3. LE CONSEGNE STRAORDINARIE
3.4. COMPLICITA’ DEL CANADA NELLA PRATICA DELLE
3.4.2. LA COOPERAZIONE DEL CANADA NELLA GUERRA AL
Come si può facilmente intuire, la cooperazione tra Canada e Stati Uniti non è riferita esclusivamente al caso Arar. I due paesi vantano una lunga storia di collaborazione, che non è certo venuta meno dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Nei giorni immediatamente successivi agli attentati, le forze dell’ordine americane avevano come unico obiettivo quello di rintracciare gli organizzatori e, quindi, chiesero a tutti gli Stati loro alleati di aumentare gli sforzi in tale campo. In particolare, FBI e CIA chiesero alla polizia canadese (RCMP) e ai servizi segreti canadesi (CSIS) molte informazioni su possibili sospetti terroristi in Canada. Per concentrare al meglio gli sforzi nella caccia ai terroristi, si decise che spettava alla RCMP la competenza primaria e, pertanto, i servizi segreti trasferirono alla polizia i dati raccolti fin dal periodo precedente all’11 settembre 2001.
Il progetto venne denominato “Project A-O Canada”, dove “A” indica la divisione della RCMP di Ottawa, mentre “O” quella di Toronto. Il progetto aveva tre obiettivi: prevenzione, raccolta di informazioni e prosecuzione giudiziaria. A causa del timore di una nuova ondata di attacchi, l’obiettivo della prevenzione era, chiaramente, messo al primo posto. Rispetto all’abituale lavoro della RCMP, in questa vicenda vi erano almeno quattro elementi di novità:
il contenuto delle indagini: mai prima di allora la polizia canadese si era occupata di terrorismo;
la grandissima mole di informazioni condivise con altre agenzie;
l’obiettivo della prevenzione;
la questione dei diritti umani.
In questa fase iniziale, l’individuo tenuto maggiormente sotto osservazione dalle forze dell’ordine era Abdullah Almalki, un individuo con doppia cittadinanze canadese e siriana, che fu alla base anche della vicenda di Arar. Concentrando le indagini su Almalki, si scoprì un altro possibile terrorista: Ahmad El Maati. Entrambi non erano più rintracciabili in Canada e ciò non poteva far altro che aumentare i sospetti intorno a loro. Ma le investigazioni condotte nell’ambito del
“Project A-O Canada”, come il caso Arar ha poi testimoniato, non furono certo impeccabili: in particolare, la Commissione d’inchiesta presieduta da O’Connor, ha individuato alcuni problemi nelle attività di indagini.
L’elemento comune di questi problemi era la condivisione di informazioni tra RCMP e agenzie americane, un elemento chiave nella ricerca dei terroristi, ma spesso le notizie raccolte, venivano trasmesse in modo poco accurato. Nella relazione finale dell’inchiesta, tuttavia, si specifica quanto sia fondamentale, soprattutto nel contesto dei mesi successivi all’11 settembre 2001, condividere informazioni tra i vari servizi segreti; nessuno Stato, infatti, potrebbe portare avanti, isolatamente, una efficace guerra al terrorismo, ma, come viene ricordato nel rapporto, le informazioni vanno condivise con estrema attenzione, soprattutto se l’interlocutore è uno Stato in cui la protezione per i diritti umani è minima, come ad esempio la Siria, e questa è una colpa da attribuire alla polizia canadese95.
Proprio su questa tematica si concentrano alcune tra le più importanti raccomandazioni finali contenute nella relazione di O’Connor96, in particolare la raccomandazione n. 11 “Canadian agencies other than the RCMP that share
information relating to national security should review recommendations 6 to 10 above to ensure that their information-sharing policies conform, to the appropriate extent, with the approaches I am recommending for the RCMP”, la
raccomandazione n. 13 “The Department of Foreign Affairs and International
Trade (DFAIT) should provide its annual reports assessing the human rights records of various countries to the RCMP, CSIS and other Canadian government departments or agencies that may interact with such countries in connection with investigations”, la n. 14 “The RCMP and CSIS should review their policies governing the circumstances in which they supply information to foreign governments with questionable human rights records. Information should never be provided to a foreign country where there is a credible risk that it will cause or contribute to the use of torture. Policies should include specific directions aimed at eliminating any possible Canadian complicity in torture, avoiding the risk of other
95 Commission of Inquiry into the Actions of Canadian Officials in Relation to Maher Arar, Report of the events relating to Maher Arar, Analysis and Recommendations, 2006, capitolo 3.
96 Commission of Inquiry into the Actions of Canadian Officials in Relation to Maher Arar, Report of the events relating to Maher Arar, Analysis and Recommendations, 2006, capitolo 9.
human rights abuses and ensuring accountability”, e la n. 15 “Canadian agencies should accept information from countries with questionable human rights records only after proper consideration of human rights implications. Information received from countries with questionable human rights records should be identified as such and proper steps should be taken to assess its reliability”.
In conclusione di questa lunga panoramica riguardo la posizione del Canada all’interno del tema oggetto dell’elaborato, rimane un quesito in sospeso: Arar è stato sottoposto a consegna straordinaria a causa dei suoi presunti legami con Abdullah Almalki, ma qual è stata la sorte toccata a quest’ultimo? E’ stato scritto sopra che egli non era più rintracciabile in Canada, sebbene fosse il principale sospettato di terrorismo sul territorio canadese. Egli, infatti, fu arrestato in Siria, il 3 maggio del 2002, sulla base di informazioni giunte dai funzionari canadesi. Anche lui fu sottoposto a tortura e trattamenti inumani e degradanti fino alla data del suo rilascio, durante il mese di marzo del 2004. La vicenda ricalca in gran parte quella di Arar, infatti, anche ad Almalki, il governo canadese presentò le sue scuse officiali e offrì un risarcimento. Nonostante il caso Arar sia quello balzato maggiormente all’occhio dell’opinione pubblica, sono stati almeno quattro i cittadini canadesi che sono stati sottoposti a tortura in nome della guerra al terrore97.