• Non ci sono risultati.

3. LE CONSEGNE STRAORDINARIE

3.1. EVOLUZIONE DEL PROGRAMMA

3.2.1. L’ORGANIZZAZIONE DEL PROGRAMMA

Per illustrare in modo approfondito come il sistema è organizzato e su quali basi esso si regge, farò ricorso al rapporto presentato da Dick Marty61 davanti all’assemblea generale del Consiglio d’Europa, nel 2006. Al fine di dare un’immagine chiara e semplice, Marty paragona il sistema delle consegne straordinarie ad una ragnatela intorno al pianeta, con vari punti collegati fra di loro. I punti di questa ragnatela possono rappresentare centri segreti di detenzione gestiti dalla CIA (i cosiddetti siti neri) o centri di detenzione conosciuti, come ad esempio la base navale di Guantanamo Bay; tuttavia questi centri, pur essendo conosciuti nella loro collocazione geografica, rimangono avvolti nel mistero, riguardo a ciò che succede al loro interno. Fanno parte della ragnatela mondiale anche altri luoghi che si collegano a quelli indicati come centri di detenzione, attraverso voli civili o militari.

I punti sulla mappa non hanno tutti la stessa importanza, ma, a seconda delle attività esercitate in quel determinato posto, si vengono a creare quattro categorie di punti, con conseguente diverso grado di complicità dello Stato in cui tali luoghi si trovano. Sulla base delle prove raccolte da Dick Marty, tramite Eurocontrol62 e alcune autorità dell’aviazione civile di Stati che hanno risposto alle sue domande, i punti sulla tela delle consegne straordinarie sono stati così divisi:

60 MARTY, Alleged secret detentions and unlawful inter-state transfer of detainees involving Council of Europe member states, 12 giugno 2006, doc. 10957, par. 37-38.

61 Dick Marty, politico svizzero appartenente all’assemblea generale del Consiglio d’Europa, venne nominato relatore speciale per un’indagine sui centri di detenzione segreti in Europa, gestiti dalla CIA. Al termine della sua indagine, egli presentò tre diversi rapporti all’assemblea: due nel 2006 e uno nel 2007. Questi rapporti costituiscono la principale fonte per la ricostruzione del fenomeno delle consegne straordinarie.

punti di sosta breve (Stopover points);

punti di sosta lunga (Staging points);

punti di raccolta (One-off pick-up points);

punti di consegna (Drop-off points).

I punti di sosta breve sono rappresentati da quegli aeroporti nei quali gli aerei atterravano per svolgere attività come il rifornimento di carburante, effettuato, nella maggior parte dei casi, durante il viaggio di ritorno verso le basi americane. Tali aeroporti sono stati individuati in Prestwick (Regno Unito), Shannon (Irlanda), Roma Ciampino (Italia), Atene (Grecia), Santa Maria delle Azzorre (Portogallo), Praga (Repubblica Ceca).

I punti di sosta lunga sono i luoghi dai quali i voli partivano: qui gli aerei venivano allestiti, veniva radunato e istruito l’equipaggio. Sono basi americane o della NATO, nelle quali gli aerei sostavano quando non erano impegnati nelle operazioni di consegna. Da qui partivano per raggiungere il luogo dove il sospetto terrorista veniva arrestato e, una volta a bordo, portato nello stato di destinazione. Notiamo in questa categoria un maggior coinvolgimento rispetto alla prima, se non altro per il tempo della sosta e per il fatto che in questi luoghi l’operazione era organizzata e prendeva il via, mentre nei luoghi visti nella prima categoria, l’aereo si fermava solo per una breve sosta e poteva, effettivamente, non destare alcun sospetto. I luoghi appartenenti a questa categoria sono Washington (Stati Uniti), Francoforte (Germania), Ramstein (Germania), Larnaca (Grecia), Palma di Maiorca (Spagna) e Baku (Azerbaigian).

Abbiamo, poi, i punti di raccolta non sistematica: in questi luoghi, i sospetti terroristi venivano arrestati e caricati sugli aerei che li portavano, successivamente, nei vari punti di raccolta. Questi luoghi, però, non fanno parte di una pratica sistematica, in quanto ogni sospetto terrorista veniva arrestato in località diverse. Queste città rappresentano esempi di luoghi dai quali sono partiti i voli diretti ai siti neri, ma costituiscono episodi collegati ad uno specifico caso. Questi luoghi sono Skopje (Macedonia, per il caso El-Masri), Aviano (Italia, per il caso Abu Omar), Stoccolma (Svezia, per il caso Agiza e Alzery) e Tuzla. Qui, la complicità risiede nel fatto che il detenuto viene arrestato sul territorio di questi Stati, da agenti di

quello Stato e poi consegnato agli americani (vedi il caso El-Masri) o sequestrato direttamente dagli agenti americani (vedi caso Abu Omar). Si riscontra quindi una forte complicità tra lo stato organizzatore, gli Stati Uniti, e lo stato territoriale.

L’ultima categoria, quella dove il grado di complicità fra due stati è massimo, è quella dei punti di consegna. In questi luoghi finisce il volo dei detenuti, i quali vengono incarcerati in strutture segrete della CIA o in prigioni riconosciute dello Stato ospitante, ma con il trattamento particolare loro riservato. Si è arrivati a delineare questa categoria confrontando i dati dell’Eurocontrol, notando che queste fermate venivano effettuate molto spesso. Per questo motivo si è ipotizzato che un centro di detenzione si potesse trovare nelle vicinanze di questi luoghi che sono: Cairo (Egitto), Islamabad (Pakistan), Kabul (Afghanistan), Guantanamo Bay (Cuba), Timisoara (Romania), Algeri (Algeria), Baghdad (Iraq) e Szymany (Polonia)63.

Oltre ai punti fissi, indispensabili per il funzionamento della ragnatela sono anche i collegamenti tra questi punti. Marty inizia subito con una precisazione: non tutti i voli della CIA hanno partecipato al programma di consegne straordinarie. Affermare ciò, sarebbe esagerato, infondato e minerebbe la credibilità dell’intero lavoro. Secondo quanto affermato da Michael Scheuer, ci sono svariate ragioni per le quali gli aerei della CIA attraversano i cieli del pianeta, non solo quella di trasferire prigionieri. Si possono fornire armi all’esercito, consegnare cibo, giornali, o qualsiasi oggetto di cui i componenti dell’esercito abbiano bisogno. Tutte queste operazioni, assolutamente lecite, vengono condotte per mezzo di aerei. Il 98% dei voli della CIA viene utilizzato per servizi logistici. Marty afferma, nel suo rapporto, di occuparsi del restante 2%, una quantità piccola, rispetto alle migliaia di aerei impiegati dai servizi americani, ma di importanza fondamentale.

Infatti, per poter capire come funziona questo sistema, è importante sapere non tanto il numero complessivo di voli, quanto piuttosto la natura e il contesto dei singoli voli, dal loro punto di partenza al loro punto di arrivo, passando per le varie fermate viste sopra. Ogni rotta indica una parte di un circuito che, osservando i dati

63 MARTY, Alleged secret detentions and unlawful inter-state transfer of detainees involving Council of Europe member states, 12 giugno 2006, Doc. 10957, par. 43.

a disposizione di Marty, inizia e finisce in un punto base, l’aeroporto Dulles di Washington.

Questa chiave di lettura sembra combaciare perfettamente con la realtà dei fatti. In questa fase del rapporto vengono accennati i casi El-Masri e Binyam Mohamed: due prigionieri sono stati trasportati sullo stesso aereo a meno di 48 ore di distanza uno dall’altro. I due casi appartengono, quindi, allo stesso circuito di consegna, all’interno dei differenti punti della ragnatela. Questa considerazione è utile sotto vari aspetti: innanzitutto le due vittime non si conoscevano, ma hanno raccontato le stesse cose, ciò avvalora il loro racconto, in quanto uno rafforza la credibilità dell’altro e, in più, danno un’idea di sistematicità che accompagna queste operazioni; l’utilizzo dello stesso aereo per entrambi i soggetti in rapida successione, ci permette (per citare le parole di Marty) di parlare di circuiti di consegna all’interno della ragnatela globale64.

3.2.2. SISTEMATICITA’ DELLE OPERAZIONI DI CONSEGNA