Franco Alunno
Particolare dello stand della Camera di commercio di Torino
alla 1a esposizione internazionale
di metodologie e tecniche per la raccolta e il recupero dei rifiuti
(Torino - 27 ottobre • 4 novembre 1979).
o , ' ^ 0) ,,»•> j; • si z < • . 5 . d |ag&|l[K -Sa \ j* 5" Jllllll^l o e 4Ss C O M ' È NATA N e l l ' a u t u n n o del 1977 la Camera di commercio di T o r i n o f u sollecitata ad istituire u n a Borsa dei rifiuti industriali, sull'esempio di q u a n t o era già stato realizzato in altri paesi europei. In Ita-lia l'unica iniziativa del genere, gestita dall'Asschimici e tuttora funzionante, aveva carattere settoriale, mentre l'espe-rienza degli altri Stati, ed in particolare della G e r m a n i a , faceva ritenere preferi-bile u n a impostazione generale, in quan-to gli scarti e i sotquan-toprodotti delle im-prese di alcuni settori possono essere usati come materie prime da altri set-tori.
L'iniziativa proposta rispondeva all'esi-genza di predisporre strumenti atti a perseguire u n a politica di risparmio di
materiali, che risponde al duplice fine di contenere il consumo degli stessi ed eliminare o almeno r i d u r r e i costi di smaltimento, che tendono ad aumentare in relazione alle misure di protezione dell'ambiente già in atto e in progetto. L'esigenza peraltro era già stata avver-tita a livello mondiale (v. per esempio i rapporti al Club di R o m a ) , a livello di Comunità europea, che aveva già ap-provato o aveva allo studio alcune di-rettive e raccomandazioni sull'argomen-to, ed è stata poi presa in considerazione anche dal governo italiano, in q u a n t o il C I P I deliberò nel febbraio 1978 che u n o dei piani di settore da predisporre ai sensi della legge 675 avesse per og-getto il recupero e il riciclaggio dei ma-teriali.
La Camera di commercio di T o r i n o aderì pertanto alla sollecitazione, preoc-cupandosi di fare precedere l'istituzione
della borsa rifiuti da u n o studio; prepa-ratorio (curato dalla F I A T Engineering) che descriveva il funzionamento della borsa rifiuti all'estero, indicava alcuni tipi di rifiuti utilizzabili e riportava i risultati di un'indagine campionaria fra le principali imprese della provincia di Torino.
Nel marzo 1978 usciva il primo bollet-tino che conteneva 70 offerte e 11 ' ri-chieste di scarti di lavorazioni. Le im-prese inserzioniste erano quelle piemon-tesi con almeno 50 addetti, in quanto solo a queste era stata inviata comuni-cazione dell'iniziativa. Volendosi però allargare l'area interessata a tutto il ter-ritorio nazionale, i bollettini venivano inviati a tutte le Camere di commercio e a tutte le Unioni industriali. d'Italia, e veniva nel contempo sollecitata al-l'Unione Italiana delle Camere di com-mercio un'azione di promozione e di coordinamento. Il modello al quale ci si è ispirati è infatti quello tedesco, se-condo il quale ogni Camera pubblica u n bollettino che viene inviato alla Ca-mera federale dell'industria e del com-mercio, la quale provvede a riportare tutte le offerte e le richieste su u n bol-lettino nazionale.
La soluzione più congrua per l'Italia sembra da ricercare in un'organizza-zione su base regionale o interregionale con un coordinamento nazionale. Fino a q u a n d o però non sorgeranno analoghe iniziative sul territorio nazio-nale, la Camera di Torino accoglierà tutte le richieste e offerte di materiali, da qualsiasi regione provengano. Q u e s t o convegno h a anzi lo scopo di analizzare i risultati e i problemi di circa un a n n o e mezzo di attività della Borsa rifiuti industriali di T o r i n o e di stimolare l'avvio di iniziative dello stes-so tipo da parte di altre Camere di commercio o Unioni regionali delle stesse.
COME FUNZIONA
Le offerte e le richieste che pervengono sono classificate in dieci gruppi e le relative inserzioni vengono pubblicate gratuitamente, aggregate per settore. Il bollettino, di cui si stampano 2000 copie, viene inviato a tutte le imprese manifatturiere del Piemonte con almeno 50 addetti, alle Camere di commercio, alle Unioni Industriali e A P I di tutta Italia ed a chiunque ne faccia richiesta. Chi è interessato ad u n a o più offerte o richieste comunica, per iscritto o per telefono, che vuole mettersi in contatto con u n o o più inserzionisti: il suo no-minativo viene allora trasmesso all'in-serzionista che provvede a contattarlo. Oltre che comunicare alle ditte inser-zioniste i nominativi delle ditte interes-sate alle offerte o alle richieste di ri-fiuti industriali, si è cercato di appu-rare l'esito delle trattative mediante un'indagine diretta presso gli inserzio-nisti. Ne è risultato innanzitutto che u n certo n u m e r o di ditte aveva compilato in m o d o erroneo il m o d u l o per l'inser-zione richiedendo ad esempio prodotti che voleva offrire; altri non avevano ricevuto i nominativi delle ditte inte-ressate per evidenti disguidi postali. La rilevazione di disguidi di tale ge-nere comporta la necessità di appor-tare alcune modificazioni di carattere organizzativo, come, per esempio, u n a maggiore evidenza della diversità dei moduli per offerte rispetto a quelli per richieste, e la sostituzione del mezzo postale con la comunicazione telefoni-ca. Si è anche pensato di rendere m e n o lento e macchinoso il meccanismo co-municando direttamente il nominativo dell'inserzionista a chi desidera mettersi in contatto.
Q u a n d o invece il contatto è avvenuto, ma l'affare non è stato concluso, si è cercato di individuare le cause della mancata conclusione. Per coloro che avevano offerto rifiuti, i motivi princi-pali sono risultati:
1) la preferenza accordata al preceden-te raccoglitore, che garantiva lo smalti-mento di tutti i rifiuti della ditta, alla
rinfusa o selezionati, e la continuità del ritiro;
2) la qualità della merce, che non è stata ritenuta dal potenziale acquirente conforme alle sue esigenze.
Altri motivi m e n o frequenti sono inol-tre:
3) il prezzo offerto, giudicato poco re-munerativo;
4) la quantità dei rifiuti, giudicata trop-po scarsa o, al contrario, eccessiva; 5) la distanza giudicata eccessiva dal potenziale acquirente, che doveva evi-dentemente sostenere le spese di tra-sporto.
Per coloro che h a n n o richiesto rifiuti il motivo principale della mancata conclu-sione dell'acquisto è risultata la qualità dei rifiuti offerti. Meno rilevanti invece il mancato accordo sul prezzo o la di-vergenza in difetto o in eccesso fra la quantità d o m a n d a t a e quella offerta. Fra coloro che hanno offerto rifiuti vi sono alcuni che avevano già risolto il problema, ma volevano verificare, attra-verso la borsa rifiuti, se esistevano mi-gliori possibilità di collocazione degli stessi. In questo caso la borsa rifiuti ha permesso di allargare la conoscenza del mercato sia p u r e con risultati negativi (prezzo offerto inferiore o uguale a quel-lo già percepito, inferiorità del servizio offerto).
Gli altri motivi di mancata collocazione dei rifiuti sembrano invece più stimo-lanti per l'imprenditore, in quanto atte-stano che esiste un mercato di determi-nati materiali di scarto, m a gli stessi de-vono possedere requisiti minimi di pu-rezza e / o essere offerti ad un prezzo ac-cettabile dalle potenziali controparti.
STIMOLI PER IL FUTURO
Il consuntivo del primo periodo di atti-vità della borsa rifiuti industriali dimo-stra ampiamente che l'iniziativa rispon-de ad esigenze diffuse nel m o n d o indu-striale, ma che occorre anche pensare
ad un potenziamento affinché la stessa sia in grado di incidere con maggiore efficacia nel campo del recupero dei materiali.
Uno dei quesiti che nasce dalla valuta-zione dell'attività svolta è, per esempio, se lo scambio diretto f r a industrie è possibile solo in casi rari, rendendosi indispensabile una mediazione (per rac-colta, selezione e riciclaggio).
In questo caso occorrerà prevedere qua-le tipo di rapporti possano instaurarsi tra Camera di commercio e imprese di intermediazione. Si potrebbe per esem-pio predisporre u n a serie di elenchi di imprese operanti nel campo della rac-colta, riciclaggio e commercializzazione di rifiuti e scarti; su questo tema ritorne-remo più diffusamente f r a poco. Alcune modificazioni di carattere orga-nizzativo di lieve entità sono già state citate; un ulteriore problema riguarda il meccanismo di comunicazione finaliz-zato alla presa di contatto tra le prese: è opportuno (e gradito alle im-prese) che il nominativo degli inserzio-nisti sia comunicato alle imprese che desiderano mettersi in contatto con le stesse?
Per rendere il bollettino più interessante e « leggibile » si è pensato di arricchirlo con un notiziario tecnico, con brevi ar-ticoli che illustrino iniziative nel campo del recupero e del riciclaggio (attività CEE, legislazione nazionale e regionale, convegni, mostre, attività di associazio-ni ed enti ecc.), e con la posta dei let-tori. Per particolari occasioni, si potreb-bero anche pubblicare interventi di mag-gior rilievo.
Inoltre, almeno alcuni numeri potrebbe-ro essere diffusi fra le industrie minori, per le quali sono attualmente disponi-bili elenchi abbastanza completi. La borsa dei rifiuti industriali potrebbe anche promuovere u n concorso nazio-nale di idee per la miglior soluzione di un problema di recupero e riciclaggio, dal punto di vista economico ed eco-logico.
Sembra infine o p p o r t u n o stimolare le imprese ad utilizzare esperti in grado di svolgere u n a consulenza tecnica, econo-mica e commerciale sui rifiuti, costituen-do u n archivio di studi professionali,
enti ed istituti che operano nel settore, ed intervenendo eventualmente con con-tributi sul costo delle consulenze.
Tabella A. Attività della borsa rifiuti industriali (marzo 1978 - settembre 1979, n. 5 bollettini)
N N' Risposte N. . N- RisPoste
S e t t°r Ì offerte a « per offerta richieste / « t a richiesta
ANALISI DEI SETTORI
I rifiuti offerti o richiesti sono stati distinti in dieci settori o categorie:
1) Residui chimici 2) Materiali plastici 3) Carta e cartone 4 ) Legno 5) Materiali in g o m m a 6) Materiali in cuoio 7) Prodotti tessili 8) Materiali in vetro 9) Materiali metallici 10) Materiali vari
In seguito, essendo pervenute alcune of-ferte di attrezzature, che è risultato dif-fìcile inquadrare in u n o dei dieci set-tori elencati, si è provveduto ad aggiun-gere la voce « attrezzature ».
Come risulta dalla tabella A, nel periodo m a r z o 1978 settembre 1979 d u r a n t e il quale sono usciti cinque numeri del bollettino, sono state pubblicate 293 of-ferte e 100 richieste di rifiuti. Le im-prese che h a n n o ofTerto rifiuti sono state
192: ciò significa che alcune imprese h a n n o offerto più di un tipo di rifiuto e la media risulta 1,5 inserzioni per im-presa.
Le imprese che h a n n o richiesto rifiuti, con 100 inserzioni, sono soltanto 34 con un r a p p o r t o medio di 3 richieste per im-presa.
Se analizziamo i settori interessati ri-spettivamente alle offerte e alle richie-ste, notiamo che tra le prime prevalgono i residui chimici con il 2 0 % di tutte le offerte, seguiti dai materiali metallici con il 1 6 % , dai materiali plastici con il 1 5 % , dai materiali vari ( 1 4 % ) , da carta e cartone ( 1 3 % ) , legno ( 8 % ) e prodotti tessili ( 7 % ) . Per i materiali in g o m m a si registra il 4 % , mentre quasi irrilevanti risultano i settori dei mate-riali in vetro e in cuoio.
A ) Residui chimici 58 43 B) Materiali plastici 44 30 C) Carta e cartone 37 29 D) Legno 24 4 E) Materiali in gomma 12 4 F) Materiali in cuoio 2 — G) Prodotti tessili 22 3 H) Materiali in vetro 3 2 1) Materiali metallici 46 26 L) Materiali vari 42 13 M ) Attrezzature 3 1 Totale 293 155 Totale ditte 192 —
Per le richieste, sarà sufficiente elencare la graduatoria dei settori citando il nu-mero delle inserzioni, poiché, come già detto, questo è esattamente uguale a
100.
Sul versante delle richieste abbiamo d u n q u e questa graduatoria: — materiali metallici 20 — materiali plastici 19 — residui chimici 18 — legno 15 — prodotti tessili 13 — carta e cartone 8 Quasi irrilevanti i materiali in gomma, in vetro e vari.
Come le offerte sono superiori alle ri-chieste, così le richieste di contatto con le imprese che richiedono rifiuti sono proporzionalmente più numerose: ab-biamo infatti 94 richieste di contatto per 100 inserzioni, mentre sul versante delle offerte si registrano 155 richieste di contatto per 293 inserzioni.
In complesso si p u ò affermare che 387 operazioni sono finalizzate alla cessione di rifiuti, mentre 255 sono finalizzate all'acquisto: si conta d u n q u e una zione di acquisto per ogni 1,5 inten-zioni di cessione.
Analizzando i singoli settori, quelli che sembrano meno interessare per gli ac-quisti sono quelli dei prodotti tessili (3 contatti per 22 offerte), del legno
0,74 18 16 0,89 0,68 19 17 0,89 0,78 8 19 2,37 0,17 15 13 0,87 0,33 2 2 1,00 0,14 13 9 0,69 0,67 2 3 1,50 0,57 20 9 0,45 0,31 3 6 2,00 0,33 — — — 0,53 100 94 0,94 — 34 — —
(4 contatti per 24 offerte) e dei mate-riali vari (13 contatti per 4 2 offerte). Le richieste di rifiuti che sembrano in-contrare il maggiore interesse sono quel-le relative ai settori della carta e car-tone (19 contatti per 8 richieste), dei materiali vari (6 contatti per 3 richie-ste) e dei materiali in vetro (3 contatti per 2 richieste). In tutti gli altri com-parti il n u m e r o delle richieste supera il n u m e r o dei contatti ma in genere di po-che unità.
Concludendo su questo p u n t o , si p u ò affermare che si è verificato u n sostan-ziale equilibrio tra d o m a n d a e offerta nei diversi settori, se si eccettuano i settori del legno e dei prodotti tessili: equilibrio forse più potenziale che effet-tivo, a causa di diversi elementi che ostacolano la conclusione degli affari, che abbiamo già messo in evidenza. Resta c o m u n q u e accertato che la situa-zione di prevalenza dell'offerta dei pro-dotti non si presenta in misura così net-ta da f a r ritenere impossibile o molto diffìcile la collocazione dei diversi tipi di rifiuti.
Vi è anche da aggiungere che alcune of-ferte riguardavano rifiuti praticamente non utilizzabili: si è trattato di tentativi destinati all'insuccesso, ed anche questa considerazione ci sembra da tenere pre-sente in un bilancio che cerca, sia pure in termini abbastanza approssimativi, di misurare il mercato dei rifiuti indu-striali.
UN ARCHIVIO DELLE IMPRESE CHE VENDONO E A C Q U I S T A N O RIFIUTI
Se vogliamo a questo p u n t o trarre qual-che conclusione operativa dall'esperien-za di u n anno e mezzo di attività, pos-siamo innanzitutto affermare che la bor-sa dei rifiuti industriali nella f o r m a del bollettino bimestrale p u ò p r o d u r r e ef-fetti numerosi e consistenti se è colle-gata ad altre iniziative che p r o m u o v a n o e favoriscano l'utilizzazione di rifiuti industriali: pensiamo soprattutto all'esi-stenza di centri di servizi per il rici-claggio, ad u n a rete di raccolta e di se-lezione dei rifiuti, ad eventuali agevo-lazioni e contribuzioni.
Per q u a n t o riguarda più direttamente il meccanismo di f u n z i o n a m e n t o della borsa rifiuti, le richieste che ci perven-gono ci convincono che è molto utile disporre di un archivio di ditte che richiedono e offrono con continuità e regolarità certi tipi di rifiuti. Per fare alcuni esempi, u n a impresa di torrefa-zione del caffè ci ha contattato per avere nominativi di imprese operanti nel campo della preparazione del com-post, poiché risulta che la pellicola del caffè che si produce nel processo di
to-« b » come to-« borsa » dei rifiuti.
statura possiede elevate qualità nutri-tive del terreno: sarebbe stato opportu-no comunicare qualche opportu-nominativo di impresa operante nella preparazione del compost, e n o n solo mettere a disposi-zione il bollettino per u n a inserdisposi-zione. Altre imprese che intendono attivare impianti di riciclaggio ci chiedono no-tizie sui potenziali fornitori, nono-tizie che riguardano sia le quantità degli scarti sia l'ubicazione degli stabilimenti. Ab-biamo già avuto due richieste di que-sto tipo per il riciclaggio delle materie plastiche.
Imprese produttrici di prodotti di base per l'industria farmaceutica ci hanno se-gnalato la necessità di rifornirsi di sot-toprodotti della macellazione o della lavorazione del latte. Alcune cementerie h a n n o richiesto combustibili di qual-siasi tipo.
H o citato questi pochi esempi per evi-denziare la necessità di predisporre de-gli strumenti di conoscenza del mercato che rispondano con immediatezza e con sufficiente completezza alle richieste di coloro che intendono operare nel campo del recupero e del riciclaggio.
Questo ci ha stimolato a costituire un archivio di richieste e offerte di pro-dotti, gestito per il momento con schede dattiloscritte m a che potrà essere tra-sferito su supporto magnetico qualora la massa dei dati archiviati non
con-senta una gestione manuale rapida ed efficiente.
In tale archivio naturalmente troveran-no collocazione solo quelle imprese che accettano di esservi inserite, e sarà inol-tre necessaria u n a periodica verifica delle imprese iscritte oltre che un con-tinuo aggiornamento ed ampliamento. È inoltre da ritenere che u n a presenza abbastanza significativa delle imprese appartenenti alle diverse classi di indu-stria permetta, in combinazione con gli elenchi generali delle industrie, di va-lutare con sufficiente approssimazione il flusso di scarti e di rifiuti delle singole classi e sottoclassi d'industria.
Il bollettino di richieste ed offerte potrà naturalmente continuare ad uscire, ma soprattutto per operazioni occasionali o per mettere in evidenza nuove acquisi-zioni dell'archivio.
È evidente che un'operazione di tal ge-nere effettuata per u n a sola regione ri-sulta monca ed incompleta: appare dun-que necessario che tutte le altre regioni si dotino di un proprio archivio e a questo punto potrebbe divenire conve-niente raggruppare tutti i dati degli ar-chivi regionali in un arar-chivio nazionale che dovrà essère gestito con un elabora-tore in grado di selezionare le risposte anche in funzione della distanza.
IL N O D O DELL'INTERMEDIAZIONE
Nelle ricerche e negli studi che sono fi-nora stati condotti sul tema del recu-pero, si è posta attenzione soprattutto sui produttori dei rifiuti e sui potenziali utilizzatori, lasciando un po' in ombra il meccanismo di passaggio dagli uni agli altri. È noto infatti che tali passag-gi avvengono per numerosi scarti e sot-toprodotti, ma non si conosce la desti-nazione precisa degli stessi; si ha, è ve-ro, l'impressione che le utilizzazioni alle quali vengono oggi avviati i rifiuti, non siano sempre le più convenienti dal pun-to di vista economico, ma n o n si è in grado di precisare le quantità che ven-gono sottoutilizzate e i motivi che de-terminano questi sprechi.
Sembra necessario allora appuntare
l'at-cqmera ,
dfcomroeiao
artigianato
eagricoHura
tenzione sulla fase di intermediazione per conoscerla, prima di essere in grado di suggerire quegli interventi che garan-tiscano un recupero adeguato al livello più elevato possibile. Per maggiore chia-rezza, possiamo riferirci ad un caso con-creto, quello degli olii esausti: è certo che gli olii per motori provenienti da autoveicoli vengono ceduti dai distribu-tori e dalle officine, ma n o n sembra che le quantità di olio rigenerato o riraffi-nato corrispondano alla massa di olio in tal m o d o recuperato; si deve pertanto supporre che la maggior parte degli olii motore esausti vengano destinati alla combustione con u n a notevolissima per-dita economica. L'olio combustibile in-fatti viene attualmente venduto a lire
1 6 0 / 1 7 0 Kg mentre l'olio motore riraf-finato e additivato vale lire 1 2 0 0 / 2 2 0 0 al Kg.
È difficile capire perché ciò avvenga: alcuni sono portati a ritenere che la cau-sa principale risieda nella scarcau-sa pro-fessionalità dei raccoglitori, che proba-bilmente non conoscono la possibilità di utilizzazioni più ricche della combu-stione e pregiudicano già nella fase di raccolta tale possibilità mescolando olii esausti di qualsiasi tipo e provenienza. Se però esiste una rete di raccolta^ che utilizza, sia pure male, il rifiuto, è di-mostrata la convenienza economica a svolgere questo tipo di attività, conve-nienza che risulterebbe aumentata da una migliore collocazione del rifiuto. Appare allora necessario prendere con-tatto con i raccoglitori, accertare la de-stinazione dei rifiuti e indirizzarli alla utilizzazione più economica.
E ho cosi anche introdotto l'ultimo pun-to di questa relazione, che è quello re-lativo alla opportunità di dedicarsi ad alcuni problemi particolarmente impor-tanti dal punto di vista economico ed ambientale.
Ciò p u ò avvenire innanzitutto f o r n e n d o notizie tecniche ed economiche sui pro-dotti da recuperare e riciclare, promuo-vendo poi la creazione di centri di ser-vizi o il potenziamento di quelli esi-stenti, e la organizzazione di reti di raccolta e selezione.
Il tema degli olii esausti, che ho citato, è u n o di quelli che appare meritevole di intervento; accanto ad esso citerei
Veduta d'assieme delio stand camerale
(ideazione e progetto esecutivo di Giovanni Andriani).
anche i settori della gomma e delle ma-terie plastiche.
Un'esperienza d u n q u e quella della Borsa rifiuti di Torino, che h a permesso da par-te nostra l'acquisizione di utili cono-scenze e che d'altro lato ha testimo-niato alle imprese che da parte della pubblica amministrazione, qualcosa si muove in questo campo, qualcosa che deve crescere e diffondersi coinvolgen-do altre amministrazioni, dallo Stato alla Regione ai Comuni, f o r n e n d o ser-vizi via via più articolati ed efficienti e soprattutto predisponendo programmi razionali per u n a intensificazione delle attività di recupero.
Se è evidente l'interesse generale allo sviluppo del recupero, n o n sempre è ravvisabile u n a convenienza economica dell'operatore privato: si tratterà allora in questi casi di prevedere interventi pubblici che coprano u n a parte delle spese, quella parte a p p u n t o che f a rag-giungere la soglia di convenienza al-l'operatore privato.
Sarà però necessario, in questo caso, che accanto alle Camere di commercio si realizzi l'intervento di altri enti pub-blici, a cominciare dallo Stato.