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L’esclusiva a Severoli nelle carte Chigiane

Marco Iervese

Il manoscritto fa parte del fondo Chigiano, dalla raccolta di Fabio Chigi (1599-1667), divenuto papa nel 1655 con il nome di Alessan-dro VII. Nel corso dei secoli la collezione è stata ampliata dai nume-rosi cardinali della famiglia come Flavio I (1631-1693), Sigismondo (1649-1678), Flavio II (1711-1771) e Flavio III (1810-1855). La rac-colta libraria entrò a far parte dei beni del Regno d’Italia dopo l’ac-cordo tra il ministro della Pubblica Istruzione, Agostino Berenini, e il principe Ludovico Chigi il 12 maggio 1918. Successivamente il 22 dicembre 1922 passò alla Biblioteca Vaticana a seguito dell’iniziativa di Pietro Tacchi Venturi.

Il Manoscritto Chigiano O.VII.158 contiene documentazione sia manoscritta che stampata riferibile ai conclavi del 1758, 1769, 1774-1775, 1799-1800, 1823, 1829 e 1830-1831. Il contenuto riguarda le istruzioni e i provvedimenti presi nei periodi delle sedi vacanti e le cronache degli avvenimenti più importanti inerenti alla coronazio-ne dei pontefici. Vi sono anche contenuti i giornali con le cronache dei conclavi, sonetti, satire, nonché una scheda con uno scrutinio del conclave del 1758 e un dramma dedicato alla morte di Clemente XIV.

La trascrizione, presa dal “Registro di materie nel Conclave del 1823”, descrive le concitate fasi che precedettero, nella notte tra il 20 e 21 settembre 1823, l’esclusiva della corte d’Austria verso il car-dinale Antonio Gabriele Severoli per mezzo del proprio ambasciatore straordinario, il cardinale Giuseppe Albani.

Da notare, relativamente ai 27 voti citati, la discrepanza con quanto riportato invece nel manoscritto Barberiniano latino 4662 e nel volume XXXIV del fondo “Consalvi” presso l’Archivio Storico del-la Congregazione di Propaganda fide, entrambe le fonti attestanti 21 voti (di cui 6 derivanti accessus).

Manoscritto Chigiano O.VII.158, f. 252

Il cardinale Albani, che al segretario dell’Austria mandò verso le ore 4 di notte del sabato 21 a chiamare il conte Appony che si presentò a vista alla Rota della Segreteria di Stato per notificargli che prevedeva l’elezione di Severoli nel giorno seguente senza poterla deviare con le sole forze del suo partito, ma solo col far uso della formale esclusiva rispettiva loro corte, la quale cosa fece grande impressione nell’animo dell’Ambasciatore non potendo mai immaginare che dal maggior nu-mero di cardinali si pensasse ad un soggetto dato già dal Gabinetto di Vienna non solo per poco accetto, ma in gran sospetto, e diffidenza.

Sentendo però inoltrati i maneggi, ed avanzate le cose lasciò all’accor-gimento e prudenza del cardinale di regolare in modo questo affare da opporsi in qualunque modo a questa scelta.

Andati dunque allo scrutinio ed avuti dal Severoli 27 voti, temendo Albani, che all’accesso potessero andar a lui molti altri voti, come sa-rebbe stato di fatti, lo impedì col presentare l’esclusiva nella forma della sua corte nelle mani del decano, al qual atto Severoli prenden-do la parola disse, che il colpo non proveniva tanto dall’Austria, la cui grazia credeva non essersi mai demeritata, quanto di uno dei suoi col-leghi (forse Consalvi) ma che ancora a riconoscersi la mano di Dio per averlo creduto incapace di reggere il peso della Chiesa universale, di che lo ringraziava di tutto il cuore.

Indiscrezioni e previsioni sul con-clave nelle lettere di Francesco Cancellieri a Luigi Martorelli

Marco Iervese

Il volume raccoglie 34 lettere (di cui 33 inerenti al conclave del 1823) inviate dallo storico ed erudito Francesco Cancellieri a mon-signor Luigi Martorelli, per informarlo a riguardo dello svolgimento del conclave in cui sarà eletto Leone XII.

Nei giorni precedenti l'inizio delle votazioni, Cancellieri tenta di analizzare la situazione romana, tratteggiando, a suo parere, la pre-senza di un doppio schieramento all'interno dei conclavisti. Con il primo gruppo di “zelanti” che avrebbe potuto far convergere i pro-pri voti nei cardinali Bertazzoli, Castiglioni, della Genga, De Grego-rio, Galleffi, Pallotta e Cavalchini, mentre i 24 “moderati” si sareb-bero orientati su Spina, Testaferrata, Sanseverino, Zurla ed Arezzo (lettera s.d.)

In realtà gli schieramenti letti da Cancellieri sono diversi da quel-li che si espressero poi nelle votazioni, come non mancò di notare il Colapietra, Il Diario Brunelli del Conclave del 1823, in Archivio Sto-rico Italiano, 120 (1962), in modo particolare su aspetti come l'inse-rimento di Arezzo tra gli zelanti e di Cavalchini tra i moderati (Let-tera A).

Nella corrispondenza Cancellieri evidenzia le indiscrezioni che si sentono con l'avvicinarsi del conclave: da quelle relative alle candida-ture forti di Rusconi, per favorire un pontificato di passaggio (lettera 23 agosto), e quella di Somaglia, fortemente favorito e ritenuto pro-babile causa di un conclave breve (28 agosto), al fatto che il partito di Consalvi avesse assicurati ben 22 voti (2 settembre). Tra le indi-screzioni comunicate anche quella relativa alla preferenza di Albani e Turriozzi per della Genga (28 agosto).

Ma è una volta iniziato il conclave che le false voci, comunicate a Martorelli, si moltiplicano: con i presunti primi scrutini a favore di

Cavalchini e Dandini (4 settembre), i 18 voti che avrebbe ottenuto Oppizzoni (5 settembre), il fatto che Bertazzoli, proposto da Consal-vi, risultasse fino a quel momento il più votato (12 settembre) e la no-tizia del buon sostegno ricevuto da Pacca (12 settembre).

Le informazioni non finiscono qui. Cancellieri riporta come

«si prevedono fazioni francesi e austriache; e dicono che non poten-dosi fare un Papa, si finirà col fare un papetto, quale sarà il card. Ru-sconi» (14 settembre) dichiarando, per quest'ultimo, il raggiungi-mento di ben 26 voti (nella lettera del 16 settembre). Tra gli altri rafforzamenti comunicati a Martorelli vi è quello, reale, di Severoli (15 settembre), e quello, rimasto presunto, del cardinale decano (17 settembre).

Nella lettera del 19 settembre, però, di fronte a questo intri-cato resoconto di indiscrezioni, Cancellieri prova a fare chiarezza. La divisione in conclave si concretizza tra due partiti: quello degli ze-lanti, o “anticonsalviani”, composto da molti italiani, che propende-va per Severoli, e l'altro dei consalviani, che facepropende-vano confluire i voti verso Della Somaglia (Lettera B). In questa situazione di stallo, è an-cora una volta il nome di Della Somaglia ad essere considerato, dalle notizie riportate nelle lettere, come potenziale soluzione di compro-messo. Addirittura in una lettera del 22 settembre Cancellieri ripor-ta che alcuni scommettevano, per il giorno seguente, sull'elezione del cardinal decano, in quanto tutto «già preparato».

Le cose, ovviamente, non andarono così. Della Somaglia non fu eletto e il 23 settembre fu comunicata a monsignor Martorelli l'e-sclusiva di Severoli avvenuta due giorni prima (per 30 voti come vie-ne riportato vie-nella lettera di quel giorno). Il 27 settembre, a poche ore dall'elezione, la lettera conclusiva di Cancellieri fa in tempo a riporta-re gli ultimi due nomi che sembravano esseriporta-re favoriti: i cardinali Te-staferrata e della Genga (Lettera C).

Biblioteca Casanatense, Ms 5320, Lettere di Francesco Cancellieri a mons. Luigi Martorelli

A) Lettera con supposti schieramenti per conclave f. 5 Rem difficilem postulasti

Chi può indovinare l'avvenire?

I soggetti, che mi sembrano più di pasta papale, sono a mio parere Testaferrata, Sanseverino, Della Genga, Galleffi, Castiglioni, Zurla, Pal-lotta, Bertazzoli, Spina, Cavalchini, Arezzo, De Gregorio

Il Capo del partito de' Zelanti pare che debba essere il card. Decano, a cui dovrebbero unirsi

Pacca, Rusconi, Luigi Ruffo, Pandolfi, Bertazzoli, Serlupi, Arezzo, Severo-li, Cesarei, Dandini, Bardaxy, Morozzo, De Gregorio, Ercolani, Genga, Casti-glioni, S. Severino, Falzacappa, Opizzoni, Pedicini, Galleffi, Pallotta, Doria, Riario, Odescalchi, Fesch

L'altro partito parmi forse capitanato da Consalvi, cui si uniranno Haef-felin, Firrao, Spinucci, Caselli, Solaro, Naro, F. Ruffo, Clermont, Gravina, Bausset, Guerrieri, Albani, Cacciapiatti, Frosini, De La Fare, Cavalchini, Tur-riozzi, Spina, Vidoni, De Cunha, Zurla, Ranieri, Gaisruck.

Questa divisione ideale è molto dubbia, ed incerta da conoscere, quali so-no le aderenze di ciascun Cardinale. I voti de' 26 dovrebbero propendere per Bertazzoli, Castiglioni, Genga, de Gregorio, Galleffi, Pallotta, e Cavalchini.

Quelli de' 24 per Spina, Testaferrata, Sanseverino, Zurla, ed Arezzo.

Ma futuri temporis exitum calignosa nocte premit Deus

Ella conosce i pezzi assai meglio di me e saprà combinarli assai più giu-stamente. Ma ho scritto quel che ne credo, soltanto per obbedirla, e in tuae spem gratiae

B) Lettera 19 settembre f. 59

Sembra che voglia rinnovarsi la lotta seguita in Venezia per Bellisomi, e per Mattei. Poiché il S. Collegio si è diviso in due partiti. L'anticonsalviano vorrebbe Severoli, e i Consalviani agiscono per Somaglia. Essendosi impun-tati, e non potendosi fare il Papa senza che un partito smonti dal suo impe-gno, può temersi, che questo contrasto vada molto in lungo, e che al fine fra due litiganti goda un terzo, a cui ora neppure su pensa. Il Marchese Fuscaldo

spera che uno degli otto sudditi di Ferdinando acquisti il Triregno. Egli pro-pende per Gravina, ed Arezzo e non vorrebbe de Gregorio.

Lunedì a S. Pietro in Vincoli si faranno solenni esequie a Pio VII con aspi-zioni (?), e con l'orazione funebre del P. Panciatici (?) Canonico Regolare.

Tutti si sono meravigliati, che non siasi risposto in latino all'ambascia-tore austriaco che ha mostrato di sapere più di noi, che dovremmo esserne i maestri, e che avevamo obbligo in si solenne ricorrenza di replicare nella stessa lingua che è quella della Chiesa e della Curia Romana.

Dovrebbe vincere Somaglia per essere il più anziano, e il più sperimen-tato, e anche per escludere tutte le creature di Pio VII, a far l'unica rimasta di Pio VI, che sia superstite. Poiché riempiendo egli il S. Collegio di altri sog-getti, potrà dar campo all'elezione prossima di qualcuno, anche migliore di quelli, che lo compongono al presente.

C) Lettera 27 settembre f. 67

Ho finalmente la compiacenza di trasmetterle i fogli da lei bramati, che mi è riuscito di trovare col patto però di restituirli con la massima solleci-tudine. Se mi favorisse domani il giorno, potrà riportarmeli da se stesso. Se poi non potrà venire, me li rimandarà con una sopracarta, senza rivelare ad alcuno, che si son avuti per mezzo mio.

La maggior parte del S. Collegio è attentissima dell'accaduto. Si fa un in-chino in onore di S. Michele, Difensore della Chiesa, per aver lumi per fare una buona e sollecita elezione. Ora sembrano rivolare le mire del Card.

Te-staferrata, e del Card. De la Genga. CREDITI FOTOGRAFICI

Saggio di Maria Cristina Cavola 1. Antonio Barberis, 2016

2. Paola Ferraris, Roberto Leggio, 2016 3. Maria Cristina Cavola, 1988 4. Mario Carassai, 2015 Saggio di Ilaria Fiumi Sermattei

1. Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica – Fondo Editoriale Lavo-ro – G. Schiavinotto Roma

2. Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica 3. Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica 4. Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica 5. Musei Vaticani

6. Francesco Cardarelli, Cingoli, 2016 7. Minneapolis Institute of Art

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Salvatore Iaccarino (S.I.)