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L’espressione del tempo oggettivo: il Big Ben

CAPITOLO II: MRS DALLOWAY

2.4 L’espressione del tempo oggettivo: il Big Ben

Altro elemento che dà coesione al romanzo è il suono delle campane del Big Ben. La casa della signora Dalloway si trova a Westminster, nel pieno centro di Londra, vicino al Big Ben. L’abitazione prende vita attraverso i rumori di fondo e azioni dei personaggi che la frequentano o ci vivono: il fischiettio della cuoca, il fruscio delle gonne, il ticchettio della macchina da scrivere, lo stropiccio della scopa, il tintinnio dell’argenteria, il suono del Big Ben, il frastuono di voci e traffico di Londra, e si colora attraverso il cappello di piume giallo di Mrs Dalloway sul letto, il verde del vestito che sta sistemando per poi indossarlo alla festa, le rose bianche e rosse regalate da Richard alla moglie come segno del suo amore, il giallo delle tende alla festa, tutte macchie di colore che richiamano il post-impressionismo. A tal proposito, è interessante lo studio sull’uso tematico dei colori di Nathalia Wright, la quale individua in Mrs Dalloway “an extrication of certain colors and an association of them with certain characters or characters groups”.51 Il colore di Clarissa è il verde: il vestito

della festa è verde, viene paragonata ad una ghiandaia verde-azzurro, la casa ha le luci verdi, il pavimento del bagno è verde, Peter ricorda il muschio vicino la fontana in cui Clarissa l’ha rifiutato. A Peter è associato l’azzurro: viene paragonato ad un’ortensia azzurra da Sally Seton, crea dei cerchi azzurri col sigaro, riceve una lettera azzurra da

50 J. R. Falcetta, “Geometries of Space and Time: The Cubist London of Mrs. Dalloway”, in Academic

Journal, Woolf Studies Annual, vol. 13, 2007, pp. 111-137, p.114.

51 N. Wright, “Mrs Dalloway: A Study in Composition”, in College English, vol. 5, no. 7, 1944, pp. 351–358, p.356.

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Clarissa, siede su un divano azzurro. Septimus è legato al rosso: immagina le fiamme o un mostro con la narice rosso sangue, la camera da letto è tappezzata di rose rosse, il suo amico Evans ha i capelli rossi. Il giallo invece è il colore che unisce Clarissa e Septimus: Clarissa ha il cappello giallo, il marito ha i guanti gialli e la figlia prende un autobus giallo; Septimus vede dei fiori gialli, vede delle banane sulla credenza e guarda il sole che si riflette in una chiazza dorata sul muro.

Il Big Ben è un marchio di riconoscimento nazionale dell’Inghilterra, è l’orologio ufficiale ed è un simbolo importantissimo che sta ad indicare una nuova ora ma anche una nuova era. È proprio il Big Ben, con i suoi rintocchi, a scandire lo scorrere del tempo oggettivo contrapposto al tempo soggettivo dei pensieri e delle coscienze.

Il romanzo si apre molto probabilmente alle dieci del mattino e non si sa con precisione a che ora si conclude poiché ci sono tre suoni certi e altri che si dissolvono.52 Il Big Ben suona con precisione quando deve riportare i personaggi al presente, alla realtà, per passare da un personaggio ad un altro e per indicare la simultaneità degli eventi. L’idea di lasciare indeterminati l’inizio e la fine può essere interpretata come un tentativo di stabilire una continuità tra passato, presente e futuro, confermata dal fatto che il romanzo inizia introducendo subito il passato e lascia presagire un futuro alla fine, una fine che non sembra tale perché lascia soltanto vagamente immaginare che qualcosa accadrà.

Il rintocco del Big Ben è un elemento dominante nella vita di ogni personaggio del romanzo: le campane suonano per la prima volta mentre Clarissa passa per Victoria Street, “There! Out it boomed. First a warning, musical; then the hour, irrevocable. The leaden circles dissolved in the air”(p.4); suonano la seconda volta segnando le 11.30 quando Elizabeth entra interrompendo Richard e Clarissa, “The sound of Big Ben striking the half-hour struck out between them with extraordinary vigour, as if a young man, strong, indifferent, inconsiderate, were swinging dumb-bells this way and that” (p.61) e quando Peter corre via “as he stepped down the street, speaking to himself rhythmically, in time with the flow of the sound, the direct downright sound of Big Ben striking the half-hour. (The leaden circles dissolved in the air)”(p.62). Il terzo suono batte il mezzogiorno in punto mentre Clarissa sistema il suo abito verde

52 Molti critici hanno cercato di stabilire la durata dell’azione del romanzo: secondo M. Friedman in

Stream of Consciousness: A Study in Literary Method, New Haven, Yale University Press, 1955, p. 184,

la storia dura 12 ore, presumibilmente dalle 10 alle 22, mentre secondo D. Doner in “Virginia Woolf: The Service of Style”, in Modern Fiction Studies, vol. 2, no. 1, 1956, pp. 1-12, il romanzo termina alle

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sul letto e Septimus, insieme a Rezia, si trova in Harley Street per recarsi all’appuntamento con il dottor Bradshaw quando di nuovo “The leaden circles dissolved in the air” (p.122). Il quarto suono segna le tre del pomeriggio quando Richard torna a casa con un mazzo di rose per sua moglie “Big Ben was beginning to strike, first the warning, musical; then the hour, irrevocable” (p.153), mentre Clarissa è seduta in salotto, irritata perché costretta ad invitare la cugina Ellie Henderson alla festa. Il Big Ben batte nuovamente la mezz’ora quando Clarissa è intenta a seguire con lo sguardo la vecchia signora della casa di fronte prima di tornare ai preparativi della festa. L’orologio suona poi altre due volte: la prima dopo il suicidio di Septimus mentre Peter sente la sirena dell’ambulanza e l’ultima volta alla festa, quando si apprende la notizia della morte: “The clock began striking. The young man had killed himself; but she did not pity him; with the clock striking the hour, one, two, three, she did not pity him, with all this going on” “The clock was striking. The leaden circles dissolved in the air” (p.244). Il tempo scandito dal Big Ben e rappresentato sempre attraverso una propagazione di onde concentriche, molte volte segna l’inizio del tunnelling process, come se la marcatura della realtà esterna finisse per produrre un esito narrativo invece nettamente focalizzato sull’interiorità.

È interessante notare come Elizabeth non faccia caso alle campane, il suono che riporta gli altri personaggi dal passato al presente, nella realtà in cui la guerra è ormai superata. D’altronde quando gli altri vissero la guerra, Elizabeth era molto piccola perciò non possiede la percezione del ‘durante guerra’ e ‘post-guerra’ che hanno i personaggi delle generazioni precedenti. Elizabeth non percepisce il suono della tradizione e in ciò si contrappone alla madre che invece incarna i valori della tradizione. Anche Miss Kilman, nonostante per età faccia parte della generazione precedente, non sente il suono del Big Ben, perché, esattamente come Elizabeth, rappresenta la speranza della nuova generazione, una società in cui le donne non sono soltanto madri e mogli ma hanno una professione e sono libere di decidere.

Secondo Susan Dick l’aereo, la macchina e il Big Ben sono dei mezzi di cui la scrittrice si serve per presentare il pensiero dei diversi personaggi contemporaneamente. Come lei stessa sostiene: “Woolf’s careful description of the flight of the plane over London functions, like the journey of the official car, as a structural device enabling her to present scenes which are happening

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simultaneously”,53 mostrando così un’elasticità spaziale attraverso la rappresentazione

di differenti persone che fanno cose diverse nello stesso momento. Se Dick parla di elasticità spaziale, Jӧrg Hasler invece parla di elasticità temporale, poiché i personaggi sono fisicamente nel presente ma ricordano il passato e il Big Ben ricorda continuamente “the contrast between the external, quantitative time and the inner, qualitative time”.54