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Un lungo periodo di incubazione: l’evoluzione di The Waves

CAPITOLO VI: THE WAVES

4.1 Un lungo periodo di incubazione: l’evoluzione di The Waves

Nel 1931, stampata dalla Hogarth Press con una copertina realizzata da Vanessa, viene pubblicata l’opera forse più affascinante di Virginia Woolf: The Waves. Considerata dalla Woolf il primo romanzo scritto interamente nel suo stile, “I mean I think I am about to embody, at last, the exact shapes my brain holds. What a long toil to reach this beginning- if The Waves is my first work in my own style!”,101 si tratta dell’opera

più innovativa e sperimentale della scrittrice, una combinazione di prosa e poesia che ci trasporta nell’incerto mondo del passato e dei ricordi.

L’idea di realizzare un nuovo romanzo si presenta alla mente di Virginia già dal 30 settembre 1926 quando, ancora intenta a rivedere e concludere To the Lighthouse e ripensando ad un ricordo di quando da bambina non riesce ad attraversare una pozzanghera, inizia a sentire l’impulso:

Life is, soberly and accurately, the oddest affair; has in it the essence of reality. I used to feel this as a child – couldn’t step across a puddle once, I remember, for thinking haw strange – What am I? etc. But by writing I don’t reach anything. All I mean to make is a note of a curious state of mind. I hazard the guess that it may be the impulse behind another book. (vol.III, p.113)

In quel periodo Virginia vive diversi momenti di depressione. Uno di questi la sconvolge tanto da riportarlo nel diario. L’episodio risale a quando i Woolf si trovano a Monk’s House nell’estate del 1926 e Virginia, in piena notte, viene investita da sensazioni negative e da un senso di profondo fallimento:

Woke up perhaps at 3. Oh its beginning its coming- the horror- physically like a painful wave swelling about the heart- tossing me up. I’m unhappy unhappy! Down – I wish I were dead. Pause. But why am I feeling this?” (vol.III, p.110)

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Virginia cerca di capire la causa scatenante di questo turbamento e la identifica in due eventi: la mancata maternità, per cui Virginia si sentì un fallimento per tutta la vita, “I watch. Vanessa. Children. Failure” (vol.III, p.110), e le critiche ricevute dagli amici per aver voluto dipingere di verde, colore che le ricordasse il mare, la sala da pranzo della casa di Rodmell, “Oh they laughed at my taste in green paint!” (vol.III, p.110).

Nel giugno 1927 le torna in mente una lettera che Vanessa le aveva mandato poco tempo prima dalla casa sulla Costa Azzurra, in cui racconta dell’entrata in casa di una falena102 che, attratta dalla luce, si dirige verso la lampada dove muore bruciata:

Slowly ideas began trickling in; and then suddenly I rhapsodised (the night L. dined with the Apostles) and told over the story of the Moths, which I think I will write very quickly, perhaps in between chapters of that long impending book on fiction. Now the Moths will I think fill out the skeleton which I dashed in here; the play-poem idea; the idea of some continuous stream, not solely of human thought, but of the ship, the night etc, all flowing together: intersected by the arrival of the bright moths. (vol.III, p.139)

La Woolf continua nel frattempo a dedicarsi ad altre opere, come Orlando: A Biography, pubblicato nel 1928, e successivamente a A Room of One’s Own, pubblicato nel 1929, nonostante The Waves non abbandonasse mai i suoi pensieri, “The Moths hovers somewhere at the back of my brain” (vol.III, p.190) o più tardi:

As for my next book, I am going to hold myself from writing till I have it impending me: grown heavy in my mind like a ripe pear; pendant, gravid, asking to be cut or it will fall. The Moths still haunts me, coming, as they always do, unbidden, between tea & dinner, while L. plays the gramophone. (vol.III, p.209)

La scrittura del romanzo inizia a fine 1927 quando, tra l’ora del tè e la cena, Virginia scrive qualche pagina per poi fermarsi a riflettere sull’opportunità di eliminare tutto ciò che è superfluo ed esteriore:

The idea has come to me that what I want now to do is to saturate every atom. I mean to eliminate all waste, deadness, superfluity: to give the moment whole;

102 L’immagine della falena viene spesso utilizzata dalla Woolf in associazione alla morte. In Jacob’s

Room, infatti, la caccia notturna alle falene diventa presagio di morte, stessa morte che avviene nel

racconto “The Death of the Moth”, in cui si racconta di una falena che, svolazzando da una parte all’altra del vetro della finestra, finisce per cadere nell’intelaiatura del legno e non può far altro che attendere la morte.

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whatever it includes. Say that the moment is a combination of thought; sensation; the voice of the sea. (vol.III, p.209)

È soltanto nel 1929 che Virginia si dedica completamente al nuovo progetto che inizialmente era stato concepito come autobiografia: “Autobiography it might be called” (vol.III, p.229). La scrittura di The Waves avviene in un periodo complicato, probabilmente a causa della pubblicazione di A Room of One’s Own. Dal diario emergono una serie di preoccupazioni che la tormentano: Morgan non vuole recensire la sua opera, ha paura di non piacere agli amici e al pubblico, e ha timore di essere definita femminista o lesbica, tutti pensieri che influiscono sulla sua capacità di concentrarsi e andare avanti nella scrittura. Le sensazioni di Virginia sembrano i primi sintomi di una crisi: “Something happens in my mind. It refuses to go on registering impressions. It huts itself up. It becomes chrysalis. I lie quite torpid, often with acute physical pain” (vol.III, p.287). Forse a causa di questa inquietudine e per l’esperienza di crisi e sofferenza avuta con la creazione di To the Lighthouse, Virginia decide che la storia si sarebbe incentrata sull’infanzia ma senza riferimenti autobiografici: “this shall be Childhood; but it must not be my childhood” (vol.III, p.236). Nonostante questa premessa, The Waves diventa uno dei romanzi più autobiografici con il conseguente oscillamento, per tutto il periodo della scrittura, tra momenti in cui Virginia si sente abbastanza bene e momenti di influenza, mal di testa, ansia e incapacità di scrivere, dovuti quasi certamente al riaffiorare di aspetti dolorosi della sua esistenza, come la morte del fratello Thoby. Alla fine della stesura, infatti, la Woolf è incerta se dedicare il romanzo al fratello morto in Grecia, idea che viene subito abbandonata:

I have been sitting these 15 minutes in a state of glory, & calm, & some tears, thinking of Thoby & if I could write Julian Thoby Stephen 1881-1906 on the first page. I suppose not. (vol.IV, p.10)

Dopo aver terminato la trascrizione,103 come sempre accade quando termina un’opera, aspetta con ansia le reazioni degli amici, un’ansia che la fa sprofondare nell’insicurezza e nella depressione, turbamento che emerge chiaramente dal diario:

103 Il manoscritto diThe Waves è conservato alla Berg Collection della New York Public Library ed è composto da più di 700 pagine scritte a mano contenute in sette volumi rilegati più un quaderno piccolo, che riguarda la seconda stesura.

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I have come up here, trembling under the sense of complete failure – I mean The Waves – I mean Hugh Walpole doesn’t like it – I mean John L. [Lehmann] is about to write to say he thinks it bad – I mean L. [Leonard] accuses me of sensibility verging on insanity – I mean I am acutely depressed & already feeling rising the hard & horny back of my old friend Fight fight. Never mind. Here I need not disguise my tumult of feelings. Lord how I hate that Hugh shd. be running about London saying the new VW. is a disappointment – all about nothing – exquisitely written of course. Ought I not then to say that Brace thinks – Oh well, do let me try to give up weighing opposite impressions. Anyhow, my minds is crammed with books, & Lord, I tried to speak the truth, bombastic as the remark sounds, wrung it drop by drop from my brain. So essentially I am not horrified. But The Waves, marks my decline in reputation. (vol.IV, p.43)

Virginia ha paura che The Waves possa essere un fallimento perché troppo sperimentale e complesso per il lettore comune. In realtà il verdetto di Leonard è molto positivo: ‘“It is a masterpiece,’ said L. coming out to my lodge this morning. ‘And the best of your books’” (vol. IV, p.36). Oltre al suo, diversi sono i commenti favorevoli: “Miss Holtby says ‘It is a poem, more completely than any of your other books, of course. It is most rarely subtle. It has seen more deeply into the human heart’” (vol.IV, p.45); “Harold Nicolson has rung up to say The Waves is a masterpiece” (vol. IV, p.47). Anche il pubblico risponde positivamente con cinquecento copie vendute in un solo giorno e settemila copie dopo poco più di un mese dalla pubblicazione.