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della Repubblica federale tedesca

Nel documento Cronache Economiche. N.011-012, Anno 1979 (pagine 39-42)

PREMESSA

Dal luglio 1974 le Camere di commer-cio e industria tedesche, tramite la loro organizzazione al vertice — l'Unione delle Camere di commercio tedesche, D I T H — gestiscono in comune una bor-sa dei rifiuti. In questi cinque anni sono state pubblicate 13.500 offerte e 4.200 richieste, per le quali sono arrivate 30.000 risposte. (Dall'inizio del 1975 si sono avuti annunci anche dai paesi li-mitrofi, e precisamente 1770 offerte e 694 richieste).

« Le borse dei rifiuti » — l'espressione è ormai entrata nell'uso corrente, ben-ché non si tratti né di una borsa, né di rifiuti nel senso attribuito a questo termine dalle legislazioni vigenti — ser-vono alla mediazione gratuita di qual-siasi tipo di residuo industriale. Poste al servizio della protezione dell'ambien-te, concorrono a realizzare un risparmio di materie prime nell'industria, a muovere il recupero dei residui dei pro-cessi produttivi e a ridurre il volume dei rifiuti. I residui di produzione, che pos-sono in pratica considerarsi materie pri-me fuori luogo, vengono reinseriti nel circuito economico.

Le borse dei rifiuti trattano dei residui di produzione industriale e aziendale e non quelli domestici. Esse sono per lo più organizzazioni autogestite (o anche sovvenzionate dallo Stato per promuo-vere la gestione dei rifiuti). Anche il commercio di materiali usati partecipa alle borse dei rifiuti (commercio di mate-rie prime) e fa un grande uso di questa offerta, che gli assicura una trasparenza unica del mercato.

Si distingue fra le borse dei rifiuti ticali e quelle orizzontali. Le borse ver-ticali trattano esclusivamente i residui di produzione di un determinato settore ed in genere sono gestite da associazioni di categoria, specialmente quella chimi-ca. Le borse orizzontali, invece, eser-citano la loro attività su u n a più am-pia gamma di residui di produzione e comprendono settori diversi. Questo è di dominio delle Camere di commercio e industria. Il loro raggio di azione è per propria n a t u r a molto più vasto di q u a n t o lo sia quello delle borse verticali.

METODO DI LAVORO DI UNA BORSA DEI RIFIUTI

A torto si era supposto che, prima di av-viare una borsa dei rifiuti si dovesse sta-bilire quanti e quali residui vi fossero nell'ambito industriale. Una tale rileva-zione è molto voluminosa e costosa, né darà mai risposte sulla possibile dimen-sione di una borsa dei rifiuti, poiché solo con la borsa stessa si p u ò stabilire quali residui di produzione servono per la mediazione e sono d u n q u e di interes-se per altri, e quali invece, come veri rifiuti, sono destinati ad essere regolar-mente eliminati. Chi intende mettere in funzione una borsa dei rifiuti deve po-ter disporre di un gran numero di indi-rizzi cui poter dare comunicazione delle offerte e richieste dei residui di produ-zione. Questo compito può essere svolto nel m o d o più semplice da organizzazio-ni già esistenti, solite ad inviare regolar-mente un bollettino ai propri soci, in cui è possibile inserire anche le infor-mazioni sulle borse dei rifiuti. Per lo scambio di residui di produzione oc-corre indicare l'esatta denominazione dei materiali offerti, la loro composizio-ne, la quantità, l'eventuale imballaggio o contenitore, le possibilità di trasporto ed i dati sul luogo di produzione. Quale indicazione del luogo di provenienza, le Camere tedesche usano la sigla delle targhe automobilistiche. La maggior par-te delle borse dei rifiuti adotta una ca-sella postale per coprire con l'anoni-mato l'inserzionista.

L'idea se non fosse il caso di riscuotere dei diritti sull'attività di mediazione del-le borse dei rifiuti è stata lasciata per-dere. A prescindere dalla gestione am-ministrativa, che graverebbe sulla bor-sa dei rifiuti con costi più elevati, che forse supererebbero addirittura quelli dei denari riscossi, una • tale tariffa avrebbe effetti negativi sul commercio del materiale usato, in quanto dovrebbe essere in pratica equiparata al paga-mento della provvigione, cioè dal mar-gine di utile del commercio. D'altra te è auspicabile che il commercio vi par-tecipi, cioè che i commercianti p r e n d a n o parte alla borsa, perché solo loro h a n n o la possibilità di acquistare piccoli

quan-borsa dei rifiuti non deve lasciarsi

sco-ntativi e offrirli in un'unica partita al-l'utilizzatore, che per parte sua non vuo-le o non può prendersi la briga di en-trare in contatto con tanti piccoli offe-renti.

Nell'organizzare la prima borsa dei ri-fiuti, si era creduto che quest'attività di mediazione sarebbe stata solo di breve durata, perché si pensava che offerenti e richiedenti si sarebbero trovati tramite la borsa e avrebbero poi continuato nel-lo scambio dei nel-loro residui di produzio-ne. È vero tuttavia che le borse, dopo una rapida crescita iniziale di offerte e richieste, registrano un calo, ma si sta-bilizzano poi su un livello che si man-tiene stabile negli anni.

DIFFICILE CONTROLLO REALE DEI RISULTATI

Se anche è difficile controllare i risultati, si deve tuttavia, appena iniziata l'atti-vità della borsa, introdurre una verifica della mediazione, che si può svolgere con degli appositi elenchi. La speranza di quanti gestiscono una borsa, che gli inserzionisti avvisino la borsa stessa di q u a n d o h a n n o concluso l'affare, in ge-nere resta inesaudita. È necessario per-tanto usare un controllo con dei questio-nari piuttosto complessi, ove si p u ò tut-tavia chiedere solamente se è stato ce-duto l'intero quantitativo o solo parte di esso, e se per questo residuo di pro-duzione è stato dato un compenso, o se è stato ritirato gratuitamente, cosa che per l'offerente è c o m u n q u e da registrare come positivo. Il tentativo di calcolare quantitativi precisi è destinato a fallire, perché non è possibile sommare fra loro diverse misure espresse in tonnellate, metri cubi, metri piani e unità, e che la maggior parte delle offerte correnti si riferiscono a periodi di tempo diversi.

QUOTA DI RIUTILIZZO: PIÙ DI UN TERZO

Da un'azione con questionari di questo tipo, effettuata dal D I T H risulta che

su 921 offerte esaminate, 332 trattative sono andate in porto, e cioè il 3 6 % . Nel 5 1 % di questi 332 casi è stato riti-rato l'intero quantitativo offerto e nel 4 9 % solo una parte. Nel 2 3 % dei casi i residui di produzione erano stati ri-tirati da produttori che li h a n n o riutiliz-zati direttamente. Nel 2 2 % i residui di produzione sono stati presi da utilizza-tori e convertiti in nuovi materiali. In quasi tutti i casi gli offerenti h a n n o rag-giunto un risultato positivo con la ces-sione, sia che il cessionario abbia pagato i residui di produzione, ovvero anche che i residui di produzione siano stati raccolti gratuitamente, in q u a n t o l'eser-cizio ha c o m u n q u e risparmiato i costi di trasporto e di eliminazione. Solo nel-1*8% dei casi gli offerenti h a n n o dovuto pagare per il ritiro.

Delle 129 richieste controllate, 49 trat-tative sono andate in porto, e cioè il 3 7 % . Nel 5 6 % dei casi i richiedenti h a n n o reintegrato direttamente nel ciclo produttivo i residui di produzione presi dal produttore; nel 1 3 % dei casi è se-guita una trasformazione in nuovi mate-riali. In circa un terzo di tutti i casi si è inserito fra cedente e cessionario un commerciante di materie prime, da cui si capisce che anche questo settore com-merciale ha allacciato nuove relazioni d'affari con l'ausilio della borsa dei ri-fiuti.

Poiché la borsa dei rifiuti si limita alla mediazione fra gli interessati, le con-dizioni trattate, specialmente per quan-to riguardi i prezzi, devono rimanere tabu per il gestore della borsa. Se si volesse porre una questione del genere, gli interessati diserterebbero la borsa ed un accertamento dei prezzi pagati, da parte del gestore della borsa, equivar-rebbe alla compilazione di un prezziario per i residui di produzione. Q u a l u n q u e gestore di una borsa dovrebbe evitarlo. Se anche il gestore della borsa dei fiuti non p u ò valutare pienamente i ri-sultati raggiunti perché le azioni di con-trollo sono costose e difficili e perché, d'altra parte, vi sono degli operatori che dopo essersi conosciuti tramite la borsa continuano per anni nei loro scambi di residui industriali, senza più avere la mediazione della borsa e senza nean-che informarla, tuttavia il gestore della

raggiare.

Il numero delle offerte e delle richieste presso le Camere di commercio e indu-stria tedesche si è negli ultimi anni sta-bilizzato intorno alle 2 0 0 mensili. Solo nel corso dell'ultimo anno si sono tro-vati 5000 interessati per i residui di pro-duzione offerti. Si è così dimostrato che la borsa dei rifiuti funziona e che gestir-la è ancora cosa utile.

Da un anno le Camere di commercio ed industria tedesche, oltre alla pubblica-zione di offerte e richieste, accettano di occuparsi anche della consulenza alle aziende, nei casi in cui non sia stato possibile collocare un residuo di produ-zione per mezzo della borsa. Tramite un elenco compilato dall'ufficio federale te-desco per l'Ecologia, viene indicato un probabile utilizzatore. Q u a n d o anche cosi non si riuscisse a cedere il residuo di produzione, avviene una consulenza personale con l'aiuto dell'ufficio fede-rale per l'Ecologia.

LE OFFERTE OSCILLANO CON I PREZZI DELLE MATERIE PRIME

La borsa dei rifiuti delle Camere di commercio ed industria tedesche è sud-divisa in gruppi merceologici, e cioè: residui chimici, materie plastiche, carta, legno, gomma, cuoio, prodotti tessili, vetro, metalli, varie. Se si considerano le quote percentuali dei singoli settori trattati nel corso dell'anno, risulta evi-dente come la loro entità sulla borsa oscilli insieme ai prezzi delle materie prime.

Fra le offerte sono sempre nel gruppo di testa le materie plastiche ed i residui chimici. La quota delle materie plasti-che negli anni 1974-1978 è stata rispet-tivamente del 19,2, 23,4, 23,6, 22,2 e 2 1 , 3 % . I residui chimici che coprivano il 18,6% nel secondo semestre del 1974 sono scesi nel f r a t t e m p o al terzo posto con un 1 5 , 9 % . È notevole come nel corso degli anni siano aumentati i me-talli, passando da u n a quota iniziale del-l'8,2 a 11,9, 11,8, 16,0 e siano ora con il 19,0% al secondo posto.

Questa forte crescita si spiega con il fatto che il commercio dei rottami metal-lici all'inizio nutriva molte riserve nei confronti della borsa, mentre ora si ser-ve di questa istituzione, che offre buona trasparenza di mercato. I residui di car-ta, che erano all'inizio con 1 2 , 6 % al quarto posto, sono scesi passando dal-l'8,6, 9,2, 8,9 e 8 , 7 % al quinto posto. In coda, come sempre, si trovano gomma, vetro e cuoio. Questo si spiega soprat-tutto con il fatto che questi settori in confronto a quelli suddetti, comprendo-no un micomprendo-nor numero di aziende e per-tanto n o n hanno cosi tanti residui da offrire.

Anche f r a le richieste i residui chimici sono tornati ad essere in testa con u n a percentuale del 2 2 , 9 % , dopo che l'anno scorso erano scesi al quarto posto con 116 richieste, pari al 1 3 , 7 % . I residui di metallo hanno mantenuto con il 2 2 , 0 % il secondo posto f r a le richieste pervenute, essendo le richieste effettive un poco aumentate. Anche le materie plastiche si sono mantenute nel gruppo di testa, tuttavia la loro quota assoluta e percentuale, rispetto alle 246 richieste ed al 2 9 , 0 % dell'anno scorso è sceso a 193 richieste ed al 1 9 , 9 % .

BORSE DEI RIFIUTI: COMPITO DELLE CAMERE DI C O M M E R C I O ED INDUSTRIA

Nel quadro della Conferenza Perma-nente delle Camere di commercio della Comunità Europea, l'anno scorso è stato fondato un gruppo di lavoro « borsa dei rifiuti » sotto direzione tedesca. Dopo at-tenta riflessione della problematica, alla seduta plenaria delle Camere di com-mercio e industria della Comunità, nel novembre dell'anno scorso è stato deli-berato di raccomandare a tutte le Ca-mere di commercio e industria la co-stituzione di una borsa dei rifiuti, per-ché:

•— l'economia stessa è in grado di crea re una trasparenza sul mercato per i re-sidui di produzione e di assumere la mediazione gerendo le borse dei rifiuti;

— le borse dei rifiuti stimolano le aziende e le aiutano a riutilizzare i re-sidui di produzione ed a farli rivaloriz-zare da altri;

— le borse dei rifiuti prevengono u n a carenza di materie prime;

— le borse dei rifiuti riducono la quan-tità dei rifiuti difficili;

— le borse dei rifiuti servono a media-re conoscenze e consulenze tecnologi-che;

— le borse dei rifiuti ostacolano even-tuali misure governative, che sarebbero pregiudizievoli per una libera economia di mercato;

— l'introduzione di misure governative in uno dei paesi della CEE ha inevita-bilmente reazioni sugli altri paesi della CEE.

Scopo ultimo è di scambiare i residui di produzione anche oltre le frontiere di tutti gli stati membri. Il lavoro delle Camere viene appoggiato dalla commis-sione della CEE, che si è anche assunta l'incarico di tradurre in tutte le lingue della commissione un manuale con pro-mozioni e proposte per gestire una bor-sa dei rifiuti, di modo che tutte le Ca-mere sono ora in possesso di queste do-cumentazioni e possono organizzare le borse dei rifiuti con le dovute modifiche date dalle realtà locali.

Nei seguenti paesi già esistono delle bor-se dei rifiuti presso le Camere di com-mercio ed industria:

• Borsa federale dei rifiuti delle Came-re di commercio in Austria dal giu-gno 1974;

• Lussemburgo;

• Francia nelle Regioni:

Champagne-Ardenne, Ile-de-France, Basse-Nor-mandie, Marseille, Alsace;

altre regioni, e cioè Nantes e Lor-raine h a n n o deciso di costituire delle borse dei rifiuti;

• Italia. Oltre a Torino, che gestisce

già con successo una borsa dei rifiuti, anche la Camera di T a r a n t o vuole av-viare una borsa dei rifiuti;

• Spagna. La Camera di Bilbao intende

gestire u n a borsa dei rifiuti.

Per la costituzione di questa organizza-zione a livello europeo, retta esclusiva-mente dalle Camere di commercio ed industria, dovrebbe occorrere ancora del tempo. Tuttavia l'inasprimento delle leggi sui rifiuti nei singoli paesi della CEE dovrebbe contribuire a trasmettere una funzione importante alle borse dei rifiuti.

PROSPETTIVA

Per finire ancora un'osservazione. Si dovrebbe sempre tendere a riciclare i rifiuti, cioè a reinserirli nel circuito economico, ciò che in f u t u r o sarà mag-giormente possibile per la trasparenza del mercato dovuta proprio alla borsa dei rifiuti ed alle nuove conoscenze tec-nologiche.

I limiti economici sono comunque già posti: il riciclo, economicamente con-veniente, è sempre in rapporto di di-pendenza dal prezzo della rispettiva ma-teria prima e dai costi di eliminazione, e subirà delle oscillazioni insieme a que-sti coque-sti.

QUALCHE ESEMPIO DI VALORIZZAZIONE

Nel documento Cronache Economiche. N.011-012, Anno 1979 (pagine 39-42)