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La Comunicazione della Commissione “Sviluppare la dimensione

4. La funzione sociale dello sport

1.3 La Comunicazione della Commissione “Sviluppare la dimensione

La comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni denominata “Sviluppare la dimensione europea dello sport”77 costituisce il primo documento politico elaborato dopo l’adozione del Trattato di Lisbona ed è il risultato di un lungo lavoro che la Commissione, subito dopo la diffusione del Libro Bianco, ha avviato “al fine di individuare le questioni chiave da affrontare a livello di

UE” partendo dal fatto che l’azione dell’Unione Europea “può apportare un considerevole valore aggiunto in una serie di ambiti”.

Questa comunicazione è frutto di varie consultazioni tenute dalla Commissione insieme ad una molteplicità di soggetti desiderosi di individuare e di risolvere le problematiche alla base dello sport nell’Unione Europea. La Commissione ha organizzato varie consultazioni con gli Stati membri e con i principali soggetti interessati

77 Comunicazione delle Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e

sociale e al Comitato delle regioni denominata ”Sviluppare la dimensione europea dello sport”, Bruxelles, 18.01.2011, COM (2011) 12 def.

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al settore dello sport, nominando anche un gruppo di esperti indipendenti78. Dalle varie consultazioni è emerso un ampio consenso sulle questioni prioritarie per l’Unione Europea in materia di sport: lotta al doping; istruzione e formazione; prevenzione e lotta contro la violenza e l’intolleranza; l’inclusione sociale nello sport; finanziamento sostenibile dello sport di base e buona governance. A seguito della pubblicazione del Libro Bianco nel 2007, abbiamo assistito ad un’intensificazione nei rapporti tra le Istituzioni Europee e gli Stati membri in materia di politica sportiva e, non a caso, quasi tutte le azioni racchiuse nel piano d’azione inserite nel Libro Bianco, intitolato a Pierre de Coubertin, sono state realizzate o sono in fase di attuazione. Il ricorso al Libro Bianco, nella stesura di tale comunicazione, è molto evidente e lo si può notare andando ad osservare la struttura della comunicazione stessa. La struttura del Libro Bianco è basata su tre capitoli tematici, (il ruolo sociale dello sport, la dimensione economica dello sport e l’organizzazione dello sport) e questa struttura è la stessa che viene usata nella comunicazione della Commissione. Alla fine di ogni capitolo tematico si trova un elenco esplicativo, ma poco approfondito, contenente tutte le questioni che la Commissione e gli Stati membri devono affrontare per migliorare la politica sportiva, sempre rispettando le rispettive competenze. La Commissione chiaramente deve rispettare le competenze degli Stati membri nel settore sportivo, rispettando il principio di sussidiarietà79,

78 I risultati della consultazione pubblica sono reperibili sul seguente sito Internet:

http://ec.europa.eu/sport/library/doc/a/100726_online_consultation_report.pdf

79Nel quadro delle competenze non esclusive dell'Unione, il principio di sussidiarietà, sancito dal

trattato sull'Unione europea, definisce le condizioni in cui l'Unione ha una priorità di azione rispetto agli Stati membri. Il significato e la finalità generali del principio di sussidiarietà risiedono nel riconoscimento di una certa indipendenza a un'autorità subordinata rispetto a un'autorità di livello superiore, segnatamente a un ente locale rispetto a un potere centrale. Si tratta dunque di una ripartizione delle competenze tra i diversi livelli di potere, principio questo che costituisce la base istituzionale degli Stati a struttura federale. Applicato al quadro dell'Unione europea, il principio di sussidiarietà funge da criterio regolatore per l'esercizio delle competenze non esclusive dell'Unione. Il principio di sussidiarietà esclude l'intervento dell'Unione quando una questione può essere regolata in modo efficace dagli Stati membri a livello centrale, regionale o locale e legittima invece l'Unione a esercitare i suoi poteri quando gli Stati membri non sono in grado di raggiungere gli obiettivi di

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ma, tuttavia, l’attuazione del Libro Bianco ha dimostrato che l’azione dell’Unione Europea può apportare un valore aggiuntivo in vari ambiti sportivi. L'azione dell’Unione Europea è diretta ad appoggiare le scelte degli Stati membri e a perfezionarle qualora ciò risulti opportuno per combattere le sfide quali la violenza o l’intolleranza legate agli eventi sportivi. L'azione dell’UE, inoltre, deve spingersi oltre i confini interni e deve contribuire a risolvere il problema del doping, delle frodi e delle partite truccate. Le manovre dell’UE potranno, in futuro, servire da basi per una più proficua interazione tra i vari organismi, promuovendo lo sviluppo di reti europee in campo dello sport80. Come già accennato in precedenza, la comunicazione della Commissione tratta di temi già esaminati all’interno del Libro Bianco. All'interno di questo paragrafo andremo ad analizzare brevemente le varie azioni che la Commissione vuole attuare per migliorare la politica sportiva, partendo dal ruolo sociale dello sport e concludendo con l’organizzazione dello sport in Europa.

Per quanto riguarda il ruolo sociale dello sport, la Commissione si concentra maggiormente sulla prevenzione e sulla lotta al doping. L'uso di queste sostanze dopanti può creare gravi problemi per la salute umana e necessita di azioni volte a contrastarlo. Bisogna ricordare che la prevenzione del doping e le sanzioni dello stesso sono di competenza delle organizzazioni sportive e degli Stati membri. La Commissione

un'azione prevista in misura soddisfacente e quando l'intervento a livello dell'Unione può apportare un valore aggiunto

80 Un esempio di interazione tra Commissione e Uefa è l’organizzazione di Euro2020, la più grande

manifestazione sportiva itinerante mai esistita. I campionati europei di calcio del 2020, che saranno i primi a svolgersi in tutta Europa, coinvolgeranno 12 città diverse. Sarà l'occasione per ritrarre un'immagine positiva dell'Europa e dei suoi valori comuni, celebrando al tempo stesso la sua diversità culturale. La Commissione e l'UEFA concordano sull'importanza di fare di EURO 2020 un evento socialmente responsabile e sostenibile che lasci un'eredità positiva, affrontando al tempo stesso sfide quali la garanzia di spostamenti transfrontalieri senza intoppi, la sicurezza e la protezione.

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appoggia e sostiene tutte quelle organizzazioni che prevengono e combattono la lotta al doping, come per esempio la WADA o la NADO. Bisogna anche accennare al fatto che molti dei soggetti interessati richiedono un approccio più attivo da parte dell’Unione Europea, un approccio che conduca all’adesione alla Convenzione della lotta contro il doping del Consiglio d’Europa. A questo proposito è necessario valutare, preventivamente, le implicazioni della competenza che viene conferita all’Unione dall’articolo 165 TFUE in relazione alla rappresentanza dell’UE nelle strutture della WADA. Dal lato suo, la Commissione incoraggia la creazione e la diffusione, così come avviene negli Stati membri, di disposizioni penali contro il commercio di sostanze dopanti ma allo stesso tempo richiede che si rispettino i diritti e i principi fondamentali come il rispetto della vita privata e familiare, la protezione dei dati personali, il diritto ad un equo processo e la presunzione d’innocenza. Un altro aspetto sicuramente importante per la Commissione riguarda l’istruzione e la formazione. Più precisamente la Commissione vuole riprendere il dialogo iniziato nel 2008 con il Consiglio europeo relativo alla questione delle “carriere parallele”81. La Commissione sottolinea l’importanza di garantire ai

giovani atleti di alto livello un’istruzione di qualità, parallela alla formazione sportiva attraverso centri di formazione di alta qualità in grado di salvaguardare lo sviluppo pedagogico e morale degli atleti professionisti. Gli altri temi trattati nella comunicazione sono relativi alla lotta contro la violenza e l’intolleranza e alla protezione della salute attraverso lo sport, dovendosi ritenere che la pratica sportiva è necessaria per ridurre l’obesità e prevenire il maggior numero di rischi per la salute.

Il secondo gruppo di questioni trattate nella comunicazione riguarda la dimensione economica dello sport. Lo sport in generale assume un ruolo molto importante nella crescita e nello sviluppo dell’Europa,

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contribuendo all’aumento dei posti di lavoro. Secondo uno studio82

realizzato dall’economista Stefano Ambrosetti, lo sport riveste in Italia circa il 3% del PIL mondiale. La Commissione sta favorendo la cooperazione a livello europeo in modo tale da misurare l’effettiva valenza economica dello sport in UE attraverso un conto satellite per lo sport83. Nonostante comunque l’enorme importanza economica dello sport, la maggior parte dell’attività sportiva viene svolta in strutture senza scopo di lucro basate sul volontariato. La Commissione, inoltre, si sofferma sulla possibilità, meglio necessità, di reperire delle risorse in modo da poter finanziare lo sport, ponendo la sua attenzione in particolare sullo sviluppo e sulla vendita dei diritti televisivi, come pure sull’attività di scommesse collegate agli eventi sportivi. Guardando ai diritti televisivi, la Commissione mira, fatto salvo il pieno rispetto delle norme in materia di concorrenza e di mercato interno all’UE, a fornire protezione a queste fonti di reddito in modo da garantire un finanziamento indipendente delle attività sportive in Europa. La concessione dei diritti televisivi dovrebbe andare a soddisfare domande di mercato e preferenze culturali diverse, sempre garantendo il rispetto delle norme sulla concorrenza e le norme sul mercato interno. Un esempio utile, in grado di farci capire meglio i meccanismi di solidarietà finanziaria e di ridistribuzione nello sport, è quello della vendita collettiva dei diritti mediatici. Questa vendita collettiva limita di per sé la concorrenza ai sensi dell’articolo 101, paragrafo 1, del TFUE, tuttavia, gli effetti positivi superano gli effetti negativi. Attraverso la vendita collettiva si possono soddisfare i criteri per beneficiare di una deroga a norma dell’articolo 101, paragrafo 3, del TFUE, purché si rispettino determinate condizioni. La Commissione in questo caso vuole raccomandare le associazioni

82 Focus n°16 - 07 maggio 2013, a cura di Giovanni Ajassa e Stefano Ambrosetti, Servizio Studi Bnl 83 Un conto satellite è un quadro statistico che serve a misurare l'importanza economica di un'industria

specifica (in questo caso il settore dello sport) per l'economia nazionale. Un conto satellite per lo sport filtra i conti nazionali per le attività relative allo sport per estrarre tutto il valore aggiunto connesso allo sport.

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sportive di dotarsi di meccanismi per la vendita collettiva dei diritti mediatici in modo tale da avere una ripartizione adeguata dei proventi, sempre rispettando le norme dell’Unione Europea in materia di concorrenza e del diritto dei cittadini all’informazione. Durante l’analisi economica l’attenzione della Commissione si sofferma anche sull’applicazione degli aiuti di Stato in ambito sportivo e sulla possibilità per il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale di migliorare e di aumentare le infrastrutture sportive e le attività sostenibili per implementare anche la capacità di aumentare l’occupazione. Per poter poi capire meglio e sviluppare in futuro tali questioni la Commissione ha avviato uno studio sul finanziamento dello sport di base. Lo studio ha come finalità quella di individuare la vera importanza per lo sport di base delle diverse forme di finanziamento, vedi per esempio le sovvenzioni pubbliche, i contributi delle famiglie e del volontariato, le sponsorizzazioni, i proventi derivanti dalla trasmissione degli eventi sportivi.

Il punto principale e centrale della comunicazione della Commissione è quello relativo all’organizzazione dello sport. Una solida organizzazione, una buona gestione del settore dello sport, la buona

governance, sono presupposti fondamentali per poter affrontare le

sfide che attendono lo sport e le istituzioni europee. La buona governance è un requisito necessario per garantire l’autonomia e l’autoregolamentazione delle organizzazioni internazionali e la Commissione, consapevole del fatto che non esista un unico modello di governance dello sport europeo, cerca di racchiudere una serie di principi che devono stare alla base di una buona gestione dello sport: l’autonomia entro i limiti di legge, la democrazia, la trasparenza e la responsabilità nella presa di decisioni. Un aspetto su cui si sofferma la Commissione al punto 4.2 della Comunicazione è quello relativo alla natura specifica dello sport, concetto già più volte segnalato nelle varie decisioni della Corte di Giustizia e a cui fa riferimento anche il Libro

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Bianco. Ci si concentra sulla natura specifica dello sport quando bisogna andare a verificare se le regole sportive siano compatibili con i requisiti previsti dalle disposizioni europee, e soprattutto, con riferimento a diritti fondamentali quali la libera circolazione e le regole di concorrenza. Per poter svolgere questa verifica la Commissione considera compatibili le regole sportive che perseguono e raggiungono obiettivi legittimi proposti dalle organizzazioni sportive, come per esempio l’equità delle competizioni sportive, l’incertezza dei risultati e la protezione della salute degli atleti. Viene confermato il principio di libera circolazione e nazionalità degli atleti mettendo in luce la questione che le regole che introducono discriminazioni dirette (vedi per esempio la regola 6+584) sono incompatibili con il diritto

dell'Unione Europea. Diversamente, le regole che introducono discriminazioni indirette o che limitano la libertà di circolazione possono essere considerate compatibili se mirano a realizzare obiettivi legittimi.

La parte finale della Comunicazione tratta di regole relative al trasferimento dei giocatori e all'attività degli agenti sportivi, integrità delle competizioni sportive e del dialogo sociale europeo in ambito sportivo. Quest'ultimo settore riveste una parte molto importante nel modello sociale europeo e offre ai datori di lavoro e ai lavoratori del settore sportivo l'opportunità di sviluppare relazioni industriali tramite un dialogo autonomo nel quadro legislativo e istituzionale generale dell'Ue.

In conclusione, possiamo rilevare come la Commissione, ancora una volta, conferma che la specificità dello sport deve prevedere

84 La regola del 6+5 fu una proposta avanzata dall'ex Presidente FIFA, Joseph Blatter, mai ufficialmente

approvata. Consisteva nella obbligatoria presenza di almeno 6 giocatori nazionali al calcio d'inizio. Nessuna restrizione era prevista per la panchina e per le sostituzioni. La FIFA discusse di questa proposta nel maggio 2008 e, malgrado l'esito molto positivo, non venne applicata in quanto ritenuta contraria al diritto dell'Unione Europea.

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un'assistenza e un controllo caso per caso e dunque conferma l'approccio già menzionato nel Libro Bianco.