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L’Adolf-Hitler-Koog e la Neulandhalle, ogg

III. IL CONTESTO RURALE TEDESCO: L’ADOLF-HITLER-KOOG, COME TESTIMONIANZA STORICO-MEMORIALE

III.3 L’Adolf-Hitler-Koog

III.3.7 L’Adolf-Hitler-Koog e la Neulandhalle, ogg

L’Adolf-Hitler-Koog appartiene a quel patrimonio storico-architettonico, ereditato dal periodo di dominio nazionalsocialista in Germania. Ma può considerarsi luogo d’espressione del ricordo e della memoria, come tutti gli altri luoghi memoriali, i quali sono stati trattati nei capitoli precedenti? Che ruolo svolge, attualmente, questo territorio, bonificato per mano dello Stato tedesco, negli anni Trenta? E come renderlo accessibile, oggi, ad un possibile pubblico di visitatori, intraprendendo il giusto percorso, teso a fornire determinati strumenti, d’informazione ed educazione, al cittadino ed al turista?

Come per il caso della Seebad Prora109, l’Adolf-Hitler-Koog (ed altri polder, situati nella regione dello Schleswig-Holstein) è il chiaro risultato d’una pianificazione autoritaria del territorio, voluta dallo Stato tedesco (nazista), sia per il compimento degli ideali del Lebensraum e del Landgewinnung sia per fini propagandistici, all’interno del Reich, ma anche al di fuori dei suoi confini110.

Rispetto ad un bene patrimoniale di simile entità, non rimane, al popolo tedesco, che un confronto ed una riflessione con, e su, questo periodo del passato, poiché elemento identitario e comune a tutti i cittadini tedeschi. Tuttavia, il caso dell’Adolf-Hitler-Koog

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Lars Amenda, op. cit., pp. 24-25.

109

Vedi capitolo 2.

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Tipico è, infatti, dei regimi totalitari compiere determinate azioni ed operazioni, atte ad incrementare, dinanzi alla collettività, il ruolo attivo dello Stato, malgrado dietro attività, intraprese dal governo, aventi l’obiettivo del bene collettivo, si nascondano secondi scopi di natura illegale o, comunque, d’interesse statale. Lo stesso Adolf Hitler affermò come la costruzione dell’omonimo polder, sia stata motivata dalla necessità di spostare l’attenzione pubblica su tale evento, mentre si procedeva con la guerra espansionistica verso Est.

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e la sua percezione, all’interno della società tedesca, originerebbero alcune problematiche, a causa della controversa natura memoriale dell’oggetto in questione. Esso, infatti, sarebbe espressione d’una vasta pianificazione territoriale che implicò, in quegli anni, una mutazione naturale, paesaggistica e demografica, di grande rilevanza (ancor’oggi lo è, in effetti: i cittadini della regione dello Schleswig Holstein sono consapevoli d’abitare un territorio, bonificato per mano nazista, ed autentica eredità di quel sistema politico). Non si tratterebbe, cioè, di singole forme architettoniche o monumentali (viste nei capitoli precedenti), bensì d’un intervento statale su vasta scala, più precisamente, su scala regionale. Il “processo di nazificazione”, come possiamo dedurre, dunque, sfiorò tutte le dimensioni della società, guidato dalla volontà autoritaria dello stato.

La successione degli avvenimenti, che hanno interessato l’Adolf-Hitler-Koog, dal 1945, dopo la Seconda Guerra Mondiale, fino ai giorni nostri, s’è rilevata controversa, sebbene ancor più problematico sia stato (e lo è tutt’ora), in particolare, il destino della Neulandhalle.

Dal 1945, la Neulandhalle diventò, in seguito al “processo di denazificazione” della struttura (ossia l’eliminazione di tutti quegli oggetti aventi un possibile riferimento od indicazione di tipo nazista, come le croci celtiche, il busto di Hitler, la Hermann

Görings Glocke, ecc., compresa anche la rimozione o l’abbattimento delle due enormi

statue, raffiguranti il soldato ed il contadino) una trattoria, dallo stile rustico, il cui affittuario venne, più volte esortato a prestare più attenzione agli affreschi di Thämer, danneggiati a causa della sua non curanza111.

In ogni caso, durante questo periodo, ai fini d’un riposizionamento e d’una rielaborazione nella storia, la Neulandhalle non è mai stata fatta oggetto d’una, seppur minima, indicazione esplicativa, verso il pubblico, dell’originaria funzione dell’edificio112

.

Nel 1971, l’ente religioso del Südertihmarschen acquistò la Neulandhalle, con l’obiettivo d’adibirla all’assistenza ed all’accoglienza dei giovani. Nel 1973, infatti, essa fu inaugurata a tale scopo.

L’edificio conteneva da una a quattro stanze da letto, disposte sui tre piani, per un totale di trentasei posti letto, ed una cucina comune113.

111

Frank Trende, op. cit., p. 212.

112

Ivi, p. 213.

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Dal 2011, però, tale ente smise d’occuparsi di questa struttura, per mancanza di fondi e, perciò, la questione sulle sorti della Neulandhalle s’è fatta, attualmente, sempre più complicata. Se da un lato, s’era proposta la soluzione del suo abbattimento (fortunatamente, abbandonata), dall’altro, si temeva la vendita dell’immobile, sul libero mercato.

Tuttavia, anche l’apertura ad un pubblico di cittadini e turisti, avrebbe costituito un intervento rischioso per la reale probabilità di trasformarsi in meta di pellegrinaggio nazista114.

L’Adolf-Hitler-Koog, quale colonia dell’esemplare comunità del popolo (Volksgemeinschaft) divenne, in seguito all’inaugurazione, un’attrazione turistica, poiché esso era concepito come il simbolo ed il tempio del Nazismo, visitato da fiumane di turisti, alimentate dalla diffusione delle trasmissioni radiofoniche, dai racconti contenuti nei giornali e dalle pellicole cinematografiche. La Neulandhalle veniva presentata a gruppi internazionali di visitatori, fra i quali s’annoveravano personaggi pubblici di spiccata importanza, come governatori statali o ministri115.

Un simile luogo, d’elevata pregnanza storica, non dovrebbe trovare la semplice soluzione della sua destinazione nel proprio abbattimento. Sebbene il cambio d’utilizzo, rispetto alla funzione originaria (luogo per l’indottrinamento nazista), risulti difficile da pianificare, questa trasformazione si renderebbe necessaria e fondamentale, per un suo adeguamento pubblico e per la trasmissione della memoria ai posteri.

Esemplare fu il caso della Hermann Görings Glocke, la campana situata, prima nella torre campanaria dell’Adolf-Hitler-Koog, e poi, successivamente, nel 2008, posizionata nell’Hermann-Göring-Koog, oggi Tümlauer-Koog.

La campana poggiava su un piedistallo in laterizio, sul quale si poteva leggere “Das deutsche Bauerntum ist die ewige Blutquelle des deutschen Volkes”, (il contadinato tedesco è l’eterna fonte di sangue del suo popolo), chiara espressione dell’ideologia nazionalsocialista/”ruralista” del “Blut und Boden”. Lo scopo dell’oggetto era quello d’avvertire la popolazione del villaggio, in caso di mareggiata o della presenza d’incendi, nonché quello d’informare della nascita d’un bambino, all’interno del villaggio stesso.

114

Neulandhalle: Problemfall hinterm Deich,

//www.ln-online.de/Nachrichten/Norddeutschland/Neulandhalle-Problemfall-hinterm-Deich.

115

Hitlers Kampf gegen das Meer,

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La campana venne, in seguito, spostata, dalla sua collocazione originaria (dall’Adolf- Hitler-Koog), a causa d’una pericolosa incrinatura nel metallo, e, quindi, sostituita da un’altra campana in legno.

La vicenda della Göring-Glocke116, da allora, s’è rivelata controversa, poiché s’è dovuta confrontare con svariati pareri favorevoli al suo accantonamento e, se non proprio, alla sua eliminazione.

Ciò che più ha sconvolto ed ha provocato l’aggravamento dell’opinione pubblica, è stata un’inscrizione, posta sulla campana, dal 2011, (nel Tümlauer-Koog), che recitava: “Seit 1933 herrscht die NSDAP”, (dal 1933 domina il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori). Un visitatore, trovando la frase inadeguata e sentendosi indignato, scrisse una lettera al presidente del ministero, chiedendo spiegazioni a riguardo. Il sindaco del distretto comunale, nel quale si trova il Koog, venne esortato a provvedere, ma il tentativo fu vano, dal momento che egli affermò come arrivassero molti visitatori, per vedere da vicino la famosa campana e per fotografarsi con essa. L’ironia della sorte volle che, allo stesso modo in cui, a parer mio, “si rendeva onore”, tramite una simile frase, al partito nazista, il luogo presentasse, contemporaneamente, anche una corona commemorativa, in memoria ed in onore delle vittime delle due Guerre Mondiali e del Nazionalsocialismo.

Ragionevole a questo punto, sembrerebbe la richiesta di Frank Trende, in merito alla questione della Göring-Glocke, di posizionare, cioè, suddetta campana, all’interno della Neulandhalle, affinché questo luogo possa diventare un luogo di confronto con il regime nazionalsocialista ed i suoi devastanti effetti117.

Dal momento che l’Adolf-Hitler-Koog, infatti, è, insieme alla Neulandhalle, il sito simbolico principale del Nazionalsocialismo, nella regione dello Schleswig-Holstein, essi potrebbero (anzi, secondo me, dovrebbero) diventare, entrambi, luoghi di conoscenza e d’informazione sul tema del Nazismo, come auspicherebbe anche lo storico Uwe Danker118. Dal 2012, grazie a questi e grazie all’istituzione alla quale appartiene, Institut für schleswig-holsteinische Zeit- und Regionalgeschischte, in collaborazione con l’Università di Flensburg dell’omonima regione, è nato un progetto

116

Umstrittenes Nazi-Denkmal: Görings Glocke,

//www.spiegel.de/politik/deutschland/umstrittenes-nazi-denkmal-goerings-glocke-a-799789.html.

117

Göring-Glocke zur Neulandhalle?,

//www.shz.de/nachrichten/deutschland-welt/goering-glocke-zur-neulandhalle-id378686.html.

118

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finalizzato allo studio della riqualificazione dell’edificio e del cambio di destinazione d’uso della Neulandhalle119

.

Questo istituto, organo indipendente, s’occupa della storia della regione dello Schleswig-Holstein e, dunque, anche della sua storia nazionalsocialista. Lo studio, in questo ambito, si concentrerebbe sulla fattibilità concettuale e sulla possibilità di riuso della Neulandhalle, come luogo di mediazione tra il presente ed il passato nazista, con la finalità d’offrire una proposta educativa120

(con questo termine non mi riferisco all’educazione ed all’insegnamento ai giovani, bensì alla messa a disposizione, a fini

educativi ed informativi, di fonti storiche materiali ed immateriali). La stessa visita alla

Neulandhalle ed all’Adolf-Hitler-Koog sarebbero, in questo senso, d’inestimabile valore ed importanza, a fini memoriali, poiché la memoria non implica, esclusivamente, il ricordo delle vittime della Shoah, bensì anche una riflessione storico-scientifica sul meccanismo omicida dello stato nazista, attraverso cui s’è permesso un simile crimine. L’Adolf-Hitler-Koog e la Neulandhalle, secondo gli storici del medesimo istituto, varrebbero come autentica eredità architettonica e come un notevole potenziale, per il suo contenuto didattico, di significato nazionale121.

L’idea, alla base dello studio e del piano progettuale dei ricercatori dell’istituto, consisterebbe nella creazione d’un percorso tematico e didattico, offrendo, perciò un luogo per la conoscenza storica. Affinché tutto questo si realizzi, però, appaiono fondamentali le collaborazioni dei KZ-Gedenkstätten (Konzentrationslager-

Gedenkstätten, campi di concentramento-luoghi memoriali) e d’altri istituti e fondazioni

per la memoria. Il motivo è da ricercarsi nella doppiezza e nell’ambiguità ideologica nazionalsocialista. Mi spiego: alla base della filosofia nazista, infatti, si ritrovano, allo stesso tempo, il concetto d’inclusione ed il concetto d’esclusione. In base al concetto d’inclusione è stato possibile, per l’Impero Tedesco, costruire una Volksgemeinschaft tedesca, influenzata da correnti nazionaliste e pangermaniste ed in lotta per il loro

Lebensraum. Ma la conquista di territorio, sul quale insediare la popolazione tedesca, in

una situazione d’armonica continuità (del Terzo Reich e dei suoi stessi cittadini, veri trasmittenti, alle generazioni future, del loro sangue puro), e la sua logica prosecuzione

119

Vedi nota 117.

120

Institut für schleswig-holsteinische Zeit- und Regionalgeschichte, //www.izrg.de/1.html.

121

Lebensraum und Volksgemeinschaft im ehemaligen Adolf-Hitler-Koog: Der historische Lernort

Neulandhalle,

141

in una spietata guerra per lo spazio, divennero espressioni d’una assidua e violenta azione d’esclusività, sfociata in conseguenze distruttive122

.

L’istituto si batte, perciò, per la creazione d’uno spazio espositivo nella Neulandhalle e per il recupero generale dell’Adolf-Hitler-Koog, con il sostegno ed il contributo federale della Beauftragte für Kultur und Medien, affinché si realizzi il progetto dal titolo “Historischer Lernort Neulandhalle”123

.