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Gli ultimi mesi del conflitto

Nel documento For God'sake! Lift the embargo to Spain (pagine 88-94)

Con la fine del 1938 il Generale Franco sferrò una violenta offensiva militare in Catalogna, area altamente industriale e cuore della resistenza operaia repubblicana. Germania e Italia, in totale spregio del Patto di Non-Intervento, supportarono lo sforzo nazionalista contribuendo quindi alla caduta di Barcellona il 26 gennaio 1939. Sotto il controllo repubblicano rimasero esclusivamente le aree attorno a Madrid e Valencia. L’occupazione di Barcellona suscitò reazioni diverse sulla stampa americana. I giornali di orientamento cattolico, prefigurando la vittoria finale, esultarono alla notizia, le altre testate, intravedendo invece i prodromi del grande conflitto, reagirono con freddezza. 402

Agli inizi del 1939 il governo repubblicano non aveva perso tuttavia la speranza di riuscire a convincere gli Stati Uniti a revocare l’embargo. «I repubblicani – ricorda Bowers - riponevano ancora tutte le loro speranze nel fatto che gli Stati Uniti levassero l’embargo sulle armi, poiché Washington era al corrente della sfacciata parzialità del non-intervento». 403

Il 9 gennaio l’ambasciatore spagnolo negli Stati Uniti si rivolse nuovamente al Segretario di Stato Hull, vale la pena a questo proposito soffermarsi sull’incipit della missiva.

401 Telegram From: Bowers To: Secretary of State, 2.1.1938, in State Department File No. 852.00/8700 402

F. J. Taylor, The United States and the Spanish Civil War, p. 198

403

Our people make superhuman efforts; but if our men have to go on without weapons, our cities and forts without cannon and our people without food, there can be but one outcome. However strong their spirit, a hungry people cannot halt the advance of totalitarianism.

Our enemy counts on every factor; on weariness and exhaustion. Blockaded by its enemies, with whom neutral and friendly countries cooperate, Spain cannot struggle indefinitely against the economic and military power of German and Italy.

Let the withdrawal of German and Italian aggressors be enforced; let us receive economic and material means for our defense and we will be able to determine the outcome of the war ourselves. 404

La disperazione e lo sconforto che traspare dal testo lasciò presto il passo, in un crescendo energico e risoluto, a considerazioni sempre più severe nei riguardi dell’Amministrazione e del Presidente Americano.

Mr. President, the outcome of the struggle in Spain will decide what Europe and South America will be; therefore, it will determine the course of the world that is to be. History will be severe toward those statesmen who have shut their eyes to evidence and toward those whose indecision in this critical hour leads them to risk the principles of tolerance, harmony, liberty and high morale justly attributed to democracy in Your Excellency’s speech. Every minute lost in adopting adequate measures is a river of blood and sorrow; but it is also one more trench lost by the cause of liberty and justice. I am certain of our victory; but should Fate and the impassivity of others prevent it, we shall resist until we are annihilated.405

Nella replica del 14 gennaio il Segretario di Stato Hull si limitò ad esprimere la speranza «that the blessings of peace and the spirit of good will and common understanding may soon be restored to the Spanish people».406407

Nel messaggio annuale al Congresso, del 4 gennaio 1939, Roosevelt, esaminando il quadro internazionale venutosi a creare, non poté non riferirsi, seppur implicitamente, alla crisi spagnola. Se con la crisi di Monaco il conflitto era stato temporaneamente evitato, dichiarò il Presidente, «all about us rage undeclared wars». 408

Gli Stati Uniti dovevano opporsi agli atti di aggressione attraverso però «practical, peaceful lines»; le democrazie «cannot forever let pass, without effective protest, acts of aggression against sister nations – acts which automatically undermine all of us». Contestualmente, osservò Roosevelt riferendosi all’embargo spagnolo

we can and should avoid any action, or any lack of action, which will encourage, assist or build up an aggressor. We have learned that when we deliberately try to legislate neutrality, our neutrality laws may

404

Telegramma Ambasciatore Spagnolo (De los Rios) al Segretario di Stato, 9.1.1939, in FRUS 1939 Vol. 2.

405

Telegramma Ambasciatore Spagnolo (De los Rios) al Segretario di Stato, 9.1.1939, in FRUS 1939 Vol. 2.

406 Telegramma Segretario di Stato all’Amabasciatore Spagnolo (De los Rios), 14.1.1939, in FRUS 1939 Vol. 2. 407 Un nuovo disperato appello affinché fosse riconsiderato il provvedimento di embargo venne lanciato da De los Rios

il 27 gennaio. Nella missiva indirizzata ad Hull si leggeva: «In the gravest hour of the struggle for the independence of Spain, invaded by Italy and Germany, I have the honor to state to Your Excellency, in the name of my Government, that the war, whatever may be the vicissitudes of the struggle, will continue without faltering until the foreigners are expelled from Spain. It is therefore not too late to modify the legal situation whereby Spain is deprived of a right of sovereignty, that of purchasing arms; rather, on the contrary, it is urgent, and if it were done its effects, both military and political, would be immediate. As the enemies, with their powerful means of propaganda, attempt to appear as if they had already achieved definitive victory, and do so for the purpose of paralyzing noble impulses of democratic countries which might lead the latter to revoke the historic injustice which has been committed on the Spanish Republic, the Spanish Government states that it is exclusively the lack of war materiel, which according to indisputable principles of international law, it ought to be able to acquire in countries with which it maintains normal relations, that renders difficult the struggle with the rebels and with the invading foreign armies provided with the most modern materiel in unlimited quantities»; Letter w/attachment From: Sumner Welles To: President Roosevelt, 27.1.1939, in Papers as President: President’s Secretary’s Files, Documentary History of the Franklin D. Roosevelt Presidency, Volume 36, The Spanish Civil War and the Neutrality Act of 1937, University publications of America, 2006, pp. 662-664

operate unevenly and unfairly – may actually give aid to an aggressor and deny it to the victim. The instinct of self-preservation should warn us that we ought not to let that happen anymore 409

Il cambiamento di atteggiamento da parte delle autorità franchiste nei riguardi del governo americano, osservato in precedenza da Bowers, assunse in questa fase sfumature sempre più fosche. Ai commenti ostili della stampa franchista per la condotta americana alla Conferenza di Lima, con relativo invito alle repubbliche sudamericane ad opporsi al piano predisposto dagli Stati Uniti, erano seguite insolenze e irrisioni nei riguardi del Presidente Roosevelt, del Segretario di Stato Hull, e dei cittadini americani in generale, giungendo persino a fare riferimento ad una non meglio precisata «American womanhood». Bowers, come di consueto, sottolineò la relazione, e la misura delle implicazioni, tra gli esiti della guerra spagnola e la politica americana nell’America centrale ed australe. La ragione di questo cambiamento radicale di attitudine da parte del governo di Burgos andava rintracciata nelle «reactions in the United States toward the rape of Czechs»; il regime di Franco, concludeva l’ambasciatore, era dunque «hostile to the United States, its leaders and its principles and policies». 410

Non accennavano minimamente a placarsi, nel frattempo, le polemiche negli Stati Uniti per l’embargo; il Washington Post, in febbraio, dovette così constatare che nessun altro conflitto moderno, compreso quello del 1914-18, aveva «aroused bitterness and divided communities far removed from the actual fighting». Le organizzazioni filo-repubblicane, raccolte nel Coordinating Committee to Lift the Embargo, nello stesso periodo erano riuscite infatti ad inviare 250.000 telegrammi di richiesta di abbandono dell’embargo al Dipartimento di Stato a Washington. Allo stesso tempo i vescovi cattolici e le organizzazioni filo-franchiste erano in costante mobilitazione affinché il provvedimento fosse mantenuto. 411

Il 19 gennaio Welles apprese dal senatore Pittman che la Commissione del Senato aveva «unanimously voted to drop any consideration of the neutrality or Spanish embargo for the present». Secondo Pittman «the conflicting avalanche of telegrams from both sides had convinced individual Senators that they were on too hot a spot to sit with ease and that the sooner that they could get off it by avoiding the issue the happier they would be». 412

Nel gennaio 1939, a parere di Dominick Tierney, Roosevelt aveva abbandonato l’ipotesi di modificare la legislazione di neutralità, concentrando la sua attenzione sul modo in cui aggirarla e fornire aeroplani a Gran Bretagna e Francia. Il 16 gennaio Roosevelt a questo proposito dichiarò la sua intenzione che «every effort be made to expedite the procurement of any type of plane desired by the French government». 413 414 Negli stessi giorni, secondo Harold Ickes, per la prima volta Roosevelt ammise «that the embargo had been a grave mistake» che aveva «controverted old American principles and invalidated established international law». 415

Un’ultima campagna per la revoca dell’embargo venne lanciata dall’ex Segretario di Stato Stimson alla convocazione del Congresso nel gennaio 1939. Stimson dapprima scelse di rivolgersi

409

Discorso di Roosevelt, 4.1.1939, Franklin D. Roosevelt and Foreign Affairs, vol. 13, pp. 1-25

410 Telegramma Ambasciatore in Spagna (Bowers), allora in Francia, al Segretario di Stato, 7.1.1939, in FRUS 1939

Vol. 2.

411 Si veda ad esempio la circolare intitolata “Keep the Spanish Embargo” distribuita nelle chiese cattoliche di

Filadelfia; Letter w/attachment From: Marvin McIntyre To: Michael Francis Doyle, 18.1.1939, in Papers as President: Official File, Documentary History of the Franklin D. Roosevelt Presidency, Volume 36, The Spanish Civil War and the Neutrality Act of 1937, University publications of America, 2006, pp. 643-645

412 D. Tierney, FDR and the Spanish Civil War, pp. 126-128 413

W. S. Cole, Roosevelt and the Isolationists, p. 303; D. Tierney, FDR and the Spanish Civil War, p. 129

414

Che fosse ormai troppo tardi per intervenire contro l’embargo era opinione di uno dei più strenui sostenitori della causa repubblicana, Harold Ickes. Il 22 gennaio egli scriveva nel suo diario: «The American conscience is becoming more and more uneasy about our prohibition of the exportation of war materials to Spain, but if anything now happens here in this matter, it is likely to be too late to do the Loyalists any good»; H. L. Ickes, The Secret Diary of Harold L. Ickes, The Inside Struggle 1936-1939, Vol.2, p. 562.

privatamente ad Hull con una nota. La posizione assunta dall’Amministrazione, secondo l’ex Segretario di Stato, era «an indefensible inversion of international law». La Public Resolution del 1 maggio 1937 si poneva infatti in assoluta contraddizione con la «legislation […] enacted in regard to civil strife in this hemisphere by the Joint Resolution of 1912 and […] extended to countries with which we had capitulatory relations in 1922».

As such legitimate friendly government the Spanish Loyalist government has the right to buy from us and in the markets of the world at large whatever she needs for her defense at her time of sore trial. That is a principle of international which the American government has stood for from the beginning of its history. We have always recognized it as one of those rules of international law in which we as a peaceful unarmed country were peculiarly interested.

Nel momento in cui i governi dittatoriali di Italia e Germania, in spregio delle leggi e dei trattati intervengono in forze in Spagna, non solo fornendo armi e munizioni ma inviando anche reparti militari organizzati, il governo americano «have chosen to cut off from the lawful government of Spain the rights given to it by international law to defend itself against this new outrage»: «the cowardly advocates of the new neutrality could not have chosen a more conspicuously unfortunate time to demonstrate the folly and danger of their emotional propositions». Una situazione, ammonì Stimson, resa ancora più grave dalla condotta debole delle democrazie europee di Francia e Gran Bretagna e dal relativo Comitato di Non-Intervento.

In other words, on both sided of the Atlantic we have the spectacle of a reversal of time honored law and practice hammered out during the ages in the interest of stability and peace being broken down in order to facilitate one of the most ruthless and cruel interventions that history has ever seen.

In conclusione l’ex Segretario di Stato espresse l’auspicio che Roosevelt abbandonasse l’embargo, «without the action of Congress», e che l’Amministrazione intraprendesse una «decisive action».416

L’ex Segretario di Stato, a stretto giro, scrisse una seconda lettera pubblicata sul New York Times. Anche in questa occasione egli ribadì che «any danger that may come to the people of the United States from the situation in Spain would arise not from any lawful sale of munitions in our markets to the Government of Spain, but from the assistance which our embargo has given to the enemies of Spain». 417

Hull, volendo a tutti i costi evitare un confronto pubblico sul merito della controversia spagnola, scelse di replicare unicamente alla missiva privata di Stimson, ringraziandolo e informandolo che le sue annotazioni avrebbero ricevuto «deliberate consideration» da parte del Dipartimento di Stato.

418

Seguì quindi un vivace confronto, sulle colonne del giornale, tra Martin Conboy, membro del Tribunale di New York e convinto sostenitore del non intervento, Charles C. Burlingham, Procuratore di New York, e Philip Jessup, Professore di Diritto Internazionale presso la Columbia University, sostenitori entrambi della revoca dell’embargo.

Negli stessi giorni due autorevoli esponenti dell’Amministrazione, quali l’ambasciatore americano a Londra Wilson e il Segretario agli Interni Ickes, espressero la loro opinione circa l’embargo.

Ickes, a dispetto di quanto appuntato nel suo diario, ribadì che un provvedimento di revoca, per quanto tardivo potesse risultare, avrebbe potuto dare respiro ai repubblicani «until additional

416 Letter From: Henry L. Stimson To: Cordell Hull, 18.1.1939, in Papers as President: President’s Secretary’s Files,

Documentary History of the Franklin D. Roosevelt Presidency, Volume 36, The Spanish Civil War and the Neutrality Act of 1937, University publications of America, 2006, pp. 646-652

417 F. J. Taylor, The United States and the Spanish Civil War, p. 177 418 R. P. Traina, American Diplomacy and the Spanish Civil War, p. 219

armaments could reach them with which they might still beat back Franco and his Moors, his Italian Fascists and his German Nazis». 419420

Wilson di converso era dell’opinione che una «departure from the policy of nonintervention would transform the Spanish “civil war” into an international conflict». 421

Non mancarono studiosi e analisti politici che sostennero come la revoca dell’embargo non potesse essere considerata un atto di interferenza e ciò in ragione del mancato riconoscimento dello stato di belligeranza per gli insorti e per via della conseguente inapplicabilità delle norme della neutralità. La posizione americana risultava quindi anomala e contraddittoria: pur negandosi, infatti, alle forze di Franco il riconoscimento dello status di belligeranti, in ultima analisi si trattavano alla stessa maniera le due forze in campo.422

Nuove dimostrazioni di protesta si svolsero a New York per opera dei comunisti, dell’Associazione Americana Studenti di Legge e dell’Unione Nazionale Studenti; duecentocinquanta ecclesiastici, protestanti ed ebrei di trentacinque diversi Stati, mandarono un telegramma al Presidente Roosevelt sollecitando la revoca dell’embargo. 423424

Non tutte le ragioni sostenute contro l’embargo derivavano in realtà da considerazioni politiche; crescenti pressioni venivano esercitate per una ripresa delle normali relazioni economiche con la Spagna. Considerato infatti che fino al 1936 la Spagna era stata una grande consumatrice di numerosi prodotti americani, diverse imprese statunitensi si prodigarono per il ripristino dei rapporti commerciali. Interpreti di questa lobby si fecero ancora una volta i senatori Robert Reynolds e Gerald Nye. Complessivamente, secondo stime americane, dall’8 gennaio 1937 al 1 aprile 1939 ben quindici milioni di dollari a disposizione dell’ambasciatore De los Rios, non poterono essere spesi per via dell’embargo. Soli in pochi casi, infatti, fu possibile aggirare, principalmente attraverso spedizioni via Messico, Canada o Francia, le verifiche del Comitato Nazionale di Controllo Munizioni.

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Il riconoscimento

Il progressivo disfacimento repubblicano sotto i colpi dell’esercito franchista pose, già in gennaio, l’Amministrazione di fronte al problema delle relazioni diplomatiche col governo di Burgos e al tema dell’eventuale riconoscimento. Le condizioni poste dal Dipartimento di Stato al regime franchista, illustrate dall’ambasciatore americano a Parigi Bullitt all’esponente franchista Quinones de Leon, erano volte, da una parte a ricevere garanzie circa il trattamento futuro riservato ai repubblicani, dall’altra a ricevere rassicurazioni circa la protezione dei cittadini e dei beni americani in Spagna. Contestualmente Hull sollecitò Roosevelt a richiamare Bowers in patria, con l’intento implicito di facilitare l’iter per il riconoscimento. 425426

419

Si veda nota n. 89.

420 Memorandum w/attachment, 26.1.1939, in Papers as President: President’s Secretary’s Files, Documentary History

of the Franklin D. Roosevelt Presidency, Volume 36, The Spanish Civil War and the Neutrality Act of 1937, University publications of America, 2006, pp. 656-661

421 Telegram From: Wilson To: Secretary of State, 24.1.1939, in State Department File No. 852.00/8853 422 F. J. Taylor, The United States and the Spanish Civil War, p. 178

423 F. J. Taylor, The United States and the Spanish Civil War, p. 179

424 Cfr Letter From: Warren R. Evans To: President Roosevelt, 22.1.1939, in Papers as President: Official File,

Documentary History of the Franklin D. Roosevelt Presidency, Volume 36, The Spanish Civil War and the Neutrality Act of 1937, University publications of America, 2006, pp. 646-652

425 Telegram From: Cordell Hull To: President Roosevelt, ca. 1.1939, in Papers as President: President’s Secretary’s

Files, Documentary History of the Franklin D. Roosevelt Presidency, Volume 36, The Spanish Civil War and the Neutrality Act of 1937, University publications of America, 2006, pp. 621-622

426 Il personale diplomatico americano in Spagna negli stessi giorni veniva invitato a prestare la massima attenzione

Il Presidente, e la maggioranza degli ufficiali del Dipartimento di Stato, non erano tuttavia ansiosi di procedere col riconoscimento. «The prevailing view – ricorda Traina - was that the United States should wait until it was absolutely necessary to do so». 427

Il 23 febbraio Hull una volta venuto a conoscenza dell’ormai prossimo riconoscimento del governo di Burgos da parte del governo inglese chiese a Roosevelt di richiamare a Washington Bowers per delle consultazioni. 428429

Il presidente pur concordando sull’opportunità di richiamare in patria l’ambasciatore tenne a precisare che «there need be no haste in recognition of Franco Government»

Without having any official statement made should not mind if it leaked out that we expect to recognize Franco but are watching first to see whether he treats the Loyalists with the Christian magnanimity that ought to be shown by the victors in a long and destructive civil war. To persecute the losers will take from Franco the good will of most people in the Western Hemisphere and this thought can, I think, be unofficially conveyed to him and to the public Roosevelt. 430

Il primo marzo Bowers venne dunque richiamato a Washington; il 28 marzo con la caduta di Madrid terminava la guerra civile spagnola. 431 Il governo americano rimandò il riconoscimento ufficiale delle forze franchiste fino alla definitiva scomparsa del governo repubblicano. 432

I sostenitori del generale Franco al Congresso americano, supportati dalle diverse organizzazioni filo-franchiste, lanciarono così una mobilitazione per sollecitare il Presidente Roosevelt a prendere l’iniziativa in merito e accelerare quindi il riconoscimento ad opera del Dipartimento di Stato. Di parere opposto era invece il senatore Nye che chiedeva di temporeggiare sul provvedimento di riconoscimento fino a quando non fosse stato scongiurato il rischio di un governo totalitario in Spagna.433 Secondo l’opinione del Segretario di Stato Hull, sciolte le riserve circa la capacità di

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