• Non ci sono risultati.

La scelta della popolazione di riferimento

5. L’INTRODUZIONE DELLA TECNICA CAWI NELLE INDAGINI MULTISCOPO

5.2 L’indagine pilota Aspetti della vita quotidiana: la prima sperimentazione in ambito multiscopo

5.2.1 La scelta della popolazione di riferimento

Nell’ambito delle riflessioni sul disegno di indagine sono state ipotizzate inizialmente varie alternative per la selezione del collettivo su cui effettuare la sperimentazione in tecnica Cawi.

La partecipazione via web, infatti, rispetto ad una modalità Papi, è condizionata da una serie di fattori: la diffusione di internet sul territorio e nella popolazione, la diffusione della banda larga e le competenze informatiche. Fattori, che in base a quanto emerge proprio dal-le informazioni ridal-levate con l’indagine Aspetti della vita quotidiana, caratterizzano in maniera eterogenea la popolazione e sono molto influenzati dalle caratteristiche sociodemografiche degli individui oltre che dalla composizione familiare.4 Quale sarebbe stata, dunque, la stra-tegia migliore per ottimizzare i risultati in termini di partecipazione all’indagine, limitando anche il “fastidio statistico”?5

Ci si è chiesti ad esempio se sarebbe stato meglio intervistare un campione di indivi-dui invece che di famiglie oppure un campione di famiglie senza anziani, di famiglie con giovani, di famiglie con almeno un utente di internet oppure rivolgersi a tutte le famiglie o individui residenti senza alcuna selezione a priori.

Una prima risposta a questi interrogativi può derivare proprio dall’analisi dei dati6 della più recente indagine Papi Aspetti della vita quotidiana (2013 all’epoca), riguardo alla dif-fusione di internet tra le famiglie, al suo utilizzo, alla composizione delle famiglie in base all’età dei componenti e a come questi aspetti si presentano in maniera diversificata sul territorio per valutare esistenza e consistenza di eventuali sottopopolazioni particolarmente interessanti.

Nell’edizione 2013 le famiglie intervistate sono state 19.151 e il 58,7 per cento è risul-tato in possesso di un accesso a internet da casa. Una quota residua pari al 4,2 per cento, pur non avendo un accesso in casa, ha comunque la possibilità di accedervi da altri luoghi (ad esempio dal posto di lavoro, dal luogo di studio, da casa di altri).

Le famiglie intervistate in cui almeno un componente ha usato internet nei 3 mesi precedenti l’intervista sono pari al 59,9 per cento; di queste quelle in cui tutti i componenti risultano averlo usato sono il 26 per cento.

Sul territorio la distribuzione delle famiglie che possiede un accesso ad internet da casa o che hanno usato internet nei 3 mesi precedenti l’intervista risulta fortemente differenziata. In particolare sia l’accesso da casa che l’uso di internet è maggiormente diffuso tra le fami-glie del campione che vivono nel Centro e nel Nord Est del Paese, evidenziando l’esistenza di un evidente digital divide sul territorio. Tuttavia quote prossime e anche superiori al 50 per cento si osservano per la maggior parte delle regioni (Figura 5.1).

Approfondendo l’analisi e distinguendo per tipologia comunale, si osserva una diffusione dell’accesso e un utilizzo di internet molto più elevati nei grandi comuni (comuni centro dell’a-rea metropolitana), nei comuni del loro hinterland (comuni periferia dell’adell’a-rea metropolitana)7 e nei comuni con più di 50 mila abitanti, dove si supera il 60 per cento; tuttavia anche in que-sto caso nelle altre tipologie comunali le quote si attestano comunque sopra il 50 per cento. Pur se presenti i divari territoriali non sembrano tali da far apparire particolarmente vantaggiosa una selezione basata sul territorio: anche nei contesti più svantaggiati, infatti, almeno una famiglia su due è potenzialmente raggiungibile mediante tecnica Cawi.

4 Dal 2005 l’indagine contiene un modulo regolamentato a livello europeo per la raccolta di informazioni sull’utilizzo da parte dei cittadini delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

5 Si aveva ben presente in questa fase che la eterogenea diffusione dell’utilizzo di internet presso le famiglie residenti in Italia poteva essere non solo un elemento frenante la partecipazione via web, ma costituire un elemento di disturbo statistico per quella quota di popolazione che non utilizza internet.

6 Si è deciso di utilizzare i dati non pesati, questo per avere direttamente le quote sul campione di coloro che, in base alle nostre ipotesi, avrebbero avuto una maggiore propensione a partecipare ad una rilevazione con tecnica Cawi. 7 Per grandi comuni (comuni centro dell’area metropolitana) si intendono quelli che al Censimento del 1991 risultavano

avere più 250 mila abitanti, mentre il loro hinterland (comuni periferia dell’area metropolitana) è costituito da quei comuni da cui partono flussi di pendolarismo diretti prevalentemente verso di essi.

Ma rispetto alle caratteristiche delle famiglie si può sviluppare un analogo ragionamen-to o esisragionamen-tono delle loro caratteristiche che rendono non “conveniente” tentare di raggiun-gere con tecnica Cawi particolari tipi di famiglia?

Per rispondere alla domanda se fosse il caso di intervistare solo particolari gruppi di popolazione, escludendo ad esempio le famiglie composte solo di anziani perché notoria-mente meno avvezze all’uso di nuove tecnologie, sono state prese in considerazione tre tipologie familiari: famiglie senza anziani, famiglie solo di anziani, famiglie di giovani e di anziani. Dall’analisi non è emersa, in realtà, una particolare concentrazione territoriale di famiglie di anziani con tassi teorici di diffusione di internet più bassi.

Si è quindi arrivati alla conclusione che non sarebbe stato significativamente vantag-gioso sperimentare la tecnica Cawi su sottopopolazioni selezionate. Ciò anche per la par-ticolare difficoltà legata al reperimento di informazioni ausiliarie sull’utilizzo di internet, da abbinare alla lista da cui estrarre il campione.

da 63,8 a 68,7 (4) da 58,8 a 63,7 (7) da 53,8 a 58,7 (6) da 48,7 a 53,7 (3) da 65,0 a 69,9 (2) da 60,0 a 64,9 (9) da 55,0 a 59,9 (5) da 49,9 a 54,9 (4)

Figura 5.1 - Famiglie che hanno accesso ad internet da casa e famiglie in cui almeno un componente ha usato internet negli ultimi 3 mesi per regione - Anno 2013 (dati non pesati)

Famiglie con disponibilità accesso ad internet da casa Famiglie i cui componenti utilizzano internet

63,5 62,7 61,9 57,3 57,4 50,1 0 10 20 30 40 50 60 70 Periferia dell'area metropolitana 50.001 abitanti e più Comune centro dell'area metropolitana Da 10.001 a 50.000 abitanti Da 2.001 a 10.000 abitanti Fino a 2.000 abitanti 64,4 64,2 62,0 58,7 58,5 51,4 0 10 20 30 40 50 60 70 Periferia dell'area metropolitana 50.001 abitanti e più Comune centro dell'area metropolitana Da 10.001 a 50.000 abitanti Da 2.001 a 10.000 abitanti Fino a 2.000 abitanti

Figura 5.2 - Famiglie che hanno accesso ad internet da casa e famiglie in cui almeno un componente ha usato internet negli ultimi 3 mesi per tipologia comunale - Anno 2013 (dati non pesati)

Il problema del fastidio statistico costituito dalla proposizione di una modalità di parte-cipazione praticabile solo da una quota della popolazione, sarebbe stato gestito nell’ambito della rilevazione a regime (Ctl o Avq) da realizzarsi con tecnica mista, ponendo l’enfasi sull’ampliamento delle possibilità di scelta da parte del rispondente che avrebbe avuto come ulteriore modalità di partecipazione alla rilevazione, la possibilità di compilare il que-stionario web. In questo caso, anche la privacy del rispondente viene maggiormente tutela-ta: si può evitare la visita presso la propria abitazione da parte di un rilevatore e si possono compilare i questionari quando e dove si preferisce, secondo le proprie comodità.

Inoltre, in vista dell’adozione nelle indagini a regime del mixed mode, che come noto, consente di sfruttare i punti di forza di ciascuna tecnica riducendone i punti deboli, già in questa fase, ci si è orientati verso un approccio sequenziale. La tecnica Cawi, utilizzata nella prima fase, avrebbe consentito di raggiungere i sottogruppi di popolazione più inclini, per vari motivi, ad una partecipazione via Cawi e, spesso, difficilmente raggiungibili con la tecnica Papi e la successiva fase Papi avrebbe consentito di coprire la popolazione non raggiunta con la tecnica Cawi.

L’adozione del modello sequenziale di tecnica mista, ovviamente, implica un amplia-mento del periodo di rilevazione ed un processo di selezione delle unità campionarie da far transitare da una fase all’altra. La gestione del passaggio tra le due fasi sarebbe stata più semplice con un campione unico, anziché avere sottopopolazioni specifiche più difficili da gestire in base alle sole informazioni disponibili dalle liste anagrafiche.8

Si è adottato quindi un disegno campionario basato sulle famiglie anagrafiche residen-ti, sostanzialmente simile al classico disegno delle indagini multiscopo.9

È stato selezionato un campione di circa 12 mila famiglie: si tratta di una numerosità particolarmente elevata per una indagine pilota, che tiene conto dei bassi tassi di parteci-pazione attesi per questo tipo di tecnica e che quindi avrebbe consentito di disporre di un numero di interviste utili sufficienti all’analisi dei risultati.