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L’ALLEGATO 7 ALLE LINEE GUIDA RELAZIONI GRANDI RISCH

CAPITOLO VII: IL PROBLEMA DEL DECOMMISSIONING

1. L’ALLEGATO 7 ALLE LINEE GUIDA RELAZIONI GRANDI RISCH

Con l’emanazione delle Linee guida per la relazione sui grandi rischi, il Comitato per la sicurezza delle operazioni in mare ha delineato, all’Allegato 7, i concetti di base per la dismissione di un impianto di produzione. In caso di smantellamento di un impianto infatti occorre presentare una Relazione grandi rischi modificata, così come previsto all’articolo 12 comma 5 del d.lgs. 145/2015.

In molti casi, per installazioni con oltre vent’anni di vita, i dati ed i documenti dell’impianto potrebbero risultare non più disponibili, distrutti o difficilmente reperibili. Vi sono molti aspetti non noti rispetto alla demolizione di strutture offshore ormai obsolete che si avviano alla fine vita: i disegni ed i calcoli tecnici potrebbero non esistere più oppure i jackets ed i moduli potrebbero non essere più idonei strutturalmente per il sollevamento a causa sia di rimozione di qualche componente strutturale, sia di modifiche intercorse dal momento della loro installazione e potrebbe essere necessario qualche intervento di rinforzo. Potrebbero, quindi, essere necessari sopralluoghi dettagliati e lo sviluppo di idonee procedure che possano dare informazioni sullo stato della piattaforma, sulla sua geometria, sui materiali e sulla condizione effettiva.

Ciascun impianto è unico, progettato e costruito per una particolare localizzazione e soggetto allo stato di evoluzione della tecnologia disponibile al momento della sua progettazione, costruzione ed installazione. Non esiste quindi un’unica opzione di dismissione adatta per tutti i casi, anche se le problematiche a cui si va incontro possono essere similari, ma deve esservi un’analisi a sé stante della struttura interessata allo scopo di bilanciare la protezione, la salute e la sicurezza dell’ambiente e degli altri utenti del mare.

La dismissione è il processo che l’Operatore di una piattaforma e relative condotte intraprende allo scopo di pianificare, ottenere le autorizzazioni e realizzare la rimozione, lo smaltimento o il riutilizzo di una installazione offshore quando non è più idonea allo scopo. Si possono distinguere le seguenti fasi principali:

- Pianificazione, iter autorizzativi e approvazione delle Autorità competenti: questa fase prevede lo sviluppo delle alternative, la valutazione, la selezione e la messa in

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opera del processo di pianificazione dettagliato che include la preparazione della parte d’ingegneria e sicurezza;

- Ingegneria di dettaglio: essa ha l’obiettivo di assicurare che le attività correlate di carico e trasporto dei componenti, soggetti a nuove sollecitazioni da sforzo, non generino rotture per le nuove sollecitazioni operative;

- Fermata della produzione di olio e gas, abbandono dei pozzi sia sottomarini che di superficie, e loro messa in sicurezza: prevede il completamento delle fasi di decommissioning (chiusura mineraria, fermata impianto);

- Preparazione sequenze di sollevamento e rimozione di tutte le parti dell’installazione dal sito di produzione;

- Smaltimento o riutilizzo delle parti rimosse;

- Esecuzione di sopralluoghi e monitoraggi per il controllo della zona abbandonata; - Trasporto dei carichi.

Al termine della vita mineraria di un giacimento, si procede alla completa chiusura dei pozzi in progetto. Scopo di quest’attività è evitare la fuoriuscita in superficie di fluidi di strato e garantire l’isolamento dei diversi strati, ripristinando le chiusure formazionali. La chiusura mineraria è quindi la sequenza di operazioni che permette di abbandonare il pozzo in condizioni di sicurezza.

Prima di procedere alle vere e proprie operazioni di rimozione della piattaforma, a bordo della piattaforma stessa devono essere svolte delle attività preliminari atte ad evitare qualsiasi pericolo di inquinamento del mare durante le fasi successive. Il primo accorgimento sarà quello di asportare, con mezzi navali idonei al trasporto, i liquidi eventualmente ancora presenti a bordo, prodotti di processo oppure necessari al processo stesso, che potenzialmente potrebbero essere inquinanti (glicole, olio, prodotti della separazione, drenaggi di piattaforma). Questi dovrebbero essere smaltiti a terra secondo le normali procedure.

Una volta eliminati i liquidi, si potrà procedere ad isolare le diverse unità di impianto, quali serbatoi e tubazioni, mediante sigillatura delle estremità delle tubazioni. Le tecniche sono di diverso tipo e vanno dalla chiusura delle linee per mezzo di tappi meccanici all’iniezione di schiume che solidificandosi creano un tappo all'interno delle tubazioni stesse. Terminate queste attività preliminari si procederà con le vere e proprie operazioni di taglio e rimozione della piattaforma.

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Gli interventi posti in essere per la rimozione saranno differenti in funzione della tipologia dell’impianto, dello stato di conservazione, della capacità del mezzo disponibile o dei dispositivi stessi dell’impianto, per esempio se presente una gru potenzialmente utilizzabile. Le differenti metodologie per la rimozione, e la successiva destinazione finale, dipendono da un numero di differenti fattori quali il tipo di struttura, le sue dimensioni e pesi, la distanza dalla costa, le condizioni meteo-marine e la complessità delle operazioni. Di fondamentale rilevanza nella scelta del metodo di rimozione è la sicurezza per i lavoratori e per l’ambiente.

Per le strutture sommerse, è necessario tenere in considerazione come sono state realizzate e procedere possibilmente all’inverso.

Tutte le procedure devono essere idonee per la sicurezza del personale, che deve operare in una struttura che progressivamente si riduce e con essa la disponibilità di servizi e sistemi di sicurezza. Devono essere inoltre garantiti sistemi di fornitura di energia temporanei. I principali criteri generali da tenere in considerazione per la fase di rimozione sono:

- Le attività comprendono lo smontaggio degli impianti di produzione, la suddivisione e il deposito dei vari materiali risultanti (per la maggior parte acciaio) ed il loro smaltimento. Le parti strutturali in acciaio vengono ridotte a dimensioni idonee al trasporto ed inviati alle acciaierie per il relativo riciclaggio;

- La procedura di rimozione deve tenere conto dello stato della struttura, del relativo peso, delle dimensioni e del mezzo disponibile per l’esecuzione delle operazioni. I lavori di preparazione consistono, generalmente, nello smontaggio delle parti accessorie presenti sulla struttura come tubi guida pozzi, condotte di risalita, imbarcaderi, ecc;

- La piattaforma deve essere ripulita dall’accrescimento marino in modo da poter eseguire un’accurata ispezione della struttura nel suo complesso, delle sezioni di taglio e di quelle dove dovranno essere posizionate le attrezzature per il sollevamento. Queste operazioni sono eseguite da sommozzatori o tramite l’impiego di ROV (Remote Operated Vehicles);

- Il numero di parti in cui la struttura deve essere sezionata dipende dal mezzo di sollevamento e dalla destinazione finale programmata;

- Se la destinazione finale prevede il trasporto a terra, e la successiva rottamazione, il numero di sezioni è determinato ottimizzando dal punto di vista tecnico-economico

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la scelta del tipo di mezzo navale impiegato rispetto all’ammontare dei lavori subacquei necessari;

- Per strutture di modesta entità, come la maggior parte di quelle presenti nell’offshore italiano, è possibile progettare la rimozione della sottostruttura in un singolo pezzo;

- La rimozione delle strutture, infine, comporta una combinazione di tagli e sollevamenti.

Le operazioni di rimozione possono essere svolte in un’unica soluzione, per gruppi di moduli contemporaneamente oppure in ordine inverso rispetto all’installazione.

Con riferimento alle parti rimosse, queste possono essere ristrutturate e riutilizzate pe nuove costruzioni, rottamate e riciclate oppure smaltite in strutture a terra.

Decks, moduli ed impianti di produzione rimossi sono generalmente trasportati a terra per il loro smaltimento. Le operazioni di trasporto sono eseguite caricando le strutture rimosse su idonee bettoline che vengono poi rimorchiate fino al sito di destinazione.

2. LE LINEE GUIDA PER LA DISMISSIONE MINERARIA DELLE