L A STAMPA DELLA C ISL
2.4 La pubblicistica confederale tra formazione e penetrazione organizzativa
2.4.1 «Bollettino di Studi e statistiche» e «Notiziario internazionale»
La trasformazione a rotocalco di «Conquiste» e la nuova formula del giornale, riuscì a soddisfare però solo momentaneamente il gusto e le preferenze della maggioranza dei suoi lettori, e non incontrò il favore di quanti preferivano ancora la formula classica e tradizionale del giornale sindacale121.
A fianco a questo scarso apprezzamento si era posta anche la difficoltà diffusionale. Dopo la trasformazione, la confederazione aveva dato luogo ad una intensa attività di diffusione con lo scopo di raggiungere larghe masse di lavoratori. Anche la Cisl, come già la Cgil, si era orientata verso un sistema che poggiava su basi volontaristiche per diffondere il proprio organo di stampa e anche in questo caso il tentativo non si era rivelato sufficiente, tanto che
118
Cfr. Capitolo I.
119
A Partire dal n. 15 dell’8 giugno 1952 venne pubblicata «La donna nel mondo del lavoro» che era però, ancora una volta, dedicata alla donna lavoratrice.
120
Nell’articolo l’autore sottolineava proprio come fosse insolito che venisse dedicato «tanto spazio» al riposo e ai suoi problemi in una rivista come «Conquiste», dedicata appunto al lavoro e alle sue conquiste. ALDO VINCI, Per salvare la loro personalità i lavoratori confidano sul tempo libero, in «Conquiste del lavoro», V, n. 8, 9 marzo 1952, p. 12.
121
CISL, 2° Congresso nazionale. Relazione della segreteria confederale. Roma, 23-27 aprile 1955, Roma, 1955, p. 56.
la stessa Segreteria confederale si era dovuta porre il problema ed aveva riesaminato tutta la questione della stampa122.
Il Comitato esecutivo, riunito a Roma il 18-20 novembre 1953, ascoltata la relazione della Segreteria e riconosciuta la necessità di una maggiore sensibilizzazione di larghi strati dell’opinione pubblica sulle attività e sulla funzione del libero sindacalismo123, decise quindi di procedere ad una trasformazione dei servizi stampa confederali.
Questo comportò una generale riforma della stampa della Cisl, che interessò gli organi di stampa già esistenti ma che portò anche alla nascita di tre nuove pubblicazioni periodiche, che andarono a sostenere, assieme ai due organi ufficiali l’azione formativa e quella di orientamento e penetrazione organizzativa della confederazione.
È nota l’importanza rivestita dalla formazione sindacale e lo sforzo fatto dalla Cisl su questo fronte, così come l’apporto fondamentale dato dal Centro studi Cisl, nato a Firenze nel 1951, oltre che il contributo nell’evoluzione culturale della Cisl dato da Mario Romani, che dirigerà anche l’Ufficio studi confederale fino al 1967124.
La formazione del gruppo dirigente Cisl, che si inserisce nel più ampio processo formativo della nuova classe dirigente italiana dopo il fascismo, è la storia dell’impatto dei quadri che si erano formati presso il Centro studi, con il più ampio gruppo che all’indomani della rottura sindacale, aveva preso l’iniziativa per un sindacato alternativo125. La Cisl fu la prima organizzazione a dotarsi di specifici strumenti di formazione. Si trattava infatti di colmare un vuoto, non disponendo di quella dirigenza, che altrove si era venuta a formare spontaneamente grazie ad una lunga esperienza organizzativa126.
La formazione divenne così un momento della stessa azione sindacale, assieme al momento negoziale e a quello organizzativo127. Una formazione rivolta ai dirigenti della Cisl ma anche una formazione di base indirizzata verso soci, militanti, simpatizzanti e quadri intermedi, oltre che alla preparazione di un gruppo qualificato di formatori e la produzione di una grande quantità di materiale didattico.
122
Ivi, p. 57.
123
CISL, Deliberazione sulla riforma dei servizi stampa confederali e sulla pubblicazione del settimanale «Conquiste del Lavoro», in Documenti ufficiali dal 1950 al 1958. 3° Congresso Confederale Cisl. Roma, 19-22 marzo 1959, Roma, 1959, p. 317.
124
Sul contributo e sulla figura di Mario Romani (1917-1975) si veda SERGIO ZANINELLI (a cura di), Il risorgimento Sindacale in Italia. Scritti e discorsi 1951-1975, Milano, Franco Angeli, 1988; SERGIO ZANINELLI, Alle origini della cultura della Cisl: la rivista di Mario Romani «Realtà sociale d’oggi» (1947- 1954), in GUIDO BAGLIONI (a cura di), Analisi della Cisl. Fatti e giudizi di un’esperienza sindacale, vol. 1, Roma, Edizioni lavoro, 1980, pp. 159-175.
125
SILVIO COSTANTINI, La formazione del gruppo dirigente della Cisl (1950-1958), in GUIDO BAGLIONI (a cura di), Analisi della Cisl. Fatti e giudizi di un’esperienza sindacale, cit., pp. 121-123.
126
Ivi, p. 122.
127
Tra le attività rivolte all’aggiornamento della dirigenza vanno anche ricordati i convegni di studio, dedicati appositamente all’approfondimento di alcune questioni di rilievo, le conferenze, i corsi di aggiornamento, organizzati a tutti i livelli della confederazione, che dimostrano lo sforzo per consentire a «tutti i dirigenti del nuovo sindacato di sostenere con proprietà ed efficacia il ruolo peculiare loro affidato dalla realtà storica italiana»128.
A fianco a queste attività bisogna dunque collocare anche quella editoriale a supporto dello sforzo formativo e di documentazione dei dirigenti. La Cisl si avvaleva da tempo del «Bollettino d’informazioni sindacali», che a partire dal 1954 passò dalla periodicità quindicinale a quella mensile. L’Esecutivo del novembre 1953 stabilì inoltre la pubblicazione di due nuovi bollettini aventi scopi di documentazione, informazione e formazione: il «Bollettino di studi e statistiche», curato dall’Ufficio Studi e formazione e il «Notiziario internazionale», curato dall’Ufficio Rapporti con l’Estero.
Il «Bollettino di studi e statistiche», mensile pubblicato a partire dal novembre 1953129 e diretto da Appio Claudio Rocchi (con Renzo Lomazzi come vice direttore), voleva esplicitamente essere un mezzo ausiliario dell’attività formativa e come tale mantenere vivo quell’interesse per i temi di politica sindacale e per le materie tecniche necessarie per un’efficace padronanza della politica sindacale, che potevano suscitare i corsi di formazione o i convegni di studi. Come strumento di formazione, avrebbe voluto assolvere quindi il compito di tenere aggiornati i dirigenti confederali a tutti i livelli sull’attività confederale130.
Il bollettino era organizzato in una serie di rubriche, con periodicità variabile, ciascuna delle quali comprendenti sia note orientative o documenti di fondo dell’attività confederale, che una parte dedicata a notizie ed informazioni. Da queste rubriche emergono chiaramente quei temi e quelle materie che la Cisl riteneva fondamentali, non solo come bagaglio formativo dei dirigenti, ma anche per la propria azione politica e sindacale.
Ciò è evidente ad esempio in «Politica economica», nella quale si affrontavano i maggiori temi della politica economica e sociale e del lavoro. In questa si intendeva fare particolare riferimento agli sforzi condotti per sviluppare nel Paese un clima produttivistico, attraverso la pubblicazione di documentazione e di critiche delle attività svolte al riguardo, in tutti gli ambienti ed in modo particolare presso il Comitato nazionale per la produttività, comitato nato su proposta della Cisl nel 1951 e composto da imprenditori, governo, rappresentanti della Cisl e della Uil per curare la crescita del sistema economico e produttivo.
128
Presentazione, in «Bollettino di studi e statistiche», I, n. 1, 10 novembre 1953, p. 1.
129
«Bollettino di studi e statistiche», I, n. 1, 10 novembre 1953.
130
C’erano poi «Politica sindacale», con la quale si esponevano i motivi di fondo dell’azione cislina e si documentavano gli aspetti più teorici e programmatici di essa; «Attività legislativa», che tentava un collegamento tra l’azione sindacale e l’attività parlamentare, per aggiornare in materia di legislazione economica, sociale e del lavoro; «Diritto del lavoro», che cercava di aggiornare sugli aspetti più nuovi ed interessanti dell’attività giurisprudenziale, oltre a dare un’interpretazione del diritto, connessa all’attività sindacale. «Produzione e mercati», presentava invece documentazione statistico-economica sull’attività produttiva e di scambio dell’Italia, finalizzata anche ad orientare l’attività contrattuale e «Statistiche del lavoro», si concentrava su aspetti particolari della struttura e dell’andamento del mercato del lavoro in Italia.
A queste rubriche si aggiungevano poi «Formazione», ritenuta il più diretto riflesso della attività formativa confederale, con la quale non solo si sarebbe informato l’intero movimento sindacale degli sforzi compiuti dalla Cisl, ma si sarebbe tentato di affrontare in termini problematici anche le questioni relative una nuova didattica adatta al tipo di formazione richiesta dal movimento sindacale e una «Guida alla lettura», proprio per orientare i dirigenti su pubblicazioni ed articoli ritenuti di maggiore utilità.
Dal punto di vista della veste grafica, il bollettino si rifaceva al «Bollettino di informazioni sindacali», così come il «Notiziario internazionale». Quest’ultimo era nato con il compito di informare sull’attività svolta dalla Cisl e di attirare l’attenzione della base dell’organizzazione sui problemi di maggiore interesse in ambito internazionale131.
Una pubblicazione della quale la confederazione avvertiva da tempo la necessità. Era infatti ritenuto ormai indispensabile che la base fosse informata di quanto avvenisse nel mondo, nel settore sindacale o in quei settori seguiti dal sindacato. Così come era necessario che gli atteggiamenti e le posizioni assunte dalla Cisl e dai sindacati liberi rispetto determinati problemi, fossero conosciute dagli organismi nazionali ed internazionali responsabili o interessati alla loro soluzione.132
Quindi, ancora una volta, la pubblicistica cislina assolveva a scopi informativi (rivolgendosi all’interno dell’organizzazione) ed allo stesso tempo promuoveva all’esterno l’azione svolta dal sindacato. Spiegava infatti Canini nell’introduzione al primo numero del giornale, che «proprio per mancanza di informazioni si giudica inutile o poco proficua l’attività internazionale, considerandola marginale e indipendente dall’attività svolta in campo nazionale. Tale giudizio è assolutamente errato». Era quindi indispensabile un
131
GIOVANNI CANINI, Perché, in «Bollettino internazionale», I, n. 1, 1 novembre 1953, p. 1.
132
intelligente coordinamento della attività e dell’azione in questo settore della Cisl e una sufficiente informazione affinché ciascuno si rendesse conto di quanto veniva fatto dalla confederazione.
Il mensile, uscito a partire dal novembre 1953, era diretto da Appio Claudio Rocchi ed aveva come vice direttore Renzo Lomazzi. Il modello seguito era appunto quello del «Bollettino di informazioni sindacali», a partire dalla stessa copertina, dall’impostazione grafica e dall’articolazione in sezioni.
L’Ufficio Studi confederale compilava quindicinalmente anche un «Notiziario economico», stampato a ciclostile e destinato alle federazioni e sindacati nazionali di categorie a alle unioni sindacali provinciali. Il notiziario conteneva una rassegna degli avvenimenti economici italiani ed internazionali di maggiore attualità ed un esame delle prospettive a breve e a lungo termine derivanti dagli avvenimenti stessi. Forniva anche dati statistici con particolare riguardo a prezzi, costo della vita e salari133.
2.4.2 «Conquiste del lavoro» (1954-1958) e «Cisl-Notizie»
Le decisioni del novembre 1953 portarono anche ad una nuova trasformazione di «Conquiste del Lavoro» ed alla nascita di un altro periodico confederale, che doveva assolvere a funzioni di orientamento e penetrazione organizzativa. Il Comitato esecutivo aveva infatti dato mandato alla Segreteria di predisporre per il nuovo anno, sia la pubblicazione settimanale di «Conquiste», ripristinando il precedente formato quotidiano stampato a rotativa, che la pubblicazione di un giornale mensile, con eventuali edizioni territoriali134.
La nuova serie di «Conquiste» uscì a partire dal 9 gennaio 1954. Malgrado fosse stata ripristinata la stampa a rotativa, il formato delle prime serie e ridotto il numero delle pagine, il nuovo «Conquiste» guardava ancora al modello dei settimanali. L’informazione continuava ad essere ben organizzata all’interno delle pagine e nella successione di esse. Queste, 4 in tutto, avevano ormai acquistato un proprio carattere e la lettura risultava più semplice. Il contenuto era caratterizzato visivamente anche da articoli riquadrati e l’uso del
133
CISL, 1° Congresso nazionale. Napoli, 11-14 novembre 1951, cit., pp. 70-71.
134
CISL, Deliberazione sulla riforma dei servizi stampa confederali e sulla pubblicazione del settimanale «Conquiste del Lavoro», cit., p. 317.
colore rosso in prima ed ultima pagina, per sottolineare e richiamare l’attenzione del lettore su determinati titoli o pezzi.
Dalla prima pagina scomparve la grande fotografia, il titolo della testata venne collocato a destra e a sinistra un’immagine fotografica accompagnata da un lunga didascalia. La pagina ospitava due articoli principali e, inizialmente, due rubriche fisse già pubblicate in precedenza, «L’orecchio indiscreto» e «Il bersaglio», che scompariranno però entro il 1955.
Altre rubriche erano in seconda pagina («Il parere dell’avvocato» e «Viaggio in Italia», anche se molto ridotta rispetto alla precedente serie)135 e, soprattutto, in terza pagina.
Questa in particolare mantenne la sua forma più “letteraria” con l’articolo di fondo a carattere narrativo, le vignette di Castellano e rubriche come «Zibaldone» firmata da Zio
Giovanni: «una specie di ammasso confederale per il conferimento delle idee, dei rilievi,
delle osservazioni d’ogni genere di Zio Giovanni e dei suoi amici e collaboratori», aperta all’apporto di quanti volessero collaborare per renderla più interessante136; saltuariamente il «Parere del medico» e «Vita femminile» che riguardava, ancora una volta, problemi sociali, economici e politici delle lavoratrici137.
Con il ritorno della “terza pagina”, «Conquiste» apriva però soprattutto le sue colonne al tempo del non lavoro dando maggiore spazio a temi non strettamente sindacali. Settimanalmente, per la prima volta, pubblicava infatti una rubrica su «Scienza e lavoro» che raccontava di curiose invenzioni e nuovi congegni ed apparecchiature, e oltre ai numerosi pezzi di attualità e di costume, molti articoli erano dedicati alla lettura e al cinema.
Venivano segnalati libri e pellicole (giunte nelle nostre sale) che meritavano di essere viste, raccontando e commentando vivacemente le trame o interrogandosi sul ruolo e sul valore del cinema nell’educazione delle masse138 o sul favore goduto dalla fantascienza, nuovo genere di letteratura importata dall’America, da parte delle masse operaie139.
La quarta pagina si concentrava sulle iniziative dell’organizzazione, le vittorie alle elezioni delle Commissioni interne (con voti, seggi, percentuali e raffronti e commenti), e si rivolgeva spesso agli attivisti ed ai giovani; a partire dal luglio del 1955 venne invece dedicata all’attività organizzativa e sindacale nelle provincie con «Le Unioni in vetrina»140.
135
Nei primi numeri erano state anche pubblicate «Rotativa», a commento di articoli apparsi su altri periodici, e «Conquiste in parlamento».
136
«Conquiste del lavoro», VII, n. 1, 9 gennaio 1954, p. 3.
137
Rubrica pubblicata a partire dal n. 41 del 23 ottobre 1954.
138
DAN PETRANSCINCU, Cinematografie e masse, «Conquiste del lavoro», VII, n. 45, 20 novembre 1954, p. 3.
139
Id., Bilancio della fantascienza, «Conquiste del lavoro», VII, n. 27, 10 luglio 1954, p. 3.
140
Rispetto alla precedente serie diminuì notevolmente l’uso della fotografia. Del resto il numero delle pagine era ridotto a quattro e molto spazio era rubato dalla pubblicità, concentrata quasi tutta in seconda pagina. Le foto avevano generalmente un carattere documentario, ad eccezione di quella pubblicata in prima pagina, il cui uso dal punto di vista comunicativo, è particolarmente interessante.
Per esprimere il messaggio con maggiore efficacia, veniva impiegata una immagine fotografica che, isolata dal suo contesto originario ed associata ad una lunga didascalia che la interpretava, veniva ad acquisire un nuovo significato che superava ciò che era rappresentato nella foto.
Il messaggio era quindi espresso attraverso l’immagine e il testo che integrava l’informazione, come già nelle copertine del «Conquiste» a rotocalco. Il meccanismo linguistico era però differente. Cambiavano innanzitutto i soggetti: non più la rappresentazione iconica del lavoratore ma, anzi, immagini totalmente slegate dal mondo del lavoro e del sindacato, che proprio per la loro estraneità al contesto in cui venivano presentate, attiravano maggiormente l’attenzione del lettore e la indirizzavano verso il testo sottostante. Attraverso una fotografia infatti il lettore vede e percepisce, ma vuole inoltre sapere e se questo sapere non può essere soddisfatto iconicamente è necessario aiutarlo con una leggenda complementare141.
Parole ed immagini ancora una volta quindi si integravano a vicenda, in questo caso però il messaggio veniva spesso espresso utilizzando figure retoriche trasferite in forma fotografica: metafore, similitudini, personificazioni, che davano forma a concetti e opinioni (espressi con la parola scritta).
Sul n. 2 del 16 gennaio del 1954, viene ad esempio pubblicata l’immagine di una ragnatela, «Intricata, forse, ma perfetta». La metafora è spiegata dalla didascalia: la tela di ragno rappresenta la questione del conglobamento, una vertenza che è ormai diventata intricata come una ragnatela per le richieste, istanze e proposte intessute dai lavoratori-
ragno, che non si sono però volute districare. Proprio come la tela, la questione non è
confusa ma «perfetta», specchio di una esigenza da tempo denunciata, difesa e rivendicata «con senso di responsabilità, cognizione di causa e molta pazienza».
Alcune delle immagini utilizzate per la prima pagina, erano state anche già pubblicate in precedenza su «Conquiste» ma trattate in maniera differente. Ne è un esempio la fotografia
141
LORENZO VILCHES, La lectura de la imagen. Prensa, cine, televisión, Barcellona, Paidós Iberica, 1984, p. 190. Per un approfondimento sul valore comunicativo della fotografia sulla pagina stampata si veda anche, Id., Teoría de la imagen periodística, Barcellona, Paidós Iberica, 1997.
del primo numero del 1954, che ritrae un uomo immerso nell’acqua fino al dorso mentre lancia un bambino per farlo tuffare. L’immagine era già stata pubblicata nel giugno del 1949 in terza pagina con una breve didascalia che spiegava al lettore che gli «uomini di mare» cercavano di abituare i loro piccoli da subito «alla scuola del coraggio, ai tuffi corretti, alla destrezza del nuoto»142. La foto aveva qui lo scopo di alleggerire la pagina e di vivacizzarla, non era collegata ad articoli contenuti nello stesso foglio, ed essendo destinata alla “terza”, era stata scelta proprio per il suo carattere di curiosità e di aneddoto.
Quando viene utilizzata cinque anni dopo, l’uomo ed il bambino sono invece diventati le personificazioni degli anni 1953 e 1954, immersi nel «gran mare del tempo». Il 1953 è stato robusto e vigoroso (come l’uomo ritratto) e ha conosciuto difficoltà e mete non indifferenti. Il nuovo anno (il bambino che si tuffa) dovrà ora continuare il suo percorso tra le mille insidie del mare: «pescecani» (la classe imprenditoriale) e «polipi dai mille tentacoli» (i comunisti). I lavoratori hanno imparato però a riconoscere gli scogli e le insidie e il libero sindacato li guiderà verso il porto sicuro e le acque tranquille. Quindi come recita il titolo della foto, anche se non sarà facile, «La consegna è di nuotare».
L’uso di queste immagini estranee al mondo del lavoro e del sindacato e l’impiego di figure retoriche trasferite in forma fotografica, era già stato a volte utilizzato su «Conquiste» anche nelle prime pagine della serie del 1950-1952. Era però presente un titolo nella parte superiore, per incuriosire ancora di più il lettore e indirizzarlo verso la didascalia sottostante che era inoltre molto più lunga di quelle del 1954.
Nelle prime pagine di entrambe le serie, comunque, il linguaggio visivo non venne utilizzato per la sua immediatezza: la fotografia poteva essere correttamente codificata ed interpretata solo attraverso la didascalia e l’immagine aveva lo scopo di colpire l’attenzione del lettore e rendere più efficace il testo e le espressioni figurate in esso contenute.
Con il 1954, a fianco a «Conquiste», si assistette però anche alla nascita di un nuovo giornale: interessante esperimento, nato dalla necessità del sindacato di un maggiore orientamento e penetrazione organizzativa.
«Cisl-Notizie» era stato pensato già alla fine del 1951, come dimostra una lettera di Appio Claudio Rocchi inviata a Pastore il 23 luglio 1952, nella quale si spiegava che questo progetto era stato esaminato dalla Segreteria in occasione di una riunione che si era svolta a Frascati143 proprio alla fine dell’anno precedente.
142
«Conquiste del lavoro», II, n. 24, 19 giugno 1949, p. 3.
143
AGP, [Lettera di Appio Claudio Rocchi], 23 luglio 1952, b. 95, fasc. 95/13, «Materiale che è servito per preparare nuovo bilancio, relazioni e controdeduzioni», 1952.
Il progetto originale prevedeva una periodicità quindicinale e il modello a cui intendeva rifarsi era quello dei giornali interni pubblicati dalle organizzazioni sindacali americane, come il «Cio News» o l’«Afl-News Reporter».
Rocchi aveva ideato il titolo e pensato ad un formato mezzo quotidiano, in quattro pagine, stampato a rotativa e a due colori per vivacizzare il contenuto e richiamare l’attenzione dei lettori su alcuni pezzi più importanti.
Sin da allora si era previsto che la pubblicazione avrebbe dovuto avere un carattere di orientamento e di propaganda e contenere, una nota editoriale di orientamento sulle attività della confederazione relative alla quindicina in cui usciva il giornale, disposizioni organizzative, istruzioni per gli attivisti, articoli di sostegno all’azione del tesseramento, l’illustrazione delle più “caratteristiche” e “vittoriose” azioni sindacali, sia della confederazione che delle unioni provinciali e delle categorie.
In occasione della riunione di Frascati, Rocchi aveva proposto anche un’ipotesi differente e cioè quella di chiamare il quindicinale «Conquiste del lavoro», per attribuirgli il carattere di giornale ufficiale della confederazione e trasformare il vecchio «Conquiste» a rotocalco in un supplemento illustrato del nuovo «Conquiste del lavoro». Per quanto riguardava la compilazione di «Cisl-Notizie» (o «Conquiste del lavoro» se si fosse deciso per questa seconda ipotesi), proponeva che la Segreteria partecipasse alle riunioni quindicinali di redazione per impostare ciascun numero del giornale, per coordinare il materiale e suggerire di volta in volta le campagne propagandistiche da svolgere, così da assicurare la massima aderenza alle attività della confederazione.
Il giornale confederale uscì solo a partire dal 31 gennaio 1954 con il titolo, considerato