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I Salmi: il culto, profezia e Storia

L’importanza dell’aspetto cultuale dei Salmi aiuta a capire meglio la funzione che questi avevano sia nell’antica Israele sia nella tradizione cristiana. Se per gli studiosi il culto è la chiave di volta interpretativa del Salterio, si deve prendere in considerazione anche la sua evoluzione come testo liturgico. Nell’antica Israele, ciò che ha creato il legame tra ‘culto’ e ‘vita’ è l’adorazione e la fede per Jhwh rappresentato come Dio della Storia. L’immagine di ‘Dio nella Storia’ appartiene alla concezione profetica dell’Antico Testamento e anche a quella biblica di Dio che si rivela, nel Nuovo Testamento, tramite Gesù. Dalla Bibbia veniamo a conoscenza di una concezione di origine greca (prophetés) e una di origine ebraica (nabî) del lemma ‘profezia’. Nel primo caso si da maggior importanza all’attività dell’uomo ‘profeta’, dove questo viene principalmente chiamato a parlare ma senza escludere la capacità previsionale sul futuro. Nella seconda accezione invece, il termine assume un significato più vasto che include la possibilità del profeta dell’ ‘essere chiamato’. Per questo nella Bibbia tutto ciò che riguarda l’iniziativa e l’investitura profetica è opera delle azioni di Dio proprio attraverso la Storia: ad esempio, Israele riceve la rivelazione dal suo Dio mediante la parola che è espressa per mezzo del profeta. La parola del profeta, dunque, prevede

446 Ibid.

447 Cfr. G. Ravasi, I salmi. Introduzione, testo e commento, op. cit., p.10.

105 sempre un contatto col divino, con la divinità, e di conseguenza la rivelazione (formulazione) di un messaggio a oracolo, ricevuto mediante visione, percezione, ispirazione di Dio. 448 Alla profezia biblica e al concetto di ‘Dio nella Storia’, originario dell’Antico Testamento, si interseca – vedremo – la profonda e personale visione poetica turoldiana.449 La celebrazione di Dio (Jhwh) è centrale nella tradizione cultica di Israele che, secondo Matias Augé,450 si esprime mediante una nozione che viene definita ‘memoriale’451 e che è fondamentalmente ‘un atto vivo di commemorazione’452 poiché nel culto non si da semplicemente vita al passato ma al suo interno avviene una vera e propria ‘attualizzazione’.453 Mediante il culto (la celebrazione) e la memoria, Dio è quindi nell’eterno presente di ieri, di oggi (presente storico) e del futuro.

Caratteristiche – anche queste – fatte proprie da Turoldo e vedremo, in seguito, come la salmodia turoldiana tende sempre ad una azione di attualizzazione, forte, potente, specialmente laddove i testi richiamano la memoria, e che spesso fluisce nella denuncia storica e sociale, atteggiamento profetico della poetica dell’autore. L’aspetto fortemente cultico dei Salmi dell’antica Israele si è mantenuto vivo, trasformandosi, sino alla tradizione cristiana attraverso la liturgia. Il cambiamento del culto dal giudaismo al cristianesimo è dovuto alla centralità dell’avvento di Cristo nell’interpretazione esegetica cristiana. Egli, infatti, è colui che ‘inaugura un nuovo culto’454 indirizzato allo spirito e alla verità: ‘un culto offerto con l’intera propria vita’.455Con l’avvento della figura di Cristo, il culto passa da una dimensione essenzialmente ‘pratica’ ad una essenzialmente ‘spirituale’:

L’esistenza in Cristo è la pienezza del culto cristiano. Ecco perché tutto ciò che merita il nome di culto è contrassegnato dall’avvenimento definitivo realizzato da

448 Cfr. La Bibbia (Cinisiello Balsamo: Edizioni San Paolo, 2010).

449 L’autore, vedremo, attraverso la salmodia ‘sente l’irrefrenabile impulso di trascinare in giudizio la storia (e, in qualche punto, la divinità stessa)’, atteggiamento peculiare della preghiera dei Salmi. A.

Zanzotto, Aure e disincanti del Novecento letterario (Milano: Mondadori, 1994), cit., p.355.

450 Dizionario dei concetti biblici del Nuovo Testamento (1976), in M. Augé, Liturgia, op. cit., p. 16.

451 Ibid.

452 Ibid.

453 Ibid.

454 M. Simonetti (a cura di), ‘Introduzione’, in Sant’Agostino. Commento ai salmi (Milano: Mondadori, 1988), p. 20.

455 Ibid.

106 Dio in favore degli uomini risuscitando Gesù dai morti. Vediamo che a Cristo sono

applicati, soprattutto dalla Lettera agli Ebrei, tutti i termini sacrali e cultuali dell’Antico Testamento: Cristo è il tempio, e più che l tempio; è l’eterno e sommo sacerdote; è il liturgo per eccellenza dei cristiani […]456

È così che i cristiani adottano come modello di riferimento cultico Gesù stesso, il suo corpo, il suo comportamento, quest’ultimo faro guida principale. Questo slittamento del culto dalla ‘pratica’ giudaica alla ‘spiritualità’ cristiana non vuole tuttavia escludere la ritualità e la simbologia (elementi fondamentali) dal culto cristiano. I Salmi, infatti, venivano eseguiti, pregati, recitati e cantati durante la celebrazione della messa cristiana, rituale che ricalca la celebrazione dei Salmi nella sinagoga nell’antica Israele.

Il rinnovamento del culto cristiano si concretizza attraverso quelle caratteristiche

‘immutabili’ della liturgia, il sacramento dell’eucarestia, attraverso il quale la salvezza diviene eterna mediante il sacrificio di Gesù. La simbologia del sacrificio, che vedremo essere fondamentale per Turoldo, della cena santa, del gesto della divisione del pane e quello del calice di vino sono tutti gesti che assumono l’aspetto di una forma

‘memoriale’: ‘fate questo in memoria di me’.

Il rinnovamento di del culto cristiano si rese concreto, d’altro canto, anche attraverso quelle che, invece, sono le caratteristiche ‘mutabili’ della liturgia, dunque ogni aspetto “pratico” della ritualità. Uno dei più grandi rinnovamenti avvenuti nella liturgia cristiana e che interessa la nostra analisi è quello apportato dalla riforma liturgica del Concilio Vaticano II, al quale Turoldo fu molto legato per l’apertura innovatrice portata all’interno della Chiesa. Nel paragrafo successivo, vedremo che l’importanza del culto, e dunque dell’aspetto liturgico, torna ad imporsi anche nello studio sulla ‘teoria dei generi’ dei Salmi di Gunkel. La tradizione, come visto, aveva già accennato al culto e ai sentimenti tramite i quali si potevano raggruppare i Salmi.

Tuttavia, vedremo che la novità di questo metodo ‘morfocritico’457 risiede nel fatto che Gunkel rende necessario il culto ai fini dell’ideazione di un ‘principio sistematico di

456 Ibid.

457 S. L. Alonso Schökel, C. Carniti, I salmi, op. cit. p. 62.

107 interpretazione’458 dei Salmi. Si assiste, per la prima volta, alla nascita di un vero e proprio sistema razionale di studio e di interpretazione del Salterio.

II. 5. La ‘teoria dei generi’ di Gunkel: il metodo per l’identificazione dei Salmi