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MERCATI FINANZIARI E STRUMENTI DI ANALISI

2.4 L’ANALISI TECNICA

L’analisi tecnica si basa sul presupposto che il valore dei titoli risponda lentamente alle informazioni che giungono sul mercato. Ciò dovrebbe consentire agli analisti di estrapolare dai dati delle tendenze, relative ai periodi di aggiustamento delle quotazioni, da poter sfruttare con profitto.

L’analisi tecnica si concretizza effettivamente nella ricerca di trend ricorrenti nell’andamento dei corsi azionari. Le caratteristiche delle singole imprese, le loro prospettive di sviluppo, i loro ambiti di operatività, non sono presi in considerazione in quanto l’impostazione in questione prevede che i dati “parlino da soli”.

L’obiettivo perseguito è quello di prevedere, attraverso l’analisi delle performance passate degli strumenti finanziari quotati, la loro evoluzione. Gli strumenti utilizzati allo scopo sono grafici di vario tipo necessari alla visualizzazione dei movimenti del mercato. Le tendenze in atto sono individuate e seguite, nella convinzione che persistano e si ripetano, più o meno regolarmente, nel tempo.

A seguire, saranno illustrate alcune tra le rappresentazioni dei prezzi più utilizzate dagli analisti:

Figura 1: il grafico lineare illustra l'andamento del titolo nel tempo. In questo caso, i punti rappresentano le chiusure giornaliere dell'indice Mibtel.

Figura 2: il grafico a barre (che in questo caso illustra l'andamento dell'indice Mibtel) fornisce più informazioni contemporaneamente. I trattini orizzontali indicano infatti i prezzi di apertura e chiusura e quindi l'escursione registrata nell'arco temporale prescelto.

Figura 3: il grafico a candele (che in questo caso illustra l'andamento dell'indice Mibtel) è simile a quello a barre. In questo caso, però, il corpo della candela è colorato di nero se l'apertura è superiore alla chiusura (giornata con andamento negativo); viceversa, è colorato di bianco (giornata con andamento positivo).

All’interno di queste rappresentazioni si ricercano figure da cui si possano ricavare segnali in grado di guidare le scelte degli investitori. Non ci soffermeremo su di esse, in quanto non è questo lo scopo della nostra trattazione.

Illustreremo, invece, altre tecniche utilizzate dai sostenitori della metodologia in questione.

Una tra le più rilevanti sfrutta il concetto di “media mobile”. Questa espressione fa riferimento alla media, continuamente aggiornata, di una certa quantità di dati. Se il calcolo prevede la scelta dei prezzi di chiusura di un certo numero di giorni precedenti alla data considerata, il modificarsi di quest’ultima implica che si tralasci il dato più lontano nel tempo a favore di quello più prossimo. La media mobile a 10 giorni, ad esempio, comporta che non venga più incluso nel calcolo il dato relativo all’undicesimo giorno precedente alla data stabilita, mentre viene invece contato il prezzo del giorno antecedente alla stessa.

In alcuni casi, tale indicatore è stimato come indice del valore “teorico” di un titolo: se la quotazione gli è superiore, ci si attende una diminuzione del valore dello strumento finanziario in esame.

In altri casi, invece, è utilizzato come rivelatore dei trend che caratterizzano il mercato: se il prezzo di un’azione, a seguito di un periodo di ribasso, si trova al di sotto della media mobile e, in un istante successivo, aumenta al punto di superarla, ci sono buone probabilità che il movimento del titolo, fino a quel momento discendente, subisca un’inversione.

Un paragone, che viene poi spesso effettuato dagli studiosi in materia, riguarda gli strumenti finanziari emessi da società che operano nello stesso settore considerati in rapporto all’andamento dell’intero mercato. Il persistere di performance migliori di uno o

più titoli nei confronti del comportamento della piazza in generale è ritenuto tale da permettere di cogliere opportunità di profitto.

Ancora, gli operatori che si affidano alle tecniche di analisi suddette sono convinti dell’esistenza di livelli, detti di “resistenza” o di “supporto”, che contraddistinguono le quotazioni. La presenza di tali livelli deriverebbe dalla psicologia degli investitori, i quali sarebbero spinti a non forzare, o a non abbassare, i prezzi oltre un certo limite.

Un esempio può chiarire meglio il concetto: se uno strumento finanziario oscilla, per un determinato periodo di tempo, attorno ad un valore definito e poi crolla al di sotto di esso, coloro che lo avevano acquistato a quel valore, secondo questa teoria, sarebbero ansiosi di poterlo rivendere non appena venga nuovamente raggiunto a seguito di un rialzo del titolo in questione. Questi comportamenti sono ritenuti tali da giustificare l’impostazione secondo cui il ricordo della storia passata dei prezzi può essere utilizzata per interpretare le tendenze di oggi.

Gli analisti, infine, rivolgono il loro interesse anche ai volumi trattati, in modo da integrare le informazioni ricavabili dallo studio dei trend ed ottenere, così, indicazioni più precise riguardo all’andamento delle quotazioni.

L’utilità delle tecniche fin qui descritte è, tuttavia, discutibile. Se i prezzi rispondono con celerità alle notizie che giungono sulle piazze finanziarie, non ci sarebbe modo di poterne anticipare i movimenti. Le tendenze che si riscontrano osservando i grafici sarebbero dunque rilevabili solo a posteriori, e non c’è alcuna garanzia che queste si mantengano nel tempo. Ancora, se venissero scoperti segnali in grado di giustificare l’impostazione dell’analisi tecnica, questi sarebbero sfruttati da tutti causando, come gia più volte osservato, il fallimento di qualsiasi strategia.

E’ possibile che qualche tentativo in tal senso si sia rivelato profittevole; il vero test dell’efficienza dei mercati riguarda comunque la robustezza dei risultati ottenuti, e solo il tempo può dare una risposta definitiva al problema.

Le dinamiche emergenti dal mercato deriverebbero allora dalla continua ricerca di regole di trading da cui trarre vantaggio, seguita dalla distruzione delle stesse a causa del loro uso diffuso una volta che se ne sia testata la validità.

L’evidenza della scoperta di tali tecniche stimola tuttavia gli studiosi a proseguire la ricerca, in un processo ciclico che forse non avrà mai fine.

Va sottolineato, inoltre, come, anche nel caso in cui qualcuno trovasse una metodologia di successo nel prevedere l’evoluzione delle quotazioni, questi non renderebbe pubblici gli esiti della sua ricerca, per timore che venga imitata.

Non c’e modo, dunque, di dimostrare l’efficacia dell’analisi tecnica; si può solo constatare che, nonostante le critiche, è ancora largamente utilizzata.

Nel paragrafo seguente illustreremo un'altra metodologia di analisi dei mercati finanziari: l’ “analisi fondamentale”.

Gli uomini hanno la nozione istintiva che se insistono con questa attività sul mercato azionario e lavorano abbastanza a lungo, tutto alla fine porterà da qualche parte; e poi senza tempo e senza costi; ma se una folla si precipita alla stazione e il bigliettaio grida «in carrozza» quando comincia ad uscire il fumo e il vapore si condensa, ci si accorgerà che in pochi salgono e gli altri sono investiti e lo si chiamerà, come in effetti è, “un triste incidente”.

H.D.Thoreau, Walden (1854)