• Non ci sono risultati.

Cronache Economiche. N.011-012, Anno 1979

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Cronache Economiche. N.011-012, Anno 1979"

Copied!
112
0
0

Testo completo

(1)

l l H C R O f l A C H E

979

ECOflOi

i

dCHE

(2)

Certo, l'Italia è un luogo splendido per passarci le vacanze.

Ad ogni angolo si incontrano millenni di storia, di arte, di cultura. Ma l'Italia non è soltanto questo.

Italia è anche tecnologia avanzata, paziente ricerca, intelligente inventiva.

Ne è un'esempio il "Robogate": un impianto industriale completamente "Made in Italy" che

-unico al mondo consente la saldatura automatica delle scocche d'automobile.

L'Italia è anche un mercato aperto, pronto ad intraprendere con qualunque paese estero

importanti e validi rapporti commerciali.

E l'Istituto Bancario San Paolo di Torino può darvi

una mano.

Con la sua efficiente e specializzata

Organizzazione Estero.

Con i suoi più di quattro secoli di storia e

di conoscenza del mercato italiano.

Il San Paolo può essere il vostro giusto e sicuro

tramite per l'Italia e per tutti i paesi del mondo.

300 filiali in Italia.

Sedi a: Torino, Bari, Bologna, Firenze,

Genova, Milano, Napoli e Roma.

Delegazioni di Credito Fondiario a: Cagliari,

Catania, Pescara e Reggio Calabria.

Filiali estere a: Francoforte; Rappresentanze a:

Londra, Parigi, Tokio (A.I.C.I.) e Zurigo.

D D <2 L a t u a b a n c a d i f i d u c i a d a 4 0 0 a n n i .

S N N M O I O

ISTITUTO BANCARIO

SAN PAOLO DI TORINO

(3)

DELTA. L'OPERA NUOVA DI LANCIA

(4)

zlist ambrosetti

trasporti internazionali

...per voi in tutto il mondo

Settantanni di esperienza nei quattro settori tradizionali

dei trasporti, stradale - marittimo - ferroviario - aereo, ci permettono

di affermare che il nostro Gruppo è in grado

di soddisfare qualsiasi esigenza pur imponente e sofisticata.

10141 TORINO

Corso Rosselli 181 - Tel. (011) 33361 - Telex 220053 - 221242 - 221246 20139 M I L A N O

Via Toffetti 104 - Tel. (02) 52541 - Telex 310242 20010 ARLUNO Via B e l l i n i , 2 / 4 Tel. (02) 9017203 Telex 330124 50019 SESTO FIORENTINO Via G r a m s c i , 546 Tel. (055) 4494831 Telex 570403 00153 ROMA Via D e l l a Magliana, 210 Tel. (06) 5800580 70100 BARI Strada V i c i n a l e del Tesoro, 11/1-3 Tel. (080) 441421/2-441609 Telex 810247 16149 GENOVA-Sampierdar. Via A . Cantore, 8 / H Tel. (010) 417041/51 Telex 270348 17100 SAVONA Via Chiodo, 2 Tel. (019) 28877-22875 Telex 270595

40010 SALA BOLOGNESE 39100 BOLZANO (loc. Tavernelle) V i a D o l o m i t i , 4 Via S t e l l o n i , 12/A Tel. (0471) 23681-23682 Tel. (051) 954252/4-954201/4 Telex 400142 Telex 510118 57100 LIVORNO Via Grande. 225 Tel. (0586) 35107-35108 20010 VANZAGO Via Valle Ticino, 30 Tel. (02) 9344426-7-8 Telex 332515

41100 MODENA Via del Canaletto, 588 Tel. (059) 312044 Telex 510208

22100 C O M O - C a m e r i a t a Via Mariano Tentorio, 6 Tel. (031) 506092-506277 Telex 380077 80142 NAPOLI Via A m e r i g o Vespucci, 78 Tel. (081) 260756-260652 Telex 710557

NEW YORK N.Y.10048 (USA) HONG KONG

One W o r l d Trade Center, 2001 Advance Building,20/F Suite 5347 34-38 Des Voex Road, C., Tel. 4320690 Tel. 5-220186 Telex 125404 Telex 83219 SINGAPORE 2 Suite 1107-1108, 11th Floor, Tunas Building, 114, Anson Road Tel. 2206388 Tel. 23715 BELO HORIZONTE (Brasile) MG. A v . Amazonas 2496 Tel. 3351394 Telex 311503

SAO PAULO (Brasile) Rua do Seminario, 199 7o Andar

(5)

L'uomo

e l'ambiente

Le garanzie per il

mantenimento dell'equilibrio

uomo-ambiente possono

venire solo da una visione

professionale di tutte le

componenti che oggi lo

regolano, compresa quella dei

rifiuti industriali.

L'unico modo per evitare che la

natura venga deturpata e

distrutta dai rifiuti industriali,

siano essi solidi o liquidi, è

quello di prendere atto della

realtà in cui viviamo,

affrontando tecnicamente

e scientificamente

il problema.

Il rifiuto è esistito, esiste ed

esisterà sempre, qualunque sia

il tipo di sviluppo che l'uomo

vorrà darsi nel futuro.

Preso atto di ciò si tratta di

ricorrere a tutte quelle tecniche

e procedimenti scientifici che

oggi aziende specializzate sono

in grado di dare per la

salvaguardia dell'ambiente e

dell'uomo, per sollevare da un

punto di vista legale le aziende

dalle responsabilità morali e

penali in cui potrebbero

incorrere qualora questa voce

non fosse considerata

nell'ambito dei costi industriali.

Oggi la decisione è una sola:

scegliere le aziende in grado di

risolvere, veramente in

conformità della legge e con

tutta la garanzia del caso, il

grosso problema dei rifiuti

industriali.

Noi siamo qui per questo.

UH: ®

iiiii

la tecnica al servizio dell'industria

per il trattamento dei rifiuti solidi e liquidi

(6)

o

N O R D

SE/iC

E

azzini

KIWI

C.so Sebastopoli 250

-10136 TORINO

COMPONENTI PER L'ECOLOGIA

Licenziatari in esclusiva per il sud Europa delle tecniche N O R D NERO A B Svezia.

Ingegneria e componenti per la drastica riduzione dei consumi d'acqua in galvanica e il re-cupero del cromo e del nichel.

Agenti esclusivi per il Piemonte

Strumentazione elettronica ed apparecchiature SEAC per il controllo delle acque e per gli impianti di trattamento. PH-Rxmetri, conducimetri, torbidimetri, clororesiduometri misuratori di portata, misuratori di 02 disciolto, gruppi di automazione per il trattamento acque.

Agenti esclusivi per il Piemonte

Le FILTRO PRESSE «Fazzini» nei modelli F.600 - F.800 - F.1000, sia manuali che automati-ci, si distinguono nel settore per la funzionalità e la tecnica acquisita attraverso anni di espe-rienza.

Operando nei settori:

• Recupero sostanze inquinanti • Riciclo acque depurate • Ricupero degli smalti • Disidratazione dei fanghi

tiene conto del minimo intervento di mano d'opera, della semplicità di funzionamento e del basso costo di gestione.

Stazione di lavaggio contenitori

O R G A N I C O A Z I E N D A L E

N° 1168 unità al 31-12-1978

IL P A R C O M E Z Z I È C O S Ì C O M P O S T O :

• Autocompattatori per

raccolta - trasporto rifiuti n. 190 • Lava-contenitori » 3 • Motocarri » 53 • Autocarri leggeri » 10 • Autospazzatrici » 5 • Espurgo pozzi » 2 • Ciclomotori attrezzati » 94

A.M.R.R.

(Azienda Municipale Raccolta Rifiuti) T O R I N O

L ' A . M . R . R , , in a t t u a z i o n e del p r o g r a m m a di unificazione dei ser-vizi, p r e d i s p o s t o d ' i n t e s a col C o m u n e di T o r i n o p e r la c o s t r u z i o n e di u n a A z i e n d a di igiene u r b a n a , svolge a t t u a l m e n t e i s e g u e n t i servizi:

• r a c c o l t a rifiuti solidi urbani di T o r i n o e p e r c o n t o terzi; • raccolta rifiuti solidi industriali assimilabili agli urbani; • pulizia m e r c a t i all'ingrosso ( o r t o f r . , ittico, fiori);

• s m a l t i m e n t o rifiuti solidi urbani e industriali assimilabili C o n s o r -zio T o r i n o Nord a m e z z o i m p i a n t o a d i n t e r r a m e n t o controllato; • lavaggio c o n t a i n e r s ;

• r a c c o l t a rifiuti insoliti; • pulizia s t a d i o c o m u n a l e ;

• r a c c o l t a d i f f e r e n z i a t a ( r e c u p e r o carta);

• pulizia Impianti sportivi e Centri d ' I n c o n t r o di Quartiere. In 9 dei 2 3 Quartieri cittadini l ' A . M . R . R . s v o l g e inoltre i s e g u e n t i servizi: • s p a z z a m e n t o s t r a d a l e m a n u a l e e m e c c a n i z z a t o , giardini e a r e e verdi • pulizia m e r c a t i rionali; • s g o m b e r o s c a r i c h e a b u s i v e ; • e s p u r g o caditoie stradali;

• pulizia e disinfezione orinatoi pubblici; • lavaggio ed i n n a f f i a m e n t o s t r a d a l e ;

(7)

alaggio e varo fino a 220 tonnellate

-massima tempestività per qualunque

tipo di riparazione-grande e piccola

manutenzione per ogni genere

di barca-imboccatura di totale

sicurezza anche con mari di libeccio e

di scirocco -180 chilometri da Milano,

210 da Torino, 900 da Monaco

di Baviera, 460 da Ginevra.

IL POBIO DI LAVAGNA

50chilometri dall'aereoporto di Genova

-1600posti barca dotati di acqua

ed energia elettrica m

-telefono predisposto per barche

di maggiori dimensioni w

- ormeggi su catenaria ' i

- 7 famosi cantieri all'interno del porto J

FIN DATA

E' una proposta della Findata Società di servizi

(8)

polizza senza prezzo

Gii anni più fragili del-la vita di ogni giovane uo-mo che sia marito e padre non soltanto in senso a -nagrafico, che senta cioè la responsabilità della sua posizione, sono quelli in cui egli, appena avviato-si nella profesavviato-sione o nella carriera, non ha an-cora raggiunto la sicurez-za economica.

Perciò la tecnica assi-curativa, interpretando le apprensioni di questi gio-vani padri, ha inventato la polizza « temporanea », cosi chiamata perché du-ra per un periodo di tem-po prestabilito ( e cioè per il tempo dell'iniziale, tem-poranea insicurezza eco-nomica) e poi si estingue.

E' una polizza estrema-mente semplice ed

econo-mica. Per esempio, un uo-mo di 30 anni, versando all'INA poco più di 70 mi-la lire all'anno (200 lire al giorno), può garantire ai propri cari l'immedia-ta riscossione di un capi-tale di 12 milioni di lire, nel caso in cui egli venis-se a mancare nei 15 anni a venire.

Pensate! S e durante quei 15 anni succede qual-cosa, i vantaggi di questa polizza sono davvero sen-za prezzo; se non accade nulla, la tranquillità in cui l'assicurato e la sua famiglia avranno vissuto per tanto tempo, è ugual-mente senza prezzo . . .

Per maggiori informa-zioni:

Per la pubblicità su:

L A S T A M P A

STAMPA SERA

(mmM

ISTITUTO NAZIONALE DELLE ASSICURAZIONI

T U T T O L I B R I

e su altri quotidiani,come:

IL PICCOLO-ALTO ADIGE

L ECO DI PADOVA

LA GAZZETTA DI MANTOVA

Rivolgetevi a :

publikompass spa

In Piemonte

10126 Torino - C.so M. D'Azeglio 60 - Tel. (011 ) 658.965 / 658.844 28100 Novara - Via A. Costa 32 - Tel. (0321) 33.341 / 399.240

13051 Biella - Via Novara 9/d - Tel. (015) 26.234

BC

VIA G A E T A N O NEGRI 8 / 1 0 2 0 1 2 3 MILANO T E L 8 5 . 9 6

IPSEIT

I S T I T U T O SUPERIORE PER INTERPRETI T R A D U T T O R I

L'I. P.S. E. I.T. (Istituto Superiore per Interpreti e Traduttori)

al servizio dell'Industria e delle Aziende

Traduzioni tecniche e scientifiche da e nelle lingue europee

ed extra-europee.

- Interpreti di trattativa specializzati nei vari settori

Interpreti di simultanea per congressi, meetings, tavole rotonde

- Traduzione di film documentari e pubblicitari

- Corsi di lingue individuali e collettivi a tutti i livelli

I. P.S. E. I.T.

(9)

D i v e r s o . Secco. L e g g e r o . Profumato. Raffinato. Perché fatto solo c o n u v e Pinot bianche colte in u n preciso m o m e n t o della maturazione.

Blanc de Blancs Principe di Piemonte,

lo spumante fatto solo con uve bianche.

Ecco perché è così diverso.

Cinzano

(10)

s

• 1

: l i » ; :

B H R H R H i I ^ a J P ^ ® m n

K

- - , , • ,

127: una certezza.

E vero che la 127 è oggi la macchi-na più collaudata e sicura?

Certo: ha raggiunto in questi giorni i 4 milioni di unità prodotte.

È vero che oggi puoi sceglierla tra 9 versioni?

Certo: c'è a 2 porte, a 3 porte, a 4 porte e in versione Sport da 70 CV.

È vero che è molto cambiata dalla 127 di qualche anno fa?

Certo: è stata talmente arricchita nelle finizioni, nelle dotazioni di se-rie e nel confort, che oggi è diventa-ta una vera "media" di lusso.

È vero che è la macchina che si ri-vende meglio?

Certo: è talmente buona che anche da usata la compri ad occhi chiusi. È vero che la 127 in Italia va sem-pre molto forte?

Certo: oltre il 50% di chi compra una "mille" sceglie una 127.

(11)

RIVISTA DELLA C A M E R A DI C O M M E R C I O INDUSTRIA A R T I G I A N A T O E A G R I C O L T U R A DI T O R I N O

S O M M A R I O

3 C o n v e g n o i n t e r n a z i o n a l e : R e c u p e r o d e i rifiuti u r b a n i e d i n d u s t r i a l i

4 A n a l i s i t e c n i c o - d e s c r i t t i v a e d a s p e t t i m a c r o e c o n o m i c i

d e l l e p o s s i b i l i t à di r e c u p e r o di rifiuti i n d u s t r i a l i in I t a l i a Giancarlo Chiesa - Gianmaria Baiano

18 La p o l i t i c a d e l l a C o m u n i t à E u r o p è a in m a t e r i a di g e s t i o n e d e i rifiuti Benno Risch

24 La B o r s a d e i rifiuti i n d u s t r i a l i di T o r i n o Franco Alunno

29 Le B o r s e d e i rifiuti a s s i c u r a n o m a t e r i a l i a l l a p r o d u z i o n e . 5 a n n i di e s p e r i e n z e

n e l l e C a m e r e p e r il c o m m e r c i o e l ' i n d u s t r i a d e l l a R e p u b b l i c a f e d e r a l e t e d e s c a Wilhelm K. Risse

32 Q u a l c h e e s e m p i o di v a l o r i z z a z i o n e d e i rifiuti i n d u s t r i a l i in F r a n c i a Michel M u r a t

46 Il r e c u p e r o in r e l a z i o n e ai p r o b l e m i di s m a l t i m e n t o d e i rifiuti i n d u s t r i a l i Lorenzo Levis - Riccardo Fox

55 A u t o s t r a d a T o r i n o - B a r d o n e c c h i a . V e r i f i c a di f a t t i b i l i t à t e c n i c o - e c o n o m i c a * * * 65 Le m a g g i o r i b a n c h e i t a l i a n e e p i e m o n t e s i Carlo Beltrame 68 R e l a z i o n i e c o n o m i c h e i t a l i a n e c o n S i n g a p o r e , M a l a y s i a , K u w a i t Giorgio Pelliccili 75 I m a i o l i c a r i in P i e m o n t e e d a T o r i n o Piera Condulmer 81 L ' u o v o p e r u n ' a l i m e n t a z i o n e § a n a e d e c o n o m i c a Bruno Cerrato 83 T r a i libri 89 Dalle riviste 91 I n d i c e d e l l ' a n n a t a In c o p e r t i n a : A. Pasini. Cavoretto, 1879 (Torino, Museo Civico).

Corrispondenza, manoscritti, pubblicazioni debbono essere indirizzati alla Direzione della rivista. L'accettazione degli articoli dipende dal giudizio insindacabile della Direzione. Gli scritti firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e non impegnano la Direzione della rivista né l'Amministrazione camerale. Per le recensioni le pubblicazioni debbono essere inviate in duplice copia. È vietata la riproduzione degli articoli e delle note senza l'autorizzazione della Direzione. I manoscritti, anche se non pubblicati, non si resti-tuiscono.

Editore: Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino. Presidente: Enrico Salza

Giunta: Domenico Appendino, Mario Catella, Giuseppe Cinotto, Renzo Gandini, Franco

Gheddo, Enrico Salza, Alfredo Camillo Sgarlazzetta, Liberto Zattoni.

Direttore responsabile: Giancarlo Biraghi Vice direttore: Franco Alunno

Redattore capo: Bruno Cerrato Impaginazione: Studio Sogno

Composizione e stampa: Tipolitografia V. Bona - T o r i n o

Pubblicità: Publi Edit Cros s.a.s. - Via Amedeo Avogadro, 22 - 10121 Torino - Tel. 531.009

Direzione, redazione e amministrazione: 10123 Torino Via S. Francesco da Paola, 24 - Telefono 57161.

Palazzo degli Affari

(12)

Camera di Commercio industria Artigianato e Agricoltura e Ufficio Provinciale Industria Commercio e Artigianato

Sede: Palazzo degli Affari

Via S. Francesco da Paola, 24

Corrispondenza: 10123 Torino

Via S. Francesco da Paola, 24 10100 Torino - Casella Postale 413.

Telegrammi : Camcomm Torino. Telefoni: 57161 (10 linee). Telex: 221247 CCIAA Torino.

C/c postale: 00311100.

Servizio Cassa:

Cassa di Risparmio di Torino. Sede Centrale - C/c 53.

Borsa Valori

10123 Torino

Via San Francesco da Paola, 28.

Telegrammi : Borsa. Telefoni: Uffici 54.77.04 Comitato Borsa 54.77.43 Ispettorato Tesoro 54.77.03. Borsa Merci 10123 Torino

Via Andrea Doria, 15.

Telegrammi : Borsa Merci

Via Andrea Doria, 15.

Telefoni: 55.31.21 (5 linee).

Gabinetto Chimico Merceologico

(presso la Borsa Merci) 10123 Torino

Via Andrea Doria, 15.

(13)

Convegno internazionale

RECUPERO DEI RIFIUTI

URBANI ED INDUSTRIALI

È stata la Camera di commercio indu-stria artigianato e agricoltura di Torino, assieme alla società Torino Esposizioni, ad organizzare due giornate di studio su questo tema. L'incontro, che ha avuto la collaborazione del CSIT (Centro stu-di ingegneria del territorio) e il patro-nato del Ministero dell'industria e della FISP1U (Federazione italiana servizi pubblici igiene urbana), ha incontrato un largo successo. Più di trecento sono stati infatti i partecipanti ai lavori, tenu-tisi presso la sala Giulio Cesare del com-plesso fieristico di Torino Esposizioni, ospitante in coincidenza, nel quadro della rassegna Tecnica '79, la la

Espo-sizione internazionale di metodologie e tecniche per la raccolta e il recupero dei rifiuti. Il programma dell'iniziativa, svoltasi nei giorni 30 e 31 ottobre, si è sviluppato su tre gruppi di relazioni.

• Relazioni generali

1) Il ruolo delle aziende di igiene ur-bana. nella politica del recupero.

(Presidenza FISPIU).

2) Stato attuale delle tecniche di recu-pero: esperienze e piani operativi in atto nelle Aziende di igiene urbana - raccolta differenziata;

- tecniche di recupero nella fase di smaltimento;

- valorizzazione di rifiuti industriali. (Commissione tecnica e commissione studi della FISPIU).

3) Analisi tecnico-descrittiva ed aspetti

macroeconomici delle possibilità di re-cupero di rifiuti industriali in Italia.

(Prof. Ing. Giancarlo Chiesa, Ing. Gian-maria Baiano, esperti del Gruppo di stu-dio su « recupero e riciclaggio dei ma-teriali » [legge 675]).

• Sezione « Rifiuti urbani »

a) La normativa e i controlli di qualità

delle materie seconde recuperate. (Prof. Giorgio Nebbia, Prof. Elsa Maria Pizzoli Mazzacane, Istituto di merceo-logia, Università di Bari).

b) La titolazione ed i problemi di

mer-cato della carta da macero e della pasta ricavata dai rifiuti urbani.

(Prof. Enrico Todisco, Ente nazionale per la cellulosa e la carta, Roma). c) Il reimpiego, il riciclaggio e la messa a rifiuto degli imballaggi.

(Dr. Ing. Franco Migone, Istituto Ita-liano Imballaggio, Milano).

D) UANFIMA, l'ASSOCARTA, l'ASSOGRA-FICI, l'ASSOMACERO, l'ASSORIMAP, PAS-SO VETRO, e R UNIONPLAST con

comuni-cazioni.

• Sezione « Rifiuti industriali »

a) La politica della Comunità europea

in materia di gestione dei rifiuti: il re-cupero dei rifiuti industriali e le borse dei rifiuti nella Comunità.

(Sig. Benno Risch, Commissione della Comunità Europea, Bruxelles).

b) La borsa dei rifiuti di Torino.

(Dr. Franco Alunno, Camera di com-mercio industria, artigianato e agricol-tura di Torino).

c) Le borse dei rifiuti assicurano mate-riali alla produzione: 5 anni di espe-rienze nelle Camere per il commercio e l'industria della Repubblica federale tedesca.

(Ass. Wilhelm K. Risse, Camera di commercio Italo-germanica, in rappre-sentanza dell'Unione delle Camere di commercio tedesche).

d) Qualche esempio 'di valorizzazione

dei rifiuti industriali in Francia. (Prof. Michel Murat, Laboratorio di chi-mica applicata dell'INSA di Lione).

e) Il recupero in relazione ai problemi

di smaltimento dei rifiuti industriali. (Dr. Ing. Lorenzo Levis, Federazione delle associazioni industriali del Pie-monte, Dr. Ing. Riccardo Fox, Fiat Engineering, Costruzioni e Impianti SpA, Torino).

A queste relazioni di base hanno fatto seguito numerose comunicazioni ufficia-li, tra le quali quelle dell'ing. Oscar Montabone (Il recupero dei rifiuti indu-striali in Fiat), del prof. Paolo Schmidt

(I principi delle tecnologie non spreco), del dott. Carlo R. Gutermann e dell'ing. Franco Fox (Il recupero della gomma mediante processo pirolitico-progetto In-terno), dell'ing. Giovanni Natta (Un

sistema regionale per la valorizzazione dei sottoprodotti industriali). Ricco di approfondimenti e di proposte è stato anche il dibattito, apertosi subito viva-cemente sui diversi aspetti dei problemi oggetto d'analisi.

(14)

ANALISI TECNICO-DESCRITTIVA

ED ASPETTI MACROECONOMICI

DELLE POSSIBILITÀ DI RECUPERO

DI RIFIUTI INDUSTRIALI IN ITALIA

Giancarlo Chiesa - Gianmaria Baiano

// recupero dei rifiuti può e deve diventare una fonte di materie prime.

1. PREMESSA

La produzione a n n u a di rifiuti indu-striali in Italia è stimata intorno ai 35 milioni di t: parte di tale quantitativo è suscettibile di recupero, il resto deve es-sere smaltito con un m i n i m o costo eco-nomico ed ecologico.

T r a le molte iniziative di studio del problema si ricorda l'attività — tuttora in corso — del g r u p p o di studio « Re-cupero e riciclaggio dei materiali » per la redazione dell'omonimo p r o g r a m m a finalizzato, nel q u a d r o della legge nu-mero 6 7 5 / 7 7 , istituito dalla deliberazio-ne 24-2-78 del C I P I : i dati e le consi-derazioni che seguono sono tratti essen-zialmente dal r a p p o r t o finale elaborato dal gruppo, che ha operato presso la Camera di commercio di Torino.

2. CRITERI DI SFRUTTAMENTO OTTIMALE DELLE FONTI DI ENERGIA E DELLE MATERIE PRIME

Fino a tempi assai recenti il costo di u n qualsiasi prodotto veniva calcolato in termini esclusivamente economici, alme-no da parte di chi lo produceva e di chi lo acquistava: esso era giudicato tanto migliore q u a n t o più la sua qualità e le sue prestazioni risultavano convenienti in relazione al prezzo praticato, indipen-dentemente dalle modalità e dalle tecni-che di produzione. La politica economi-ca generalmente attuata consisteva sem-plicemente nel vegliare affinché una con-giuntura sfavorevole non turbasse la di-namica delle forze di mercato, da cui scaturiva un sempre maggior volume di beni a prezzi via via decrescenti. La presa di coscienza dei limiti dell'am-biente in cui viviamo ha condotto in breve volgere di anni a considerare mol-ti altri aspetmol-ti del sistema produtmol-tivo, tanto che oggi — almeno a livello ma-croeconomico — la valutazione della

convenienza o m e n o di un processo, così come la definizione di una politica eco-nomica, non possono non derivare da un'analisi dei costi assai più ampia, che allo stesso titolo delle variabili econo-miche tenga conto di quelle energetiche, ambientali ed esprimenti la disponibilità di risorse.

Sinteticamente si possono formulare al-cuni criteri di giudizio, che tengano contò:

a) dell'entità delle risorse rinnovabili e non rinnovabili in ambito mondiale,

coinvolte in un processo produttivo, es-sendo evidente che il prelievo delle pri-me deve essere in ogni caso minimo, mentre quello delle seconde p u ò trovare un limite solo nella loro capacità di rigenerazione spontanea;

b) della reperibilità o meno in ambito nazionale di ogni risorsa utilizzata,

es-sendo particolarmente importante per l'Italia, dipendente dall'estero per molte forniture anche di importanza vitale, in-crementare al massimo il consumo di ri-sorse nazionali sostitutive di altre im-portate, il cui volume deve essere in ogni m o d o ridotto per ragioni relative non soltanto al b u o n andamento della bilancia commerciale;

c) del costo ambientale di un'attività, calcolato in relazione alla capacità di recupero degli ecosistemi interessati, re-stando stabilito che questa non deve c o m u n q u e essere superata p r o d u c e n d o degradazioni irreversibili; q u a n t o agli effetti negativi sulla qualità della vita dei cittadini (derivanti p. es. dall'inqui-n a m e dall'inqui-n t o da rumore) essi devodall'inqui-no essere contenuti entro limiti massimi prefissati, entro i quali il loro costo deve essere computato come u n a qualsiasi altra voce di spesa, anche se relativa ad u n bene monetizzato;

d) del grado di vulnerabilità che u n

(15)

più avverse condizioni è da preferire ad altri, altrettanto o relativamente più con-venienti ma più rigidi;

e) del livello di occupazione che p u ò

essere indotto," e del volume di

investi-menti richiesti dallo svolgimento di u n a

determinata attività, in funzione delle possibili tecnologie utilizzabili, soprat-tutto in caso di sostanziale equivalenza dei risultati economici ottenibili, restan-do inteso che il primo deve essere per quanto possibile incrementato in rap-porto al secondo.

Alla luce di queste considerazioni di ca-rattere generale le strutture produttive e le tendenze del mercato, come p u r e le tecnologie oggi disponibili per il recu-pero delle risorse e lo smaltimento dei rifiuti non più utilizzabili, devono esse-re valutate in un'ottica assai più lungi-mirante e meno interessata di q u a n t o sia avvenuto in passato, ed in particolare tenendo conto del fatto che:

— il complesso delle risorse non rinno-vabili organizzate in manufatti n o n p u ò essere considerato come un insieme di oggetti « a perdere » ma deve essere ritenuto u n capitale circolante, eventual-mente da incrementare in misura anche cospicua, ma da utilizzare in m o d o da ridurre al minimo le perdite e di con-seguenza i necessari reintegri, il' cui ra-teo annuo rappresenta l'equivalente del tasso di deprezzamento degli investi-menti o del tasso di svalutazione delle somme in valuta; q u a n t o più si riuscirà a limitare in f u t u r o i prelievi dell'am-biente necessari a mantenere o ad accre-scere tale, capitale, tanto più elevato e tanto più a lungo si m a n t e r r à il livello di vita di tutti i cittadini;

— l'insieme dei processi di produzione, di consumo e di recupero deve giungere a configurarsi come un sistema chiuso

di trasformazioni in cui gli apporti e le

perdite di materia p r i m a da e verso l'ambiente sono assai limitate, ed il pro-pellente di questa enorme macchina è rappresentato dall'energia proveniente da diverse fonti, a loro volta in parte rinnovabili — e d u n q u e utilizzabili sen-za limitazioni — ed in parte no — e quindi da riservare a quegli usi per cui non sono ammissibili alternative;

— il f u n z i o n a m e n t o della parte produt-tiva della macchina trasformatrice ri-chiede spesso materie prime di elevata qualità, che, sebbene non disperse, ven-gono restituite in f o r m e aggregate e su-scettibili di utilizzazioni meno impegna-tive; in tal senso si p u ò dire che

l'entro-pia del sistema tende ad aumentare. U n a

destinazione primaria dell'energia dispo-nibile deve a p p u n t o consistere — attra-verso il riciclaggio — nel vincere almeno parzialmente tale entropia, mediante la raccolta, la concentrazione e la riquali-ficazione dei materiali, secondo un mec-canismo analogo a quello delle pompe di calore e con u n rendimento altrettan-to favorevole. La determinazione dei li-miti a cui occorre spingere tale azione dipende dal rapporto tra la scarsezza di risorse non rinnovabili e la disponibilità di energia, in relazione al rendimento marginale decrescente dei recuperi: se-condo talune valutazioni globali si p u ò ritenere che la convenienza di tali inter-venti non sia più verificata q u a n d o vie-ne raggiunto un tasso di recupero del 6 0 % , calcolato come media tra quelli possibili per le diverse risorse; oltre tale limite ulteriori significativi progressi po-trebbero essere conseguiti soltanto pro-lungando la durata del periodo d'uso dei manufatti;

— u n a politica lungimirante delle ri-sorse potrebbe portare a privilegiare i recuperi anche molto al di là dei vincoli imposti da u n a verifica strettamente eco-nomica: la distorsione del mercato a

favore del recupero non risulta tuttavia conveniente al di là di certi limiti,

spes-so più ristretti di quanto non si ritenga comunemente.

3. OSSERVAZIONI RELATIVE AL RECUPERO DEI MATERIALI

L'utilizzazione di materiali di recupero da parte dell'industria non è u n a novità, in q u a n t o questo è già attuato relativa-mente a molte materie seconde, come la carta da macero, i rottami metallici ecc. In questi casi eventuali interventi pos-sono limitarsi a favorire la raccolta e la selezione di tali materiali in m o d o che

affluiscano in quantitativi sempre più in-genti agli utilizzatori.

Già oggi l'Italia è — nell'ambito CEE — il principale paese importatore di rotta-mi e di cascarotta-mi. Tale situazione deriva dai lunghi sforzi compiuti dall'industria per aggirare almeno parzialmente la scarsezza di risorse nazionali in termini di materie prime.

Per molti altri sottoprodotti dei cicli di lavorazione non si conosce invece anco-ra una possibilità di riutilizzazione, a causa di deficienze nelle tecnologie di recupero, il cui studio e la cui sperimen-tazione sono quindi da incoraggiare in ogni modo. Molto spesso tuttavia l'im-possibilità di destinare utilmente tali ma-teriali è dovuta non tanto a problemi di natura tecnologica, ma al fatto che la produzione degli scarti è dispersa in piccoli quantitativi presso u n n u m e r o troppo grande di produttori, e / o al fatto che i cascami di diversa natura o prove-nienti da lavorazioni differenti vengono mescolati già all'origine, donde u n a re-ciproca contaminazione che ne rende inattuabile una valorizzazione in termi-ni economici.

(16)

mate-rie p r i m e e c o n s e n t e n d o di a t t u a r e pro-cessi di nobilitazione assai più efficaci e m e n o costosi. Le aziende d e v o n o cioè gestire i loro rifiuti c o m e i cittadini delle località in cui sono in atto raccolte diffe-renziate, e questo n o n solo p e r r e p e r i r e eventuali cespiti di e n t r a t a dovuti alla vendita dei materiali r e c u p e r a t i , m a an-che per r i d u r r e i costi di s m a l t i m e n t o dei p r o p r i scarti.

Il carattere di s t r u t t u r a organizzata del-l'industria d o v r e b b e in molti casi favo-rire la messa in atto di p r o c e d u r e e com-p o r t a m e n t i finalizzati al riciclaggio. Al-l ' i m p e g n o deAl-lAl-l'industria deve p e r ò cor-r i s p o n d e cor-r e u n pacor-rallelo intecor-rvento della p u b b l i c a a m m i n i s t r a z i o n e , c h e n o n deve f r u s t r a r e con la sua inerzia il lavoro svol-to per limitare l ' i n q u i n a m e n t o e p e r va-lorizzare i residui. I n particolare a d ogni obbligo imposto agli o p e r a t o r i e c o n o m i c i deve c o r r i s p o n d e r e u n servizio che n e completi l'opera. Cosi p. es. i garages con i m p i a n t o di lavaggio delle a u t o pos-sono essere obbligati a raccogliere le a c q u e oleose in a p p o s i t e cisterne, m a è nel c o n t e m p o necessario p r e d i s p o r r e u n servizio di raccolta di tali a c q u e c h e n e garantisca lo s m a l t i m e n t o n o n i n q u i n a n -te. Se è v e r o c h e ciò c o m p o r t a u n costo, è a n c h e v e r o che tale costo risulta infe-riore a quello d a sostenere per d e p u r a r e i corsi d ' a c q u a i n q u i n a t i dalla discarica incontrollata di tali liquidi.

4. INTERVENTI DI CARATTERE TECNOLOGICO

T r a le linee di i n t e r v e n t o possibile p e r stimolare la lotta agli sprechi nell'appa-rato p r o d u t t i v o italiano il g r u p p o h a rite-n u t o che rivestarite-no u rite-n particolare irite-nte- inte-resse quelle suscettibili di:

a) f a v o r i r e i processi p r o d u t t i v i c h e

con-s e n t o n o u n r i con-s p a r m i o di materiali me-d i a n t e la razionalizzazione me-della proget-tazione e della lavorazione dei b e n i , o che r i d u c o n o la q u a n t i t à di rifiuti n o n riutilizzabili originati r i c o r r e n d o alle co-siddette « tecnologie p u l i t e » ;

b) incoraggiare la sostituzione dei ma-teriali n o n o difficilmente r i n n o v a b i l i , o

per i quali sia più a c c e n t u a t a la n o s t r a d i p e n d e n z a dall'estero, r i c o r r e n d o inve-ce ad altri le cui fonti siano rinnovabili o reperibili n e l l ' a m b i t o n a z i o n a l e ; c) stimolare, a n c h e m e d i a n t e azioni nor-mative, la progettazione m o d u l a r e e s t a n d a r d i z z a t a dei m a n u f a t t i , per accen-t u a r n e l ' i n accen-t e r c a m b i a b i l i accen-t à se relaaccen-tivamen- relativamen-te poco complessi, e per p r o l u n g a r n e il p e r i o d o d ' u s o m e d i a n t e interventi m a n u -tentivi più agevoli se s t r u t t u r a l m e n t e p i ù articolati;

d) i n c r e m e n t a r e la vita utile dei

pro-dotti, da realizzare con materiali più re-sistenti e durevoli, o n d e r i d u r r e il pre-lievo globale di risorse d i m i n u e n d o il tasso di r i c a m b i o del « capitale circo-lante » di beni;

e) favorire la valorizzazione dei

sotto-prodotti, che d e v o n o essere s e m p r e con-siderati c o m e f o n t i potenziali di risorse e m o m e n t i p r o d u t t i v i , n o n c o m e conse-guenze negative delle t r a s f o r m a z i o n i , d a neutralizzare in ogni m o d o ;

/) incoraggiare la realizzazione di im-pianti di rigenerazione e di d e p u r a z i o n e dei materiali di scarto, o atti all'utilizza-zione diretta degli scarti m e d e s i m i , o n d e realizzare la c h i u s u r a dei cicli relativi alle diverse sostanze;

g) stimolare la raccolta e la selezione dei materiali di scarto, di cui si d e v e impedire la dispersione in insiemi n o n omogenei di o r d i n e s u p e r i o r e e la con-t a m i n a z i o n e d a parcon-te di alcon-tri agencon-ti, fa-v o r e n d o infa-vece la loro fa-valorizzazione nelle f o r m e e c o n o m i c a m e n t e ed energe-ticamente più valide.

5. INTERVENTI DI CARATTERE N O N TECNOLOGICO

O l t r e agli interventi sui processi già il-lustrati, u n a politica globale di valorizzazione dei rifiuti d o v r e b b e c o m p r e n -d e r n e altri, -di carattere n o n tecnologico, atti a f a v o r i r n e la successiva utilizza-zione.

T r a questi ultimi si p u ò a n n o v e r a r e l'at-tivazione di borse dei rifiuti industriali, c h e s a r a n n o trattate in u n ' a l t r a p a r t e dei

lavori congressuali; ulteriori possibilità di intervento c o n c e r n o n o l ' i n t r o d u z i o n e di u n a n o r m a t i v a sull'uso dei materiali p e r imballaggi, l ' a t t u a z i o n e di u n a op-p o r t u n a op-politica di acquisti op-pubblici, u n a maggior diffusione dei risultati delle ri-cerche condotte in ogni settore, la con-cretizzazione di u n a politica coerente dei rifiuti u r b a n i .

R i g u a r d o agli imballaggi, p u r senza va-r a va-r e p va-r o v v e d i m e n t i eccessivamente limi-tativi e dirigistici, o punitivi nei con-f r o n t i di talune p r o d u z i o n i , s a r e b b e op-' p o r t u n a l ' e l a b o r a z i o n e di u n a n o r m a t i v a finalizzata a facilitare il r e c u p e r o dei materiali c o m p o n e n t i o degli stessi im-ballaggi tal quali (p. es. sotto f o r m a di vuoti a r e n d e r e ) .

A q u e s t o proposito la legge f r a n c e s e 75-6 3 3 del 15 luglio 1975 (« eliminazione dei rifiuti e r e c u p e r o dei materiali ») di-s p o n e all'art. 16:

« (...) dei decreti del Consiglio di Stato possa-no regolamentare i modi di utilizzazione di certi materiali, manufatti o forme di energia al fine di facilitare il loro recupero, o quello dei materiali o delle sostanze associate in certe fab-bricazioni. La regolamentazione può disporre l'interdizione di alcune lavorazioni, mescolan-ze o associazioni di materiali estranei, o anche l'obbligo di conformarsi a determinate norme di fabbricazione».

Q u e s t e prescrizioni sono particolarmen-te significative nella loro applicazione nel c a m p o dei contenitori e degli imbal-laggi in genere, che in taluni casi posso-n o essere riciclati ed iposso-n altri p o s s o posso-n o f o r n i r e materiali p e r la f a b b r i c a z i o n e di altri imballaggi o di altri p r o d o t t i . Spes-so invece u n c o n t e n i t o r e , che n o n è pos-sibile riutilizzare, p r e s e n t a a n c h e pro-blemi di r e c u p e r o del m a t e r i a l e o dei m a t e r i a l i che lo c o m p o n g o n o , r i s u l t a n d o t r o p p o costosa la loro separazione o, in alternativa, t r o p p o scadente la qualità del m a t e r i a l e che se n e p u ò r i c a v a r e sen-za p r o c e d e r e ad operazioni di separa-zione. È perciò auspicabile l'introduzio-n e di u l'introduzio-n a l'introduzio-n o r m a t i v a che stabilisca le m o d a l i t à di progettazione dei contenitori q u a n d o la loro n a t u r a è tale d a ostaco-l a r e iostaco-l r e c u p e r o dei reostaco-lativi c o m p o n e n t i , e che scoraggi la f a b b r i c a z i o n e e l'utiliz-zazione nel territorio nazionale di im-ballaggi difficilmente riciclabili.

(17)

pubblici, essa p u ò esercitare u n ' a z i o n e

incisiva privilegiando i prodotti fabbri-cati con materiale riciclato ovvero pro-gettati in m o d o da facilitarne il r e c u p e r o dei c o m p o n e n t i . Le scelte della p u b b l i c a amministrazione n o n d e v o n o incidere sulla qualità dei p r o d o t t i , che devfe es-sere salvaguardata t e n e n d o tuttavia pre-sente il criterio della congruità dei beni acquistati a soddisfare le esigenze della f u n z i o n e d ' u s o prevista. In q u a l c h e caso p o t r e b b e quindi essere o p p o r t u n o rive-dere gli s t a n d a r d di qualità prescritti, come p . es. nel caso dei q u a d e r n i sco-lastici, la cui f a b b r i c a z i o n e d e v e oggi avvenire utilizzando esclusivamente fi-bre cellulosiche vergini: u n abbassa-m e n t o del g r a d o di b i a n c o richiesto per-m e t t e r e b b e il ricorso parziale a carta riciclata, c o n s e n t e n d o a n c h e q u a l c h e vantaggio economico.

L'influenza della d o m a n d a p u b b l i c a in senso stretto p u ò infine essere accresciu-ta se sarà rivolaccresciu-ta u n a maggiore atten-zione al p r o b l e m a dei rifiuti d a p a r t e delle imprese a p a r t e c i p a z i o n e statale, che p o t r e b b e r o essere indirizzate verso impegni di ricerca e di applicazione in questo c a m p o .

In tal senso la già citata legge f r a n c e s e n. 6 3 3 all'art. 17 recita:

« Avuto riguardo alle convenzioni internazio-nali in vigore ed alle disposizioni relative alla repressione delle frodi, il Governo può, allo scopo di contribuire alla salvaguardia del-l'ambiente o di far fronte ad una situazione di penuria, fissare la proporzione minima di materiale o sostanze recuperate che deve es-sere utilizzata nella fabbricazione di un pro-dotto o di una categoria di prodotti. (...) « L'utilizzazione di una proporzione minima di materiali o di sostanze recuperate può es-sere imposta per decreto del Consiglio di Sta-to ai fabbricanti e, se necessario, agli impor-tatori di prodotti regolamentati. (...) ».

La ricerca scientifica e tecnologica fina-lizzata al risparmio di materiali h a as-sunto u n a notevole i m p o r t a n z a in questi ultimi a n n i , a differenza del passato. Sforzi a n c h e massicci in tal senso pos-sono tuttavia non p r o d u r r e benefici ef-fetti sul sistema industriale se n o n esiste u n a s t r u t t u r a in g r a d o di d i f f o n d e r n e i risultati a livello della m e d i a e piccola industria, come s a r e b b e invece oppor-t u n o in moloppor-ti seoppor-toppor-tori (p. es. quello oppor- tes-sile).

Per r e n d e r e possibile l'accesso di tutte le i m p r e s e a tecnologie a v a n z a t e occorre u n ' a z i o n e che t e n d a i n n a n z i t u t t o ad ac-certare il livello tecnologico delle u n i t à p r o d u t t i v e dei singoli settori e ad assi-stere poi le i m p r e s e nell'attività di am-m o d e r n a am-m e n t o che risulta necessaria; u n a volontà di o p e r a r e in tal senso è già stata m a n i f e s t a t a dalle Finanziarie regionali, dalle C a m e r e di c o m m e r c i o e dalle Associazioni industriali.

U n a politica coerente dei rifiuti urbani d o v r e b b e tener c o n t o a n c h e di quelli in-dustriali, e viceversa: infatti ai 14,5 mi-lioni di t / a di i m m o n d i z i e u r b a n e si d o v r e b b e r o aggiungere a l m e n o 2 milio-ni di t / a di rifiuti industriali ad esse assimilabili, c o m p r e n d e n t i rifiuti degli uffici, di m e n s a , di talune attività di ma-n u t e ma-n z i o ma-n e , imballaggi ecc. U ma-n tratta-m e n t o associato degli uni e degli altri p o t r e b b e in molti casi consentire u n a migliore utilizzazione di e n t r a m b i , f a r e raggiungere in alcuni c o m p r e n s o r i la so-glia di c o n v e n i e n z a di tecnologie più efficienti, e r i d u r r e il costo ecologico di t a l u n e f o r m e di s m a l t i m e n t o .

6. PRODUZIONE DI RIFIUTI E POSSIBILITÀ DI RECUPERO NELL'INDUSTRIA ITALIANA

Si r i m a n d a a l l ' a p p e n d i c e B per u n a ras-segna dei dati essenziali relativi ai sin-goli settori p r o d u t t i v i . A titolo di esem-pio si r i p o r t a n o tuttavia alcuni dati tra i più significativi risultanti dalle analisi di settore.

A tutt'oggi v e n g o n o ogni a n n o disperse, m e n t r e s a r e b b e r o invece in gran p a r t e suscettibili di valorizzazione: 4 0 0 0 t di z u c c h e r o c o n t e n u t o nelle a c q u e di pro-cesso dell'industria dolciaria; 2 6 0 . 0 0 0 t di scarti di macellazione; 8 3 . 0 0 0 t di p o l p a semi e b u c c e di p o m o d o r o de-rivanti d a l l ' i n d u s t r i a conserviera c o m e p u r e 2 0 0 0 t di emicotiledoni di piselli, 3 0 0 . 0 0 0 t di scarti di a g r u m i costituiti p e r la m e t à d a b u c c e ; 1,6 milioni di t di siero di latte, m e n t r e altri 2,4 milioni di t sono destinate a l l ' a l i m e n t a z i o n e sui-n a isui-nvece di essere t r a t t a t e p e r recupe-r a recupe-r e il lattosio e le p recupe-r o t e i n e c o n t e n u t e ;

1.800.000 t di sanse esauste derivanti dalla s p r e m i t u r a delle olive; 2 milioni di t di graspi, vinaccioli e b u c c e originate dalla vinificazione delle uve; 4 0 0 0 t di fibre tessili, 10.000 t di peluria r e s i d u a t a nell'industria tessile e 2 5 0 0 t di lano-lina utilizzabile invece dall'industria dei cosmetici; 5 0 . 0 0 0 t di carniccio e di scarti dell'industria conciaria; 1,3 milio-ni di m e di sfridi e particelle legnose con u n c o n t e n u t o energetico p a r i a quel-lo di 3 2 0 . 0 0 0 t di petrolio; 1 milione di t di scorie di a l t o f o r n o , grandi quantita-tivi di p i o m b o , zinco e f e r r o contenuti nelle polveri derivanti dal t r a t t a m e n t o dei f u m i delle acciaierie; 3 0 . 0 0 0 t di al-l u m i n i o , 8 0 0 0 t di r a m e , 13.000 t di zinco, 1000 t di p i o m b o e 2 5 0 t di sta-gno considerate recuperabili dalle indu-strie per la lavorazione dei metalli n o n ferrosi, ed oggi invece disperse; g r a n d i quantitativi di m a t e r i e plastiche, gom-me, fanghi di v e r n i c i a t u r a , sabbie deri-vanti dalle f o n d e r i e di seconda f u s i o n e , oli interi ed emulsioni ecc. p r o d o t t i dal-l'industria meccanica e da quella della costruzione dei m e z z i di t r a s p o r t o ; 3 9 . 0 0 0 t di i d r o c a r b u r i pesanti contenuti nei f o n d a m i dei depositi petroliferi; grandi quantitativi di sostanze chimiche assai varie c o n t e n u t e nelle a c q u e di pro-cesso dell'industria p e t r o l c h i m i c a ; 2 1 5 mila t di p n e u m a t i c i ; 122.000 t di mate-rie plastiche ecc.

7. PROBLEMI PARTICOLARI

(18)

Per quanto concerne le fibre cellulosiche il problema presenta — come è noto — due aspetti relativi l'uno all'approvvigio-namento di materia prima (di cui l'Ita-lia è per la quasi totalità debitrice al-l'estero) e l'altro al trattamento ed even-tualmente all'utilizzazione degli effluenti delle cartiere. Il tasso di recupero della carta da macero nazionale p u ò certa-mente essere ancora innalzato in manie-ra significativa, ed inoltre questa potreb-be essere parzialmente surrogata — al-meno in certe lavorazioni — da fibre cellulosiche ricavabili dai residui delle attività forestali e dagli sfridi delle in-dustrie del legno, ove questi fossero av-viati a centri consortili di riduzione in chips e da qui ai produttori di pasta di carta. Il mercato della carta da macero potrebbe poi essere ampliato ed in parte stabilizzato favorendo l'attività dei recu-p e r a t o » (anche non istituzionali) di car-ta, che dovrebbero procedere in ogni caso alla selezione e al condizionamento del materiale prima di cederlo agli uti-lizzatori, ed incoraggiando con opportu-ni incentivi le cartiere a migliorare e ristrutturare le loro linee di pulperizza-zione in modo da essere in grado di la-vorare materie prime di qualità più sca-dente.

L'attuale massiccio impiego di combu-stibili fossili comporta l'immissione nel-l'atmosfera di grossi quantitativi di ani-dride solforosa, mentre la loro depura-zione onde ottenere combustibili a basso tenore di zolfo conduce alla separazione di grandi quantitativi di zolfo greggio. Molte lavorazioni comportano inoltre l'impiego di grossi quantitativi di acido solforico che può essere parzialmente scaricato insieme agli altri effluenti. L'inasprirsi delle misure di prevenzione dell'inquinamento ambientale e l'intro-duzione delle cosiddette tecnologie pu-lite, mentre tendono ad accrescere la di-sponibilità di composti a base di zolfo, ne limitano contemporaneamente le pos-sibilità di utilizzazione. Sarebbe invece auspicabile una ricerca plurisettoriale delle possibili utilizzazioni dell'anidride solforosa e dell'acido solforico diluito residuati dall'abbattimento di molti in-quinanti, come p u r e dello zolfo greggio derivante dalla raffinazione dei combu-stibili fossili, da far confluire in settori

di utilizzazione diversi da quelli tradi-zionali.

Notevole risulta anche la disponibilità di

combustibili secondari costituiti da

ma-teriali legnosi, noccioli d'oliva contenuti nelle sanse esauste, gusci di mandorle e nocciole utilizzate dall'industria alimen-tare, morchie oleose, f o n d a m i delle raffi-nerie, peluria relativa all'industria tessi-le, pneumatici non più ricostruibili, sol-venti usati, scarti di lavorazione delle materie plastiche ecc. Il potere calorifico di questi materiali non è troppo elevato (4000-7000 K c a l / K g ) , la loro composi-zione spesso variabile e la f o r m a di ag-gregazione tale da rendere per lo più impossibile la loro combustione in forni tradizionali.

La disponibilità complessiva in Italia di questi combustibili di recupero supera probabilmente il milione di t / a , equiva-lenti ad oltre mezzo milione di t / a di petrolio: sarebbe quindi di grande inte-resse u n o studio sistematico delle rela-tive possibilità di impiego, anche allo scopo di minimizzare i costi di trasporto verso i grandi utilizzatori di energia che potrebbero impiegarli adattando oppor-tunamente i propri impianti. T r a di essi si possono annoverare le cementerie, le fornaci per la produzione di calce viva e di laterizi, le industrie che utilizzano grossi quantitativi di vapore o i cui pro-cessi produttivi comprendono cicli di es-siccamento dei materiali, i quartieri resi-denziali ed i servizi che possono assor-bire calore per il riscaldamento degli ambienti o sotto f o r m a di acqua calda.

L'industria del vetro impiega già oggi

notevoli quantitativi di rottame sostitu-tivo della materia prima ed inoltre su-scettibile di esercitare un'azione fonden-te e quindi di consentire un certo ri-sparmio energetico. La produzione di vetri scuri potrebbe anche assorbire u n a certa percentuale di scorie di altoforno come fonte a buon mercato di C a O e di

AI2O3.

Anche Vindustria cementiera p u ò utiliz-zare grandi quantitativi di scorie di alto-f o r n o per realizzare la miscela di silicati costituenti il cemento, ed inoltre altri sottoprodotti tra cui i rosticci dei forni di incenerimento dei rifiuti u r b a n i , le ceneri volanti delle centrali termoelet-triche, i sottoprodotti di arricchimento

di certe industrie minerarie, taluni fan-ghi e sali residui industriali, gli scisti bituminosi ed oleosi il cui contenuto di idrocarburi viene utilizzato come com-bustibile ausiliario, i residui fosforati ' provenienti dall'arricchimento delle fo-sforiti povere, i fosfogessi, la ganga re-sidua della lavorazione delle piriti, alcu-ni fanghi rossi, le scorie derivanti dalla combustione dei carboni, le scorie di fusione dello zinco e del piombo, le ce-neri di lignite ecc. L'assorbimento di materiali di recupero anche relativamen-te poco idonei risulta facilitata dal gran-de volume di produzione gran-delle cemente-rie, prossimo a 40 milioni di t / a in Ita-lia, tale quindi da ammettere l'inserzio-ne — evidentemente minoritaria — di numerosi cascami. Tali pratiche consen-tirebbero qualche vantaggio economico e soprattutto un beneficio ecologico do-vuto alla riduzione dei prelievi dalle cave.

8. PROPOSTE DI I N D A G I N E

T r a le misure che potrebbero contribui-re ad ottimizzacontribui-re la soluzione del pro-blema posto dalla valorizzazione dei ri-fiuti industriali, come pure del loro smal-timento in genere, alcune h a n n o carat-tere essenzialmente organizzativo e co-noscitivo; la loro attuazione contribui-rebbe a generare u n a maggior chiarezza ed incisività nelle azioni condotte dai diversi operatori interessati.

Le iniziative auspicabili sono numerose; si menzionano in particolare le seguenti:

— classificazione sistematica dei rifiuti industriali allo scopo di rendere

con-gruenti i dati raccolti nel corso di f u t u r i lavori, ed anche per facilitare la stima dei quantitativi totali di rifiuti simili prodotti in diversi settori'industriali;

— elaborazione di uno schèma di inda-gine-tipo, di settore o orizzontale, da far

seguire da qualsiasi ente incaricato di ef-fettuare ulteriori indagini, onde render-le congruenti e quindi confrontabili; — istituzione di u n a struttura

pubbli-ca permanente che rilevi i dati, progetti

(19)

e costituisca comunque un p u n t o di ri-ferimento per la pubblica amministra-zione e per le imprese in tema di recu-pero, riciclaggio, risparmio di materiali e più in generale gestione dei rifiuti, costi-tuendo cosi u n a banca dei dati in questo settore, sostenuta dalla collaborazione di enti esterni per la realizzazione di ricer-che finalizzate;

— studio globale del problema delle acque reflue, nei suoi aspetti del

con-sumo della risorsa acqua, dell'impegno energetico necessario per il suo condi^ zionamento termico e dell'inquinamento prodotto dall'immissione degli scarichi liquidi nell'ambiente (e di riflesso dei costi di disinquinamento).

9. FABBISOGNI FINANZIARI PER L'ATTUAZIONE DI UNA POLITICA GENERALIZZATA DI RECUPERO

Attualizzando ad oggi il volume medio degli investimenti effettuati dall'indu-stria nell'ultimo triennio si ottiene un valore annuo di circa 6000 miliardi di lire. Analizzando più in dettaglio questa cifra e tenendo conto del tasso dei recu-peri possibili nei diversi settori produt-tivi, nonché delle diverse esigenze di introdurre tecnologie pulite, il gruppo di studio ha ritenuto di fissare per il prossimo triennio il volume di investi-menti necessari ad attuare interventi di riciclaggio ovvero a modificare i processi in modo da ridurre il consumo di risor-se, nella misura di 650 miliardi l'anno per ciascuna dèi tre anni a venire. In particolare i capitali da mobilitare a questo scopo sono stati ritenuti necessari in linea di principio nella misura del

10 o del 1 5 % di quelli globalmente investiti nei singoli settori, tenuto conto delle esigenze riscontrate.

In dettaglio i fabbisogni finanziari per l'ottimizzazione dello sfruttamento del-le fonti di energia e deldel-le materie prime nei processi industriali risultano fissati, per ciascun comparto, nella misura indi-cata (valori espressi in miliardi di lire del 1978) nella tabella 1.

Questo sforzo nazionale p u ò essere

rea-lizzato per diverse vie: parte della som-ma necessaria deriverà da investimenti attuati dalle industrie private e pubbli* che secondo i capitoli di spesa ordinari dei loro bilanci, parte sarà compresa nel-la realizzazione di nuove unità produt-tive concepite in armonia con le nuove esigenze, ed infine u n a parte deve essere reperita nell'ambito di un programma di interventi pubblici, derivanti dalla legge 675 o da altri provvedimenti ana-logamente finalizzati.

Si ritiene che l'intervento pubblico ne-cessario a mettere in movimento anche le altre f o r m e di impegno non possa essere inferiore al 4 0 % della cifra totale, che rappresenta un minimo non riduci-bile. Ne deriva dunque un fabbisogno di capitale pubblico nella misura di 260 miliardi l'anno per il triennio

1979-1981, vale a dire di 780 miliardi com-plessivi.

Oltre all'impegno complessivamente ri-chiesto alle diverse componenti della produzione industriale, valutato nella ci-f r a di 1950 miliardi per il triennio con-siderato, si ritiene che anche successi-vamente si dovrà continuare a destinare a questa f o r m a di rinnovamento delle! attrezzature produttive un minimo pari al 1 0 % degli investimenti effettuati,

Tabella 1. I n v e s t i m e n t i a n n u i n e l l ' i n d u s t r i a , r i c h i e s t i p e r lo s f r u t t a m e n t o o t t i m a l e d e l l e f o n t i di e n e r g i a e d e l l e m a t e r i e p r i m e Tabella 2 . D e s t i n a z i o n e d e g l i i n t e r v e n t i p u b -blici p e r il r e c u p e r o e il r i c i c l a g g i o d e i m a t e r i a l i

Classi di industrie miliardi di lire Valori in

Industrie alimentari 46,5 Industrie t e s s i l i 50,5 Industrie del v e s t i a r i o ,

dell'abbi-g l i a m e n t o e della lavorazione delle pelli e del cuoio 19 Industrie del legno, del mobilio e

d e l l ' a r r e d a m e n t o 24 Industrie m e t a l l u r g i c h e 114,5 Industrie m e c c a n i c h e 108 Industrie dei mezzi di t r a s p o r t o 110 Industrie dei materiali da

costru-zione 3,5

Industrie c h i m i c h e e affini 130 Industrie dei derivati del petrolio

e del c a r b o n e 23 Industrie t r a s f o r m a t r i c i della g o m m a 10,5 Industrie c a r t a r i e , poligrafiche c a r t o t e c n i c h e e t r a s f o r m a t r i c i della c a r t a e del c a r t o n e 10,5 Totale 650 Destinazione % Ricerca applicata 15

Ricerca di b a s e e / o finalizzata

al-l'attuazione di nuove t e c n o l o g i e 5-10 I n f r a s t r u t t u r e locali e consortili 20 Ristrutturazione e / o realizzazione di

impianti 55-60

quota che dovrà essere prevista anche relativamente ad ogni intervento pub-blico programmato in futuro.

Gli importi indicati dovranno essere de-stinati alle diverse forme di intervento come indicato nella tabella 2, ove alla voce « infrastrutture locali e consortili » si sono raggruppate quelle iniziative che possono essere promosse in ambito re-gionale e / o di consorzi di Comuni, e quelle che venissero attuate da consorzi di imprese che agiscano congiuntamente o attraverso le rispettive associazioni di categoria.

In molti casi la piccola dimensione delle unità produttive o l'onerosità e la com-plessità delle soluzioni tecniche da at-tuare possono porre il recupero ed il riciclaggio dei materiali al di là delle possibilità economiche degli interessati. In altri casi viceversa il moltiplicarsi delle iniziative, sebbene ancora econo-micamente valide, genera sprechi o ab-bassa i rendimenti conseguibili. La defi-nizione di una quota del 2 0 % dell'inve-stimento pubblico a favore di iniziative consortili è quindi intesa a sostenere quelle che verranno proposte, ma anche a vincolare una parte dei fondi disponi-bili a questa f o r m a di utilizzazione, on-de creare in certa misura u n a necessità per le imprese di consorziarsi a questo fine, q u a n d o risultassero esaurite le altre possibilità di finanziamento.

10. CONCLUSIONI

(20)

an-c h e al di là degli aspetti s t r e t t a m e n t e ecologici — il r e c u p e r o dei sottopro-dotti industriali sia di vasta p o r t a t a , e suscettibile di p r o d u r r e effetti significa-tivi sull'economia nazionale q u a l o r a ven-ga avviato a c o n v e n i e n t e soluzione. U n a stima s o m m a r i a dei materiali elen-cati al c a p . 6, ed a t t u a l m e n t e n o n valo-rizzati, n e f a a m m o n t a r e il valore a cir-ca 4 0 0 miliardi; c o n s i d e r a n d o a n c h e al-tri sottoprodotti n o n m e n z i o n a t i , il va-lore di tutti i c a s c a m i originati dalle la-vorazioni industriali e oggi dispersi po-t r e b b e essere a s s u n po-t o p a r i al d o p p i o al-m e n o , vale a dire ad 8 0 0 al-miliardi di lire l ' a n n o .

Se oltre all'attuazione di p r a t i c h e di re-c u p e r o si prore-cedesse a n re-c h e all'introdu-zione di tecnologie pulite o v u n q u e ciò a p p a i a auspicabile, p o t r e b b e essere ri-s p a r m i a t a u n a c i f r a a l m e n o eguale in t e r m i n i di m a n c a t i costi di disinquina-m e n t o , ovvero originati dagli effetti del-l ' i n q u i n a m e n t o stesso.

Q u e s t e indicazioni di larga m a s s i m a pos-s o n o epos-spos-sere c o n f r o n t a t e con il v o l u m e di investimenti ritenuti necessari per ope-r a ope-r e gli o p p o ope-r t u n i inteope-rventi, individua-to i n t o r n o ai 6 5 0 m i l i a r d i l ' a n n o . Si p u ò q u i n d i p o r r e il valore del rap-p o r t o c o s t i / b e n e f i c i rap-p r o s s i m o ad 1 rap-p e r q u a n t o attiene al solo r e c u p e r o di mate-riali, e pari a 0 , 5 se si tiene c o n t o an-c h e degli effetti ean-cologian-camente favore-voli indotti; ciò, a p a r t e ogni considera-zione relativa alla p r e c a r i a disponibilità nel t e m p o di risorse n o n r i n n o v a b i l i , s e m b r a indicare u n a netta c o n v e n i e n z a del riciclaggio nei c o n f r o n t i della sem-plice n e u t r a l i z z a z i o n e .

Senza c o n s i d e r a r e i benefici a lungo ter-m i n e c h e q u e s t o p u ò p r o d u r r e , il s u o costo i m m e d i a t o p u ò poi risultare n o n m o l t o superiore a quello della innocuiz-zazione degli effluenti ove le s t r u t t u r e p r o d u t t i v e siano a priori p r o g e t t a t e allo scopo di f a v o r i r l o in ogni m o d o , e ge-stite di c o n s e g u e n z a . Il costo dei pro-cessi di n o b i l i t a z i o n e e delle tecnologie p u l i t e n o n è infatti in genere t r o p p o s u p e r i o r e a quello del d i s i n q u i n a m e n t o , a l m e n o in t e r m i n i di investimenti; p e r q u a n t o attiene la gestione il p r i m o risul-ta poi spesso m e n o o n e r o s o del secondo. Ciò d o v r e b b e costituire, a lungo ter-m i n e , u n incentivo p e r l e i n d u s t r i e ad

a d o t t a r e p r o c e d i m e n t i ecologicamente più corretti: la richiesta di u n inter-v e n t o iniziale dello Stato d o inter-v r e b b e es-sere finalizzata soltanto a d avviare con tempestività ed efficacia il processo di r i n n o v a m e n t o tecnologico. In tal senso si p u ò p a r l a r e di u n a politica del recu-p e r o , oggi i m recu-p r o r o g a b i l e : la sua attua-zione richiede u n a serie di scelte sulle cui m o t i v a z i o n i p a r e esservi u n a sostan-ziale convergenza di tutte le parti socia-li, a n c h e se la loro articolazione resta oggetto di discussione.

A f a v o r e di u n siffatto i m p e g n o — che deve giungere a coinvolgere in varie f o r m e risorse nazionali p e r u n i m p o r t o di molte centinaia di miliardi l ' a n n o — bisogna a n c o r a a n n o v e r a r e la sua con-v e n i e n z a per u n paese c o m e l'Italia, re-l a t i v a m e n t e povero di risorse n a t u r a re-l i e s o v r a p p o p o l a t o . Il r e c u p e r o di m a t e r i e seconde t e n d e infatti a r i d u r r e l'impiego di m a t e r i e p r i m e , il cui costo all'impor-tazione viene in gran p a r t e assorbito d a u n maggior c o n t e n u t o di valore aggiun-to delle sostanze riciclate, d o n d e u n in-c r e m e n t o generale dei livelli di oin-cin-cu- occu-p a z i o n e a occu-parità degli altri fattori di p r o d u z i o n e .

Il c o n s e g u i m e n t o di significativi pro-gressi nello s f r u t t a m e n t o ottimale delle materie p r i m e e delle f o n t i energetiche è d u n q u e r a c c o m a n d a b i l e ed u r g e n t e per u n a serie assai a m p i a di motivazioni — a m b i e n t a l i , e c o n o m i c h e e sociali — m a s o p r a t t u t t o perché r a p p r e s e n t a l'unica via per m a n t e n e r e condizioni di vita raggiunte con u n l u n g o progresso ed o r m a i irrinunciabili: le necessarie tecno-logie sono in p a r t e notevole già acqui-site, a n c h e se la loro a p p l i c a z i o n e ri-chiede u n m u t a m e n t o sostanziale dei nostri m o d i di p e n s a r e ed u n a precisa volontà politica di a t t u a r e la riconver-sione.

APPENDICE A: PRODUZIONE DI RIFIUTI INDUSTRIALI

Sebbene i dati contenuti nell'indagine « I ri-fiuti solidi industriali - elementi conoscitivi e propositivi per una politica d'intervento » del-la Confederazione-generale dell'industria ita-liana siano stati in parte ritoccati in seguito

ad ulteriori ricerche, vengono ugualmente ri-portate alcune indicazioni in essa contenute, relative alla produzione ed alla destinazione dei rifiuti industriali nei diversi settori pro-duttivi (tab. 3-4).

Le informazioni relative alla produzione di rifiuti per addetto impiegato (tab. 5) sono invece tratte dal rapporto « I rifiuti solidi -tecniche e costi di raccolta e smaltimento » (G. M. Baiano, C. G. Bertolotti, V. Borasi).

APPENDICE B: ANALISI DI SETTORE

Mentre si rimanda all'appendice C per una lista settoriale delle indicazioni di intervento sui processi e relativo alle ricerche da svol-gere, vengono riportati i dati essenziali delle analisi contenute nel rapporto finale del grup-po di studio « Recupero e riciclaggio dei ma-teriali » (legge 675).

B.1. INDUSTRIA ALIMENTARE

Struttura produttiva e livelli di occupazione

Gli addetti del settore risultano (ISTAT 1971) essere 380.000 ripartiti in 49.000 aziende, di cui 34.600 (71%) artigiane con 95.000 (25%) addetti. Inoltre gli addetti in imprese con ol-tre 20 addetti risultavano essere 227.000 (60%) (ulteriore fascia di industrie di piccola dimen-sione).

La valutazione del quantitativo totale di ri-fiuti prodotti risulta incerta a causa della di-versità dei processi produttivi applicati. Il valore di 2,35 milioni di t/a riportato dall'in-dagine Confindustria appare sottostimato, mentre sembra più realistico un valore di 7-8 milioni di t di rifiuti.

Forme di riutilizzo degli scarti

Lo studio delle forme di riutilizzo deve tener conto di una serie di fattori tra cui: — la natura e le caratteristiche dei rifiuti; — la loro distribuzione sul territorio; — la fattibilità tecnica di processi di recu-pero (aspetti chimici, microbiologici, ingegne-ristici, agronomici ecc.);

— la fattibilità economica; — il mercato dei prodotti riciclati.

Filoni di ricerca

Riciclaggio ad uso fertilizzante, energetico e alimentare.

Le suddette forme di recupero sono possibili solo se applicate ad unità produttive di note-vole entità o, in alternativa, attraverso con-sorzi.

(21)

risul-Tabella 3. D e s t i n a z i o n e d e i r i f i u t i s o l i d i i n d u s t r i a l i p e r s e t t o r i ( m i g l i a i a di t / a ) D e s t i n a z i o n i S e t t o r i m a n i f a t t u r i e r i F o r n o di i n c e n e -r i m e n t o A l t r e f o r m e di i n c e - neri-m e n t o D i s c a r i c a p u b b l i c a D i s c a r i c a p r i v a t a V e n d i t a R e c u p e r o C e s -s i o n e a terzi Ritiro da d i t t a s p e c i a -lizzata Ricom-p o s . p e n d i c i c a v e s t r a d e Conci-m a z i o n e C o r s o di a c q u a A l t r e A l i m e n t a r i 83,60 10,23 183,26 1.131,44 725,43 146,08 2,16 8,27 54,21 0,07 Tessili 31,47 17,93 225,34 119,84 55,72 5,23 5,42 2,83 0,06 2,52 0,17 V e s t i a r i o 13,91 0,43 14,47 11,34 28,95 0,86 0,34 0,44

C a l z a t u r e 20,42 2,12 7,67 11,71 21,69 0,18

__

0,99 Pelli e c u o i o 5,82 8,94 40,54 326,75 89,88 12,61 3,02 114,64 6,89 Legno 74,41 180,09 19,18 41,21 241,77 170,91 8,36 0,83 Mobilio 7,17 14,55 70,31 55,59 44,42 315,94 4,68

___

M e t a l l u r g i c h e 4,59 3,11 2.716,53 6.796,83 2.535,52 4.591,10 0,76 4,93 37,51

__

611,45 M e c c a n i c h e 62,25 25,92 416,07 1.086,20 1.044,09 204,10 135,32 19,60 2,46 2,04 8,49 Mezzi t r a s p o r t o 7,03 6,46 95,32 184,33 1.660,78 21,46 10,72 25,56 Materiali da c o s t r u z i o n e 83,84 30,23 362,35 1.190,98 509,03 1.035,22 0,26 144,61 1.053,20 C h i m i c h e e derivati 52,42 18,85 782,03 306,01 43,47 343,79 20,99 3,41 19,16 289,61 G o m m a 0,95 1,45 23,39 42,31 37,80 5,50 2,47 1,83 Fibre c h i m i c h e — — 30,02 129,36 20,37 4,12 3,99 3,65 C a r t a e c a r t o n e 31,62 17,04 366,14 146,75 209,40 20,57 5,20 1,96 0,06 16,18 5,93 P o l i g r a f i c h e ed editoriali 10,03 3,02 9,99 22,88 52,02 0,47 F o n o g r a f i c h e 0,14 — 0,21 — 0,92 .— M a t e r i e p l a s t i c h e 9,74 172,94 18,39 28,92 12,53 0,16 0,28 0,21 M a n i f a t t . v a r i e 2,72 0,66 7,99 — 2,10 2,11 2,02 — — — — — Totale g e n e r a l e 502,12 513,95 5.389,19 11.632,43 7.335,88 6.880,41 201,03 189,43 204,07 79,81 6,60 1.968,86 Totale 2.344,76 466,49 70,74 64,77 609,09 736,76 512,66 17.302,33 3.006,53 2.011,66 4.409,72 1.879,75 115,70 191,52 820,85 98,40 1,27 243,17 17,60 Tabella 4. T i p o l o g i a d e i r i f i u t i s o l i d i i n d u s t r i a l i p e r s e t t o r i ( m i g l i a i a di t / a ) Settori manifatturieri Tipi di rifiuto A l i m e n t a r i Tessili Vestiario Calzature Pelli e cuoio Legno Mobilio Metallurgiche Meccaniche Mezzi di trasporto Materiali da costruzione Chimiche e derivati Gomma Fibre chimiche Carta e cartone Poligrafiche ed editoriali Fonografiche Materie plastiche Manifatt. varie Totale generale A s s i m i l a b i l i ai rifiuti u r b a n i R e c u p e r a t i e / o v e n d u t i M a t e r i a l i inerti M a t e r i e

p l a s t i c h e G o m m a Fanghi Infiam-mabili Altri Totali

Riferimenti

Documenti correlati

1) Copia dell’iscrizione all’Albo Nazionale delle imprese esercenti servizi di smaltimento dei rifiuti o copia delle autorizzazioni per il trasporto valide per tutte le

Il primo è l’emergenza rifiuti come principale fatto mediatico cittadino del decennio (per quantità e continuità della presenza sui media) - assai più di Mafia Capitale - con i

Tipologie particolari di materiali (ad es. film plastici) pos- sono essere intercettati in piattaforma o dotando utenze commerciali e industriali di conte- nitori dedicati.

 nel caso di nuove costruzioni il Piano dovrà curare in particolare l’aspetto relativo alla gestione delle terre e rocce da scavo;..  indicazioni sui possibili impianti

Il Regolamento disciplina le norme per il conferimento e la raccolta dei vari tipi di rifiuti; delinea i criteri di distinzione tra rifiuti urbani domestici, esterni e speciali,

L'obiettivo di questo incontro è quello di fornire un quadro della disciplina relativa alla cessazione della qualifica di rifiuto e al regime dei sottoprodotti per aiutare

sono essere di entità minore o più difficilmente conseguibili per uno straniero di quanto non avvenga in patria, sia perché il lavoratore stra- niero, ritornato nel suo

è negativo). Dalle plusvalenze immobiliari è deducibile l'imposta sull'incremento del valore degli im- mobili. Sono esenti premi e vincite; l'imposta non è deducibile ai