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4 Capitolo Come individuare un flusso di opportunità d'investimento:

4.4 Alcune analisi

4.4.2 L'andamento degli indicatori di bilancio nel periodo 2003-2010

Prima di procedere con l'implementazione del modello si vogliono riportare alcune ri- flessioni sull'andamento degli indicatori di rischio-rendimento nel periodo 2003-2010. Come prima cosa, sono stati calcolati i valori medi degli indicatori in ciascuno degli anni considerati (tabella 4.10).

Osservando i valori medi registrati nel periodo 2003-2010 si nota come l'indicatore di redditività sia stato caratterizzato da un trend crescente nel periodo 2003-2007. In parti- colare, in quest'ultimo anno ha registrato un valore pari a 18,82 punti percentuali. Vice- versa, nei tre anni successivi tale indicatore è diminuito; rispetto al valore registrato nel 2007 la redditività è diminuita del 17,69 percento. Considerando insieme le 604 imprese del campione come un unico portafoglio, la redditività media derivante da un investi- mento in esso, nel 2010, è risultata pari a 15,49 percento. Questo dato segnala che le im- prese negli ultimi anni si sono trovate in difficoltà a causa degli effetti negativi provoca- ti dalla crisi economica e, in particolare, con il capitale che avevano investito hanno

302Cfr. Gardenal, G. Strumenti di analisi finanziaria e dei rischi aziendali: una fotografia dell'economia

trevigiana in tempo di crisi, op.cit. In particolare, capitolo 4, pp. 72-73.

303Cfr. Gardenal, G. Applied topics in financial agents' behavior, op. cit. In particolare, The “selection

generato ricchezza dalla gestione operativa in misura inferiore.

Tabella 4.10 Media e deviazione standard degli indicatori di rischio-rendimento nel periodo 2003-2010

Fonte: Elaborazione personale

Se il rendimento presenta un andamento decrescente a causa della difficile situazione economica, ci si aspetta che gli indicatori utilizzati per esprimere il grado di rischio col- legato all'investimento nell'impresa presentino un trend crescente, in modo da eviden- ziare un aumento del rischio.

Per quanto riguarda il grado di leva operativa si denota un andamento decrescente del- l'indicatore nel periodo 2003-2006, in quanto da un valore iniziale di 7,19 diminuisce a 5,87 (-18 percento). Successivamente, nel periodo 2007-2010 il trend viene invertito: l'indicatore cresce registrando un aumento del 27 percento. Nel 2010, il campione pre- senta un quoziente pari a 7,56; questo significa che a fronte di una diminuzione del fat- turato per quantità dell'1 percento il reddito operativo ha subito un decremento del 7,56 percento. Non abbiamo a disposizione tutti i dati relativi alle determinati del GLO, ma si può prevedere comunque che i valori di questo indice abbiano subito un progressivo au- mento a causa degli effetti generati dalla crisi. In particolare, questa situazione ha deter- minato una riduzione del reddito operativo. A riprova di ciò si considera, infatti, che dal campione considerato in seguito alla deduzione delle imprese che avevano presentato indicatori anomali costituito da 724 imprese, sono state escluse circa 120 imprese che

hanno riportato un reddito operativo negativo negli anni 2009-2010304. In queste imprese

gli effetti della crisi sono stati molto evidenti ma, in generale, tutte le attività economiche rientranti nel campione hanno riportato un reddito operativo decrescente. I valori presentati nella tabella 4.10, riferiti al grado di leva di prezzo risultano piuttosto stabili nel corso degli anni: l'indice oscilla tra 3,88 e 4,41. Stessa stabilità è riscontrata anche nella deviazione standard rispetto ai valori medi.

La vita residua degli impianti, la quale esprime il rischio tecnologico assunto dalle im- prese, nel periodo 2003-2010 ha subito una progressiva crescita. Se nel 2003 per gli im- pianti è stata stimata una vita media presunta pari a circa 6 anni, nel 2010 questa si è al - lungata di 2 anni (8,26). Si denota così un aumento del rischio tecnologico nel corso de- gli ultimi anni. Questo è ricollegabile alla forte espansione economica verificatasi fino al 2007 la quale ha generato aspettative di crescita fra gli imprenditori che hanno così realizzato importanti investimenti. La crisi finanziaria ha però ridimensionato queste aspettative a causa del razionamento del credito e, di conseguenza, le decisioni relative all'acquisto di nuovi macchinari prese in passato sono divenute fonte di maggior rischio. Il tasso di indebitamento nel periodo considerato è diminuito di circa il 38 percento: nel 2003 il rapporto era pari a 5,21 ed è sceso nel 2010 a 3,23. Questa diminuzione segnala che le imprese hanno cercato di cambiare le proprie scelte di struttura finanziaria in quanto si sono trovate a fare i conti con il razionamento del credito del sistema bancario a causa dell'instabilità generale provocata dalla crisi. Le imprese si sono trovate di fron- te ad una riduzione degli affidamenti bancari e per queste ragioni hanno dovuto ricorre- re a capitali propri e quindi liquidità interne per finanziare le proprie attività. La riduzio- ne del rapporto capitale di terzi su capitale proprio è da considerare una conseguenza della situazione che le imprese si sono trovate ad affrontare. Riducendo i mezzi di terzi, in qualche modo, esse hanno cercato di ridurre le probabilità di default305.

304L'esclusione è ricollegabile al fatto che in presenza di reddito negativo il grado di leva operativo non avrebbe avuto un significato economico. Si rimanda a nota 297.

305Un'impresa eccessivamente indebitata è esposta ad una serie di pericoli. Con il debito l'impresa assume degli impegni formali quali il pagamento di interessi e il rimborso del capitale. Se questi impegni non venissero rispettati, essa si troverebbe ad affrontare una situazione di dissesto finanziario, e nella peggiore delle ipotesi di fallimento vero e proprio. A differenza, gli impegni collegati al capitale proprio sono del tutto differenti: gli azionisti si aspettano di ricevere i dividendi ma non

In riferimento all'intensità di capitale circolante netto commerciale, dalla tabella 4.10, si osserva come questa sia aumentata progressivamente nel periodo considerato. Nel 2003 tale valore ammontava al 23,20 percento, mentre nel 2010 risultava essere pari a 27,14 percento (aumento di 17 punti percentuali). L'aumento di intensità segnala una crescita del rischio collegato al ciclo di vendite, in seguito a ciò le imprese dovranno disporre di una maggiore quantità di capitale circolante netto commerciale per produrre 100 euro di fatturato.

Dagli andamenti presentati dagli indicatori di bilancio delle imprese del campione si os- serva come, in via generale, le imprese negli ultimi anni abbiano risentito degli effetti della crisi economico-finanziaria. Tenuto conto di ciò, andiamo di seguito ad analizzare i risultati del modello proposto.