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III. IL CONTESTO RURALE TEDESCO: L’ADOLF-HITLER-KOOG, COME TESTIMONIANZA STORICO-MEMORIALE

III.3 L’Adolf-Hitler-Koog

III.3.6 Propaganda politica

La scelta dei residenti dei villaggi, in base ai criteri razziali, si proponeva anche il fine di realizzare un’efficace e potente azione propagandistica. Infatti, l’Adolf-Hitler-Koog divenne, subito, il punto di riferimento per la propaganda turistica, incentivata mediante trasmissioni radio-televisive ed articoli giornalistici.

Innanzitutto, si considerava la conquista del territorio, attraverso l’esaltazione dei lavori di realizzazione dei polder, espressione del volere di Dio.

Allo stesso tempo, il militarismo veniva più volte evocato, militarismo che, infatti, trovò una sua propria forma, nella costruzione della Neulandhalle, dove simbolica era la figura, appunto, del soldato.

Un’altra questione cruciale, cuore della propaganda, era il sostentamento del popolo tedesco: mediante, dunque, l’appropriazione di nuove terre, si voleva provvedere al rifornimento alimentare (con i prodotti agricoli) dell’intera comunità tedesca98.

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Ivi, p. 17.

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La propaganda politica, svolse, così, un ruolo fondamentale, durante i lavori di costruzione dell’Adolf-Hitler-Koog, e, successivamente, anche nel corso della realizzazione d’altri polder; agli stessi lavoratori ed agricoltori, coinvolti nei lavori, venivano propagandati gli ambiziosi progetti d’allargamento dei confini e d’acquisizione di nuovi territori99

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Fig. 37. Contadini al lavoro sui campi, Adolf-Hitler-Koog. (Bildarchiv preussischer Kulturbesitz,

www.spiegel.de/fotostrecke/landgewinnung-an-der-nordsee-hitlers-deiche-fotostrecke-110468-15.html)

Fig. 38. Lavori manuali, Adolf-Hitler-Koog.

Per combattere la disoccupazione, nella Germania degli anni Trenta, si ricorreva al lavoro manuale d’operai e contadini e si bandivano le macchine, poiché rappresentavano l’industrializzazione e

l’urbanizzazione delle città. (Bildarchiv preussischer Kulturbesitz,

www.spiegel.de/fotostrecke/landgewinnung-an-der-nordsee-hitlers-deiche-fotostrecke-110468-3.htm)

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Fig. 39. Uomo al lavoro sui campi, Adolf-Hitler-Koog. (Bildarchiv preussischer Kulturbesitz,

www.spiegel.de/fotostrecke/landgewinnung-an-der-nordsee-hitlers-deiche-fotostrecke-110468-8.html)

Dal 1930, prese avvio la pubblicazione, grazie all’intervento di Hinrich Lohse, di brochure informative sui programmi ideologici di realizzazione dei polder. Fra queste si ricorda “Trutz blanke Hans”, nella quale si descrivevano la storia della costa occidentale dello Schleswig-Holstein e la tecnica costruttiva adottata, mediante fotografie rappresentative delle zone esaminate100.

Significative per la propaganda, risultavano anche le visite nell’Adolf-Hitler-Koog, d’ospiti tedeschi e stranieri: da giornalisti, ufficiali statali d’altre nazionalità, a semplici turisti, i quali rimanevano colpiti dall’ordine e dalla disciplina, regnanti all’interno dei villaggi, nonché stupiti, dal fatto che qualsiasi differenza di stato e classe sociale, fra i residenti, all’interno del polder, fosse del tutto invisibile101.

Al centro dell’attenzione e della propaganda era la Neulandhalle, che, dopo la sua inaugurazione, veniva visitata dai ministri tedeschi e stranieri, nonché da commissioni di studiosi. Il grande interesse, risvegliato per l’edificio, e di conseguenza per tutto il

Koog, diventò, subito, occasione di propagandare l’Adolf-Hitler-Koog, come esempio

di cura e creatività, dettati dal regime nazionalsocialista. Inoltre, in occasione delle

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Ibid.

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Olimpiadi, tenutesi a Berlino, nel 1936, s’invitarono anche i civili alla visita della costa occidentale dello Schleswig-Holstein, riscontrando anche effetti positivi, agli occhi degli stessi sportivi e partecipanti ai giochi102.

Anche giornali, come il “Neues Volk”, contenevano articoli descrittivi sui lavori di costruzione del polder, sulle idee e sui criteri razziali, impiegati per la selezione dei residenti e nell’esternazione del principio del Lebensraum. Illustrazioni varie, quali fotografie rappresentative dei sani abitanti del villaggio, ossia tedeschi con i capelli biondi e con i visi abbronzati, lasciavano intendere la bellezza e la genuinità del popolo, che abitava quei luoghi. Dinanzi al “caos” della natura, spiccava l’ordine dell’ideologica “messa in scena” dell’Adolf-Hitler-Koog103

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Trasmissioni radiofoniche, registrate all’interno della Neulandhalle, andavano, ormai, in onda con una certa frequenza. Simbolici erano il discorso del Führer, durante la “posa della prima pietra”, all’inaugurazione del Koog, il suono delle campane, il rumore delle onde del mare, che ricordava immediatamente il Wattenmeer, tutti elementi, insomma, riconosciuti da milioni di visitatori tedeschi, in ascolto104.

Non bisogna dimenticare la produzione cinematografica sull’argomento: due erano i film che trattavano l’argomento dell’Adolf-Hitler-Koog e che si proponevano lo scopo di raggiungere il più vasto pubblico possibile: Trutz blanke Hans, dell’anno 1935, che presentava la storia e la geografia della regione dello Schleswig-Holstein, descrivendo, poi, dettagliatamente, il grande piano, intrapreso nel 1933, per i lavori di bonifica del polder, voluto dal regime nazionalsocialista; Neuland am Meer, film che, risalente all’anno 1938, raccontava, invece, la vita ed il lavoro quotidiani, nel piccolo villaggio, all’interno dell’Adolf-Hitler-Koog, contornato da un’idilliaca natura, presentati come antiteticamente contrapposti alla vita frenetica delle grandi città105.

Quale simbolo di tutti i lavori di bonifica e costruzione del Koog, i gerarchi nazionalsocialisti, adottarono, quindi, l’edificio della Neulandhalle, poiché era considerato espressione della volontà di Dio e della lotta contro il mare. Come questo piccolo villaggio, era anche il grande impero tedesco: ogni cittadino condivideva, con i suoi abitanti, il dovere morale di protezione dei confini e dell’intero popolo tedeschi106.

102 Ivi, p. 21. 103 Ivi, p. 22. 104 Ivi, p. 23. 105 Ivi, pp. 22-23. 106

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La Neulandhalle e l’Adolf-Hitler-Koog divennero, così, ben presto, delle attrazioni turistiche: si stamparono cartoline rappresentative del Koog, delle sue tipiche abitazioni e dei dipinti di Thämer, divenuti famosi. Più significative ancora, erano, tuttavia, le fotografie che ritraevano le tradizionali famiglie tedesche, abitanti il villaggio, e composte dal padre, dalla madre e, almeno, da tre bambini, famiglie che finirono per rappresentare l’iconografia identificativa classica della comunità tedesca107

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Fig. 40. Hitler e la famiglia di contadini, Adolf-Hitler-Koog, cartolina.

(www.mymilitaria-eshop.com/prestashop/en/1465-hitler-e-la-famiglia-di-contadini.html)

Fig. 41. Tradizionale famiglia tedesca.

(www.fold3.com/page/285875536_the_children_of_nazi_german)

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Vedute aeree della costa occidentale dello Schleswig-Holstein, che mostravano la bellezza della natura e del paesaggio, costituivano immagini di grande emozione, per coloro che le ammiravano, nelle quali risaltavano l’“infinito” e l’“ampiezza” del territorio, oltre che a stimolare la curiosità e la fantasia di possibili turisti108.

La vita quotidiana nei cortili e nei campi, bambini che giocano e che lasciano pensare ad una spensierata infanzia, giovani ragazzi e ragazze al lavoro, che rimandano al futuro, erano i principali momenti, che venivano immortalati, a supporto della politica ideologica del “Blut und Boden”: attraverso una meticolosa scelta, secondo criteri razziali, l’Adolf-Hitler-Koog, come anche il Terzo Reich, sarebbero dovuti diventare la patria per quegli esseri umani “ideali”, di razza ariana, considerati superiori agli altri.