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La stagione termale 2007

Nel documento Rapporto 2007 (.pdf 1.7mb) (pagine 56-60)

2. Il bilancio consuntivo 2007 del turismo in Emilia-

2.4. La stagione termale 2007

L’analisi del mercato turistico termale e del benessere, anche ricor-rendo alla massima precisione e scientificità, fa registrare quattro emergenze:

1ª una crisi profonda e irreversibile del termalismo legato al SSN, alle regole ministeriali dei 12 giorni di cura, alle cure convenzionate, ecc.

2ª uno scivolone dell’offerta alberghiera, ora tanto datata e tradi-zionale da indebolire i valori immobiliari di ogni località termale;

3ª la passiva accettazione di questa situazione da parte dei gestori di stabilimenti, con occasionali tentativi di rilancio dell’offerta attra-verso l’aggiunta di infrastrutture “leggere” spacciate per benessere termale;

4° un’esplosione nazionale di centri estetici e degli alberghi con offerte di benessere artigianali di alto prestigio, la moltiplicazione dei centri benessere (con e senza acque termali) che offrono tratta-menti di bellezza. Tutti i grandi marchi del settore sono presenti negli alberghi (La Prairie, Guerlain, Dior, Lancome, Armani, Bulgari, etc.).

La moda delle cure psicofisiche in veste termale è arrivata nelle città capoluogo. A Milano e Bologna sono già nati dei centri termali di benessere (assolutamente senza terapie) dentro le città, proprio nel cuore dei centri storici, per un pubblico intermedio disposto a rinun-ciare anche alla pausa pranzo per un’immersione in acque termali riprodotte o trasportate da lontano.

La domanda di benessere risulta sempre più forte. Il bisogno di aree benessere in albergo è incalzante. Secondo alcuni esperti si tratta di un trend temporaneo, per altri di una questione strutturale. Ci si interroga sulla durata di questa moda e sui quesiti: “Quanto è determi-nante l’acqua termale, anzi l’acquaticità di tipo balneare per il successo di un albergo o di una destinazione?”;

“Quanto è importante l’offerta di ospitalità per diventare una destina-zione termale che vale la pena “frequentare”?”.

A livello nazionale, le peggiori performance del 2007 si registrano

2.4.1. Il panorama regionale

In questo scenario di crisi oggettiva, poche destinazioni termali dell’Emilia-Romagna sono in grado di percepire il potenziale turistico del termine “acquaticità” (mari termali caldi e balneabili). In queste località gli operatori, anche quelli termali più esperti, non condivido-no l’idea di cambiare aspetto e mentalità.

Al momento, a parte il caso di Bagno di Romagna dove la balnea-zione è un dato storico e dove il ringiovanimento dell’offerta è avve-nuto, tutte le destinazioni termali dell’Emilia-Romagna fanno parte del catalogo “destinazioni tradizionali” per curandi, insieme alle altre 190 località termali nazionali che restano attive nonostante il lento e graduale declino.

In queste località, simili per l’offerta terapeutica, ogni stabilimento termale offre trattamenti e cure secondo schemi identici a quelli di altri stabilimenti. Tutti puntano a fare alti numeri di trattamenti facili (fanghi, aerosol, inalazioni, …), nessuno rinuncia alle terapie popola-ri. La promozione e la commercializzazione sono finalizzate a rendere le destinazioni termali dei luoghi da package tour e da “all inclusive”

(sull’esempio dell’offerta balneare).

Ma la crisi della domanda termale tradizionale dal 1992 è chiara, continua, si accentua progressivamente. La flessione del movimento legato alle convenzioni con il SSN è decennale. Con la promozione pubblica si cerca di compensare le perdite e generare movimento turistico, ma il trend di crescita degli arrivi non basta a nascondere la diminuzione dei soggiorni, delle vacanze, della customer satisfac-tion.

Per quanto riguarda l’andamento del movimento nelle strutture ricettive, che è il vero obiettivo dell’Osservatorio, nel 2007 si registra un’ulteriore flessione del turismo in tutte le località termali regionali.

Unica eccezione Castel San Pietro, che tuttavia beneficia dell’apertura di un nuovo albergo (Anusca Palace Hotel) che con il suo movimento spinge verso l’alto i dati complessivi. In realtà, a parità di strutture, anche in questa località si conferma il trend di progressiva contrazio-ne del movimento.

I flussi di curandi, parenti e accompagnatori che alloggiano nelle strutture alberghiere ed extralberghiere delle località oggetto di ana-lisi, presentano nel periodo aprile-ottobre 2007 una flessione media del -2,0% in termini di arrivi, più marcata per quanto riguarda le presenze (-2,4%).

Il movimento turistico nelle località termali dell’Emilia-Romagna

Arrivi 2006 2007 % 07/06

ITALIANI 308.000 300.000 -2,6

STRANIERI 41.000 42.000 +2,4

TOTALE 349.000 342.000 -2,0

Presenze 2006 2007 % 07/06

ITALIANI 1.708.000 1.665.00 -2,5

STRANIERI 130.000 128.000 -1,5

TOTALE 1.838.000 1.793.000 -2,4

Fonte: Osservatorio Turistico Regionale.

Le flessioni più pesanti (dal 7% ad oltre il 10%) sono quelle di Castrocaro, Porretta, Riolo e Brisighella. Si attestano intorno al 2-3% le perdite di Tabiano-Salsomaggiore che, essendo la maggiore realtà emiliana, cerca nuove strade ma senza convinzione. Sorpren-de la flessione di Bagno di Romagna (per la prima volta dopo anni di successi statistici perde arrivi e presenze). La stagione si chiude con dati positivi per Castel San Pietro (ma solo grazie all’apertura di un nuovo albergo) e per le Terme marine di Punta Marina, Cervia e Riccione, grazie allo sviluppo delle offerte legate al benessere. Il peso degli stabilimenti localizzati nelle località costiere è però difficilmente misurabile, essendo ricompreso all’interno del movimento turistico balneare.

Il movimento nelle strutture ricettive delle località termali (aprile-ottobre)

TERME Arrivi Presenze Perm. media

2002 347.000 2.049.000 5,9

2003 346.000 1.954.000 5,6

2004 352.000 1.915.000 5,4

2005 345.000 1.864.000 5,4

2006 349.000 1.838.000 5,3

2007 342.000 1.793.000 5,2

Var. % 07/06 -2,0% -2,4%

Il trend 2007 nelle località termali

* Il curatore fallimentare delle Terme di Porretta dichiara una tenuta del numero dei curandi, ma i dati statistici del settore alberghiero risultano negativi.

Fonte: Osservatorio Turistico Regionale.

La sola risposta possibile a questa crisi che dura da oltre un decen-nio è la riqualificazione alberghiera. In attesa di interventi strutturali sull’ospitalità, per il 2008 gli operatori pubblici e privati del settore termale emiliano romagnolo sono al lavoro per rendere operativo

il Piano promozionale dell’Unione Regionale delle Terme, Salute e Benessere. Gli obiettivi del Piano sono:

• la massima integrazione tra offerta termale e opportunità del territorio;

• lo sviluppo delle offerte che comprendono trattamenti estetici e per il benessere;

• un’accentuazione delle azioni di web marketing, in particolare per la clientela più giovane;

• iniziative promozionali per la diffusione della “Guida delle Ter-me”, anche all’estero (copie in inglese e tedesco).

Ma le prospettive di medio e lungo termine non cambiano con del-le azioni promozionali e il comparto termadel-le dell’Emilia-Romagna, non può sorvolare su questi dati:

1° non saranno i curandi a risolvere i problemi economici degli stabilimenti termali;

2° non sono sufficienti le cure e i trattamenti benessere a finanzia-re la riqualificazione e l’ammodernamento dell’ospitalità;

3° curandi e curisti (turisti che fanno qualche trattamento ran-dom) provengono prevalentemente dalla nostra regione e dalle regio-ni limitrofe; si tratta di clienti “di prossimità”, potenzialmente leali e fedeli, ma destinati ad esaurirsi;

4° mentre la domanda di benessere e glamour si diffonde e diventa un’aspettativa nazional-popolare, le destinazioni termali dell’Emilia-Romagna propongono pacchetti benessere imperfetti, privi di gla-mour. Competere con le destinazioni “a buon mercato”, con alberghi a basso contenuto di comfort è incoerente con il benessere termale;

5° se uno stabilimento termale offre benessere scollegato dall’ospi-talità, non ha convenienze economiche, né profitti sufficienti per aggiornarsi.

Nel documento Rapporto 2007 (.pdf 1.7mb) (pagine 56-60)