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LA PLASTICA CIRCOLARE

4.1 I pionieri

Il designer David Hertz, affondando il suo background nella produzione di arredi in cemento, unisce la volon-tà di creare un materiale leggero a quella di raggiun-gere un maggior livello di sostenibilità e, nel 1983, crea Syndecrete. Si tratta di un materiale chimicamente inerte composto da cemento e fino al 41% di mate-riali riciclati, rifiuti industmate-riali o post-consumo. I rifiuti tipicamente usati includono HDPE, vetro riciclato fran-tumato, trucioli di legno e trucioli di vite in ottone. La cenere volante polverizzata (PFA, ovvero Pulverized Fly Ash), un residuo di scarto delle centrali elettri-che a carbone, viene aggiunta per ridurre la quantità necessaria di cemento fino al 5% e gli scarti di fibra di polipropilene recuperati forniscono una matrice 3D per aumentare la resistenza alla trazione di questo

“calcestruzzo riciclato composito” (il mix permette

50 Sito internet https://davi-dhertzfaia.com/

material-deve-lopment

di ottenere il doppio della resistenza a compressione del calcestruzzo alla metà del suo peso). Le varian-ti di colore e pattern del materiale sono rese possi-bili dall’integrazione di altri materiali di scarto, spes-so prodotti dal cliente stesspes-so (dischi in vinile, CD e cassette audio sono stati salvati dalla discarica per essere utilizzati per il pavimento della Rhino Records.

Allo stesso modo, Patagonia ha incorporato cerniere e bottoni rotti nel piano Syndecrete del suo store a Tokyo) 51, 52.

Sulla stessa scia di inclusione di materiale riciclato in matrici vergini, Durat 53, 54 crea la sua collezione.

L'azienda privata (originariamente Tonester Oy ltd) è stata fondata nel 1990 e i suoi impianti di produzione si trovano oggi nel sud-ovest della Finlandia vicino a Turku, a Rymättylä. Durat si è affermato nel mercato dei più vecchi produttori di materiali per superfici soli-de in Europa, con un’esperienza di 17 anni.

Per produrre il materiale, l’azienda raccoglie diretta-mente i rifiuti di plastica dai suoi partner aziendali, per poi selezionarli, triturarli e creare pannelli e forme finite (soprattutto superfici per il bagno e lavelli). Si tratta, quindi, si un materiale per interni composto per il 30% da plastica riciclata che può essere fuso e riuti-lizzato dopo molatura o sagomatura, o ancora granu-lato e cogranu-lato nuovamente.

Uno dei prodotti più conosciuti realizzati in Durat è la Raita Bench di Eeva Lithovius, la quale è composta da listelli di diverso colore accoppiati gli uni agli altri per creare la superficie di seduta.

Nel 2018, l’azienda collabora con MOST Collective nella realizzazione della collezione Palace 49, caratterizzata da un pattern Terrazzo e da colori brillanti e saturi resi possibili dall’utilizzo di pigmenti naturali.

51 The Eco-Design handbook. A complete source for the home and office., A. Fuad-Luke, Thames &

Hudson, 2002 52 Catalogo Panta Rhei - Tutto scorre.

100 Prodotti in materiali riciclati, A. Garlandini in collaborazione con MATREC 53 Sito internet https://www.

durat.com

54 Sito internet https://www.du-ratpalace.com/

Oltreoceano viene fondato lo studio di progettazione fondato dai designer Stephen Hart e Deborah Yemm, che lancia il suo primo materiale plastico ecologico nel 1989. Prodotto a partire da bottiglie di latte e flaconi di detersivi triturati e termoformati in pannelli, questo materiale venne chiamato “Origins”51,52,55 proprio per-ché rendeva riconoscibile la sua origine da materiale di rifiuto. I pannelli prodotti a partire da Origins con-tengono principalmente HDPE riciclato post-consumo, ma anche LDPE, PP e HDPE vergine, i quali risultano essere tutti compatibili con il primo. Questi rifiuti ven-gono triturati e selezionati per colore, per poi essere trasformati in pannelli attraverso un processo di stam-paggio a compressione. I pattern e i colori risultanti sono riproducibili, nonostante sia impossibile produr-re due pannelli identici a causa delle variabili causate dal processo di fusione dei pellet di plastica, i quali si mischiano gli uni agli altri in maniera randomica; la variante monocolore viene realizzata con lo stesso tipo di polimero dello stesso colore in modo da ottenere la gamma Origins Solids.

55 Sito internet https://

yemmhart.com/

wordpress/

Durante la ricerca condotta nel 1992 riguardo modi innovativi per collegare i mobili alle tematiche ambien-tali, l’architetto Jane Atfield55 si imbatte nel materiale in HDPE riciclato creato da Yemm & Hart e trova subito interessante la possibilità di utilizzare i rifiuti dome-stici come materia prima. Di lì a poco, Atfield importa i pannelli di Yemm & Hart e sperimenta la realizzazione di mobili con essi. La sua prima sedia in plastica rici-clata, prodotta mentre era ancora al college, è basata su uno dei primi modelli Rietveld.

Segue la sedia RCP2 51,52,57,58 il cui design semplice cele-brava il carattere evocativo del materiale.

L’agenzia MADE OF WASTE viene fondata nel 1993 prprio da Jane Atfield con l'obiettivo di sviluppare le possibilità di riciclo della plastica del Regno Unito e rendere i pannelli prodotti disponibili ad architetti e designer. In questo contesto, Jane Atfield produce una sua collezione che la condurrà all’incontro con Colin Williamson, con cui condividerà la guida dello studio fino al 1998 e con cui avrà la possibilità di instaurare una rete di raccolta di rifiuti plastici post-consumo sul territorio. Purtroppo, la loro divergenza sul futuro di MADE OF WASTE e la scarsità di sovvenzioni pubbli-che, hanno condotto al fallimento e alla fondazione di un’azienda di produzione di pannelli in plastica rici-clata maggiormente orientata al profitto da parte di Williamson, ovvero Smile Plastics59.

56 Sito internet http://www.

janeatfield.

com/02pages/

03furniture_d/

01furniture_in-dex.html

57 Sito internet https://collec-tions.vam.ac.uk/

item/O114267/

rcp2-chair- chair-atfield-jane/

58 Sito internet https://www.

dezeen.

com/2022/04/05/

jane-atfield-re- cycled-chairs- emma-scully- gallery-new-york/

Smile Plastics viene chiusa con il ritiro di Collins all'i-nizio del nuovo millennio. Fortunatamente i suoi soci Adam Fairweather e Rosalie McMillan rifondano la so-cietà nel 2014, avviando un sistema produttivo in gra-do di dare vita ad una gamma di pannelli in plastica riciclata sempre più ampia e con un livello di qualità crescente. Ad oggi, Smile Plastics si definisce una mi-crofabbrica capace di produrre pannelli in larga scala;

di fatto l'azienda costituisce una delle attività di pro-gettazione e produzione di semilavorati in plastica rici-clata più sviluppate e affermate, soprattutto in Europa.

59 Sito internet https://

smile-plastics.

com/

Rimanendo in territorio britannico, nei primi anni del 2000, il designer Aaron More intende portare avanti un tipo di produzione il più possibile environmentally friendly e si preoccupa di utilizzare solo legni certifi-cati e materiali riciclati. Mette in pratica le sue inten-zioni con il progetto della sedia Re-Form60 , preferendo il materiale Bottle di Smile Plastics al compensato e ai laminati.

I pannelli, ottenuti da bottiglie e flaconi in HDPE raccol-ti nel Regno Unito, hanno permesso a More di realizza-re una seduta robusta e impilabile con la struttura in legno assemblabile con raccordo smontabile alle parti in plastica, in modo da garantire la facile riparazione e il facile riciclaggio.

60 Sito internet https://www.

cnccraft.co.uk/

furniture/

Contemporaneamente in Germania Gerhard e Beata Bar con Hartmut Knell iniziano a realizzare ogget-ti in plasogget-tica riciclata nel 1992, poco dopo l’isogget-tituzio- l’istituzio-ne del simbolo Green Point. Il primo output della loro nuova direzione progettuale è la Maggi Chair, seduta realizzata a partire da rifiuti di imballaggi in plastica successivamente ricoperti con sacchetti di plastica della Maggi61. È fatta a mano e ne esistono pochi esem-plari, ognuno diverso (versioni Der Spiegel, Pampers, Marlboro, The Simpsons).

Di fatto Bar e Knell51,52,62 avevano l’obiettivo di mante-nere riconoscibile ed espressiva la fonte della mate-ria plastica, ovvero l’attuale rifiuto di un prodotto di consumo. Per questo motivo, i loro arredi presentano ancora i marchi originali dei prodotti (sebbene siano deformati) in quanto critica alla cultura consumista creatasi attorno alla plastica e “registrazione” delle mode susseguitesi nel tempo. Oltre alla critica vi è, però, l’intento di sperimentare col riciclo dei rifiuti plastici in modo da conservarne la storia, ma dare loro una nuova vita. Alcuni arredi riportano pattern molto colorati e randomici che fanno intuire che i rifiuti sono stati precedentemente triturati, ma le sedute e i tavoli sembrano essere creati facendo adagiare la plastica riscaldata su un arredo pre-esistente.

62 Sito internet http://baer-knell.

de/neue-licht-saeulen/

61 La ditta Maggi si occupa sin dal 1886 di produrre e vendere cibi precotti. Ha aperto la sua prima filiale a Singen , in Germania e nel 1964 è stata acquistata da Nestlè.

Sito internet https://www.

maggitalia.it/