Luigi Ademollo (1764-1849), Cena di Emmaus, Cattedrale di Montepulciano.
Nella seconda parte del cap. VI del Vangelo di Giovanni si coglie il vertice della catechesi con cui Gesù cerca di predisporre i suoi ascoltatori ad accogliere la sua perenne presenza attraverso il segno del «pane di vita». Un pane che si identifica con la sua «carne». Il percorso di comprensione non è né facile né immediato.
Lasciandoci guidare dal testo vediamo se le mormorazioni e le incertezze dei contemporanei sono pure quelle di chiunque si acco-sti al mistero della Croce reso presente nella celebrazione memoriale di ogni tempo e luogo nei segni della Parola e del Pane-Vino.
Il completamento di quanto prospettato nell’insieme del cap. VI si avrà negli eventi dell’Ultima Cena e della Passione e Morte. È in questo ambito che si colloca il gesto della lavanda dei piedi narrato solo da Giovanni: sarà – come vedremo nella prossima lectio – il se-gno di cosa significhi partecipare al Pane di vita celebrato per essere vissuto.
Lectio - Mi accosto alla parola di Dio
Dopo aver letto almeno una volta tutto il testo del cap. VI ora ci si può soffermare più in dettaglio sulla seconda parte del discorso in cui il Maestro cerca di far comprendere il vero significato di ciò che è stato prefigurato nel segno della manna nel deserto.
• Lunedì 25 gennaio
[Giovanni, cap. VI] 41Allora i Giudei si misero a mormorare con-tro di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». 42E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
43Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. 44Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 45Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
• Martedì 26 gennaio
[Giovanni, cap. VI] 48Io sono il pane della vita. 49I vostri padri
han-no mangiato la manna nel deserto e sohan-no morti; 50questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». 52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro:
«Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
• Mercoledì 27 gennaio
[Giovanni, cap. VI] 53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
• Giovedì 28 gennaio
[Giovanni, cap. VI] 59Gesù disse queste cose, insegnando nella si-nagoga a Cafàrnao. 60Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». 61Gesù, sapen-do dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguarsapen-do a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza?
62E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? 63È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. 64Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito.
• Venerdì 29 gennaio
[Giovanni, cap. VI] 65E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». 66Da quel momen-to molti dei suoi discepoli momen-tornarono indietro e non andavano più con lui.
67Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». 68Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna 69e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo
Meditatio - Breve itinerario di approfondimento
In un contesto di meditatio ci si sofferma su alcuni elementi del testo perché siano motivo di approfondimento in un cammino di fede.
• “Mormorare – discutere”: due verbi – il primo ricorre tre volte nel contesto – che aiutano a comprendere la difficoltà nell’ac-cogliere quanto il Maestro sta annunciando. Il dubbio è espe-rienza di tutti – si pensi all’apostolo Tommaso! –, ma quando esso diventa occasione per saperne di più allora è un segno positivo di apertura d’animo; tra i presenti non tutti lo sono;
e anche alla fine riemerge la difficoltà: «Questo linguaggio è duro, chi può intenderlo?».
• «Nessuno … se non lo attira il Padre …». La luce della fede è un dono misterioso di Dio; un dono che va invocato per accogliere il completamento della rivelazione divina nell’accettazione e nella condivisione del Pane di vita.
• «Chi crede ha la vita eterna». I due verbi al presente indicativo denotano un dato di fatto: vita eterna è credere in Gesù;
credere, pertanto, è già possedere quella vita costantemente alimentata dal Pane di vita, e che sarà piena nel Regno di Dio.
• La contrapposizione tra la manna del deserto e il «pane vivo disceso dal cielo» apre all’affermazione più decisiva: «Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». L’afferma-zione diventerà più chiara nell’Ultima Cena: «Questo è il mio corpo… il calice del mio sangue…».
• La presenza del dubbio impegna Gesù nel ribadire: «… se non mangiate … e non bevete … – Chi mangia … e beve … ha la vita eterna». Il “credere” per avere la vita eterna è sorretto dal gesto del mangiare e bere come base per abitare in Dio, per
«vivere per» lui, e come premessa di risurrezione «nell’ultimo giorno», per vivere «in eterno».
• Di fronte al permanere dello scoraggiamento e del dubbio –
«Vi sono alcuni tra voi che non credono» – resta la riafferma-zione della speranza: «È lo Spirito che dà vita … le parole che vi ho dette sono spirito e vita». E solo lo Spirito può donare la capacità di comprendere quanto manifestato dalle parole di Gesù.
Oratio - Risposta orante alla parola di Dio
Tre testi possono esserci di aiuto per interiorizzare l’insieme dell’impegnativo discorso sul Pane di vita. Il Salmo 23 (22), due ora-zioni salmiche e un testo del Messale guidano l’atteggiamento oran-te di questa settimana:
1Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
2Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce.
3Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino a motivo del suo nome.
4Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.
5Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo; il mio calice trabocca.
6Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore per lunghi giorni.
Signore Gesù, pastore buono, facci trovare la tua pace
nei pascoli di salvezza della tua Chiesa:
se tu ci guidi
null’altro sapremo desiderare che te.
Signore Gesù, pastore della Chiesa,
tu ci hai fatti rinascere nelle acque del Battesimo, ci hai impresso il sigillo del suo Spirito
e ci inviti alla mensa del tuo Corpo e del tuo Sangue.
Guidaci sul giusto sentiero,
e noi, anche camminando per la valle più buia, non avremo paura di nulla
e gusteremo per sempre la pace nella casa del Padre.
Padre santo e misericordioso, che richiami sempre i tuoi figli con la forza e la dolcezza dell’amore, spezza le durezze del nostro orgoglio e crea in noi un cuore nuovo,
capace di ascoltare la tua parola
e di accogliere il dono della vita nel tuo Figlio.
Preghiera conclusiva
Guida, o Padre, la tua Chiesa pellegrina nel mondo, sostienila con la forza del cibo che non perisce, perché perseverando nella fede di Cristo giunga a contemplare la luce del tuo volto.
O Dio della vita,
che in questo giorno santo ci fai tuoi amici e commensali,
guarda la tua Chiesa che canta nel tempo la beata speranza della risurrezione finale, e donaci la certezza di partecipare
al festoso banchetto del tuo regno.