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L’avanzata dell’Osservanza tra Martino V e Clemente VII

I bullari degli Ordini sono eloquenti anche riguardo alla questione della cura delle monache. Sono infatti quasi sempre espressamente nominati i personaggi ai quali il pontefice affida le riforme ed i gruppi religiosi che partecipano alle fondazioni. Un buon numero di disposizioni riguarda direttamente la cura dei monasteri e ci informa sui cambiamenti di governo sugli istituti. Questi dati, confrontati con quelli relativi alla partecipazione della società nel suo complesso alla riforma, offrono un quadro piuttosto unitario, che vede anche nell'ambito delle riforme dei monasteri femminili la progressiva affermazione dell’Osservanza in alleanza con i governi cittadini e con gli Stati.

Già durante il pontificato di Martino V è evidente in ambito francescano l’interessamento degli osservanti per la riforma dei monasteri femminili: vengono fondati infatti dodici nuovi monasteri di clarisse, principalmente per intervento dei regnanti o dei signori, sempre in accordo con l’Osservanza. In questo periodo gli osservanti non sono però ancora coinvolti nella riforma degli istituti in decadenza e non sono ancora segnalati nel Bullario passaggi di monasteri sotto il loro governo, che invece saranno molto frequenti in seguito.

In ambito domenicano l’impulso per le nuove fondazioni, come abbiamo visto, viene principalmente “dall’alto”, ovvero dai regnanti o dal Maestro Generale, ma in questo caso non viene segnalata partecipazione da parte osservante.

Nel pontificato successivo, quello di Eugenio IV, le bolle attestano quattordici nuove fondazioni di istituti di clarisse. Di queste, ben otto avvengono in collaborazione con l’Osservanza, ed una di esse, sancita con bolla del 7 marzo 1446, riguandante la città di Brescia, è compiuta per diretto intervento di Alberto da Saertano343. Inoltre alcune disposizioni emanate tra il 1440 ed il 1441 sono incentrate sulle vicende di riforma che vedono protagonista in Spagna il francescano fra Francesco de Soria, che favorisce il rinnovamento prima nel monastero di Tordesillas e poi in vari altri istituti, come S.

Chiara di Segovia, S. Chiara di Palenzia, S. Chiara di Burgos, e S. Chiara di Salamanca, su impulso della regina Maria di Castiglia344.

Negli ultimi giorni del suo pontificato, il 5 febbraio 1447, Eugenio IV emanò una bolla di carattere generale per le monache francescane: sottopose alla cura del Vicario Generale dell’Osservanza tutti i monasteri femminili che vivevano sotto l’osservanza regolare, ma che erano stati fino ad allora sottoposti al Ministro Generale345. Ciò riguardò direttamente, come vedremo, anche il monastero romano di S. Cosimato. Questa disposizione di Eugenio IV dimostra come in ambito francescano il passaggio dei monasteri femminili sotto la cura degli osservanti sia precoce rispetto a quanto avviene tra i domenicani.

Per quest’ultimo ordine, non si può ancora riscontrare un forte intervento dell’Osservanza nell’ambito della riforma monastica femminile, almeno per quanto emerge dalle disposizioni legislative: per l’attuazione delle riforme Eugenio IV si rivolge prevalentemente ai vescovi e ai maestri provinciali346.

Sotto il pontificato di Niccolò V, tuttavia, troviamo uno dei primi affidamenti di monasteri domenicani agli osservanti, a significare l’aumento di importanza dell’Osservanza Lombarda: l’8 maggio 1451 il pontefice acconsente alle richieste che gli provengono da parte della comunità di Bergamo affidando la riforma del monastero di S.

Mattia della città alla “celebre Congregazione Lombarda”, che ne prende quindi la cura347.

344 Nn. 478, 479, 496, 536.

345 N. 1045.

346 Nel 1435 Eugenio IV affida la riforma e l’unione dei monasteri di Fano e di Rimini al provinciale della Provincia di S. Domenico di Lombardia (n. 33). Nel caso del monastero di S. Caterina vicino Palermo, con una bolla dell’aprile 1434 il pontefice ordina all’arcivescovo della città di procedere alla riforma assieme al priore del convento palermitano domenicano di S. Zita e al monaco Giuliano, forse un agostiniano (n. 27).

In due casi, attribuisce l’incarico della riforma a Giuliano Cesarini, cardinale del titolo di S. Sabina (nn. 73,

Evidente durante questo pontificato è anche l’avanzata dell’Osservanza francescana: non solo avvengono varie riforme e fondazioni348, ma tra le dieci bolle riguardanti la cura delle clarisse349 ritroviamo cinque casi che segnano il passaggio di monasteri sotto il governo dell’Osservanza350.

Callisto III conferma le ordinazioni generali di riforma date da Niccolò V, ed in particolare il 23 febbraio 1456 ribadisce il divieto di passaggio dei monasteri di clarisse agli osservanti senza licenza351. Tale disposizione è chiaramente atta ad evitare, o comunque ad ammorbidire, i duri scontri tra i due gruppi; la reiterazione di tali norme in questi pontificati è segno eloquente dell’avanzata osservante.

Il primo papa Borgia inoltre nel febbraio 1457 autorizza la fondazione di un monastero osservante domenicano nel Regno di Napoli, su richiesta della nobildonna Francesca Orsini, vedova di Giovanni Antonio da Marzano, grande ammiraglio del Regno di Napoli352.

347 N. 327.

348 Nn. 1164, 1198, 1219, 1220, 1239, 1579, 1624.

349 Nel 1448 il pontefice sottopone il monastero messinese osservante della Beata Maria di Basico direttamente al Ministro Generale, esentandolo anche dalla giurisdizione del ministro provinciale il 31 maggio 1451 (nn. 1151, 1485); con le disposizioni del 4 maggio e del 19 dicembre 1448 Niccolò V si occupa del governo del monastero di S. Leonardo di Genova, sottoponendolo al Ministro Provinciale (nn.

1220, 1259); il 26 ottobre 1451infine il pontefice ribadisce quanto era stato già deliberato sotto Eugenio IV, ovvero l’immediata soggezione del monastero fiorentino di Monticelli al Generale (n. 1526).

350 L’8 ottobre 1449 i frati osservanti di S. Angelo di Milano prendono in cura le monache di S. Maria di Cantalupo (n. 1318); il primo ed il 27 aprile 1452 il monastero di Basilea e quello di Norimberga vengono sottoposti al Vicario dell’Osservanza (nn. 1569, 1582); il 10 aprile 1454 passa agli osservanti l’istituto di Chambery in Francia (n. 1743). Inoltre, il 28 luglio 1453 il monastero di Benavente in Spagna viene sottoposto al governo del francescano osservante Sancio de Canales (n. 1696).

Per quanto riguarda i francescani troviamo un altro passaggio dalla cura dei conventuali a quella degli osservanti, ovvero per S. Chiara di Palermo, il primo febbraio 1458353.

Tre disposizioni di Pio II riguardano la fondazione o il governo di singoli istituti domenicani, ed una di esse mostra l’avanzare della riforma osservante in Portogallo, appoggiata, come abbiamo visto, dagli stessi regnanti354. Anche se non troviamo bolle o brevi che segnano il passaggio di monasteri femminili alla Congregazione Lombarda, gli osservanti di certo hanno iniziato ad interessarsi alla riforma delle monache. Attesta ciò, tra l’altro, una disposizione generale, risalente all’11 aprile 1462, che intende rafforzare il controllo centrale della riforma da parte della più alta carica degli Osservanti: Pio II invia un breve al Vicario Generale della Congregazione Lombarda nella quale afferma che i frati della Congregazione non possono prendere la cura di chiese parrocchiali o di monasteri femminili senza il permesso dello stesso Vicario355.

Nonostante l’evidente avanzata osservante, resta comunque importante l’intervento dei vescovi, che portano avanti quattro riforme, tra cui una in collaborazione con gli osservanti356.

352 Su Giovanni Antonio da Marzano vedi Sardina P., Giovanni Antonio da Marzano, in DBI 71 (2008), ad vocem. Negli stessi giorni il pontefice permette al monastero di avere come confessore l’osservante fra Angelo de Peri, da tempo direttore spirituale della nobildonna (360, 361, 365).

353 N. 419.

354 Nn. 391, 393, 407, 417.

355 N. 417.

356 Il 18 gennaio 1459 vengono confermate alcune disposizioni fatte per la riforma del monastero di S.

Chiara di Teramo dal vescovo della città e dal cardinale Bessarione, protettore dell’Ordine, in seguito il 23 gennaio 1462 verrà incaricato della riforma lo stesso cardinale (nn. 560, 982); il 27 ottobre 1459 il pontefice incarica il vescovo di Costanza di occuparsi della riforma delle monache di Klingenthal, facendosi aiutare dai frati osservanti, confermando gli statuti di riforma il 18 marzo 1462 (nn. 699, 994);

Sotto il pontificato Piccolomini quattro istituti di clarisse passano sotto il governo degli Osservanti, e soltanto in un caso le religiose vengono esentate dal governo dei regolari e sottoposte all’ordinario. Due disposizioni mostrano l’altra faccia della questione della cura dei monasteri femminili: a fronte di una sempre più ampia avanzata osservante si assiste ad alcuni scandali che riguardano il ramo conventuale357. Una disposizione mostra la volontà di far rispettare la clausura: il 9 settembre 1460 il pontefice vieta l’ingresso di religiosi, siano essi conventuali o osservanti, nel monastero di S. Nicola di Siena, da poco riformato358.

Possediamo dieci disposizioni di Paolo II riguardo ai monasteri femminili domenicani, che mostrano, pur nel loro scarso numero, come l’intervento della Congregazione Lombarda inizi a emergere. Un monastero di Reggio Emilia e uno di Genova vengono sottoposti alla Congregazione359, mentre alcune disposizioni di riforma di Paolo II mostrano ancora una volta l’alleanza tra i Signori e gli osservanti lombardi: in questo contesto tutti i monasteri di Mantova, su richiesta dei marchesi, vengono sottoposti al Vicario Generale della Congregazione Lombarda360.

357 Il monastero di S. Chiara di Creta passa il 23 novembre 1458, a causa di uno scandalo, sotto il governo del frate osservante Iacobo da Catharo (n. 533); il monastero di Valencia viene tolto dalla giurisdizione del visitatore del monastero di Tordesillas e viene sottoposto alla correzione degli Osservanti di Castiglia, su richiesta delle religiose (n. 632); un monastero nella diocesi di Magonza viene sottoposto alla cura degli osservanti (n. 672); il 31 agosto 1460 il pontefice esime tutti i monasteri di Siena dal governo dei regolari e li sottomette all’arcivescovo della città e al suo vicario (n. 842); il 10 gennaio 1461 viene tolto dal governo dei Minori conventuali il monastero di S. Francesco di Volterra, su richiesta delle religiose, a causa di comportamenti scandalosi del guardiano che viene punito (n. 867); il 29 gennaio 1462 e poi il 26 giugno 1462 il monastero di Sarzana viene affidato alla giurisdizione dei Minori dell’Osservanza (nn. 984, 1030);

il 25 giugno 1463 il monastero di Prato è tolto alla cura dei Minori a causa del comportamento licenzioso di alcuni frati (n. 1138); la disposizione del 13 ottobre 1463 sottrae il monastero di Valladolid al governo del vicario generale degli Osservanti, su richiesta delle religiose, alle quali concede di scegliere come proprio visitatore un frate osservante, di consenso con il vescovo (n. 1157); il 3 maggio 1464 il vescovo di Ceneda Conegliano (Treviso) viene costituito vicario con potestà di riforma nei confronti del monastero di S. Maria Matris Domini (n. 1227); le clarisse di S. Leonardo di Genova possono scegliere confessori e cappellani (n.

831).

358 N. 846.

Otto disposizioni di Paolo II riguardano la cura delle monache francescane, e sei di esse concernono il passaggio della giurisdizione agli osservanti oppure al vescovo. Non c’è dubbio che la perdita di prestigio e di potere sulle monache da parte dei conventuali francescani, nonché la diminuzione del favore da loro incontrato nelle comunità sia dovuto assai spesso alla decadenza religiosa, che in molti casi coinvolge anche il prestigio degli istituti femminili a loro affidati. La perdita di giurisdizione dei conventuali sulle monache appare infatti principalmente dovuta a gravi motivi, legati alla licenziosità dei costumi dei frati, aspetto a cui si fa riferimento già nelle disposizioni di Pio II361. L’Osservanza, anche dopo la morte dei grandi riformatori del XV secolo (Capistrano, Bernardino, Coletta), mantiene grandi capacità espansive. Tale avanzata viene accompagnata da una ancor più profonda sinergia con gli interventi pontifici, oltre che da un sempre più stretto controllo delle riforme da parte della Santa Sede. La crescita significa, però, anche una certa decadenza religiosa rispetto all’esemplarità del periodo iniziale, come già notato dai contemporanei362, proprio a causa dei quella profonda vicinanza ai poteri costituiti che ha accompagnato e favorito l’espansione.

Sotto Sisto IV, il sempre più stretto connubio tra l’Osservanza e le comunità cittadine, la nobiltà e i sovrani, favorisce anche il passaggio ad essa dei monasteri femminili. Le

360 Nn. 468, 469.

361 Il 4 ottobre 1464 le monache di Prato vengono esentate dalla giurisdizione dei Minori, a causa del comportamento licenzioso dei frati, e vengono sottoposte al vescovo di Pistoia (n. 1257); il 3 giugno 1469 il pontefice ordina che il monastero di S. Chiara di Catanzaro sia tolto alla giurisdizione dei minori conventuali e sottoposto agli osservanti, dopo aver verificato la veridicità delle affermazioni della badessa riguardo ai costumi licenziosi dei frati conventuali che le hanno in cura (n. 1557); l’11 luglio 1469 viene affidato all’arcidiacono della chiesa maggiore di Namur (Bruxelles) l’incarico di liberare il monastero delle clarisse dalla giurisdizione dei conventuali e di porlo sotto il regime del vescovo della diocesi, dopo aver accertato le accuse riguardanti la vita non onesta di detti frati (n. 1568); l’8 novembre 1470 il pontefice stabilisce che, nonostante l’opposizione dei conventuali e di dieci religiose, la giurisdizione sopra il monastero di S. Apollinare di Milano debba essere trasferita dai conventuali agli osservanti, come richiesto dalla maggior parte delle monache; riguardo allo stesso istituto milanese il 18 maggio 1471 viene disposto che sia governato dal guardiano del convento osservante di S. Maria degli Angeli di Milano (n. 1660, 1709, 1715).

numerose riforme363 e le molte fondazioni364 riguardano nell’insieme ben 43 disposizioni, e nella maggior parte dei casi viene esplicitamente coinvolta l’Osservanza, e assai spesso si tratta di istituti dei reinos di Spagna.

Trentacinque disposizioni riguardano poi il governo delle monache. In dodici casi gli istituti vengono sottoposti agli osservanti365 e soltanto in due casi ai conventuali366; viene comunque ribadito che gli osservanti non possano prendere in cura clarisse senza licenza367. Il pontefice si preoccupa in ogni caso di favorire la concordia, poiché la questione del governo dei monasteri femminili può diventare cruciale nelle dispute tra osservanti e conventuali368.

Sul finire del Quattrocento, durante il pontificato di Innocenzo VIII, cinque disposizioni riguardano riforme e fondazioni domenicane; altre tre sanciscono il passaggio alla cura della Congregazione Lombarda369. La massiccia presenza dell’Osservanza, che è coinvolta pressoché in tutte queste vicende di riforma, segnala che sta avvenendo dunque anche in ambito domenicano ciò che è già avvenuto tra i francescani da alcuni decenni:

gli osservanti, che già hanno compiuto sporadiche riforme negli istituti femminili a partire da Eugenio IV, vengono ora sempre più coinvolti nella cura delle monache. Non a

363 Ripercorriamo le disposizioni di riforma: il 23 marzo 1472 il pontefice conferma le lettere di riforma emanate dal ministro generale per il monastero spagnolo di S. Agnese (n. 173); il 15 giugno 1472 viene concesso alla religiose di S. Elisabetta di Milano di sottoporsi alla Prima Regola di S. Chiara (n. 264); il 14 marzo viene stabilita la riforma del monastero di Brescia, con passaggio all’Osservanza (n. 408); il 27 novembre 1474 il pontefice conferma gli atti del cardinale Niccolò de Cusa riguardo alla riforma del monastero di S. Elisabetta di Brescia (n. 662); il 15 luglio 1475 ordina che vengano riformati i monasteri di S. Chiara e di S. Maria di Barcellona, su richiesta del re Giovanni di Aragona (nn. 766, 767); con disposizioni del 28 settembre e del 29 ottobre 1476 e dell’11 gennaio dell’anno successivo le monache di S.

Lucia di Foligno passano all’osservanza della Prima Regola di S. Chiara, lasciando i beni immobili (nn.

909, 915, 931); il 18 dicembre 1477 il pontefice ordina che venga riformato il monastero di Vallegloria di Spello, nella diocesi di Spoleto, attraverso il trasferimento di monache riformatrici da Monteluce di Perugia, per intervento dell’Osservanza, su richiesta di Braccio Baglioni e della comunità (n. 1027); l’11 maggio 1479 Sisto IV ribadisce le disposizioni di riforma prese da Paolo II riguardo al monastero di Villingen nella diocesi di Costanza (n. 1164); il 4 ottobre 1479 ordina che Paolina, badessa che ha riformato il monastero di S. Maria Nuova di Ancona, ritorni al monastero del Corpus Christi di Pisa su richiesta delle religiose di quest’ultimo istituto (n. 1227); il primo ottobre 1480 il pontefice ordina che sia riformato il monastero di S. Leonardo a Genova, ponendo le religiose in clausura e sotto l’obbedienza del Ministro generale, poiché ha avuto notizia del fatto che l’istituto necessita di riforma (n. 1334); il 30 maggio 1482 Sisto IV autorizza il vescovo di Alba a riformare il monastero di S. Caterina, introducendovi clarisse dell’Osservanza regolare, su richiesta dello stesso vescovo che ha informato il pontefice riguardo alla vita licenziosa delle monache (n. 1590); l’8 gennaio 1484 Sisto IV conferma le lettere di riforme date da Paolo

caso, proprio a questo periodo risalgono, come vedremo, molte disposizioni prese dalla Congregazione Lombarda nei confronti delle religiose.

In ambito francescano, ben cinquantanove disposizioni riguardano riforme di singoli istituti, tra cui trentatré nuove fondazioni370. Emerge chiaramente dal lungo elenco che le nuove fondazioni sono in questo periodo pressoché totalmente fondazioni osservanti. In una decina di istituti avvengono riforme, nelle quali è sempre evidente l’influsso

364 Queste sono le disposizioni che sanciscono nuove costruzioni di monasteri di clarisse: il 18 settembre 1471 viene permesso alla clarissa Maria de Pontiers di fondare un monastero a Lodi (n. 22); il 19 ottobre dello stesso anno viene autorizzata una fondazione ad Hildeberg in Borgogna (n. 33); il 21 aprile, su richiesta della popolazione e dell’arcivescovo, viene concessa la fondazione di un monastero a Reggio Calabria, posto sotto l’Osservanza (n. 203); avviene lo stesso a Martinengo, nella diocesi di Bergamo, su richiesta di Bartolomeo Colleoni il 17 ottobre 1472 e poi il 20 maggio 1475 (nn. 348, 714); a Ginevra su richiesta dei duchi di Savoia il 23 marzo 1473 (n. 411); presso Aquila de Campo nella diocesi di Burgos su richiesta della nobildonna Caterina Enriquez (n. 464); a Salemi nella diocesi di Mazzara su richiesta dei magistrati e della comunità l’11 settembre 1473 (n. 491); a Cordova il 24 febbraio 1474 su richiesta della nobildonna Teresa de Zurita (n. 553); il 15 marzo 1474 il pontefice permette a Filippa infanta di Portogallo di costruire un monastero (n. 566); a Vercelli il 12 luglio 1475, su richiesta della duchessa di Savoia, sottoposto all’Osservanza (n. 764); a Burgos il primo agosto 1475, sotto l’Osservanza, su richiesta di nobili del luogo (n. 774); a Palencia in Spagna il 30 novembre 1475, per intervento di alcuni nobili (n. 816); a Villa de Carvera, nella diocesi di Palencia l’8 marzo 1476, su richiesta di Ioanni de Velasco, signore della città (n. 853); a Madera il 4 maggio 1476, secondo la bolla ottenuta in precedenza dal re di Portogallo da Nicolò V (n. 874); il 16 novembre 1479 la clarissa Isabella Passalacqua ottiene il permesso di potere costruire con i suoi beni un monastero osservante nella città di Castronovo (n. 1254); ancora a Palencia in Spagna il 21 gennaio 1480 viene permessa la costruzione di un monastero di clasura, su richiesta di Beatrice di Monroy e di Leonora Pimentel, duchessa di Arevalo (n. 1273); lo stesso viene concesso a Melis nella diocesi di Meten il 22 gennaio 1480 su richiesta di Nicola Goffredi (n. 1274); il 20 dicembre 1481 il pontefice concede che a Famechon e in altri due luoghi del regno di Francia vengano costruiti istituti di osservanti o di clarisse, su richiesta di Filippo di Crevecoeur (n. 1519); a Xativa, nella diocesi di Valencia, il 19 marzo 1482, su richiesta del cardinale Roderigo Borgia, futuro papa Alessandro VI (n. 1550); a Mortario vicino Novara il 9 luglio 1482 su richiesta di alcuni nobili del luogo (n. 1616); a Venezia il 3 gennaio 1483, per intervento dell’Osservanza e su richiesta di alcuni nobili della città (n. 1686); a Bethlehem in Olanda il 22 aprile 1483 (n. 1729); a Briella (Olanda) grazie all’intervento degli osservanti e su richiesta della duchessa Margherita di Borgogna, il 26 aprile 1483 (n. 1732); a Forlì grazie ad alcune elemosine per la crociata, il 29 aprile 1483 (n. 1734); a Praga in Boemia il 19 giugno 1483 (n. 1757); il 4 ottobre 1483 il pontefice concede che la duchessa Margherita di Borgogna possa fondare nel suo territorio due o tre monasteri di clarisse sottoposti al Vicario Generale dell’Osservanza (n. 1783).

365 Nn. 100, 211, 496, 537, 1073, 1127, 1168-69, 1195, 1258, 1353, 1569.

366 Nn. 1337, 1420.

osservante371. Troviamo inoltre sei assegnazioni e conferme di confessori e cappellani, di cui solo uno non osservante372, sei assegnazioni degli istituti alla cura degli Osservanti373, una alla cura degli Amadeiti374, soltanto in un caso l’istituto viene affidato al Ministro Generale dopo essere stato tolto agli osservanti375.

368 Nn. 10, 46. In due occasioni, capita che il pontefice debba intervenire per sedare discordie tra osservanti e monache riguardo all’imposizione della clausura (nn. 1677, 1778).

369 Il primo settembre 1486 il pontefice affida al cardinale Giovanni Arciboldi, preposto alla chiesa di Milano, l’incarico di riformare e condurre alla regolare osservanza il Monastero Vecchio, attraverso visite in prima persona e trasferimenti di monache riformate; pochi mesi dopo, l’istituto passa sotto la cura dei frati osservanti di S. Eustorgio di Milano appartenenti alla Congregazione Lombarda. Nel novembre 1489 passano sotto il governo della Congregazione anche le monache benedettine di S. Raffaele in Lombardia e le domenicane di S. Caterina di Milano, su richiesta delle stesse religiose. (nn. 22, 52, 70, 71).

370 Ripercorriamo brevemente le trentatré nuove fondazioni: il 2 ottobre 1484 viene autorizzata la fondazione del monastero di Belalcàzar vicino Cordoba, sottoposto agli osservanti, su richiesta di Leonora ed Elisabetta Manrique (n. 38), ed in seguito gli vengono attribuite costituzioni (n. 533); il 22 novembre si permette l’erezione di un monastero che segue la prima regola di S. Chiara in Francia, su richiesta di una nobildonna del luogo (n. 75); il 26 maggio 1485 secondo la prima regola viene anche fondato un monastero su richiesta del duca di Baviera Giorgio, nel suo territorio, contestualmente alla fondazione di una casa

370 Ripercorriamo brevemente le trentatré nuove fondazioni: il 2 ottobre 1484 viene autorizzata la fondazione del monastero di Belalcàzar vicino Cordoba, sottoposto agli osservanti, su richiesta di Leonora ed Elisabetta Manrique (n. 38), ed in seguito gli vengono attribuite costituzioni (n. 533); il 22 novembre si permette l’erezione di un monastero che segue la prima regola di S. Chiara in Francia, su richiesta di una nobildonna del luogo (n. 75); il 26 maggio 1485 secondo la prima regola viene anche fondato un monastero su richiesta del duca di Baviera Giorgio, nel suo territorio, contestualmente alla fondazione di una casa