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Kyprias, autore di Iliakà, dell’iscrizione di Alicarnasso: si tratta

Nel documento Edizione e commento dei Cypria (pagine 59-69)

4. I TESTIMONIA ai Cypria: confronto tra le più recenti edizioni dei poem

4.7 Kyprias, autore di Iliakà, dell’iscrizione di Alicarnasso: si tratta

Proprio quest’interpretazione dell’iscrizione di Bodrum proposta da West e seguita da Burgess, è qui oggetto di attenta esamina per la sua dubbia validità.

In un articolo denso ma talora contraddittorio Burgess si occupa dell’interpretazione dell’iscrizione anonima di Bodrum in relazione ai Cypria e all’autore Kyprias ivi nominato al v. 46148. Lo studioso fa notare come prima dell’iscrizione di Alicarnasso la proposta di intendere il riferimento presente in Ateneo 15, 682d a un autore di nome Kyprias fosse del tutto ipotetica, mentre dopo la scoperta di questo componimento i due passi, quello di Ateneo e l’iscrizione, sembrerebbero suggerire l’esistenza di un poeta con questo nome149.

Per Burgess la presenza di Kyprias nell’iscrizione non prova la sua esistenza come persona storica ma potrebbe suggerire piuttosto la sua esistenza quale figura leggendaria, il cui nome è stato creato a partire dal titolo del poema, o meglio «a

147 Si tratta del fr. 5 West dei Cypria. 148 Burgess 2002, pp. 234-245.

149 Secondo Burgess non si dovrebbe escludere però l’ipotesi, che Kyprias sia il risultato della

fusione e confusione tra il titolo “Kypria” e l’aggettivo “Kyprios”: per questo errore l’espressione venne intesa come , ovvero “il poema di Kyprias”, solo con un cambiamento di accento. Anche l’attribuzione del poema a autori quali Stasino o Egesia, entrambi di Cipro, potrebbe, attraverso un fraintendimento nell’interpretazione, aver ulteriormente convalidato l’ipotesi di un terzo autore di nome Kyprios o Kyprias.

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figure of Halicarnasian myth»150, una costruzione ad opera della città di Alicarnasso, che di certo è frutto dell’alterazione del titolo del poema. Non si potrebbe infatti retrodatare l’invenzione di Kyprias quale nome di autore precedentemente alla prima attestazione del titolo dell’opera, perché la prima menzione dei risale ad Erodoto di Alicarnasso ed è chiaramente riferita al titolo del poema: pertanto Erodoto rappresenta un terminus post quem per la tradizione presente ad Alicarnasso di Kyprias, che deve essere sorta tra il V e il III sec. a. C., dal momento che Demodamante, datato intorno al 300 a.C., dimostrerebbe di conoscere Kyprias.

L’ordine in cui nell’iscrizione vengono citati gli autori originari di Alicarnasso sembra mettere in dubbio l’ipotesi di Burgess: si tratta di un ordine cronologico, in cui Kyprias è citato dopo Erodoto, Androne e Paniassi151. La spiegazione qui addotta da Burgess, e già avanzata dal primo editore dell’iscrizione, ricorre a motivazioni di ordine metrico e a considerazioni sul genere letterario: Erodoto occupa il primo posto, dopo di lui è citato Androne perché storiografo e subito dopo trova menzione Paniassi per la sua relazione di parentela con Erodoto, quindi solo successivamente è citato Kyprias.

Ma la tradizione epica dei Cypria doveva essere sentita come più arcaica dal momento che risale per lo meno al VII-VI sec. a. C.152, ovvero a un epoca anteriore a quella di Erodoto, ed è difficile quindi credere ad un riferimento

150 Burgess 2002, p. 236.

151 Sull’influsso nel catalogo degli scrittori di Alicarnasso della poesia elegiaca di età ellenistica e

del genere dell’epigramma ved. D’Alessio 2004, pp. 48-50; cfr. Skafte Jensen 2004, pp. 86-87, che ipotizza un influsso dell’epica per il genere del catalogo, un’occasione per il poeta di dimostrare il suo virtuosismo.

152 Per la datazione del poema ved. Allen 1908 p. 88; 1924, p. 68 (tra il 750 e il 600 a. C.); Jouan

1966, pp. 24-25 (anteriormente al 675 a.C.); p. 27 n. 3 (tra il 680 e il 660 a.C.); Janko 1982, p. 200 (tra il 675 e il 660); Davies 1989 a, pp. 93-94 (datazione tarda, non prima del V sec. a.C. sulla base della recenziorità degli elementi linguistici); cfr. a tal proposito Wilamowitz 1884, p. 367 n. 45; Wackernagel 1916, p. 182 ss. (VI sec. a.C.); Rzach, RE XI 2 (1922) s.v. Kyklos, col. 2396 ll. 18- 22: «Diese Umstände empfehlen es gewiss, die letzte Gestaltung der Kyprien auf einen Epiker oder Rhapsoden des 7. Jhdts. zurückzuführen, den man mit dem Namen Stasinos bezeichnete»; ma già Janko aveva rilevato gli elementi linguistici recenti nei Cypria, anche se è arrivato ad un’ipotesi di datazione differente rispetto a Davies (1989, p. 165, p. 169, 170-175): «the language of Aphr may best be explained by supposing that it derives from a non-ionic tradition ultimately. Moreover, there are good reasons for associating the Cypria also with this tradition» (p. 176).

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all’autore dei Cypria dopo la menzione di Erodoto e di Paniassi, autori del V sec. a. C., e di Androne, storico attribuibile forse al IV sec. a.C.153

Paniassi secondo Suida154 era figlio di Poliarco, discendeva da una nobile famiglia, era originario di Alicarnasso e morì in seguito al conflitto con il tiranno Ligdami. Numerosi studiosi hanno sostenuto, secondo la seconda ipotesi formulata dal lessico bizantino155, che tra i due letterati il grado di parentela fosse

di zio e nipote156, ma Matthews sostiene che l’ipotesi più probabile è che essi

fossero cugini, secondo la prima ipotesi che la Suida enuncia e che non ci sarebbe ragione di mettere in dubbio157. Per ricapitolare la questione della cronologia,

Matthews pone la vita di Paniassi dal 505/00 a.C. circa al 455/50.

Se si accetta questa ricostruzione e una datazione per la vita di Erodoto vicina a quella di Paniassi, si può chiaramente dedurre che nell’elegia tramandata dall’iscrizione di Bodrum non è stato seguito un criterio di tipo cronologico: sia nel caso in cui Paniassi fosse cugino di Erodoto, sia nel caso si trattasse di un rapporto di parentela tra zio e nipote, entrambi sono autori del V sec. a. C., e tra essi viene citato prima Erodoto, poi Androne e solo in seguito Paniassi. Androne sembra quindi introdurre una rottura nell’ordine cronologico, forse per motivi di ordine metrico-compositivo. Ma se si analizza il verso dedicato a Kyprias, si nota che esso è isolato e sintatticamente non legato ai tre versi dedicati a Erodoto, Androne e Paniassi: se si trattava del Kyprias autore dei Cypria ipotizzato da Isager, West e Burgess, cronologicamente anteriore agli altri autori (e si può ritenere che anche per l’autore dell’elegia fosse così, visto che più testimonianze antiche sui Cypria collegano il poema e il suo autore con Omero stesso158),

avrebbe potuto essere agevolmente ricordato antecedentemente al verso in cui si

153 Per tale ipotesi ved. Lesky 1962, p. 773 154 Ved. Suida s.v.

155 Secondo Suida infatti sono due le ipotesi da formulare circa il rapporto di parentela che

intercorreva tra Erodoto e Paniassi: secondo la prima ipotesi Poliarco, padre di Paniassi era fratello di Lyxes, padre di Erodoto; la seconda ipotesi prevede che Rhoio o Lyxes, il padre di Erodoto, fosse fratello di Paniassi. Nel primo caso i due erano cugini, nel secondo Paniassi era lo zio di Erodoto.

156 Di questa opinione è Lesky (1962, p. 150).

157 Matthews (1974, pp. 9-12) afferma che, nonostante tale passo di Suida (in cui viene formulata

l’ipotesi che il rapporto di parentela tra Erodoto e Paniassi fosse quello tra cugini) sia stato oggetto di emendazioni, non sia necessario postularne alcuna.

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parla di Erodoto. Kyprias quindi poteva pertanto essere nominato con maggiore precisione ed efficacia nel verso precedente rispetto ai versi dedicati agli altri autori nativi di Alicarnasso: se il poeta ha deciso di non agire in questo modo, forse la motivazione è da ricercare nel fatto che comunque l’autore degli Iliakà era o contemporaneo o posteriore cronologicamente a Erodoto, Androne e Paniassi.

Inoltre il fatto che i Cypria fossero noti a Erodoto sembra mettere in dubbio che il poema, almeno all’epoca dello storico, fosse attribuibile a un autore originario di Alicarnasso: se così fosse, ossia se fosse stata nota e diffusa la tradizione secondo la quale i Cypria erano attribuiti a un poeta conterraneo/compatriota dello storico, non solo Erodoto ne sarebbe stato a conoscenza, ma ne avrebbe di sicuro fatto menzione, sia che costui fosse l’autore o il rielaboratore del poema. Non bisogna infatti scordare che Erodoto fu il primo a dubitare della paternità omerica dei Cypria159.

Si può affermare che nemmeno qui è seguito un criterio di genere perché a Erodoto, storico, segue la menzione di Androne, pure uno storico che si occupò di genealogie relativamente alle parentele tra gli stati greci. Seguono poi Paniassi, poeta epico, e lo sconosciuto Kyprias di cui è citata l’opera dal titolo Iliakà. Viene pertanto da chiedersi se l’Iliakà sia davvero un’opera epica, come credono quanti vedono in Kyprias una menzione di uno dei possibili autori dei Cypria, o non si tratti piuttosto di un’opera di natura storica, considerato che anche Paniassi, oltre ad un poema dedicato ad Eracle, Herakleia, scrisse gli Ionikà, che trattavano della fondazione delle colonie ioniche160. Similmente a Ionikà, Libykà è un titolo usato

frequentemente per opere di carattere storico dedicate alla Libia161: solo per fare

un esempio Carone di Lampsaco scrisse Persikà162, Aristipppo di Cirene invece

159 Di questo parere anche Marks 2002, p. 4 n. 12. 160 Ved. Suida s.v. :

.

161 Ottone, in un volume dedicato esclusivamente ai Libykà, ha individuato 17 autori che si sono

dedicati a scrivere opere storiche di argomento lidio, e si tratta di: Carone di Lampsaco, Filisco di Mileto, Aristotele, Teocrito di Chio, Lico di Reggio, Teocresto, Acesandro, Agreta, Mnasea di Patara, Teotimo, Menecle di Barca, Esianatte, Alessandro Poliistore, Giuba di Mauretania, Posidonio di Olbia, Favorino di Arelate (2002, pp. 607-608).

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un’opera dal titolo Arkadikà163. Esisteva quindi una vasta letteratura di carattere storico dedicata a singole regioni o città.

Per ritornare all’ipotesi di Burgess, lo studioso si spinge ancor più in là rispetto a West ‒ la cui scelta editoriale non credo sia difendibile per motivi che esporrò in seguito ‒ dal momento che inserisce il riferimento a Kyprias nell’iscrizione in un quadro più ampio ma molto ipotetico e dai confini incerti, perché giunge ad affermare che gli abitanti di Alicarnasso, spinti dall’uso di “Kyprias” come nome proprio per l’autore, avrebbero adottato un diverso titolo per il poema; perciò “Iliakà” avrebbe ovviato al problema di Kyprias autore dei Cypria. Fortunatamente Burgess non accoglie l’improbabile proposta di Isager che Iliakà debba intendersi come riferito all’Ilias parva164, ma sostiene che sia una forma alternativa di Cypria. Sarebbe stato Demodamante a creare la leggenda di Kyprias quale autore dei Cypria o addirittura la tradizione potrebbe essere sorta precedentemente, quindi tra il V secolo (l’epoca di Erodoto) e il III sec. a. C.165.

Se Erodoto di Alicarnasso citava una versione dei Cypria non conciliabile a suo parere con i fatti narrati dall’Iliade, di certo in questo contesto non avrebbe trascurato di ricordare come autore del poema un suo concittadino. Ciò significa che non conosceva Kyprias quale autore dei Cypria, ma probabilmente «a Halikarnassian multiform of the Kypria», prima che a tale versione fosse attribuito il nome di un determinato autore, Kyprias.

Per Burgess la discrepanza tra Erodoto e Proclo andrebbe interpretata nel senso di un’opposizione tra tradizione panellenica e tradizione locale cipriota. La redazione pervenuta a Proclo faceva menzione del viaggio di Paride e Elena a Cipro perché manteneva il carattere locale del poema epico, mentre altre redazioni, fissate per un uditorio differente da quello di Cipro, avrebbero potuto non contenere più menzione di questo viaggio. Erodoto forse quindi conosceva una versione panellenica dei Cypria risultato di una tradizione esecutoria nata fuori Cipro, ad esempio ad Atene, in cui i due amanti giungevano in pochi giorni a

163 Ved. Aristippo di Cirene, FGrHist 759 T 1.

164 In nessun frammento conservatosi dell’Ilias parva il poema è citato con un titolo differente

rispetto al noto Ilias mikrà e mai si fa riferimento all’opera con un titolo come Iliakà.

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Troia. Quest’ipotesi interpretativa è interessante e potrebbe rendere ragione della discrepanza tra il riassunto di Proclo e Erodoto166.

Meno convincente sembra invece l’ulteriore proposta di Burgess, quando afferma la possibilità che Erodoto citasse i Cypria del Kyprias nominato dall’iscrizione di Bodrum, considerato che si trattava di «a pan-Hellenic multiform of the Kypria that became established in Halicarnassos». Non bisognerebbe pertanto intendere Kyprias come un poeta, ma piuttosto come un redattore della versione dei Cypria che fu portata ad Alicarnasso, una figura quindi connessa soprattutto con gli aspetti materiali della trasmissione del poema nella città d’origine.

L’ipotesi è davvero suggestiva ma molto immaginifica. Non è chiaro su quali basi poggi l’argomentazione di Burgess: si tratta di un’interpretazione dai contorni molto incerti perché parte da dati in partenza già ipotetici ma assunti come certi, in primo luogo il riferimento contenuto nell’iscrizione di Alicarnasso del poeta Kyprias da intendersi come il poeta dei Cypria. L’identificazione è del tutto dubbia e improbabile e non poggia su basi sicure. Nessun elemento induce ad affermare con sicurezza che Kyprias sia uno dei nomi con cui venne identificato l’autore dei Canti Cipri. Tutte le fonti in nostro possesso citano l’autore anonimamente con l’espressione colui che scrisse o che compose i Cypria, oppure parlano espressamente di Stasino come autore originario di Cipro. Solo una delle nostre testimonianze cita accanto a Stasino ed Egesia di Salamina un altro autore, Ateneo, e in entrambi i passi l’interpretazione della menzione a un autore di nome Kyprios o Kyprias è congetturale.

È molto più probabile ritenere che sia avvenuta una confusione tra l’origine dell’autore, proveniente da Cipro e definito pertanto Kyprios, e il nome del poeta stesso, che è stato interpretato come Kyprias. Il nome ha tutta l’aria di essere stato inventato per il collegamento stesso al titolo dell’opera: si tratta quindi di un tentativo di spiegazione pseudo-razionalistica che connette l’opera, il cui titolo è Cypria, ad un poeta di provenienza cipriota, Kyprios. L’ultimo passo dell’evoluzione nella creazione della notizia, presentata poi da Ateneo, è

166 Su questo aspetto ved. comm. ad fr. 14 B. e L’argumentum dei Cypria di Proclo e l’Epitome apollodorea (supra).

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l’invenzione del nome Kyprias, che potrebbe essere stata facilitata da una

probabile confusione tra l’espressione e l’espressione

, ovvero “il poema di Kyprias”, che differiscono solo per lo spostamento di accento dalla terzultima sillaba alla penultima. Inoltre l’attribuzione del poema ad autori quali Stasino o Egesia, entrambi di Cipro, ha ulteriormente rafforzato l’ipotesi di un terzo autore proveniente anch’esso da Cipro e con il nome Kyprios o Kyprias.

Anche se fosse stata nota nell’antichità una tradizione “inventata” sulla base di tali elementi combinati tra loro (titolo dell’opera, patria dell’autore,

spostamento d’accento nell’espressione ), solo Ateneo ne è

testimone in due passi entrambi dubbi per tradizione. E sulla base della sola menzione in Ateneo di un autore, che potrebbe essere assai ipoteticamente Kyprias ma che a mio parere è forse semplicemente un autore di origine cipriota, è difficile sostenere che nell’iscrizione di Alicarnasso sia menzionato lo stesso ipotetico Kyprias autore dei Cypria. L’autore non è definito come un poeta epico ma è inserito in una lista di autori storici ed epici accomunati dal fatto di essere nativi di Alicarnasso; la lista si presenta presumibilmente in un ordine cronologico (anche se solo parzialmente) e Kyprias è citato dopo Erodoto, Androne e Paniassi; l’opera attribuita a Kyprias ha il titolo Iliakà, ignota in ogni nostra testimonianza ai Cypria ma anche ignota come titolo di altri poemi epici del ciclo quale l’Ilias parva. Non bisogna inoltre dimenticare che in nessuno dei testimonia ai Cypria si parla di Alicarnasso quale possibile patria per l’autore del poema tranne nel discusso passo di Ateneo, 15, 682d.

Il termine è attestato per la prima volta proprio nel fr. 1, 5 B. dei Cypria come aggettivo concordato al sostantivo con il significato “di

Ilio, di Troia”: , la grande contesa della guerra

troiana”.

Non attestato è l’aggettivo sia nel resto della produzione epica sia in Omero, che conosce solamente i sostantivi 167.

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L’espressione compare in prosa, con Strabone, 1, 2, 9;

l’aggettivo è presente anche nello schol. Hom. A 5, ove è concordato con il

sostantivo . Il termine si accompagna con il sostantivo o

al genitivo in 253 e 389

, in un nesso che occorre

invertito in Cypr. fr. 1, 5 … .

L’aggettivo è per lo più riferito alla guerra di Troia come attestato dalle sue 14 occorrenze nella letteratura greca, tutte in testi in prosa. Il medesimo aggettivo si trova anche in età ellenistica, in Anth. Pal. 9, 192, in un epigramma di Antifilo di Bisanzio, “L’Iliade e l’Odissea”, i cui primi 6 versi (in traduzione) sono:

-

“-Voi di chi siete figlie? Che cosa celate? -D’Omero; e raccontiamo la leggenda d’Ilio.

Una l’ira d’Achille. Le gesta d’Ettore narra, le prove della guerra decennale;

l’altra le pene d’Odisseo, l’angoscia del vedovo letto, i pianti di Penelope virtuosa.”168

In tale circostanza sembra che l’aggettivo nell’espressione

possa intendersi in riferimento alle vicende relative alla guerra di Troia narrate nei poemi omerici, quindi non solo contenute nell’Iliade ma anche nell’Odissea. In età ellenistica sembra quindi che l’aggettivo sia

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adoperabile in senso estensivo sia per riferirsi alle vicende narrate nell’Iliade, poema di guerra, sia per l’Odissea, poema di viaggi, entrambi facenti parte del ciclo epico troiano.

Il sostantivo “compositore di canti, poeta lirico”169, iponimo di , “poeta”, è formato da e dalla radice del verbo ; è attestato in un epigramma di Archimelo in Anth. Pal. 7, 50, :

“Ardua agli umani la strada di Euripide: non la tentare, non volerla percorrere, poeta!

Tutta liscia e battuta ti pare, in vista: se v’entri, scabra è più di un roccione malagevole.”170

L’etimologia e l’attestazione del termine potrebbero far propendere per l’ipotesi di un Kyprias poeta, o forse addirittura autore di un poema epico e sembrerebbero confutare la teoria fin qui esposta sull’identità di Kyprias come differente rispetto a quella dell’autore dei Cypria. Restano però i dubbi circa la posizione occupata da Kyprias nei versi dell’iscrizione di Alicarnasso, che è posto dopo autori del V sec. a.C., e quindi non assimilabile al poeta dei Cypria, di epoca arcaica. Inoltre, se si ipotizza un argomento storico per il poema Iliakà resta valida l’ipotesi formulata: pertanto Kyprias potrebbe essere stato un poeta narratore di vicende storiche relative a Ilio, una polis non distante né geograficamente né culturalmente dall’ambiente di Alicarnasso.

Su così poche e malsicure basi è dunque improbabile l’ipotesi di Burgess che Kyprias fosse il rielaboratore della redazione dei Cypria diffusasi ad

169 La traduzione è presente in F. Montanari, Vocabolario della lingua greca, 1995 Torino, s.v.

.

170 La traduzione è di F. M. Pontani, Antologia Palatina, Libro VII, Epigrammi tombali, vol. II,

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Alicarnasso: mancano elementi per sostenere quella che oggi sembra essere solo una suggestione.

Concludendo, la soluzione attualmente più prudente e realistica è rifiutare l’ipotesi che nell’iscrizione di Bodrum occorra una menzione all’autore dei Cypria, sia per la posizione che tale autore riceve all’interno della lista di autori (è citato dopo tre autori storici, e se l’ordine, come sembra è cronologico, non si vede motivo per cui sia stato posto dopo Erodoto, quindi dopo il V secolo), sia per il titolo della sua opera Iliakà, con il quale mai i Cypria sono stati citati, come ho avuto modo di dimostrare sopra. Il titolo Iliakà potrebbe piuttosto far riferimento a un’opera di carattere storico-erudito.

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Nel documento Edizione e commento dei Cypria (pagine 59-69)