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La difesa legale nella giurisdizione civile

Il Sesto Emendamento della Costituzione, come visto, prevede il diritto alla difesa legale unicamente nei casi di giurisdizione penale, mentre tace riguardo alla presenza di un simile diritto in ambito civile.

La presenza dell’avvocato, in tali cause, è sempre possibile ogniqualvolta il convenuto ne assuma uno privatamente, la mancanza riguarda quindi i soggetti indigenti, i quali, in assenza di rappresentante, non potranno fare appello ad un dovere del tribunale di nominare un difensore pubblico. La mancanza di un riconoscimento costituzionale crea quindi una lacuna che nel tempo si è cercato di colmare, per quanto possibile, tramite giurisprudenza.

Nel 1971, con il caso ​Boddie v. Connecticut, ​una causa di divorzio, la Corte Suprema stabilisce che se lo statuto di uno Stato richiede, a tutti i cittadini, il pagamento di una tassa precedente all’instaurazione del giudizio civile e necessaria per instaurare il processo, tale disposizione conduce alla violazione del Quattordicesimo Emendamento e, in particolare, della clausola del giusto processo . Una simile previsione,88 non solo crea una discriminazione tra soggetti abbienti e non, ma preclude a questi ultimi la possibilità di instaurare un giudizio civile, comportando nel caso di specie l’impossibilità di ottenere il divorzio con i correlativi diritti e obblighi.

Il caso​Boddie v. Connecticut, tuttavia, non risolve il problema della difesa legale, ma apre a tale possibilità tramite l’applicazione del concetto di giusto processo che, come visto nell’evoluzione della giurisprudenza penale, è capace di contenere diritti e garanzie statuiti in altri Emendamenti.

Una limitazione alla giurisprudenza del caso ​Boddie non si fa però attendere e, in ​United States v. Kras del 1973​, la Corte precisa che la tassa, come pre-requisito per l’instaurazione di un procedimento per bancarotta, non viola la clausola del giusto processo, in quanto il ricorso al tribunale è solo uno dei mezzi possibili per la risoluzione della controversia. La differenza dei casi trattati, il divorzio e la bancarotta, e la presenza di vie alternative all’instaurazione di un procedimento, crea quindi la linea di discrimine tra ciò che necessita di garanzie “fondamentali” e ciò che invece, prevedendo più soluzioni, ne esula . 89 La decisione del caso​Boddie trova una soluzione al problema della tassa pre-processuale che, come visto, renderebbe impossibile per un soggetto indigente accedere al tribunale. Tali difficoltà, secondo le corti, ricoprono un importante peso, oltre che in materia di divorzio, anche per quanto riguarda l’affidamento dei figli della coppia. Si ritiene infatti che il sostegno e la consultazione con un avvocato siano, in questi casi, di vitale importanza per l’assicurazione di un giusto processo. Il carattere costituzionale e fondamentale della difesa legale è rintracciabile anche in queste ipotesi di giurisdizione civile e non soltanto nell’ambito penale. Nel caso dell’affidamento, il genitore convenuto, in fase di udienza, benché non rischi l’incarcerazione non è comunque escluso da una pena connotata da una elevata severità. In questa situazione l’eventuale preparazione - o meglio, impreparazione - legale e tecnica del convenuto può andare a pregiudicare non solo la sua personale situazione ma anche quella del figlio. Considerando anche la - pressante - presenza della pubblica accusa, il convenuto rischia di rilasciare, in tale fase, dichiarazioni autoincriminanti che possono condurre ad accuse penali . 90

89​Stein A.J. (1975), ​The indigent’s right to counsel in civil cases. ​Fordham

Law Review 989. 90 Ibidem.

Quest'ultima considerazione ha influenzato la Corte Suprema nella decisione del caso ​Maness v. Meyers del 1975, dove la questione non riguardava direttamente il diritto alla difesa legale ma la garanzia contro l’auto-incriminazione insita nel Quinto Emendamento. Il caso riguardava la pubblicazione di materiale considerato osceno; durante il procedimento, su consiglio del proprio avvocato, il distributore si è rifiutato di portare e mostrare tali pubblicazioni sulla base del fatto che, così facendo, si sarebbe creato il rischio di una auto-incriminazione con possibile e conseguente accusa penale. Il difensore, a causa dell’avviso concesso al proprio cliente, viene accusato di oltraggio alla corte. La decisione della Corte Suprema dispone che il consiglio del difensore non comporta l’accusa di oltraggio perché, se così fosse, essa avrebbe, indirettamente, negato la possibilità del convenuto di consultarsi con un avvocato in una causa civile . Inoltre, lo scopo del Quinto Emendamento 91 è proprio quello di assicurare che un soggetto, coinvolto in un procedimento, non sia obbligato o indotto a dichiarare fatti, o in questo caso produrre documenti, che possano successivamente essere usati contro di lui in un processo penale . 92

La garanzia del Quinto Emendamento è applicabile sia nella giurisdizione civile che penale ed in tutti i tipi di procedimenti, siano questi accusatori, amministrativi o investigativi:

​There is a constitutional right [...] to some advice of counsel [...] The Court's rationale thus inexorably implies that counsel must be appointed for any indigent witness, whether or not he is a party, in any proceeding​.” 93

91​Maness v. Meyers 419 U.S. 458 II (1975) 92​Maness v. Meyers 419 U.S. 469 (1975) 93​Maness v. Meyers 419 U.S. 471 (1975)

Risulta essere, inoltre, non rilevante il fatto che la produzione di tali documenti o affermazioni possa condurre effettivamente il convenuto verso accuse penali, essendo sufficiente il mero rischio che ciò possa accadere . 94

Il caso ​Maness rappresenta un importante sviluppo in materia di difesa legale nell’ambito della giurisdizione civile, riconoscendo implicitamente che la concessione di un avvocato non può e non deve dipendere dal tipo di causa trattata, essendo un diritto essenziale sia in materia penale che civile.

Nella pratica, sia nelle corti federali che statali, il convenuto indigente non è comunque lasciato solo nel dover affrontare i rischi del processo, i tribunali possono infatti nominare un difensore anche in materia civile, ma tale potere è del tutto discrezionale. Tale possibilità può essere prevista dal regolamento della corte stessa o da disposizioni statutarie, ma non esiste una regola precisa, potendo il giudice valutare caso per caso a seconda delle proprie convinzioni. Nello Stato di New York, due corti hanno cercato di individuare, in cause matrimoniali, una linea definitiva per la nomina del difensore: la prima corte ha stabilito il principio per cui a nessun soggetto indigente può essere negata la possibilità di rivendicare i propri diritti tramite un tribunale. Per assicurare, quindi, un effettivo ed equo accesso alla giustizia si rende conseguentemente necessaria la nomina di un difensore. La seconda corte di New York ha invece dichiarato che l’interesse dello Stato all’unione matrimoniale e ai diritti dei soggetti coinvolti, prescrive la necessità di concedere ad entrambe le parti, se indigenti, una efficace difesa . 95

94​Stein A.J. (1975), ​The indigent’s right to counsel in civil cases. ​Fordham

Law Review 989. 95 Ibidem.

Quando un tribunale si trova a dover affrontare una richiesta di nomina di un difensore, due sono i problemi che immediatamente sorgono: da quale organizzazione o studio viene chiamato l’avvocato e chi sostiene i costi della rappresentanza.

Molte sono le organizzazioni legali che negli Stati Uniti si occupano di fornire assistenza a soggetti indigenti, la domanda è quanto efficiente può essere tale servizio: nonostante l’elevato numero di studenti e praticanti, le richieste di assistenza superano di gran lunga l’offerta proposta da tali organizzazioni. Le conseguenze sono facilmente immaginabili: in quanto il numero dei casi risulta eccessivo rispetto al numero di avvocati disponibili, il tempo da questi dedicato al proprio cliente risulta essere ristretto e la preparazione al processo frettolosa e non curante di tutti gli aspetti coinvolti. Spesso il risultato è un semplice compromesso tra il tempo da dedicare alla causa di un cliente e dell’altro.

Per quanto riguarda il secondo punto riguardante i costi per la difesa nominata dal tribunale, è necessario chiarire che in ambito civile, per i difensori pubblici, non è esplicitamente previsto un diritto al compenso. Il ​Code of Professional Responsibility ​dispone che la responsabilità di prevedere ai servizi legali, per coloro che sono impossibilitati al pagamento, ricade unicamente sull’avvocato il cui servizio reso è compreso, semplicemente, tra gli obblighi della professione legale . 96 Tra le tante cause civili che coinvolgono il diritto alla difesa, quelle matrimoniali sono le più frequenti; la mancanza, però, di un’autorità statutaria comporta, sì, per le corti la possibilità di nominare un difensore, ma non esiste un obbligo delle stesse a richiedere allo Stato di pagare tale compenso. Il comportamento delle corti, in questo senso, non è però univoco: alcune, infatti, provvedono comunque a determinate

forme di remunerazione.

Il diritto alla difesa legale risulta essere essenziale anche nelle cause civili che, spesso, rischiano di sanzionare il convenuto con una severità analoga a quella delle sentenze penali (si fa riferimento soprattutto ai casi di immigrazione).

Le parti rappresentate da un avvocato raggiungono, statisticamente, i risultati più favorevoli soprattutto per quanto riguarda cause familiari, locazione, welfare e risarcimenti, nonostante, come anticipato, un diritto categorico alla difesa legale in materia civile non sia riconosciuto dalla Costituzione. Per ovviare a tale mancanza, la Corte Suprema ha creato una presunzione per cui la limitazione della libertà personale non può fungere da scriminante per la concessione di un difensore, ma le esigenze dei soggetti non abbienti rimangono, nonostante ciò, frustrate. La​Legal

Services Corporation, ​la più importante organizzazione negli Stati Uniti per la concessione del sostegno legale ai soggetti indigenti, è costantemente soggetta a mancanza di fondi e, conseguentemente, la sua attività risulta limitata. Il risultato di questa crisi va a pesare sulle minoranze razziali, donne e chiunque si trovi in una situazione economica insufficiente alle primarie esigenze . 97

Il dovere di garantire un equo ed efficace accesso al diritto alla rappresentanza derivano, in parte, dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani , dalla Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di98 discriminazione razziale99 e l’Accordo Internazionale sui diritti civili e politici . Nel 2014 il comitato della seconda Convenzione citata ha,100 inoltre, espresso dubbi e preoccupazioni riguardo alla situazione della

97​Kaufman R. (2015), ​Access to counsel in civil cases. ​Columbia Law School

Human Rights Institute.

98​Universal Declaration of Human Rights​ (1948), Art. 10​.

99​Convention on the Elimination of All Forms of Racial Discrimination​ (1963),

Art. 5 - 6​.

giurisdizione civile statunitense . Sistema che rischia di lasciare senza101 un’adeguata assistenza difensiva convenuti nei più vari procedimenti, dalla salute al lavoro, dalle cause matrimoniali a quelle sull’immigrazione.

La ​Legal Service Corporation (LSC), che come anticipato si occupa di assicurare un’assistenza legale ai convenuti indigenti, risulta oggi pesantemente limitata nella sua azione a causa dei tagli del Governo seguiti alla crisi: nel 2010 ha visto la chiusura di più di 30 uffici ad essa appartenenti. Le stesse organizzazioni responsabili e affiliate alla LSC, non sono ancora oggi in grado di provvedere adeguatamente alla ingente richiesta di assistenza legale proveniente dai cittadini . 102

Nonostante la difficile situazione nazionale, i singoli Stati hanno comunque cercato di migliorare e agevolare l’accesso ai servizi di difesa. Alcuni esempi sono rintracciabili nel ​New York Immigrant Family Unity

Project, ​che provvede all’offerta di assistenza legale nei confronti di convenuti che rischiano l’espulsione. Nonostante nel 2013 solo il 59% degli immigrati è riuscito ad ottenere un difensore, il 74% degli stessi è riuscito a far prevalere i propri interessi all’interno del procedimento a loro carico, e questo grazie proprio all’avvocato nominato . Sempre a 103 livello sub-nazionale troviamo il ​San Francisco Right To Civil Counsel Pilot

Program che include proposte per garantire l’accesso alla difesa ai

convenuti nelle cause di sfratto.

Più recentemente, nella primavera del 2017, lo Stato di New York risulta essere il primo dell’intera Nazione a prevedere una difesa per tutti i soggetti immigrati sottoposti a detenzione. Il ​Vera Institute of Justice e

101 Kaufman R. (2015), ​Access to counsel in civil cases. ​Columbia Law

School Human Rights Institute.

102​Ibidem.

103​Accessing Justice: The Availability and Adequacy of Counsel in Removal

organizzazioni affiliate hanno annunciato lo stanziamento di un budget di 4 milioni di dollari dedicato all’espansione delle attività legali del ​New

York Immigrant Family Unity Project, ​il sistema - sopra citato - di difesa pubblica creato nel 2013 . Così facendo New York diventa il primo104 Stato ad assicurare che nessun soggetto immigrato sarà sottoposto a detenzione a tempo indeterminato e separato dalla famiglia a causa della sua impossibilità economica di permettersi un difensore. Il programma comporta, come ulteriore conseguenza, la possibilità per il convenuto di poter mantenere il proprio impiego lavorativo e per i datori di lavoro di evitare lo spreco di tempo e denaro per la ricerca di sostituti. A seguito dell’esempio newyorkese, altre città e Stati hanno recentemente iniziato a guardare con favore simili investimenti, tra queste: Los Angeles, San Francisco e Washington D.C . 105

104​Vera Institute of Justice, ​New York becomes the first in the nation to

provide lawyers for all immigrants detained and facing deportation. ​Da: https://www.vera.org/newsroom/press-releases/new-york-state-becomes-first -in-the-nation-to-provide-lawyers-for-all-immigrants-detained-and-facing-depo rtation