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L’EVOLUZIONE DELLE “RENDITIONS” NEGLI STATI UNITI 39

3. LE CONSEGNE STRAORDINARIE

3.1. EVOLUZIONE DEL PROGRAMMA

3.1.3. L’EVOLUZIONE DELLE “RENDITIONS” NEGLI STATI UNITI 39

ottanta e le operazioni ebbero inizio negli anni novanta. La teoria delle “renditions” ha vissuto una fase di gestazione durante l’amministrazione Reagan e venne alla luce sotto la presidenza Clinton.

La guerra al terrore iniziò molti anni prima degli attentati del 2001; infatti il Congresso americano e lo stesso presidente si occuparono di terrorismo a seguito di alcuni attacchi condotti contro americani all’estero: nel 1983, un attentatore suicida si fece saltare in aria contro l’ambasciata americana a Beirut, uccidendo 63 persone e ferendone più di cento. Nello stesso anno, 240 soldati americani furono uccisi da un’autobomba, sempre a Beirut. Nel 1985, un gruppo terrorista dirottò una nave al largo delle coste egiziane, uccidendo un americano57. A seguito di questi e di altri attacchi, nel 1986 il Congresso concesse all’FBI il potere di investigare su attacchi contro gli americani, avvenuti al di fuori degli Stati Uniti. Tre anni dopo, fu concesso all’FBI il potere di catturare individui di altre nazionalità, senza il consenso dei paesi all’interno dei quali questi individui si fossero trovati. Ma già prima di queste leggi, all’interno della CIA veniva istituito il Counterterrorist

Center, in cui tutte le varie agenzie governative dovevano confluire e consolidare

gli sforzi contro il terrorismo. In questa fase, si voleva soltanto strappare un

56 CLARKE, Rendition to torture, New Brunswick , 2012.

57 Vedi caso Achille Lauro, in cui venne ucciso Leon Klinghoffer, cittadino americano di origine ebraica.

presunto terrorista dallo Stato in cui esso si trovava e portarlo davanti ad un giudice per sottoporlo ad un processo.

Il programma era legato ad un approccio legalista: preparare una consegna voleva dire ottenere un capo d’accusa contro un sospettato, cercare la cooperazione dello stato ospitante, in cui si riteneva che questi si nascondesse, e procedere ad un sequestro clandestino solo nel caso in cui i governi si fossero rifiutati di cooperare58. Come osservato da Margaret L. Satterthwaite, quando il programma fu approvato, gli arresti dei presunti terroristi avvenivano in Stati dove i governi non esercitavano un potere effettivo sul territorio e sul popolo, o in paesi che supportavano il terrorismo internazionale, o in acque internazionali. Proprio a causa della particolarità dei luoghi dove gli arresti venivano compiuti, questa pratica era giustificata, anche se non pienamente compatibile con il diritto internazionale consuetudinario.

Un esempio di consegna, in questa fase del programma, è rappresentata dal caso Ramzi Yousef, accusato di aver partecipato agli attacchi del 1993 al World

Trade Center di New York. Nel 1995, gli agenti americani presero in custodia dalle

autorità pakistane il ricercato, lo trasferirono negli Stati Uniti, dove venne processato da un tribunale federale di New York.

Da questo momento, il programma cambia, introducendo al suo interno un nuovo elemento: i sospetti terroristi, una volta arrestati, non venivano più portati negli Stati Uniti, ma in paesi terzi, per esempio in Egitto. Nonostante tutti gli accorgimenti diplomatici adottati dagli Stati Uniti e dai paesi riceventi, appare chiaro che l’individuo in questione, una volta portato in Egitto, in Giordania o in Siria, perdeva i diritti e le garanzie che gli sarebbero spettati se si fosse trovato negli Stati Uniti.

La scelta dei paesi di destinazione rappresenta l’elemento più ambiguo di questa fase del programma: perché gli Stati Uniti, uno Stato che più degli altri si era impegnato e si impegna nella lotta contro la tortura, trasferisce individui arrestati in paesi in cui, proprio secondo le relazioni effettuate dagli stessi Stati Uniti, la tortura costituisce una pratica abituale nel trattamento dei detenuti? L’autorizzazione presidenziale a trasportare i detenuti in paesi terzi arrivò poiché,

all’interno della CIA, stava maturando una certa preoccupazione riguardo la debolezza dei processi statunitensi contro persone che costituivano una seria minaccia alla sicurezza della nazione. Gli agenti della CIA ritenevano, infatti, che le proprie procedure operative fossero fondamentalmente incompatibili con i dettami dei processi istaurati nelle corti americane. Famosa è la frase di Michael Scheurer, all’epoca capo dell’unità della CIA preposta alla cattura di Osama bin Laden: “Sapevamo dov’era questa gente, ma non potevamo catturarla perché non avevamo posti dove portarli59”. Questa fase, in cui alcuni degli arrestati venivano processati negli Stati Uniti, mentre altri venivano consegnati in Stati terzi, vide coinvolti una ventina di sospetti terroristi e durò fino all’11 settembre 2001, il vero spartiacque del programma. Michael Scheurer riferisce, a proposito di questa data: “Tutto quello che voglio dire è che c’è stato un pre 11 settembre e un dopo 11 settembre. Dopo l’11 settembre ci siamo tolti i guanti”.

Dopo l’11 settembre 2001, le operazioni di consegne straordinarie sono state intensificate e hanno cambiato il loro obiettivo: quest’ultimo, infatti, non è più portare il sospetto terrorista davanti ad una corte per essere processato, ma solo raccogliere informazioni, attraverso qualsiasi mezzo, inclusa la tortura e ponendo la vittima al di fuori di ogni cornice legale, utilizzando tecniche di interrogatorio avanzate che violano i diritti umani.

Le ragioni di questo cambiamento sono sia politiche, sia di tipo organizzativo. Dopo gli attentati del 2001, negli Stati Uniti nessuno sapeva come reagire al problema, c’era solo un gran desiderio di vendetta e di reazione; in questo quadro emerse l’operato della CIA, che, agli occhi dell’amministrazione, era l’unica agenzia in grado, realmente, di sconfiggere il terrorismo e di dare al popolo americano un sentimento di sicurezza e di fiducia per poter finalmente abbattere la piaga del terrorismo internazionale. L’altra differenza, quella di tipo organizzativo riguarda il fatto, già enunciato, che ora la consegna non serviva più a trasportare un sospetto terrorista in uno Stato, sotto le autorità di quest’ultimo ma, con la costruzione di carceri gestite direttamente dalla CIA, il prigioniero era sempre sotto l’autorità americana (anche se non sul territorio americano) e veniva, di continuo,

trasferito da una parte all’altra del pianeta60. La novità del dopo 11 settembre 2001, è sostanzialmente quella che i prigionieri vengono gestiti direttamente dalla CIA, in luoghi segreti, sparsi in tutto il mondo. L’impiego della tortura, prima scaricato interamente su Stati terzi, dopo il 2001 grava direttamente sugli agenti americani.

3.2. IL PROGRAMMA DI CONSEGNE STRAORDINARIE