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La situazione milanese tra regime e antifascismo

I rapporti tra Chiesa cattolica e regime fascista non furono mai facili a causa della forte competizione che esisteva tra potere politico e potere ecclesiastico. Non a caso tra il 1931 e il 1937 si verificarono forti tensioni che si concentrarono sull'Azione Cattolica per mezzo di focolai antifascisti che nascevano nella città. A Milano, una piccola parte di intellettuali provenienti dall’Università Cattolica, cercò una ben diversa prospettiva di fede cercando di elaborare una società alternativa a quella fascista71 che, invece, si era fatta forza all’interno della struttura universitaria stessa per via dell’ampio consenso

68 P. Zanini, David Maria Turoldo. Nella storia religiosa e politica del Novecento, op. cit. p. 30.

69 D. M. Turoldo., Come i primi trovadori. ‘In amore di nostra donna’ (Sotto il Monte: Servitium, 2005), cit. p. 110.

70 Cronaca del Convento di Santa Maria dei Servi in San Carlo, la data è citata in G. Vecchio, op. cit., p.

17.

71 Cfr. D. Saresella, David M.Turoldo, Camillo De Piaz e la Corsia dei Servi di Milano (1943-1963) (Brescia: Editrice Morcelliana, 2008).

23 al fascismo da parte del suo fondatore Gemelli. Milano, la città di S. Ambrogio, era la città dell’equilibrio religioso e civile, la città dove la libertà religiosa veniva proclamata come valore fondante della stessa vita civile. È in questo clima che alcuni personaggi legati all’Università Cattolica del Sacro Cuore assunsero posizioni alternative a quelle del regime, mentre il rapporto tra Gemelli e il fascismo fu caratterizzato da un cordiale clima di consenso, in quanto il regime stesso fu considerato dal Rettore come un’occasione storica per dare forma a talune iniziative di ordine civile e sociale. Questo rapporto di “consenso” durò fino alla fine degli anni Trenta quando i rapporti tra Chiesa e regime si colorarono di conflittualità e pochi compromessi. Fu in questo periodo difficile che l’allora Arcivescovo di Milano Schuster si illuse di poter cristianizzare il fascismo: illusione abbandonata con l’avvento delle Leggi razziali fasciste nel 1938. Di lui scrisse Turoldo:

Sbagliano coloro che lo pensano coinvolto nel fascismo o altro. Schuster non era né fascista né antifascista: e non era neppure neutrale. Schuster era un monaco e basta. Monaco è uno che ha solo Dio in testa.72

Ciò nonostante, in generale l’impegno della Chiesa italiana in quegli anni fu spesso a favore del fascismo: basti pensare alla guerra in Etiopia, rispetto alla quale quasi tutti i vescovi espressero allora la loro adesione presentandola l’impresa del regime, come una crociata per la civiltà cristiana, una vera opera di cristianizzazione. Questo assetto fu ben spiegato dallo storico Giovanni Miccoli che ipotizzò un legame ben più profondo e radicato tra la gerarchia cattolica e ciò che non solo proponeva il fascismo ma piuttosto ciò che esso rappresentava nella sua essenza: il culto dell’autorità, la diffidenza verso alcune libertà civili, un radicato antibolscevismo, una propensione alla corporazione in ambito economico e sociale.73 Questi punti rappresentarono lo sfondo di una particolare sintonia che emerse in talune occasioni nell’operato di prelati come Alfredo Idelfonso

72 M. N. Paynter (a cura di), David Maria Turoldo. La mia vita per gli amici. Vocazione e Resistenza, op.

cit. p. 73.

73 Cfr. G. Miccoli, La Chiesa e il fascismo, in Fascismo e società italiana, a cura di G.Quazza, (Torino:

Einaudi, 1973).

24 Schuster. Furono tanti gli esempi di propaganda anticomunista e, durante il ventennio di regime fascista, si crearono le condizioni per un favoritismo nei confronti del principio d’autorità. Rimaneva in quegli anni la problematicità di una situazione religiosa del paese molto variegata e frastagliata, nella quale in molti videro il Concordato74 come lo strumento idoneo al rimedio: risultava infatti il simbolo di una ricomposizione lungamente auspicata tra l’anima cattolica e l’anima civile del paese, che fece sorgere notevoli dubbi all’interno dell’episcopato italiano in quanto soluzione istituzionale fondata sulla diplomazia e non certamente sul sentimento religioso. In questa atmosfera si rafforzava la potenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dell’Azione Cattolica che convivevano in equilibrio tra Stato e Chiesa: il Concordato, il ruolo dell’Università Cattolica nel rilancio della grande devozione moderna connesso alla polemica contro il mondo liberale e l’ateismo contemporaneo, erano indubbiamente sintomi di una ripresa egemonica della cultura cattolica nella nuova realtà che si andava delineando in Italia. La duplice collocazione dell’Università Cattolica nella Chiesa e nello Stato convergeva a far emergere il ruolo nazionale di questo ateneo, forte anche della predilezione di Pio XI, e pienamente compresa dal governo fascista. Per questo, nonostante la palese adesione al fascismo da parte di Gemelli,75 anche nella sua Università arrivarono a formarsi clandestinamente dei focolai antifascisti che portarono, inoltre, all’arresto (su denuncia dello stesso Gemelli) di alcuni studenti. Il distacco tra regime e Chiesa cattolica, secondo alcuni studiosi, avvenne con l’avvento delle Leggi razziali nel 1938, secondo altri invece accadde definitivamente solo quando fu chiaro per il nostro paese che la guerra era persa.76 In questo assetto si creò inevitabilmente una frattura che religiosi come David Maria Turoldo calcarono con il loro operato umano, letterario – artistico e sociale, dando vita a una corrente di pensiero, a uno stile

74 I Patti Lateranensi (11 febbraio 1929) prevedevano distinti documenti tra i quali il Trattato che riconosceva l'indipendenza e la sovranità della Santa Sede e fondava lo Stato della Città del Vaticano, con diversi allegati, fra cui, importante, la Convenzione Finanziaria e il Concordato che definiva le relazioni civili e religiose in Italia tra la Chiesa e il Governo.

75 Padre Agostino Gemelli, al secolo Edoardo Gemelli (Milano, 18 gennaio 1878 – Milano, 15 luglio 1959, appartenne all’ordine francescano dei frati minori (Ofm) ed è stato il fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e dell’Istituto Secolare dei Missionari della regalità di Cristo. È stato religioso, medico, rettore e psicologo italiano. Nel 1938 appoggiò le leggi razziali (fu considerato da diversi studiosi uno degli esponenti di spicco dell'"antiebraismo spiritualista" che caratterizzò il razzismo fascista, distinguendolo dall'antiebraismo biologico nazista).

76 D. Saresella, op. cit., p. 27.

25 di vita o di chiesa che prevedeva il ritorno al semplice, il superamento effettivo di antiche barriere tra spirituale e temporale, abbattendo quel razionalismo che rovinò il senso e la grandezza del mistero.