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LA REALTÀ DI PERGINE

Nel documento Immigrazione nella scuola trentina (pagine 79-82)

DATI QUANTITATIVI

4. LA REALTÀ DI PERGINE

Il CTP si trova presso l’Istituto Comprensivo di scuola elementare e media “Pergine 1” in quanto sede storica dal 1974 delle 150 ore dell’Alta Valsugana . In linea di prin-cipio il CTP di Pergine accetta le iscrizioni in qualsiasi momento dell’anno scolastico,

“non abbiamo limiti temporali perché reputiamo che gli arrivi di migranti non siano limitati a determinati periodi e comunque l’accoglienza signifi ca dare sempre, subito, quanto meno le prime basi di lingua italiana”, così aff erma Adriano Tomasi, referente per il CTP di Pergine. Le iscrizioni di norma vengono fatte dopo un colloquio con il coordinatore o con uno degli insegnanti: per i corsi di licenza media si accettano iscrizioni fi no a Natale ed è possibile organizzare percorsi individualizzati. Il bacino di utenza che fa riferimento a Pergine è quello dell’intera Valsugana compreso l’alto-piano di Pinè, la parte sinistra della Val di Cembra, Bosentino e Vigolo Vattaro. Pecu-liarità di Pergine è la dislocazione territoriale: “la nostra linea di condotta vuole che non devono essere gli utenti a venire da noi, ma dobbiamo essere noi a dover andare, nella misura possibile, dove c’è l’utenza. Da anni collaboriamo con i principali Comu-ni della valle e anche con alcuComu-ni Istituti scolastici, non è pensabile che, in mancanza di mezzi pubblici, di sera, le persone debbano spostarsi. Essendo il nostro un servizio, va decentrato sul territorio.” Anche qui c’è stato un mutamento nel corso del tempo:

Tomasi ha incominciato ad insegnare nei corsi di Pergine nel 1991 e quindi ha assi-stito a tutto il cambiamento di utenza. In passato la preponderanza era di italiani con una bassa scolarità, in buona parte donne. Fino al 1998 l’utenza era prevalentemente italiana, ragazzi drop-out dai 16 ai 20 anni, casalinghe, lavoratori del porfi do che in-tendevano riconvertirsi sul piano lavorativo. Ogni anno si arrivava alla costituzione di una classe. A partire dall’anno scolastico 2000/2001, con l’incremento della presen-za di cittadini stranieri, sono stati istituiti corsi di alfabetizpresen-zazione di lingua italiana a Pergine, a Borgo Valsugana (dove l’utenza è costituita prevalentemente da arabi, serbi e croati), a Fornace (dove i corsisti sono lavoratori arabi del settore del porfi do e don-ne), e a Baselga di Pinè (dove si attiva un corso per donne straniere). L’intervistato

aff erma: “Il rapporto numerico si è rovesciato e i corsi di alfabetizzazione di lingua coprono l’utenza solo straniera, i corsi di licenza media per adulti stanno coprendo quella fascia di popolazione che ha già una buona competenza in lingua italiana e che però manca di un titolo di studio riconosciuto. Questo fenomeno è incominciato dal 1998 in poi: gli italiani iscritti ai corsi di licenza media sono sempre meno, ragazzi che hanno abbandonato la scuola o persone sopra i 40 anni che a suo tempo non hanno potuto completare gli studi e che lo vedono come un momento di riscatto sociale. Ai corsi di alfabetizzazione invece c’è di tutto, andiamo dall’analfabeta, al laureato che comunque qui deve seguire dei corsi di lingua italiana. Infatti abbiamo corsi base e corsi intermedi, spesso i corsi si costruiscono e si strutturano proprio sulle esigenze dell’utenza.”

Dal 2005 è attivo un progetto sperimentale di accoglienza e orientamento per minori stranieri (PASS: Progetto accoglienza studenti stranieri), che cerca di rispon-dere ai nuovi bisogni portati dal notevole aumento di minori stranieri. Bisogni quali apprendere subito la lingua della comunicazione, creare un percorso di accoglienza nella scuola trentina e nella scuola italiana in generale, quindi orientarli: “Attenzione e informazione sulla scuola italiana in generale, com’è la struttura, quali i luoghi e le persone quindi chi è il bidello, chi la segretaria, che cos’è il libretto personale ecc. e poi la conoscenza di vari ordini di scuola e formazione professionale presenti sul ter-ritorio, cercando di rispondere sia ai bisogni della famiglia che ai bisogni del ragazzo e del suo pregresso scolastico. Rispetto a tanti nostri ragazzi che vivono la scuola con fatica, io vedo dei ragazzi stranieri che frequentano la scuola superiore, il corso di ita-liano, arrivano qui la sera, magari dopo 8 ore in un centro professionale: si vede che hanno capito che la scolarità è un valore, che la conoscenza della lingua è un valore e andare a scuola non è tempo perso”.

Anche con Adriano Tomasi abbiamo aff rontato il tema della cittadinanza attiva:

come viene inteso e con quali strumenti l’Educazione degli adulti porta avanti questo diritto?

Secondo l’intervistato, l’Educazione degli adulti è uno strumento importante del-l’educazione alla cittadinanza e l’insegnamento della lingua italiana è veicolo di co-noscenza rispetto ai diritti e ai doveri dei cittadini e alla cultura italiana. Inoltre, gli insegnanti dell’Eda diventano dei referenti per gli adulti in formazione, per cui anche problemi e diffi coltà che riguardano il loro inserimento sociale vengono portate a scuola: gli insegnanti vengono visti talvolta anche come amici, ai quali chiedere aiuto e consiglio. Sempre riguardo alla cultura italiana, Tomasi aff erma che lo sforzo è an-che quello di farne conoscere la bellezza, in tutti i sensi: sia l’anno scorso sia quest’an-no soquest’an-no state organizzate gite a Venezia, che molti degli immigrati quest’an-non avevaquest’an-no mai potuto visitare, e visite guidate alla città di Trento. Viene sottolineata l’importanza

di aiutare l’immigrato a “leggere” il territorio dove vive, con un respiro più ampio, slegato dalla contingenza quotidiana, dal lavoro e dai problemi di tutti i giorni. “Cit-tadinanza è anche questo, leggere il territorio che ci circonda anche nella sua bellezza.

Ecco il nostro compito nell’educazione alla cittadinanza, è anche quello di stimolare le persone: sono convinto che fornire un buon servizio signifi chi anche ridurre i ri-schi di devianza sociale, ponendosi degli obiettivi alti. Se noi puntiamo al ribasso, avremo delle persone a volte scontente del loro lavoro, a volte depresse, mentre se abituiamo la gente a guardare lontano, stimoliamo le loro potenzialità. L’Educazione degli adulti, sotto questo aspetto, può diventare educazione alla cittadinanza e alla cultura. Non ci dobbiamo limitare al corso di italiano o al corso di licenza media. Gli spunti, gli stimoli, i collegamenti sono tanti: ecco vedo la scuola come un luogo dove i cittadini trentini e i cittadini del mondo si possono integrare. Se noi miriamo alto, possiamo sempre calare, ma se miriamo basso è più diffi cile alzare il tiro.”

Tomasi non rileva grosse diffi coltà, osserva invece che ogni centro si muove in modo indipendente, Trento e Rovereto sono centrali, mentre Mezzolombardo, Riva e Pergine sono molto dislocati sul territorio e questo rende le cose un po’ più dif-fi coltose. La dislocazione può comportare il rischio di ritrovarsi a gestire dei corsi mono-etnici e questo non aiuta assolutamente l’integrazione: “un conto è avere dieci popoli diversi, un conto è un unico popolo, perché mantengono fortemente le loro abitudini e poi continuano a parlare la loro lingua”. La tendenza, in periferia, è che si creino delle piccole enclave; a Strigno per esempio oggi ci sono 80 famiglie cinesi, legate ad una fabbrica della zona. Talvolta accade di trovare una classe con 30 alunni cinesi, il che signifi ca che colui che non ha capito la parola di italiano viene aiutato dal compagno ed il suggerimento sarà in cinese. “Con la presenza di diverse etnie, questo è più diffi cile”.

Pergine ha sempre collaborato anche con la comunità di S. Patrignano, dove in passato era attiva una classe di licenza media: attualmente è da due anni che tale collaborazione si è interrotta, in quanto era sempre più basso il numero delle per-sone bisognose della licenza media. Per un paio d’anni è stato comunque reso attivo un corso di cultura generale anche per chi aveva la licenza media, “ma l’intervento richiesto era di sole due ore settimanali e questo rendeva tutto più faticoso: i docenti non vedevano risultati concreti e gli studenti non erano suffi cientemente coinvolti”.

Tutto questo ha coinciso con l’aumento dei corsi di italiano per stranieri a Pergine, per cui in mancanza di una richiesta esplicita da parte della comunità di S. Patrigna-no, dall’anno scorso non sono stati più attivati corsi, anche se i rapporti con la comu-nità sono sempre stati e continuano ad essere molto positivi.

L’organizzazione del centro di Pergine

Off erta formativa

Licenza media serale.

Licenza media PASS.

Corso di italiano per stranieri: di base, per principianti, intermedio e avanzato.

Corsi CILS.

Vengono inoltre attivati corsi brevi non scolastici, non professionali e a pagamen-to, aperti a tutta la popolazione (tenuti da esperti esterni alla scuola) di informatica, inglese, cucina, taglio e cucito e ballo liscio.

Utenza

Minori (italiani e stranieri) che intendono proseguire nel percorso formativo.

Adulti stranieri che necessitano di acquisire competenze linguistiche in italiano.

Adulti italiani e stranieri che intendono recuperare conoscenze e competenze per il lavoro o per seguire i fi gli a scuola.

Pensionati che individuano i corsi come un’occasione di educazione perma-nente.

Gli iscritti sono, in totale, 386.

Nel documento Immigrazione nella scuola trentina (pagine 79-82)