• Non ci sono risultati.

L’offensiva diplomatica messicana e la replica di Roosevelt

Nel documento For God'sake! Lift the embargo to Spain (pagine 71-73)

Il bombardamento tedesco sulla cittadina di Almeria, a seguito dell’attacco repubblicano alla corazzata tedesca «Deutschland», sul finire della primavera del 1937, oltre a suscitare la reazione indignata delle organizzazioni della sinistra americana, spinse il governo messicano a sollecitare un intervento americano «to obtain a pacific solution of this German-Spanish conflict». 309 Secondo Cordell Hull, tuttavia, la prima responsabilità del mantenimento della pace in Europa non poteva che ricadere sui paesi del vecchio continente: gli unici potenzialmente in grado di esercitare una qualche forma di influenza efficace. 310

A sole due settimane dal suddetto diniego americano il presidente messicano Cardenas, di fronte all’inaudita violenza dello scontro bellico nella penisola iberica, tentò nuovamente la carta del coinvolgimento diplomatico USA per la risoluzione della crisi. L’enfatica retorica della missiva messicana, «the consideration of the responsibility which history will place on those who remain indifferent before such a situation», non sortì tuttavia gli effetti sperati. 311

Nella replica americana, suggerita da un Roosevelt visibilmente infastidito dal suddetto tono retorico e per certi versi perentorio della lettera ricevuta, si richiamavano ancora una volta le ragioni della scelta neutrale. Di discreto interesse in questo senso la nota di Roosevelt, in quattro punti, in cui sinteticamente sono esposte le ragioni della scelta americana nei riguardi della guerra civile.

(1) The United States has honestly maintained not only the letter but the spirit of neutrality.

(2) The United States stands ready to render any service to which both sides can agree looking toward an end of the armed conflict, but cannot take part in patrol or other activities connected with the continuation of the war itself.

(3) The United States has made and continues to make clear its abhorrence of all forms of war which violate either the rules of war or the rules of common humanity.

(4) The United States cannot at this time see its way clear to offer mediation because of the certainty that it would be rejected. 312

LEUCTHENBURG p. 194

______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________

Il discorso della Quarantena

Il progressivo deterioramento delle relazioni internazionali persuase il presidente americano a compiere un importante pronunciamento pubblico. Col famoso discorso della «Quarantena», tenuto a Chicago nell’ottobre 1937, Roosevelt richiamò l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale sugli sviluppi delle crisi internazionali in Spagna e Cina. A dispetto di alcuni riferimenti diretti alla situazione spagnola, «nations are fomenting and taking sides in civil warfare in nations that have never done them any harm…in time of so-called peace, ships are being attacked and sunk by submarines without cause or notice», le speranze suscitate tra i sostenitori della causa repubblicana

309 Memorandum: by the Under Secretary Welles 2.6.1937 in FRUS 1937 Vol.1. 310

Telegramma: Segretario di Stato Hull al Chargé d’Affaires messicano Quintanilla, 4.6.1937, in FRUS 1937 Vol.1.

311

Telegramma: Ambasciatore Messicano Castillo Nàjera al Segretario di Stato Hull, 24.6.1937, in FRUS 1937 Vol.1.

312 Memorandum From: President Roosevelt To: Under Secretary of State, 3.7.1937, in State Department File No.

852.00/5906; Memorandum w/attachment From: President Roosevelt To: [Sumner Welles], 3.7.1937, in Papers as President: Official File, Documentary History of the Franklin D. Roosevelt Presidency, Volume 36, The Spanish Civil War and the Neutrality Act of 1937, University publications of America, 2006, pp. 324-325; Memorandum: Presidente Roosevelt al Sotto Segretario Welles, 3.7.1937, in FRUS 1937 Vol.1.

vennero puntualmente disattese. 313 Al pur forte impatto pubblico del discorso non corrispose infatti alcun impegno fattivo per la crisi spagnola: «what has happened in those countries has happened», disse in seguito Roosevelt ad Harold Ickes nel corso di una conversazione privata. 314

Nella Spagna martoriata e divisa dal conflitto le reazioni all’intervento di Roosevelt, come evidenziato da Bowers, furono molto diverse. La stampa repubblicana accolse entusiasticamente le parole del Presidente americano, quella franchista scelse di soprassedere. 315

La sostanza politica del discorso non sfuggì comunque all’ambasciatore spagnolo negli Stati Uniti; nella missiva inviata al Segretario di Stato il 19 novembre De los Rios si soffermò su alcuni aspetti della politica estera americana su cui l’Amministrazione era più volte tornata nel corso del 1937. Nei quattordici punti guida delle relazioni internazionali americane, riassunti in una dichiarazione dell’Amministrazione del 16 luglio, andava rintracciata secondo l’ambasciatore «the international confession of faith of the United States». Fra questi principi, ribaditi peraltro il 19 settembre e il 5 ottobre nel discorso della «Quarantena», assumevano particolare rilievo in relazione al caso spagnolo tre elementi: «(a) faithful observance of international agreements; (b) principle of the sanctity of treaties; (c) respect by all nations for the rights of others and performance by all nations of established obligations». Considerati questi aspetti, esaminata la crisi Sino-Giapponese, per la quale l’Amministrazione non aveva ritenuto opportuno applicare la legge di neutralità, De los Rios, «in a friendly way, but firmly», espresse, per la prima volta dall’inizio della guerra, una protesta formale a nome del suo governo contro la «Public Resolution», approvata l’8 gennaio, e contro la «Joint Resolution and Proclamation» del 1 maggio poiché

both represent the negation of two essential principles without which there is no international life possible: First: the embargo applied to the importation of arms, etc., represents the breaking of a treaty by a unilateral act, which conflicts with statements of Your Excellency and the President, the Executive of the United States, on the sanctity of treaties and their modification by mutual agreement.

Second: it is a negation of the right, the vital right of a legitimate Government: that of acquiring the means whereby to defend itself against those who rise against authority and law. 316317

Trascorso un mese il Segretario di Stato decise di replicare. Nella lettera, ribadite le ragioni della scelta operata in Spagna, in ossequio «to the well-known desire of this Government to keep this country out of war», Hull rimarcò la sua convinzione che la questione del controllo sull’esportazioni di armi, munizioni o altre strumentazioni di guerra dagli Stati Uniti verso paesi

313 Il testo del discorso di Roosevelt è consultabile all’indirizzo

http://www.millercenter.virginia.edu/scripps/digitalarchive/speeches/spe_1937_1005_roosevelt ;

Sul discorso si veda John Mc V. Haight Jr., Roosevelt and the Aftermath of the Quarantine Speech, in «The Review of Politics», 2, aprile 1962, pp. 233-59

314 R. Dallek, Franklin Delano Roosevelt and American Foreign Policy, p. 159; Circa l’incontro tra il Sotto Segretario

di Stato Welles e l’ambasciatore spagnolo, si veda: Memorandum: Sumner Welles, 18.10.1937, in FRUS 1937 Vol.1.

315

Letter w/attachment From: Claude G. Bowers To: President Roosevelt, 11.10.1937, in Papers as President: President’s Secretary’s File, Documentary History of the Franklin D. Roosevelt Presidency, Volume 36, The Spanish Civil War and the Neutrality Act of 1937, University publications of America, 2006, pp. 386-395. Grotteschi col senno del poi gli apprezzamenti rivolti dall’ambasciatore al Presidente per il discorso di Chicago: «I avail myself of the excuse of sending you two editorials on your Chicago speech, to congratulate you on the two speeches that are apt to live in the literature of world politics – your magnificent defence of democracy and attack on dictatorships, and your Chicago speech, which was positively the first courageous, honest facing of ugly facts by any responsible statesman of the world. No historian of the future can write the shameful story of this millennium of the gun-men and gangsters of international politics who have brought downright anarchy into international affairs, without more than a passing notice of your splendid summons to the Democracies of the world to stop their pitiful policy of retreating before the gestures of the bullies».

316 Telegramma: Ambasciatore Spagnolo De los Rios al Segretario di Stato, 19.11.1937 in FRUS 1937 Vol.1

317 In altre due diverse occasioni, la prima in ottobre e la seconda in dicembre, il personale diplomatico statunitense

ebbe lunghi confronti col personale diplomatico repubblicano. Si vedano in tal senso: Memorandum: Sotto Segretario di Stato Welles, 18.10.1937, FRUS 1937 Vol.1; Memorandum: Assistente del Segretario di Stato Wilson, 8.12.1937, FRUS 1937 Vol..

stranieri fosse una questione che poteva essere affrontata unicamente dal governo «on the basis of the probable effect of such control upon the fundamental policies of the Government, to wit, by every legitimate means to keep this country out of war and to avoid interference of any kind in the internal affairs of other nations». L’Amministrazione respingeva così quelle tesi secondo le quali il

governo americano era da ritenersi obbligato a fornire armi o altre strumentazioni ad una o ad entrambe le fazioni in lotta.318

Il clamore suscitato dal discorso pronunciato da Roosevelt a Chicago, nel breve frangente dell’inverno 1937-38, sembrò potersi tradurre in un’iniziativa internazionale. Il progetto di una conferenza di pace, approntato dal Sottosegretario Sumner Welles, vide una luce, tanto flebile quanto illusoria, proprio in questo periodo. Nelle intenzioni di Welles essa avrebbe dovuto vertere su tre diversi ambiti di discussione: le norme internazionali di comportamento, il disarmo e la stabilità economica.319 Tuttavia la formulazione del progetto non convinse il Segretario di Stato Hull

che auspicava un più attivo coinvolgimento nella questione della Gran Bretagna. La redazione di un nuovo progetto, pur ricevendo il timido assenso di Hull, non raccolse il favore di Chamberlain, persuaso dell’impossibilità di coinvolgere nel piano Germania e Italia; in realtà il premier inglese, all’insaputa dello stesso ministro degli esteri Eden, aveva avviato delle conversazioni segrete con l’Italia per ottenere un graduale ritiro italiano dalla Spagna in cambio del riconoscimento dell’occupazione dell’Etiopia.320

Il Dipartimento di Stato, appresa l’indiscrezione, intravide nella manovra inglese un pericolo dal momento che il riconoscimento dell’impero italiano avrebbe potuto ridare vigore alle mire espansionistiche giapponesi in Asia. A dispetto delle fondate riserve in merito da parte del Dipartimento di Stato nell’aprile 1938 Italia e Gran Bretagna stipularono gli «Accordi di Pasqua» con cui veniva confermato il Gentlemen’s Agreement del 1937. 321

____________________________________________________________________

____________________________________________________________________

____________________________________________________________________

1938

____________________________________________________________________

____________________________________________________________________

____________________________________________________________________

Nel documento For God'sake! Lift the embargo to Spain (pagine 71-73)