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La povertà del benessere

IV. Obiettivi conoscitivi specifici della ricerca

4. Povertà provvisorie

4.2 La povertà del benessere

Accanto a situazioni di povertà che colpiscono la famiglia e che sono dovute a dinamiche e fenomeni non riconducibili a responsabilità personali dei componenti del nucleo, va osservata la presenza di situazioni di povertà e vulnerabilità economica legata a modelli di consumo non corrispondenti al proprio livello di reddito.

Si può far risalire questa riflessione alla prospettiva teorica di Merton (1971) riferita alla deprivazione relativa9, ripresa da un concetto già espresso da Stouffer, il quale con questo termine descriveva l‘insoddisfazione provata dai soldati americani rispetto alla propria carriera, pur trovandosi in una posizione privilegiata. Questa insoddisfazione non ha a che fare con una realtà oggettiva, ma con le percezioni soggettive: se ci si abitua a coltivare certe aspettative, anche una realtà positiva può apparire frustrante. Allargando la portata di questa ricerca di Stouffer, Merton mostra che ogni individuo si rapporta ad almeno due gruppi: da un lato vi è il gruppo di appartenenza (quello di cui una persona fa parte nella sua vita) e ,dall‘altro, il gruppo di riferimento (quello a cui si aspira e ai cui valori si riferisce idealmente). Se il gruppo di riferimento possiede opportunità e suggerisce bisogni che l‘individuo non può soddisfare nel gruppo in cui vive, egli si sente soggettivamente frustrato, a prescindere da quanto bene o male stia nella realtà.

Il fenomeno è certamente determinato da fattori culturali e psicologico-sociali di ampia portata. ―La forte spinta al consumo costituisce un comportamento funzionale per la sopravvivenza dell‘economia di mercato appositamente rafforzato, a livello multimediale, da messaggi che gli attribuiscono un valore desiderabile e positivo‖ (Nanni, 2010).

Vi sono poi alcuni meccanismi di rafforzamento, consistenti in pratiche e modalità di presenza sui mercati, che possono incentivare

9 Stouffer introduce questo concetto nella ricerca The American Soldier sulla carriera dei militari americani.

situazioni di indebitamento e di vulnerabilità economica. Ricordiamo a tale riguardo la diffusione del gioco d‘azzardo e lagale, sostenuta anche dallo stato, la diffusione delle carte revolving, la possibilità di acquisto con pagamenti fortemente posticipati, la rateizzazione di tasse e tributi, la possibilità di poter contare su valori molto elevati di ―massimo scoperto‖ nel conto corrente bancario, che evitano nel breve periodo di ―andare in rosso‖ sul conto, ecc. nel complesso, si tratta di opportunità a doppio taglio, che se da un lato aiutano la famiglia a soddisfare le esigenze immediate, dall‘altro lato fanno venire meno il senso della realtà, costruendo in modo virtuale una situazione di benessere che non corrisponde alla realtà dei fatti.

Su questo fronte, appare evidente l‘ampio orizzonte di possibilità educative che chiamano in causa soprattutto gli attori sociali e di solidarietà, e che possono contribuire in modo specifico alla diffusione di un modello di consumo e di gestione del denaro più attento e responsabile.

Riportiamo come approfondimento su questo tema le riflessioni emerse dal Rapporto 2009 della Caritas di Reggio Emilia10.

Non avendo ancora a disposizione dati sull‘impatto che la crisi ha avuto nell‘ordinarietà dei Centri d‘Ascolto Caritas (CdA), i ricercatori della Caritas di Reggio Emilia hanno provato ad individuare alcune riflessioni a carattere soggettivo. Nel fare questo, è stata proposta una riflessione, suddivisa in tre ambiti: le nuove tipologie di persone incontrate dal CdA, le richieste più frequenti legate ad esse e in ultimo le maggiori criticità evidenziate nel corso degli incontri.

In merito alle nuove tipologie di povertà, i ricercatori di Reggio Emilia individuano quattro gruppi:

- i poveri di ritorno: si tratta di quelle persone, in maggioranza

stranieri, che già erano state conosciute dal CdA negli anni scorsi, nel momento in cui avevano intrapreso un percorso migratorio

10 Dalla presentazione del report Centro d’Ascolto – Presentazione dati 2009 della Caritas Reggio Emilia-Guastalla (14 aprile 2010)

individuale. La successiva decisione di ricongiungere i propri familiari era stata motivata dal raggiungimento di una buona autonomia finanziaria. La riduzione o perdita del lavoro ha inceppato di colpo questo loro progetto, facendoli ricadere in breve tempo in una situazione di forte precarietà, sia lavorativa che abitativa;

- i poveri della prima volta: con questo termine vengono intesi coloro che non hanno mai fatto ricorso ai servizi Caritas prima dell‘avvento della recente crisi economica. Si tratta per lo più di italiani appartenenti al cosiddetto <<ceto medio-basso>>. Il loro approccio con il CdA è frutto di un percorso difficile di presa d‘atto della propria situazione, in cui spesso l‘accesso ai servizi Caritas viene vissuto interiormente come un fallimento, uno stigma negativo, di cui ci si deve vergognare.

- I “quasi” poveri di ieri: si tratta di persone che pur non avendo mai

avuto accesso ai servizi Caritas, o avendone usufruito saltuariamente nei periodi di maggiore difficoltà, hanno sempre ―tirato avanti‖, grazie a piccoli arrotondamenti al reddito. La crisi ha comportato una riduzione delle ore di straordinario, un calo della richiesta di lavori di pulizie a ore, di servizi di babysitteraggio. - I poveri “consumati” dai meccanismi finanziari e dal gioco: con

questo termine si intendono persone che per varie ragioni hanno avuto un accesso facile e spesso semplicistico al sistema creditizio, slegato da qualsiasi ipotesi progettuale concreta. Le ragioni sono le più svariate, da chi lo ha fatto per acquistare beni di consumo, a chi vi ha fatto ricorso attratto da un sistema pubblicitario sempre più invasivo, creando in esse nel giro di pochi mesi, una vera e propria dipendenza. Il più delle volte queste persone hanno acquistato una forte dimestichezza nel richiedere prestiti che le ha portate a perdere il concetto di realtà.

II. MULTIDIMENSIONALITÀ DELLA POVERTÀ. Un confronto tra