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LA PLASTICA CIRCOLARE

4.2 La realtà di Precious Plastic

recupero come un vecchio forno trovato in una disca-rica. Dopo aver perfezionato i sistemi in modo che po-tessero gestire le incongruenze nella plastica riciclata, progetta una piccola gamma di prodotti da realizzare e vendere. I prodotti realizzati con queste macchine in “versione beta” vengono esposti nel 2013 alla gra-duation exposition della Design Academy di Eindhoven, dimostrando le potenzialità dell’idea di Hakkens.

Dave Hakkens pensa, quindi, di applicare il sistema da lui ideato alla realtà locale e artigianale, spiegando che, mentre i produttori industriali disdegnano la pla-stica riciclata perché necessitano di efficienza e pre-cisione ottimali, un artigiano locale, che produce lotti limitati di prodotti, potrebbe permettersi di lavorare più lentamente e tenere conto delle incongruenze del materiale riciclato.

Altro intento di Hakkens era quello di rendere la co-struzione del suo sistema produttivo completamente accessibile e migliorabile da chiunque seguendo una filosofia progettuale Open source, oltre a rendere il materiale prodotto adatto alla stampa 3D.

Prima del coinvolgimento di “esperti del settore”, il si-stema prevede l’azione in primo luogo degli stessi cit-tadini impegnati nella raccolta dei rifiuti e nella con-segna nei centri di riciclaggio locali.

Tra il 2014 e il 2018 Precious Plastic prende forma come start-up e viene realizzata in tre versioni fino alla creazione di una vera e propria comunità globa-le che costruisce spazi adibiti al riciclo, contribuisce allo sviluppo tecnologico dei macchinari e si occupa di sensibilizzare le persone alle tematiche ambientali.

Proprio col fine di offrire un'alternativa alle tradizionali macchine per la lavorazione e il riciclo della plastica, Precious Plastic rende totalmente accessibili i disegni tecnici dei vari modelli delle macchine suddividendole in base alla tipologia di produzione che si vuole attuare e di costi che si vogliono affrontare, ovvero macchine Basic, Pro e Community. Inoltre, vengono forniti diversi video tutorial che permettono di costruire le macchine e di comprendere come realizzare la propria attività di riciclo della plastica locale, promuovendo e incenti-vando l'adozione di questo sistema innovativo64,65 .

64 Sito internet https://precious-plastic.com/

65 Sito internet https://www.

dezeen.

com/2013/10/21/

precious- plastic-open- source-local- recycling-work- shop-dave-hak-kens/

* Schema che riassume le principali fasi del sistema di riciclo della plastica ideato da Dave Hakkens

Trituratore versione BASIC

Trituratore versione PRO

Il trituratore permette di ridurre grossi manufatti e pezzi di plastica in trucioli di dimensione inferiore che verranno suc-cessivamente fusi e riformati dalle altre macchine.

La principale differenza tra le due ver-sioni consiste nella quantità di materia-le che si può triturare nello stesso pe-riodo di tempo; di fatto il trituratore PRO lavora su due assi.

Per quanto riguarda la grana del tritato, la versione BASIC permette di ottenere degli ottimi granuli, a differenza della PRO, più adatta alla produzione di "fioc-chi" (più fini e piccoli).

Estrusore versione BASIC

Estrusore versione PRO

L'estrusore viene alimentato con la pla-stica triturata, la quale viene sciolta nel serbatoio e fuoriesce sotto forma di un filo di plastica fusa.

Con questa tecnica si possono produrre manufatti in maniera istantanea arroto-lando l'estruso su uno stampo della for-ma desiderata o riempiendo gli stampi.

Rispetto alla versione BASIC, la versio-ne PRO si presta a grandi produzioni, in quanto permette di utilizzare e lavorare una maggiore quantità di plastica.

Da notare che l'estrusione consiste in una tecnica relativamente rapida che non richiede lavorazioni postume di fi-nitura. Inoltre, fondendo plastica di di-verso colore, si può ottenere un filato estruso dai colori sfumati.

D'altro canto, non permette di ottenere pezzi totalmente regolari e privi di im-perfezioni.

Macchina per stampaggio a iniezione versione BASIC

Si tratta di una macchina semplice da costruire e da usare.

La plastica triturata viene inserita e sciolta nel serbatoio e, successivamen-te, schiacciata in uno stampo. Con que-sta tecnica di que-stampaggio a iniezione si possono realizzare oggetti molto sem-plici, ma anche dettagliati. Tutto dipen-de dallo stampo e dalla lavorabilità dipen-del polimero utilizzato.

Questa macchina si presa a produzioni in piccola serie e all'utilizzo didattico (workshop e sensibilizzazione).

Forno a compressione versione BASIC

Termocompressore versione PRO

Le due versioni presentano sostanziali differenze. La prima risiede nella natura della macchina: la versione BASIC è un forno all'interno del quale si può fonde-re la plastica ad una pfonde-recisa temperatu-ra mentre un pistone girevole permette di comprimerla e creare un pannello; la versione PRO è una pressa riscaldata che ricrea lo stesso funzionamento in scala più ampia. La seconda differenza consiste proprio nella grandezza, infatti la prima versione permette di produr-re pannelli piccoli molto più adatti alla sperimentazione e alla prototipazione; la seconda versione produce pannelli mol-to più grandi, riciclando, quindi, maggio-ri quantità di plastica. Ciononostante è una macchina relativamente nuova che richiede ulteriori perfezionamenti e svi-luppi per ottenere pannelli con il minor numero di difetti possibile.

Date le diverse funzioni e caratteristiche delle macchi-ne elaborate da Precious Plastic , si possono fare alcu-ni ragionamenti riguardo alle loro possibilità e ai loro limiti tecnici in funzione del manufatto che si intende produrre.

Innanzitutto, si può notare che queste macchine riprendono il funzionamento delle macchine tradizio-nalmente utilizzate per lavorare le materie plastiche, ma sono costruite in modo tale da renderle decisa-mente più economiche e adatte a trattare il materiale riciclato (con proprietà inferiori a quello vergine) senza subire danni irreversibili. Ciò premesso, ogni macchi-na - ad eccezione del trituratore - agisce secondo lo stesso principio, ovvero il riscaldamento del polimero fino alla sua deformabilità, ma non sono tutte adatte alla produzione degli stessi oggetti.

La pressa, così come il forno, produce pannelli che presentano dimensioni determinate dai frame in cui viene depositata la plastica e necessitano di lavora-zioni postume quali la compressione a freddo (per ottenere la complanarità), la piallatura o la lucidatura e il taglio. Nonostante la laboriosità del processo, si riescono ad ottenere dei pattern variegati e di pregio, molto adatti al rivestimento di superfici.

A differenza della pressa, l'estrusore è in grado di produrre direttamente oggetti finiti che non neces-sitano di ulteriori lavorazioni, ma il risultato non si presenta particolarmente accurato e regolare, per cui questa tecnica è adatta a oggetti che non necessi-tano di una grande precisione o alla realizzazione di barre e profilati semplici. Dal punto di vista estetico, però, si può ottenere un effetto gradiente alimentan-do l'estrusore con plastica di diverso colore. Infine, la macchina per stampaggio a iniezione si presenta come quella dall'utilizzo più semplice e permette di produrre oggetti dalla complessità variabile, in quanto la qualità e la buona riuscita del pezzo finale dipendono dallo stampo (quindi dalla sua morfologia) in cui viene iniet-tata la plastica fusa. In questo caso si possono creare facilmente pezzi molto simili tra loro nella maniera più rapida e la riproducibilità è agevolata.