Nella grande epopea del popolo eletto c’è un evento che più di qualunque altro caratterizzerà la sua storia tanto da segnarne il ca-lendario e la vita con il suo annuale “ricordo”: il passaggio, cioè, da una situazione di schiavitù (sociale e soprattutto spirituale) verso una terra promessa, simbolo di libertà (sociale e soprattutto spiri-tuale!).
Jacopo (detto Bassano) Da Ponte (1510-1592), Ultima Cena (1546),
I 40 capitoli del libro dell’Esodo offrono una molteplicità di ele-menti di vario genere. In questa settimana ci concentriamo solo su ciò che è la prefigurazione della Pasqua di Gesù e sui simboli di quell’alleanza che dall’Ultima Cena sarà “nuova” nel sangue non di un agnello ma nel sacrificio del Cristo “Agnello immolato”.
La comprensione dell’evento pasquale narrato tra il cap. XII e XXIV chiama in causa il motivo per cui Mosè si presenta al Farao-ne per otteFarao-nere la liberazioFarao-ne del popolo: una motivazioFarao-ne esclu-sivamente religiosa. Il confronto con le parole che talora sfuggono ad una lettura globale dell’evento pasquale – cf Es 7,16.26; 8,4.16 e 21,23; 9,1.13; 10,3.8-9; 10,24-25 – è essenziale per cogliere il signi-ficato profondo dell’insieme degli eventi: il popolo dopo 430 anni di permanenza in Egitto è diventato idolatra, si è dimenticato delle promesse divine. La motivazione ripetutamente espressa con il “ce-lebrare un sacrificio” è finalizzata ad evidenziare una liberazione del cuore da tutto ciò che ostacola il rapporto con il vero Dio.
Gli elementi essenziali descritti nel cap. XII permettono di coglie-re l’origine e il significato della Pasqua, e insieme la pcoglie-refigurazione di ciò che si sarebbe compiuto nella persona di Gesù Cristo con la sua Pasqua nella pienezza dei tempi.
Lectio - Mi accosto alla parola di Dio
• Lunedì 19 ottobre
[Esodo, cap. XII] 1Il Signore disse a Mosè e ad Aronne in terra d’Egitto: 2«Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell’anno. 3Parlate a tutta la comunità d’Israele e dite:
“Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per fami-glia, un agnello per casa. 4Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l’agnello se-condo quanto ciascuno può mangiarne. 5Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre 6e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto.
• Martedì 20 ottobre
[Esodo, cap. XII] 7Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case nelle quali lo mangeranno. 8In
quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mange-ranno con azzimi e con erbe amare.
11Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Si-gnore! 12In quella notte io passerò per la terra d’Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d’Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dei dell’Egitto. Io sono il Signore! 13Il sangue sulle case dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d’Egitto.
• Mercoledì 21 ottobre
[Esodo, cap. XII] 14Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne. 15Per sette giorni voi mangerete azzimi. Fin dal primo giorno farete sparire il lievito dalle vostre case, perché chiunque mangerà del lievitato dal giorno primo al giorno settimo, quella persona sarà eliminata da Israele. 16Nel primo giorno avrete una riunione sacra e nel settimo giorno una riunione sacra:
durante questi giorni non si farà alcun lavoro; si potrà preparare da mangiare per ogni persona: questo solo si farà presso di voi. 17 Osser-vate la festa degli Azzimi, perché proprio in questo giorno io ho fatto uscire le vostre schiere dalla terra d’Egitto; osserverete tale giorno di generazione in generazione come rito perenne.
24Voi osserverete questo comando come un rito fissato per te e per i tuoi figli per sempre. 25Quando poi sarete entrati nella terra che il Si-gnore vi darà, come ha promesso, osserverete questo rito. 26Quando i vostri figli vi chiederanno: “Che significato ha per voi questo rito?”,
27voi direte loro: “È il sacrificio della Pasqua per il Signore, il quale è passato oltre le case degli Israeliti in Egitto, quando colpì l’Egitto e salvò le nostre case”». Il popolo si inginocchiò e si prostrò.
28Poi gli Israeliti se ne andarono ed eseguirono ciò che il Signore aveva ordinato a Mosè e ad Aronne; così fecero. 29A mezzanotte il Signore colpì ogni primogenito nella terra d’Egitto, dal primogenito del faraone che siede sul trono fino al primogenito del prigioniero in carcere, e tutti i primogeniti del bestiame. 30Si alzò il faraone nella notte e con lui i suoi ministri e tutti gli Egiziani; un grande grido scoppiò in Egitto, perché non c’era casa dove non ci fosse un morto!
31Il faraone convocò Mosè e Aronne nella notte e disse: «Alzatevi e
abbandonate il mio popolo, voi e gli Israeliti! Andate, rendete culto al Signore come avete detto. 32Prendete anche il vostro bestiame e le vostre greggi, come avete detto, e partite! Benedite anche me!». 33Gli Egiziani fecero pressione sul popolo, affrettandosi a mandarli via dal paese, perché dicevano: «Stiamo per morire tutti!».
• Giovedì 22 ottobre
[Esodo, cap. XII] 34Il popolo portò con sé la pasta prima che fos-se lievitata, recando sulle spalle le madie avvolte nei mantelli. 35Gli Israeliti eseguirono l’ordine di Mosè e si fecero dare dagli Egiziani oggetti d’argento e d’oro e vesti.
36Il Signore fece sì che il popolo trovasse favore agli occhi degli Egi-ziani, i quali accolsero le loro richieste. Così essi spogliarono gli Egiziani. 37Gli Israeliti partirono da Ramses alla volta di Succot, in numero di seicentomila uomini adulti, senza contare i bambini.
38Inoltre una grande massa di gente promiscua partì con loro e greg-gi e armenti in mandrie molto grandi.
39Fecero cuocere la pasta che avevano portato dall’Egitto in forma di focacce azzime, perché non era lievitata: infatti erano stati scacciati dall’Egitto e non avevano potuto indugiare; neppure si erano procu-rati provviste per il viaggio.
• Venerdì 23 ottobre
[Esodo, cap. XII] 40La permanenza degli Israeliti in Egitto fu di quattrocentotrent’anni. 41Al termine dei quattrocentotrent’anni, proprio in quel giorno, tutte le schiere del Signore uscirono dalla terra d’Egitto.
42Notte di veglia fu questa per il Signore per farli uscire dalla terra d’Egitto. Questa sarà una notte di veglia in onore del Signore per tutti gli Israeliti, di generazione in generazione.
43Il Signore disse a Mosè e ad Aronne: «Questo è il rito della Pasqua:
nessuno straniero ne deve mangiare. 47Tutta la comunità d’Israele la celebrerà».
Meditatio - Breve itinerario di approfondimento
Gli elementi essenziali sopra riportati ci mettono di fronte all’o-rigine della Pasqua, con la sua motivazione, e con la conseguenza dell’Alleanza che si contemplerà nella settimana successiva
meditan-do i contenuti dei capp. XIX, XX e XIV sempre del libro dell’Esomeditan-do.
All’origine di tutto c’è l’obiettivo della liberazione del cuore da ciò che può ostacolare un rapporto diretto e vero con Dio. L’elemen-to del sacrificio che Mosè presenta al Faraone come motivazione per l’uscita fa comprendere il senso di una liberazione anche materiale.
Rendere culto dunque, celebrare un sacrificio… è il modo per rico-noscere la sovranità di Dio e insieme per implorare il suo aiuto.
Gli elementi rituali sono costituiti dal sacrificio dell’agnello e dal segno del sangue, prefigurazione del vero Agnello senza mac-chia il cui sangue inonderà e sosterrà il cammino del nuovo popolo dell’Alleanza. La posizione dello stare in piedi sarà un’anteprima di quella posizione del Risorto, e di chiunque si pone al suo seguito.
La circostanza segna l’inizio del computo del tempo: la Pasqua al primo mese dell’anno. E la data della Pasqua da oltre tre millenni cadenza lo scorrere degli anni e dei secoli nel mondo.
E come il “passare oltre” darà vita al termine Pasqua, così anche il comando di rivivere questo evento come un “memoriale” darà origine ad un termine proprio del linguaggio con cui si indica una
“memoria” così particolare da avere la capacità di rendere presente attraverso i segni e le parole l’evento originario di cui si fa memoria.
Nel cuore della Preghiera eucaristica, dopo la consacrazione, sem-pre il testo risem-prende con le parole: “Celebrando il memoriale…”.
Oratio - Risposta orante alla parola di Dio
Pregare con il Salmo 135 è elevare un inno di lode per quanto il Signore ha operato nella storia del popolo dell’antica alleanza, ma è anche motivo per continuare ad implorarlo nella perenne storia del popolo della nuova ed eterna alleanza.
1Alleluia. Lodate il nome del Signore, lodatelo, servi del Signore,
2voi che state nella casa del Signore, negli atri della casa del nostro Dio.3Lodate il Signore, perché il Signore è buono; cantate inni al suo nome, perché è amabile. 4Il Signore si è scelto Giacobbe, Israele come sua proprietà. 5Sì, riconosco che il Signore è grande, il Signore no-stro più di tutti gli dei.
6Tutto ciò che vuole il Signore lo compie in cielo e sulla terra, nei
produce le folgori per la pioggia, dalle sue riserve libera il vento.
8Egli colpì i primogeniti d’Egitto, dagli uomini fino al bestiame.
9Mandò segni e prodigi in mezzo a te, Egitto, contro il faraone e tutti i suoi ministri. 10Colpì numerose nazioni e uccise sovrani potenti:
11Sicon, re degli Amorrei, Og, re di Basan, e tutti i regni di Canaan.
12Diede in eredità la loro terra, in eredità a Israele suo popolo.
13Signore, il tuo nome è per sempre; Signore, il tuo ricordo di generazione in generazione. 14Sì, il Signore fa giustizia al suo popolo e dei suoi servi ha compassione.
15Gli idoli delle nazioni sono argento e oro, opera delle mani dell’uomo. 16Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono,
17hanno orecchi e non odono; no, non c’è respiro nella loro bocca.
18Diventi come loro chi li fabbrica e chiunque in essi confida.
19Benedici il Signore, casa d’Israele; benedici il Signore, casa di Aronne; 20benedici il Signore, casa di Levi; voi che temete il Signo-re, benedite il Signore. 21Da Sion, benedetto il Signore, che abita in Gerusalemme! Alleluia.
Preghiera conclusiva O Dio,
che nelle pagine dell’Antico e Nuovo Testamento ci hai preparati a celebrare il mistero pasquale,
fa’ che comprendiamo l’opera del tuo amore per gli uomini, perché i doni che riceviamo
confermino in noi la speranza dei beni futuri.
Non c’è dubbio che la riforma liturgica del Concilio abbia por-tato grandi vantaggi per una più consapevole, attiva e fruttuosa partecipazione dei fedeli al santo Sacrificio dell’altare.
In tanti luoghi, poi, l’adorazione del santissimo Sacramento trova ampio spazio quotidiano e diventa sorgente inesauribile di santità.
La devota partecipazione dei fedeli alla processione eucaristi-ca nella solennità del Corpo e Sangue di Cristo è una grazia del Signore che ogni anno riempie di gioia chi vi partecipa. Altri segni positivi di fede e di amore eucaristici si potrebbero menzionare.
(San Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia 10)