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La ‘teoria dei generi’ di Gunkel: il metodo per l’identificazione dei Salmi turoldiani

Nel vasto panorama degli studi sui Salmi dell’epoca moderna e contemporanea spicca quello del biblista tedesco Herman Gunkel (1862-1932) che introduce il concetto di

‘genere letterario’ dei Salmi e quello del Sitz im Leben, nuovo ed ‘inedito nella scienza esegetica’.459 Ai fini del seguente lavoro, ciò che trovo interessante nello studio gunkeliano Die Psalmen (1926), è la suddivisione in generi letterari dei Salmi che, vedremo, rimarrà colonna portante di tutti gli studi di esegetica sino a oggi. Da allora, gli studi sono evoluti mantenendo come base, tuttavia, la mappa gunkeliana per la divisione dei generi che aiuta l’interpretazione dei testi. Lo studio gunkeliano sui Salmi apre le porte a una enorme vastità di studi di esegesi moderna e contemporanea. Oltre agli studi di Gunkel, tra i tanti ho deciso di considerare quelli dei contemporanei Gianfranco Ravasi e Alonso Schökel poiché risultano essere quelli più idonei ad una analisi di più ampio respiro e che smussi la rigidità del metodo gunkeliano che, come afferma Alonso Schökel, danneggia inevitabilmente il ‘poetico’ e non esaurisce il lavoro dell’esegeta biblico:

I Salmi sono creature poetiche, con le loro regole e le loro libertà, i loro capricci.

L’asimmetria della classificazione riflette l’irregolarità della realtà. […] Lo studio dei generi letterari dei Salmi e a sua applicazione deve evitare quella che è la più grande tentazione, il riduzionismo. Quanto ai tipi, ridurre significa forzare le somiglianze e sacrificare le anomalie; riduzionismo significa pensare che, classificando, tutto è spiegato. Catalogazione non equivale ad esegesi. Come se un salmo, nel momento in cui occupa il suo posto nello scaffale tipologico, fosse evidente e senza più segreti. […] Stabilito il genere di un salmo, comincia l’analisi

458 Ibid.

459Ibid.

108 della sua individualità: il genere è il terreno comune che consente la comparazione

e la differenziazione. […] Ci interessa più l’«intenzionalità» poetica e teologica di ogni singolo carme, l’esperienza spirituale coagulata nel testo, più che il contesto e l’occasione in cui veniva recitato.460

Questi studi ci verranno in aiuto nell’individuazione dei modelli di riferimento tematici e stilistici più importanti e ricorrenti all’interno della salmodia di David Maria Turoldo e ci aiuteranno a rispondere alle seguenti domande: quali generi appartengono all’usus scribendi della salmodia turoldiana? in che modo vengono usate queste forme dall’autore? Qual è la loro funzione all’interno dell’usus scribendi dell’autore? Quale tipo di messaggio vuole ‘traghettare’ l’autore mediante i richiami a specifici generi dei Salmi e, più in generale, alla struttura della liturgia cristiana? Individuare specifici generi letterari dei Salmi all’interno della salmodia turoldiana sulla base della catalogazione di Gunkel e sulla classificazione delle ‘famiglie dei Salmi’ di Ravasi, sarà una valida cartina tornasole per un resoconto delle scelte tematiche e stilistiche dell’autore. Questo perché – vedremo – ad ogni genere letterario del salmo corrisponde un’area tematica461 e spesso stilistica ben precisa, pur se ricca di sfumature impossibili da contenere tutte in una decodificazione come quella gunkeliana. La classificazione di Gunkel si basa sull’assioma che i Salmi venissero cantati e recitati ‘in situazioni sociali tipiche, ripetibili’.462

Secondo Gunkel, il culto (di Israele antico) fa parte della critica storica esclusivamente in questo senso, ovvero perché appartenente alla storia di un determinato popolo in un determinato momento storico. Questo concetto è altresì da considerare attuabile nell’interpretazione e nell’analisi della salmodia turoldiana partendo innanzitutto dal contesto storico-sociale in cui Turoldo operava, ovvero quelle situazioni ‘sociali, tipiche, ripetibili’ di cui parlava Gunkel e che, nel caso di Turoldo sono, ad esempio, i luoghi nei quali il servita ha portato il suo servitium. In particolare quello che Gunkel chiama Kultsong, letteralmente ‘canto cultico’, può essere

460 Ivi, pp. 115-116.

461 A conferma della ‘teoria dei generi’ di Gunkel, Ravasi afferma: ‘ I generi letterari sono gli schemi attraverso i quali si cerca di rappresentare alcuni sentimenti, emozioni, temi’, G. Ravasi, I salmi, op. cit., p. 37.

462 S. L. Alonso Schökel, C. Carniti, I salmi, op. cit., p.65.

109 individuato analizzando il suo Sitz im Leben463, il contesto, ‘concetto vitale o situazione di origine ed uso, che per i Salmi era normalmente il culto comunitario o almeno pubblico’.464 Dall’analisi dei generi di Gunkel, le principali tipologie di kultsong che emergono sono quelle che venivano recitate e cantate durante le ricorrenze cultiche più frequenti. Inoltre, per il biblista sembrava importante mettere in rilievo anche altre caratteristiche: la quantità di pensieri, emozioni, umori che i Salmi volevano e vogliono condividere e la ‘forma letteraria’. Di fatto, il biblista tedesco ‘aspirava ad entrare nella.

mente dell’autore’465 per cercare l’immedesimazione:

Intendeva arrivare alla esperienza religiosa originale dell’autore passando attraverso la catalogazione e descrizione dei generi letterari adottati dall’autore stesso466

La classificazione in generi ideata da Gunkel ebbe un seguito incisivo che tutt’ora influenza gli studiosi. Anche Ravasi riconosce il ‘rigore scientifico’467 del metodo del biblista tedesco e condivide i generi da lui individuati. Tuttavia, Ravasi non vuole ricalcare l’estremo rigore del metodo gunkeliano e ne sfuma i contorni evitando

‘collocazioni troppo rigide’.468 A tal proposito Ravasi segnala469 il caso del Sal 115470come ‘testo liturgico dai molteplici trapassi di genere’471 in cui si ha la lode, l’ironia, la maledizione, il liturgico e il sapienziale. Lo studioso Schökel, d’altro canto, chiarisce che gli studi sui Salmi come ‘testi letterari’ si ramificano in tre gruppi: i generi, il linguaggio poetico e il salmo, inteso propriamente come poema, studiato e analizzato singolarmente. Quest’ultimo metodo di studio dei Salmi è quello che nel Novecento è parso prevalere anche se il primo gruppo, quello dei ‘generi’ di Gunkel,

463 Gunkel H., The Psalms. A Form-Critical Introduction (Philadelphia: Fortress Press, 1967), p. 10.

464 S. L. Alonso Schökel, C. Carniti, I salmi, op. cit., p. 62.

465 Ibid.

466 Ibid.

467 G. Ravasi, Il libro dei salmi: commento e attualizzazione, vol. I, op. cit., p. 46.

468 Ibid.

469 ID., I salmi, op. cit. p. 19.

470 Cfr. Salmo 115 (113B), ‘Fedeltà tua lo esige e l’amore’, Appendice 3.

471 Ibid.

110 che predomina nella ricerca, come sostiene Schökel è stato un ‘frangiflutti’.472 Ravasi, nei suoi studi, raccoglie i frutti di queste tre categorie e ne ricava un quadro meno rigido e colmo di sfumature rispetto a quello di Gunkel. Da quest’ultimo in poi, ogni studioso ha provato a creare il suo elenco di generi letterari. Oggi, pertanto risulta impossibile stabilire uno schema unico che fissi nel canone tutti i generi letterari dei Salmi con tutte le infinite sfumature: ‘Classificare tipologicamente è un’operazione secondaria ed erudita, che si basa su dati reali e la realtà non è rigorosa’.473

Tuttavia, esistono dei punti fissi sui quali pressoché tutto il mondo esegetico concorda. Ci limiteremo quindi ad elaborare un breve sunto che permetta di estrapolare le principali caratteristiche dei gruppi letterari che interessano maggiormente l’analisi sulle peculiarità della salmodia turoldiana. I generi letterari dei Salmi, pur se grandemente catalogati e fissati nel canone, possiedono un arcobaleno di sfumature e variazioni che spesso si sovrappongono tra loro andando a creare ulteriori tonalità.

Così, vedremo, accade per il salmo turoldiano, quel testo in cui l’autore ha ‘traghettato’

il modello (qualsiasi esso sia) del salmo. Partendo dal presupposto che tutti i Salmi sono inni (Salmi, in ebraico Tehillîm > inni), Gunkel individua principalmente cinque grandi gruppi (inni, suppliche, Salmi regali, Salmi di ringraziamento, Salmi sapienziali, generi minori e tipologie miste).

D’altro canto, Ravasi e Schökel usano una metodologia da puri esegeti, più inclusiva e dai confini più flessibili rispetto a quella gunkeliana che risulta essere più rigida e razionale e certamente meno interpretativa in termini teologici. Il raggruppamento di Ravasi si esplicita tramite la divisione in ‘famiglie’ e in rispettivi sottogruppi delle quali la prima – come per Gunkel – è quella innica: a seguire abbiamo la famiglia delle suppliche, la famiglia della fiducia e della gratitudine, la famiglia dei Salmi regali, la famiglia liturgica, la famiglia sapienziale e la famiglia storica. Queste ultime due, tuttavia, come suggerisce Ravasi possono essere accorpate.474 Anche per Alonso Schökel i Salmi sono innanzitutto inni dai quali nascono delle

472 S. L. Alonso Schökel, C. Carniti, I salmi, op. cit. p. 100.

473 Ivi, p. 101.

474 G. Ravasi, Il libro dei salmi: commento e attualizzazione, op. cit., p. 63.

111

‘specificazioni’,475 ovvero dei sottogruppi, facendone una divisione in ‘undici settori’.476 Il punto di partenza assoluto è l’inno. Le sue specificazioni sono il canto di intronizzazione o delle regalità di Yhwh, il canto di/per Sion, il rendimento di grazie o eucarestia, la supplica nazionale, la supplica individuale, i Salmi di fiducia, i Salmi regali, le liturgie, i Salmi penitenziali e i Salmi sapienziali.477 Ai fini dell’analisi, ci si concentrerà essenzialmente su tre famiglie, quelle che risultano essere le più importanti e maggiormente ricorrenti nella modellizzazione del salmo turoldiano. Questi sono l’inno, i sapienziali, gli storici. Tuttavia, seguendo le teorie di Ravasi,478’che esporrò nel paragrafo riguardante il genere sapienziale e storico, ho scelto di accorpare quest’ultimi due per dare possibilità all’argomentazione di essere maggiormente ampliata e perché, vedremo, la salmodia di Turoldo si muove fluidamente tra questi due generi.

II. 5. 1. Gli inni

L’inno è il genere letterario dei salmi più importante in assoluto poiché in esso si condensano più sottogruppi che danno vita ad un vero e proprio arcobaleno di sfumature. Dei Salmi, la tradizione riconosce da sempre come primo grande gruppo quello degli inni o lodi. Secondo lo schema di Schökel, che riprende principalmente quello di Gunkel479 che rimarrà pressoché stabile fino ad oggi, ne fanno parte principalmente i seguenti Salmi:

Inni (Gunkel e Schökel) 480

Sal 8, 19, 29, 33, 47, 65, 66, 93, 96-99, 100, 104, 105,111, 113, 117, 135,

475 S. L. Alonso Schökel, C. Carniti, I salmi, op. cit. p. 101.

476 Ibid.

477 Ibid.

478 G. Ravasi, Il libro dei Salmi: commento e attualizzazione, op. cit., p. 63.

479 Gli inni individuati da Gunkel sono i Sal 8; 19; 29; 33; 65; 67; 68; 96; 98; 100; 103; 104;

105; 111; 113; 114; 117; 135; 136; 139; 145-150.

480 Ivi, p. 102.

112 136, 145, 146, 148, 149, 150

Più che un genere o modello letterario, il genere innico è ‘canto di lode a Dio’481 e, secondo Ravasi, è ‘un atteggiamento fondamentale della preghiera’482 che trova le sue radici profonde nel bisogno primordiale dell’uomo di contemplare, adorare e lodare le

‘opere cosmiche e storiche’483 di Dio. Attraverso la lode l’uomo attua il primo passo per relazionarsi con Dio.484 La sua struttura generale è perlopiù costante485 ed è suddivisa essenzialmente in tre parti: introduzione, una sorta di invito ed esortazione alla lode in cui il tono è ‘coortativo- imperativo’;486 corpus, che espone le ragioni e i temi dell’inno indirizzati direttamente al ‘tu-Dio’487 (nei Salmi di più recente datazione) o al ‘lui-divino’488 (nei Salmi più arcaici come il Sal 29); conclusione che riprende il motivo iniziale introduttivo ricalcando l’invito alla lode489 o esprime una preghiera. Il corpus del testo innico può essere caratterizzato da diverse tonalità del discorso che può manifestarsi attraverso una modalità descrittiva, narrativa, più generica o più motivata.490 I sentimenti principali che pervadono l’inno sono solitamente entusiasmo, adorazione e gioia. Una tonalità festosa pervade il canto: la forma primordiale innica è, infatti, la parola hallelujah 491 (dalle radici ebraiche hallelu – lodate – jah – Dio).

Il contenuto cardinale del corpo dell’inno è la grandezza di Dio, le sue qualità e i suoi attributi, le sue opere e/o azioni ‘nella natura e nella storia’492 e, nell’ottica della poesia liturgica, si possono considerare i più preziosi di tutto il salterio.493 Nel salterio l’aspetto corale è centrale: spesso nella famiglia innica il salmista non dimentica di

481 Ivi, p. 101.

482 G. Ravasi, Il libro dei salmi: commento e attualizzazione, vol. I, op. cit. p. 46.

483 Ibid.

484 S. L. Alonso Schökel, C. Carniti, I salmi, op. cit. p. 75.

485 G. Ravasi, Il libro dei salmi: commento e attualizzazione, op. cit., p. 46.

486 Ivi, p.47.

487 Ibid.

488 Ibid.

489 S. L. Alonso Schökel, C. Carniti, I salmi, op. cit. p. 102.

490 G. Ravasi, Il libro dei salmi: commento e attualizzazione, vol. I, op. cit. p. 47.

491 H. Gunkel, The Psalms. A Form-Critical Introduction, Facet Books, Biblical series 19, Fortress Press, Philadelphia, 1967, p. 11.

492 S. L. Alonso Schökel, C. Carniti, I salmi, op. cit. p. 102.

493 H. Gunkel, The Psalms. A Form-Critical Introduction, op. cit., p.30.

113 utilizzare il plurale comunitario. Egli si rivolge a Dio con l’uso dei pronomi personali

‘tu’ e ‘lui’494ma il tono della lode è sempre corale. Partendo da questa struttura che nutre le basi del modello innico è possibile rintracciare ‘temi’ differenti che danno vita ad altri sottogruppi di inni. Questi sono, ad esempio, gli inni alla ‘creazione’495 che vedono come protagonisti il cosmo, il creato e che quindi vengono elogiati attraverso una simbologia naturalistica e frequentemente arcaica (ne è esempio perfetto il Sal 29496 che prende in prestito immagini dalla mitologia ugaritica). All’interno del salmo della creazione ‘l’ideologia sottesa vuole esaltare la trascendenza, il tremendum del divino, che però si rivela, entrando quindi in comunione con l’umano’.497

Un altro sottogruppo degli inni sono i canti di Sion nei quali si celebra la città santa e il monte del tempio e che rappresenta il ‘centro del cuore, della gioia e del dolore di ogni fedele’.498 Sion è città santa – ‘cuore dell’ebreo’499 – in cui vivono due appartenenze, l’una è quella al tempio, l’altra è quella alla dinastia di Davide,500 dunque luogo dell’antica alleanza. Schökel individua in questa tipologia una formula ricorrente,

‘il Signore ci protegge nella| dalla sua città’501 in cui si manifestano la protezione e la presenza di Dio.502 Secondo Gunkel i salmi di Sion sono il 46, il 48, il 76, l’84, l’87, il 122, ai quali Ravasi e Schökel concordano nell’aggiungere il 132. Tuttavia, Ravasi include nel gruppo anche il 126 e il 137 (il famoso canto dell’esilio), in accordo con Lipinski.503

Tra questi si possono individuare i così detti salmi di pellegrinaggio i quali, secondo Gunkel, sono il Sal 84 e il 122. Questi venivano cantati durante i pellegrinaggi per raggiungere Gerusalemme, la città santa. D’altro canto, Ravasi colloca i salmi di pellegrinaggio direttamente all’interno della famiglia dei salmi liturgici.

494 Ivi, p. 12.

495 Questa celebrata anche in altri passi della Bibbia, vedi Deuteronomio 33.

496 Nel capitolo successivo esporrò una analisi della traduzione turoldiana (SALMI87) del Sal 29.

497 G. Ravasi, Il libro dei salmi: commento e attualizzazione, vol. I, op. cit. p. 47.

498 Ivi, p.48.

499 G. Ravasi, ‘IV Lezione. La lode’, in Fede e poesia nei salmi. Per una lettura critica, teologica, spirituale e pastorale del Salterio, Settimana Biblica Nazionale 1988, Rocca di Papa, in Archivio Turoldo, Busta 95, 19 – Gianfranco Ravasi. Commenti e prefazioni alle opere di Gianfranco Ravasi, Armadio 1, Colonna B, Scaffale 5., op. cit., p. 57.

500 G. Ravasi, Il libro dei salmi: commento e attualizzazione, op. cit., p. 48.

501 S. L. Alonso Schökel, C. Carniti, I salmi, op. cit. p. 104.

502 Ibid.

503 Ibid.

114 Altro gruppo appartenente al genere innico sono i salmi di intronizzazione, o salmi regali, i quali si differenziano dall’inno puro grazie al ‘contesto’504 e al ‘tema’,505 in quanto si loda Dio che ‘prende possesso della sua autorità regale’ e la celebrazione avviene tramite una ‘azione liturgica’:506 Dio diviene ‘re e salvatore’.507 Gunkel reputa i Sal 47, 93, 96, 97, 98, 99 appartenenti al gruppo ma tracce della regalità di Dio si hanno in tutto il salterio. Questo ha provocato nel tempo discordanze tra gli studiosi sull’appartenenza ai canti regali di taluni salmi piuttosto che altri anche se generalmente la versione gunkeliana viene accettata anche da Ravasi. Da questa continua dissolvenza di tematiche all’interno stesso di ogni genere nasce l’estrema difficoltà degli esegeti di racchiudere razionalmente i salmi in confini ben delimitati e perfetti rischiando di compromettere l’interpretazione dei testi.