1.4 I fondi mobiliari chiusi di private equity
1.4.3 Le caratteristiche strutturali dei fondi mobiliari chiusi italiani
Vogliamo ora riportare alcuni risultati emersi da un'analisi73 sulle caratteristiche struttu-
rali dei fondi mobiliari chiusi sia in generale, sia operando una distinzione tra fondi re- tail e riservati. In particolare facciamo riferimento ai risultati emersi dall'esame delle principali condizioni contrattuali previste dal regolamento.
Innanzitutto, in riferimento alla durata media dei fondi, emerge che in generale74, risulta
essere pari a 9,7 anni, mentre il periodo di grazia, concesso per completare la liquidazio- ne della partecipazione, è per tutti i fondi pari a 3 anni. Come scritto precedentemente, nonostante la normativa italiana conceda un limite massimo alla vita del fondo pari a 30 anni, i fondi si sono uniformati ad una durata prevista di 10 anni, di gran lunga inferiore rispetto al limite massimo. Questo è la conseguenza del fatto che una vita inferiore del fondo rispecchia maggiormente la logica del private equity, in base alla quale è prevista una permanenza dell'investitore nel capitale di rischio delle imprese di 3-5 anni, prima di procedere con lo smobilizzo delle partecipazioni.
Per quanto riguarda invece il periodo necessario per la raccolta delle risorse da investire successivamente, per i fondi considerati nel loro complesso, è mediamente pari a 11,7 mesi. Tuttavia, volendo distinguere tra la raccolta effettuata dai fondi retail rispetto a quella dei fondi riservati, risulta che per i primi tale periodo è mediamente inferiore, pari a 9,7 mesi, a scapito dei quasi 14 mesi per la raccolta dei fondi riservati. Nel legge- re questo dato bisogna porre molta attenzione in quanto l'attività di fund raising è in- fluenzata, in generale, dalla fase congiunturale che attraversa il mercato finanziario ed è
73 Cfr. Gervasoni, A. & Bechi, A. I fondi chiusi di private equity nell’esperienza italiana. Aspetti
economici e giuridici, op. cit. In particolare, capitolo 4, Il mercato dei fondi mobiliari chiusi di diritto italiano, paragrafo 3, Le caratteristiche strutturali dei fondi mobiliari chiusi italiani, pp. 178 e ss. Si
specifica inoltre che, l'analisi considera i dati raccolti nell'attività di monitoraggio svolta da AIFI sui fondi mobiliari chiusi. In particolare, si considerano tutti i fondi retail esistenti a fine 2005, e per quanto riguarda i fondi riservati se ne considerano 30 su 46, a causa della mancanza dei restanti regolamenti. Ciò impone una cautela nell'interpretare i risultati.
74 Nello specifico la durata media prevista dai fondi retail e pari a 10 anni, mentre per i fondi riservati, leggermente inferiore, pari a 9,4 anni. Cfr. Gervasoni, A. & Bechi, A. I fondi chiusi di private equity
nell’esperienza italiana. Aspetti economici e giuridici, op. cit. In particolare, capitolo 4, tabella 4.7, Caratteristiche di durata, p. 179.
condizionata inoltre dall'esperienza e dalla fiducia trasmessa agli investitori, da parte dello stesso team di gestione nel caso in cui abbia già effettuato in precedenza una rac- colta di risorse per la costituzione di un fondo. Nello specifico, i fondi riservati necessi- tano di un periodo di tempo più lungo per la raccolta delle risorse, in quanto il fondo si rivolge a un numero ristretto di investitori qualificati ed inoltre la dimensione che inten- de raggiungere è generalmente superiore.
A fine dicembre 2005, i fondi attivi avevano circa 4,2 miliardi di euro a disposizione da investire nelle imprese, compresi i capitali sottoscritti ma non ancora versati. Nel merca- to italiano, la dimensione media delle risorse raccolte dai fondi è pari a 107 milioni di euro. In questo dato rientrano due raccolte che superano i 500 milioni di euro effettuate da fondi riservati, e una volta escluse le due maggiori raccolte, la dimensione media dei fondi italiani scende a circa 86 milioni. Nello specifico, la dimensione media dei fondi retail ammonta a 72 milioni di euro, mentre quella dei riservati raggiunge i 120 milioni di euro.
Passando ad analizzare il valore medio delle quote sottoscritte dagli investitori, queste risultano essere pari a circa 51.000 euro per i fondi retail, e 252.000 euro per i fondi ri- servati. La differenza tra questi due valori è elevata perché si fa riferimento a tipologie di sottoscrittori diverse; in particolare, nei fondi riservati è possibile che lo stesso inve- stitore sottoscriva più quote, proprio per il fatto che questi fondi si rivolgono ad una cer- chia ristretta di soggetti. Solitamente i fondi riservati sono sottoscritti in due tempi, un primo periodo di sottoscrizione, necessario per raggiungere obiettivi minimi di raccolta, al quale segue un secondo periodo che permette ai primi o a nuovi investitori di delinea- re il proprio impegno complessivo, tenuto conto delle adesioni raccolte. Spesso i fondi riservati, fanno ricorso alla facoltà di richiamare gli investimenti nel momento in cui risultano necessari, in modo da limitare le giacenze di liquidità.
Per quanto concerne l'investimento medio posto in essere dai fondi, non tutti i regola- menti fissano dei limiti dimensionali; in particolare, per 17 fondi considerati nel cam- pione, non sono stati previsti limiti dimensionali agli investimenti. Più nel dettaglio, per i fondi retail, l'investimento minimo medio è pari a 1,6 milioni di euro, mentre quello massimo corrisponde a 5,7 milioni di euro. Per i fondi riservati, l'investimento medio minimo è pari a 3,3 milioni di euro, di poco superiore a quello dei fondi retail, mentre
quello medio massimo è di 11,6 milioni di euro75. In riferimento alla politica di investi-
mento, si vuole sottolineare come le maggiori dimensioni raggiunte dai fondi italiani, abbiano consentito una maggiore diversificazione delle scelte di finanziamento, indiriz- zando gli investimenti anche a operazioni alle quali prima erano interessati solamente i fondi esteri.
Considerando gli schemi regolamentari, soprattutto quelli dei fondi chiusi riservati ad investitori qualificati, emerge come questi presentano profili innovativi ispirati alla prassi internazionale.