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L’origine del titolo

Nel documento Edizione e commento dei Cypria (pagine 69-73)

L’ipotesi sull’origine del titolo Cypria dalla patria dell’autore, presente in Phot. Bibl. 319 a 34 (= Procl. Chrest. Seve. 22) ed esposta dopo il riepilogo sulla possibile attribuzione del poema a Stasino di Cipro, ad Egesino di Salamina e a Omero, non venne accolta da Proclo, che è il testimone della notizia. Alla notizia

segue il commento:

Evidentemente a Proclo sembravano insostenibili le argomentazioni utilizzate da alcuni per attribuire i Cypria ad Omero: proprio per questo rifiutava come spiegazione non plausibile quella che cercava la genesi del titolo Cypria nell’origine della patria dell’autore del poema stesso. A ulteriore prova di tale ipotesi il filosofo neoplatonico commentava, con una nota di tipo prosodico, che l’accento in non è proparossitono si dovrebbe scrivere , forse per analogia con i titoli di altri poemi come

171.

Per indagare le possibili sull’origine del titolo del poema, è opportuno partire dalle ipotesi di alcuni studiosi. Janko, che non ritiene dimostrabile un collegamento tra l’isola di Cipro e i Cypria, ha evidenziato l’assenza di elementi linguistici ciprioti nei frammenti conservati del poema: «since we have seen that the influence of spoken vernacular dialects on the epic diction was minimal, at least after Homer, what matters is where the poets learnt their diction, not where they were born. The more fluid models of epic tradition and its evolution [...] permit us to esclude Cyprus in this respect, that we would expect an epic tradition isolated for several centuries to differ more profoundly than it does»172. Per questo

motivo ha ipotizzato che Cipro fosse il luogo della performance, «the area in which this tradition grew to maturity»173.

Secondo un altro tentativo di spiegazione, il titolo Cypria potrebbe essere connesso con Afrodite, la dea che aveva un ruolo determinante nelle vicende iniziali del poema (grazie all’intervento di Afrodite Paride giunse da Elena a

171 Ved. Welcker 1865, p. 286 n. 506.

172 Janko 1982, p. 176; per un elenco degli elementi linguistici ciprioti presenti nell’epos ved.

Pavese 1974, pp. 78-80; cfr. Bowra 1934, pp. 54-74.

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Sparta e fuggì con lei a Troia) e il cui culto era presente a Cipro174. In conformità a questa linea interpretativa, Huxley ha evidenziato l’importanza della storia del Giudizio di Paride nell’epos troiano, che dovrebbe giustificare il titolo Cypria per il poema, in seguito alla vittoria della gara di bellezza da parte di Afrodite175. L’Epitome di Apollodoro (3, 3-4), che si dimostra utile accanto al sommario di Proclo per la ricostruzione di alcuni episodi narrati nel poema, informa a proposito della fuga di Paride e Elena da Sparta che i due soggiornarono in Fenicia e a Cipro. La dea Afrodite doveva essere presente nell’episodio. Huxley ha rilevato che l’Afrodite di Cipro era ritenuta, come le Muse, «a patroness of

song»: in Hymn. Hom. 10, 5 il poeta afferma , rivolto

all’Afrodite di Salamina di Cipro; in Hymn. Hom. 6, 19-20 invece la dea viene

invocata dal poeta perché gli conceda la vittoria, |

, in un agone che si svolgeva a Cipro176. Per questo «the ancient notion therefore that the Kypria was composed by a Cypriote has considerable merit»177.

Dello stesso parere di Huxley, Scaife ritiene che centro unificatore del poema fossero il ruolo e l’intervento di Afrodite negli eventi umani e divini178. Bisognerebbe considerare come prova di questa teoria il fatto che i frammenti più lunghi dei Cypria (frr. 4-5 B.) riguardano la preparazione e la vestizione della dea prima del Giudizio di Paride. La digressione di Nestore, che Proclo (Cypr. argum. p. 40, 26 ss.) racconta sia avvenuta durante la conversazione con Menelao, tratta tre temi connessi con la sfera di influenza di Afrodite: l’amore: la storia di Epopeo, le vicende di Edipo e il rapimento di Arianna per mano di Teseo. Sarebbe quindi possibile ipotizzare che Afrodite nei Cypria rivestisse un ruolo di rilievo paragonabile a quello di Atena nell’Odissea.

Il primo tentativo di spiegare il titolo dei Cypria dal nome della patria dell’autore sembra maggiormente verosimile rispetto alla derivazione da Cipro come luogo in cui Afrodite era venerata; inoltre Davies ha rilevato che la creazione del titolo di un’opera per il ruolo in essa svolto da una divinità è un

174 Sul culto di Afrodite a Cipro ved. Pirenne-Delforge 1994, pp. 309-368. 175 Huxley 1969, pp. 126, 132.

176 Huxley 1969, pp. 134-135; i due inni omerici erano già stati messi in correlazione da Welcker

con la derivazione del titolo Cypria da Afrodite (1865, p. 282).

177 Huxley, ibidem. 178 Scaife 1995, p. 173.

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metodo meno diffuso del primo, che invece conosce un parallelo anche nella Phokais, il poema attribuito a Testoride, la cui patria era Focea179.

Per B. Graziosi la notizia contenuta in Eliano (Cypr. T 2 B.), anche se non restituisce molte indicazioni relative alla paternità dell’opera, potrebbe fornire un chiarimento relativo al poema stesso e allo scopo per cui furono composti i Cypria: il poema dimostrerebbe nel suo contenuto il suo intimo legame con la sua natura di regalo per un matrimonio secondo la tradizione attestata in Pindaro (Cypr. T 2 B.) e Tzetze (T 3 B.)180. Il tema del matrimonio sarebbe centrale nel

poema, come si deduce dal sommario di Proclo dove la parola compare cinque volte. I matrimoni narrati nei Cypria sono numerosi: Peleo e Teti, Elena e Menelao, Elena e Paride, Achille e Deidamia, il matrimonio organizzato come inganno tra Achille e Ifigenia, le unioni tra Achille e Briseide e tra Agamennone e Briseide. Si fa menzione anche di un incontro amoroso avvenuto tra Achille e Elena e organizzato da Afrodite. Tra le divinità sembra avere un ruolo di primo piano proprio Afrodite, alla cui vestizione sono dedicati i frammenti 4 e 5 B. A partire da questi elementi Graziosi ritiene che l’interpretazione dei Cypria come poema adatto ad un dono matrimoniale possa aver costituito la fonte per ricostruire alcuni dati della biografia di Omero. I Cypria sarebbero pertanto un poema adatto per il suo contenuto ad essere un regalo di dote per un matrimonio, sia per i numerosi episodi di unioni e sia in generale per l’insistenza sul tema dell’amore. L’origine del nome del poema non andrebbe quindi cercata nella patria dell’autore, come ritengono alcuni studiosi quali Rzach, Burkert e West: al contrario, sarebbe stato il contenuto dell’opera ad avere determinato il titolo del poema, in relazione all’importanza di Afrodite, il cui culto a Cipro era molto importante. Per Graziosi infatti non si conoscerebbero altri casi di poemi epici arcaici i cui titoli derivino dal nome della patria dell’autore.

Ma in realtà, come è già stato evidenziato, è possibile trovare un parallelo all’esempio dei Cypria (nel caso in cui si ritenga che il titolo sia derivato dalla patria dell’autore) nel poema Phokais, attribuito a Testoride, la cui patria era

179 Ved. Davies 1989, p. 33.

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Focea181. Inoltre, nonostante la rilevanza della tematica amorosa, è difficile in assenza del poema valutarne la portata e l’estensione: molti episodi narrati nei Cypria privilegiano altre tematiche (ad es. il conflitto, la guerra: la presa di Sidone, l’attacco in Misia, lo sbarco nella Troade e i primi conflitti armati con la presa di numerose città quali Pedaso, Lirnesso etc.). Tuttavia è verosimile che il titolo del poema, pur traendo origine dalla patria dell’autore, possa costituire un omaggio a una delle divinità più importanti per le vicende del poema, Afrodite, particolarmente onorata a Cipro; meno evidente sembra invece il legame con il matrimonio e l’idea del dono per le nozze.

181 Su Testoride e la Foceide ved. supra. La Vita erodotea di Omero (1, 202 ss. Allen 1912, vol. V

fr. 4) narra che quando Testoride di Focea ospitò Omero trascrisse i suoi poemi e in seguito li recitò come fossero propri; sul significato di questa tradizione cfr. Pavese 1974, pp. 50-51; contro l’ipotesi di derivazione del titolo Phokais dalla patria del suo autore ved. Càssola 1952, pp. 144- 148 .

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6. Il titolo del poema e l’autore: come i Cypria vengono citati nelle fonti

Nel documento Edizione e commento dei Cypria (pagine 69-73)