiamo questi testi con l’atteggiamento di coloro che ricevo-no un messaggio da tanto tempo atteso, come da una persona cara lontana; è la mail che il Signore ci invia come preannuncio di ciò che Egli realizzerà con l’invio del suo Figlio.

Lectio - Mi accosto alla parola di Dio

• Lunedì 26 ottobre

[Esodo, cap. XIX] 1Al terzo mese dall’uscita degli Israeliti dalla terra d’Egitto, nello stesso giorno, essi arrivarono al deserto del Si-nai. 3Mosè salì verso Dio, e il Signore lo chiamò dal monte, dicendo:

«Questo dirai alla casa di Giacobbe e annuncerai agli Israeliti: 4“Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all’Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatto venire fino a me. 5Ora, se darete ascolto alla mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me una proprietà particolare tra tutti i popoli; mia infatti è tutta la terra!

6Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa”. Que-ste parole dirai agli Israeliti».

7Mosè andò, convocò gli anziani del popolo e riferì loro tutte queste parole, come gli aveva ordinato il Signore. 8Tutto il popolo rispose insieme e disse: «Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!». Mosè tornò dal Signore e riferì le parole del popolo.

• Martedì 27 ottobre

[Esodo, cap. XX] 1Dio pronunciò tutte queste parole: 2«Io sono il

Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile: 3Non avrai altri dei di fronte a me. 4Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. 5Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, 6ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.

7Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano. 8 Ri-còrdati del giorno del sabato per santificarlo. 9Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; 10ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. 11Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato.

• Mercoledì 28 ottobre

[Esodo, cap. XX] 12Onora tuo padre e tua madre, perché si prolun-ghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà. 13Non uc-ciderai. 14Non commetterai adulterio. 15Non ruberai. 16Non pronun-cerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. 17Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».

18Tutto il popolo percepiva i tuoni e i lampi, il suono del corno e il monte fumante. Il popolo vide, fu preso da tremore e si tenne lon-tano. 19Allora dissero a Mosè: «Parla tu a noi e noi ascolteremo;

ma non ci parli Dio, altrimenti moriremo!». 20Mosè disse al popolo:

«Non abbiate timore: Dio è venuto per mettervi alla prova e perché il suo timore sia sempre su di voi e non pecchiate». 21Il popolo si tenne dunque lontano, mentre Mosè avanzò verso la nube oscura dove era Dio.

22Il Signore disse a Mosè: «Così dirai agli Israeliti: “Voi stessi avete visto che vi ho parlato dal cielo! 23Non farete dei d’argento e dei d’oro accanto a me: non ne farete per voi! 24Farai per me un altare di terra

e sopra di esso offrirai i tuoi olocausti e i tuoi sacrifici di comunione, le tue pecore e i tuoi buoi; in ogni luogo dove io vorrò far ricordare il mio nome, verrò a te e ti benedirò.

• Giovedì 29 ottobre

[Esodo, cap. XXIV] 1Il Signore disse a Mosè: «Sali verso il Signore tu e Aronne, Nadab e Abiu e settanta anziani d’Israele; voi vi pro-strerete da lontano, 2solo Mosè si avvicinerà al Signore: gli altri non si avvicinino e il popolo non salga con lui».

3Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a una sola voce dicendo: «Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!». 4Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d’I-sraele. 5Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore.

• Venerdì 30 ottobre

[Esodo, cap. XXIV] 6Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l’altra metà sull’altare. 7Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto». 8Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».

Meditatio - Breve itinerario di approfondimento

I brani scandiscono i temi di un rapporto dialogico che legherà in modo indissolubile Dio al suo popolo. Le promesse divine non verranno mai meno; diversa sarà la situazione di relativa fedeltà del popolo. E la voce dei profeti si leverà di tanto in tanto proprio per ricordare la realtà e i termini dell’alleanza.

In cosa consiste la proposta divina? L’ascolto di una voce e la messa in pratica, dopo aver ricordato al popolo le recenti passate esperienze di salvezza. La conseguenza di tali condizioni consiste nel diventare una “proprietà particolare” del Signore, nel diventa-re “un diventa-regno di sacerdoti e una nazione santa”. Dunque per essediventa-re proprietà particolare del Signore la condizione è l’ascolto della sua Parola e la sua attuazione nella vita.

Quali i termini del contratto? I Comandamenti. Essi tracciano la logica di una vita di adesione al progetto di Dio perché tutti vivano nella sua luce.

E la sottoscrizione di questo contratto? Ecco il senso del sacrificio di animali e soprattutto il segno del sangue: un contratto segnato nella realtà del sangue, e accompagnato da parole che riecheggeran-no nell’Ultima Cena, e da lì – completate – continueranriecheggeran-no a riecheg-giare ogni volta che si celebra il memoriale della nuova ed eterna Alleanza, nell’Eucaristia.

I capitoli che scorrono tra il XX e il XXIV racchiudono il codice dell’alleanza: una esplicitazione cioè di quanto annunciato nel XX.

Nel prosieguo, dopo la stipula dell’alleanza, avremo subito la ripro-va della fragilità dell’adesione del popolo quando nel cap. XXXII si scatena la vicenda del vitello d’oro.

Un insieme di elementi, dunque, che da una parte aiutano a com-prendere l’ineffabile amore con cui Dio cerca di educare il suo po-polo, e dall’altra la fragilità di una risposta che ha bisogno di essere costantemente richiamata e sorretta.

Riletta nel contesto della nuova Alleanza, la pagina biblica emer-ge nella sua chiarezza e induce a far tesoro dell’amore di Dio e in-sieme della propria fragilità; una debolezza che può essere sorretta solo da Dio stesso.

Oratio - Risposta orante alla parola di Dio

Tante sono le pagine dell’Antico Testamento che cantano l’a-more di Dio per il suo popolo; l’esperienza dei Salmi, in particolare, accompagna il cammino costante della Chiesa. Qui il testo per espri-mere questa realtà lo prendiamo dalla quarta Preghiera eucaristica.

È la preghiera per eccellenza della Chiesa; parole che esprimono una realtà in cui ciascuno è coinvolto.

È veramente giusto renderti grazie, è bello cantare la tua gloria, Padre santo, unico Dio vivo e vero:

prima del tempo e in eterno tu sei, nel tuo regno di luce infinita.

Tu solo sei buono e fonte della vita, e hai dato origine all’universo, per effondere il tuo amore su tutte le creature

e allietarle con gli splendori della tua luce. […]

Noi ti lodiamo, Padre santo, per la tua grandezza:

tu hai fatto ogni cosa con sapienza e amore.

A tua immagine hai formato l’uomo, alle sue mani operose hai affidato l’universo perché nell’obbedienza a te, suo creatore, esercitasse il dominio su tutto il creato.

E quando, per la sua disobbedienza, l’uomo perse la tua amicizia, tu non l’hai abbandonato in potere della morte,

ma nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro, perché coloro che ti cercano ti possano trovare.

Molte volte hai offerto agli uomini la tua alleanza,

e per mezzo dei profeti hai insegnato a sperare nella salvezza.

Padre santo, hai tanto amato il mondo da mandare a noi, nella pienezza dei tempi, il tuo unico Figlio come salvatore.

Egli si è fatto uomo per opera dello Spirito Santo ed è nato dalla Vergine Maria;

ha condiviso in tutto, eccetto il peccato, la nostra condizione umana.

Ai poveri annunziò il vangelo di salvezza, la libertà ai prigionieri, agli afflitti la gioia.

Per attuare il tuo disegno di redenzione si consegnò volontariamente alla morte,

e risorgendo distrusse la morte e rinnovò la vita.

E perché non viviamo più per noi stessi ma per lui che è morto e risorto per noi,

ha mandato, o Padre, lo Spirito Santo, primo dono ai credenti, a perfezionare la sua opera nel mondo

e compiere ogni santificazione. […]

Egli, venuta l’ora d’essere glorificato da te, Padre santo, avendo amato i suoi che erano nel mondo,

li amò sino alla fine; e mentre cenava con loro, prese il pane e rese grazie, lo spezzò,

lo diede ai suoi discepoli, e disse:

Prendete, e mangiatene tutti:

questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi.

Allo stesso modo, prese il calice del vino e rese grazie, lo diede ai suoi discepoli, e disse:

Prendete, e bevetene tutti: questo è il calice del mio Sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me.

In questo memoriale della nostra redenzione

celebriamo, Padre, la morte di Cristo, la sua discesa agli inferi, proclamiamo la sua risurrezione e ascensione al cielo,

dove siede alla tua destra

e, in attesa della sua venuta nella gloria, ti offriamo il suo corpo e il suo sangue,

sacrificio a te gradito, per la salvezza del mondo.

Guarda con amore, o Dio, la vittima che tu stesso hai preparato per la tua Chiesa;

e a tutti coloro che mangeranno di quest’unico pane e berranno di quest’unico calice,

concedi che, riuniti in un solo corpo dallo Spirito Santo, diventino offerta viva in Cristo, a lode della tua gloria.

Preghiera conclusiva O Dio,

luce vera ai nostri passi è la tua parola, gioia e pace ai nostri cuori;

fa’ che illuminati dal tuo Spirito l’accogliamo con fede viva,

per scorgere nel buio delle vicende umane i segni della tua presenza.

Dal Direttorio per la Catechesi 2020:

I sacramenti dell’iniziazione cristiana costituiscono un’unità perché «pongono i fondamenti della vita cristiana: i fedeli, rinati nel Battesimo, sono corroborati dalla Confermazione e vengono nutriti dall’Eucaristia».

Occorre ribadire che «veniamo battezzati e cresimati in or-dine all’Eucaristia. Tale dato implica l’impegno di favorire nella prassi pastorale una comprensione più unitaria del percorso di iniziazione cristiana (n. 70).

La catechesi aiuta a comprendere l’importanza della liturgia nella vita della Chiesa, inizia alla conoscenza dei sacramenti e alla vita sacramentale, specialmente al sacramento dell’Eucari-stia, fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa. I sa-cramenti […] sono un mezzo speciale: comunicano pienamente Colui che è annunciato dalla Chiesa (n. 81).

Gesù ha curato attentamente la formazione dei suoi disce-poli in vista dell’evangelizzazione. Si è presentato loro come l’u-nico maestro e, allo stesso tempo, amico paziente e fedele.

Ha insegnato la verità attraverso tutta la sua vita. Li ha provo-cati con domande. Ha spiegato loro in maniera più approfondita ciò che proclamava alla folla. Li ha introdotti alla preghiera. Li ha mandati in missione non da soli ma come piccola comunità.

Ha promesso loro lo Spirito Santo che li avrebbe condotti alla verità tutta intera, sostenendoli nei momenti di difficoltà.

Il modo di rapportarsi di Gesù si qualifica, quindi, con tratti squisitamente educativi. Gesù sa accogliere e insieme provocare la Samaritana in un cammino di graduale accoglienza della grazia e della disponibilità alla conversione.

Risorto, si fa prossimo ai due discepoli di Emmaus, cammina con loro, dialoga, condivide il loro dolore. Allo stesso tempo, provoca ad aprire il cuore, conduce all’esperienza eucaristica e ad aprire gli occhi per riconoscerlo; infine, si fa da parte per lasciare spazio all’iniziativa missionaria dei discepoli (n. 160).

Nel documento «Lo riconobbero nello spezzare il pane» (pagine 33-41)