UN'INDAGINE STRUTTURALE
LA STRUTTURA DEI RISPARMI E DEGLI INVESTIMENTI
Malgrado gli elevatissimi tassi d'infla-zione, che hanno negli ultimi anni pe-nalizzato gravemente lo sviluppo del-l'economia nazionale, gli indici di ri-sparmio si sono mantenuti su livelli re-lativamente elevati: infatti durante il 1980, l'indice dei prezzi al consumo è aumentato del 21,2 per cento rispetto all'annata precedente e l'indice dei prezzi all'ingrosso del 20,0 per cento, mentre l'indice dei risparmi privati è
aumentato dal 27,7 al 28,2 per cento del prodotto nazionale lordo (vedansi i
dati delle Tabelle 1, 2 e 3).
Il numero indice dei risparmi «finan-ziari» — o la percentuale dei risparmi realizzati dagli enti pubblici e dalle maggiori istituzioni sia pubbliche che private — si è peraltro ridotto, anche se non in misura eccessiva, considerati i gravi fenomeni recessivi che hanno caratterizzato gli sviluppi economici di questi ultimi tempi. Per l'anno corren-te la «COMIT» prevede che sarà del tutto improbabile che anche in condi-zioni di domanda contenuta l'aumento medio per l'anno dei tassi
inflazionisti-Tabella 1. Flusso dei risparmi (000 miliardi di lire correnti)
1 9 7 3 1 9 7 4 1 9 7 5 1 9 7 6 1977 1 9 7 8 1 9 7 9 1 9 8 0 Prodotto nazionale
lordo (PNL) 8 2 , 5 101,7 1 2 5 , 4 156,7 190,1 2 2 2 , 4 2 6 8 , 9 3 3 3 , 4 Risparmi totali netti 1 8 , 6 2 2 , 2 2 5 , 0 3 4 , 7 4 2 , 9 4 9 , 8 6 2 , 6 -Risparmi dei privati 2 1 , 0 2 4 , 6 3 3 , 5 4 2 , 3 5 0 , 5 6 1 , 5 7 5 , 8
-Risparmi «finanziari»* 1 8 , 2 15,2 2 6 , 5 3 1 , 7 3 6 , 4 4 9 , 2 6 3 , 0 6 4 , 7 * Risparmi realizzati da enti pubblici ed istituzioni, sia pubbliche che private.
Fonte: Banca Nazionale del Lavoro, Roma, 1981.
Tabella 2. Flusso dei risparmi (valori percentuali del prodotto nazionale lordo)
Valori percentuali
del PNL 1 9 7 3 1 9 7 4 1 9 7 5 1 9 7 6 1977 1 9 7 8 1 9 7 9 1 9 8 0 Risparmi totali netti 2 2 , 5 2 1 , 8 19,9 22,1 2 2 , 6 2 2 , 4 2 3 , 3 -Risparmi dei privati 2 5 , 4 2 4 , 2 2 6 , 7 2 7 , 0 2 6 , 6 2 7 , 7 2 8 , 2
-Risparmi «finanziari»* 2 2 , 1 14,9 2 1 , 1 2 0 , 2 19,1 2 2 , 1 2 3 , 4 1 9 , 4 * Risparmi realizzati da enti pubblici ed istituzioni, sia pubbliche che private.
Fonte: Banca Nazionale del Lavoro, Roma, 1981.
Tabella 3. Flusso dei risparmi bancari e postali (valori percentuali dei risparmi «finanziari»)* » ULULI U B I U O N I U A I I UCI _
risparmi «finanziari»* 1 9 7 3 1 9 7 4 1 9 7 5 1 9 7 6 1977 1 9 7 8 1 9 7 9 1 9 8 0 Risparmi collocati presso
le Banche (depositi) 6 0 , 7 8 0 , 0 7 2 , 7 6 8 , 0 6 5 , 3 5 8 , 5 5 5 , 8 3 6 , 6 Altre forme di
collocamento ( * * ) 2 3 , 9 3,4 2 2 , 6 2 1 , 6 2 7 , 0 3 5 , 0 3 4 , 5 5 7 , 6 * Risparmi realizzati da enti pubblici ed istituzioni, sia pubbliche che private.
* * Mercato dei capitali, risparmi postali ed istituti speciali di credito.
ci rimanga al di sotto del 20 per cento'.
Si tratta qui di un fenomeno in appa-renza contraddittorio. L'accentuarsi dell'inflazione in un'economia dovreb-be normalmente comportare una ten-denza all'incremento dei consumi, in misura più o meno proporzionale alla riduzione del risparmio.
E l'accelerazione dei consumi dovreb-be, a sua volta, provocare ulteriori au-menti degli indici dei prezzi.
In pratica però, si manifestano chiare tendenze verso riduzioni di spese per beni di consumo e corrispondenti raf-forzamenti del risparmio. Il caso del-l'economia inglese negli ultimi anni, rappresenta forse l'esempio più noto di tali fenomeni, apparentemente con-traddittori. Come infatti si può rilevare dai dati della fig. 2, nel corso degli ultimi dieci anni l'inflazione britannica è aumentata di oltre il duecento per cento!
Il prodotto nazionale lordo ed i valori della produzione industriale si sono en-trambi contratti, in termini effettivi. Consumi e risparmio sono invece au-mentati: questi ultimi di quasi il cento per cento, mentre i consumi sono saliti di appena il venti per cento.
Fino agli inizi del decennio degli anni settanta, l'indice dei risparmi era più o meno correlato all'andamento del ciclo economico.
Il Prof. Friedman2 spiegava una tale correlazione con la sua famosa «Ipote-si del Reddito Permanente», in base alla quale i consumatori manifestano in genere una tendenza a regolare le proprie spese in beni di consumo e ser-vizi in base alle variazioni del reddito spendibile da essi ritenute «permanen-ti» o definitive.
L'indagine realizzata in Inghilterra ed alla quale abbiamo fatto, più sopra, ri-ferimento3, ha tentato di provare l'«ipotesi» del Prof. Friedman.
Nel periodo dal 1970 al 1973, l'econo-mia inglese fu caratterizzata da una notevole accelerazione del reddito na-zionale (vedansi infatti le fasi I,, II, e III, nel grafico della fig. 2).
Il diagramma indica pure che il rispar-mio ha reagito direttamente a tale ac-celerazione del reddito nazionale con aumenti altrettanto marcati degli indici
Prezzi ingrosso e prezzi al consumo
I I I | I I I I I I I I I I I | I I I I I I | I I I I I I I I I I I | Il I I I I I I i I I | I I I I I I I I I | || I I I I I I I I I I I I I I I , i I , 1976 1977 1978 1979 1980 1981
Variazioni percentuali di ogni trimestre sul precedente. (*) STIME DELLA «COMIT», MILANO 1981.
Fig. 1. Prezzi all'ingrosso e prezzi aI consumo.
% + 8 -+ 6 - (HI,)/ ' / \ \ \ \ + 4 + 2 0 -— / / (I,) \ V \ ^RISPARMIO N>»\ - 2 - N \ - 4 - \ REDDITO DISPONIBILE - 6 - V\ -* - 8 - \ 1 1965 6 7 8 9 1970 1 2 3 4 1 1 1 1 ^ 5 6 7 8
Fig. 2. Gran Bretagna. Variazioni annue degli indici del risparmio e del reddito nazionale «disponibile».
di variazione dei risparmi, ma però con ritardi di quasi due anni (vedansi le fasi I2, II2 e III2 nel diagramma suindicato).
Un tal sfasamento corrisponde al pe-riodo d'aggiustamento richiesto dai consumatori e necessario a riflettere nel loro comportamento economico un
mutamento «permanente» del reddito spendibile.
La quota di tale reddito che viene de-stinata al risparmio varia normalmente a seconda del «clima economico», del-la situazione politico-sociale ed anche degli atteggiamenti psicologici preva-lenti in un determinato paese: fattori
1 t NUMERI INDICE DEI PREZZI AL DETTAGLIO (1975 = 100) ( % )
2 • NUMERI INDICE DEL VOLUME DEI CONSUMI (1975 = 100)
- 15
, 3 t RAPPORTI PERCENTUALI: RISPARMIO/REDDITO NAZIONALE (%) / - 15
N.l. (1975=100) j 13 210 -
/
- 11 180 - 9 140^
- 7 100 42 - 5 60 - In Inghilterra, l'inflazione dell'ultimo decennio, che ha3
20 raggiunto livelli mai prima - 1 20 visti, non ha certo potuto
arrestare il risparmio.
- 1
0
_
0
1960 1971 1979 1980 0
Fig. 3. Italia: Tassi (%) di variazione del reddito (PNL a prezzi costanti de! 19701 e dei risparmi. Fig. 4. Inghilterra: risparmi, consumi ed investimenti (1960-80).
questi che si rivelano assai lenti a mu-tare.
Un'analisi dei rapporti fra tassi di va-riazione dei risparmi e dei redditi, ef-fettuata nel nostro Paese (vedasi il dia-gramma della fig. 3) rivela sfasature di tipo diverso da quelle inglesi, anche se la nota correlazione fra redditi e ri-sparmio si manifesta elevata.
Talora le reazioni dei tassi di risparmio a marcate fluttuazioni dei tassi di red-dito si manifestano con sorprendente immediatezza, come ad esempio nel corso del biennio 1972-1973 e nel 1976: periodi in cui si verificarono in Italia fortissime accelerazioni sia del reddito che dei risparmi.
I grafici rivelano pure un intensificarsi — particolarmente nel corso degli ulti-mi anni — di quella che è stata defini-ta la «volatilità» del risparmio degli Italiani, e cioè una certa tendenza a reagire a mutamenti del reddito, me-diante amplissime fluttuazioni. I livelli d'intensità di tali mutazioni sono co-munque spesso imprevedibili.
L'alta volatilità del risparmio può vo-ler significare una maggior flessibilità e prontezza ad adeguarsi a mutevoli li-velli di reddito: gli ovvii vantaggi di una tal flessibilità sono però più che compensati dallo svantaggio rappresen-tato dal fatto che il sistema non è in grado di offrire, nella breve e media scadenza, benefici contrappesi ai cali del reddito.
L'accumulo dei risparmi in certi perio-di neri della storia economica inglese — ed americana — non ha soltanto costituito un «cuscino di protezione» assai efficace, ma è anche servito a gettare le fondamenta della ripresa economica.
Una delle caratteristiche della scuola economica «neo-classica» di cui il Prof. Friedman è forse l'esponente più illustre, è la considerazione di ciò che può succedere «nel lungo andare». Altre scuole economiche, quale ad esempio quella «Neo-Keynesiana» pongono invece l'accento sui fenomeni
Tabella 4. Il caso dell'economia inglese: rapporti fra risparmi, consumi ed inflazione
Numpri indir» Percentuali (Base 1975 = 1 0 0 ) 1 9 6 0 1 9 7 1 1 9 7 9 1 9 8° di v a r i a r n e
6. Rapporti percentuali fra ri-sparmio e reddito personale
1. Prezzi al dettaglio 3 6 , 4 % 5 9 , 3 % 1 6 5 , 8 % 1 9 5 , 6 % + 2 3 0 % 2. Prodotto nazionale lordo 7 1 , 8 % 9 4 , 9 % 1 1 0 , 3 % 1 0 7 , 2 % + 13 % 3. Produzione industriale 7 3 , 5 % 9 7 , 5 % 1 0 4 , 4 % 9 5 , 1 % - 2 , 5 % 4. Spese per beni di consumo 7 0 , 5 % 9 2 , 2 % 1 1 0 , 3 % 110 4 % + 2 0 % d i s p o n i b i l e0, ^ c a p i t e , ™ 8 8 , 0 % 1 1 3 , 4 % , 1 4 , 8 % + 3 0 % 7 , 5 % 8 , 0 % 1 4 , 0 % 1 5 , 7 % + 96 %
Fonte: Varie.
Tabella 5. Tassi di interesse bancari in italia (%) (al 31 dicembre di ciascun anno)
Interessi Interessi A t t i v i Scarti . Passivi (per prestiti ed
n n l (per depositi) anticipazioni)
(a) (b) (c) = (b) - (a) (d) = (c)/(b)(%) (e) = (c)/(a)(%) 1972 4 , 3 7,5 1973 4,7 1 0 , 0 1 9 7 4 10,1 1 8 , 0 1975 7,9 12,8 1 9 7 6 1 2 , 0 19,6 1 9 7 7 1 2 , 0 1 7 , 0 1978 10,5 15,2 1 9 7 9 10,4 1 8 , 6 1 9 8 0 12,2 2 0 , 2
Fonte: Banca d'Italia, Roma, 1 9 8 1 .
3,2 4 2 , 6 7 4 , 4 5,3 5 3 , 0 112,8 7,9 4 3 , 9 78,2 4,9 3 8 , 3 6 2 , 0 7,6 38,8 6 3 , 3 5,0 2 9 , 4 4 1 , 7 4,7 3 0 , 9 4 4 , 8 8,2 44,1 78,8 8,0 3 9 , 6 6 5 , 5
Tabella 6. Interessi bancari ed inflazione in Italia
Tassi annui , . . . .
Anni d'incremento del N.l. Interessi attivi bancari S c a r t |
del costo della vita (medie)
(a) (b) (c) = (a) - (b) 1 9 7 1 / 7 2 5 , 6 7,5 1,9 1 9 7 2 / 7 3 1 0 , 4 10,0 - 0 , 4 1 9 7 3 / 7 4 1 9 , 4 18,0 - 1 , 4 1 9 7 4 / 7 5 17,2 12,8 - 4 , 4 1 9 7 5 / 7 6 16,5 19,6 3,1 1 9 7 6 / 7 7 8 , 8 17,0 8 , 2 1 9 7 7 / 7 8 1 2 , 5 15,2 2,7 1 9 7 8 / 7 9 15,7 18,6 2,9 1 9 7 9 / 8 0 2 1 , 1 2 0 , 2 - 0 , 9
Fonte: Banca d'Italia, Roma, 1981.
Tabella 7. Interessi bancari ed inflazione nel mondo (dati percentuali annui)
Paesi Inflazione Interessi attivi bancari Paesi 1 9 8 0 1981 1 9 8 2 C ) 1 9 8 0 1981 1982 (») Canada 10,1 12,3 11,5 13,0 2 0 , 0 1 3 , 0 Francia 13,5 13,5 16,0 11,8 17,8 1 3 , 0 Germania Federale 5,5 5,6 4 , 6 9,5 1 2 , 5 7,5 Giappone 8 , 0 5,0 4,7 10,9 7,3 6,3 Inghilterra 1 8 , 0 11,5 9,5 16,6 14,8 11,0 ITALIA 2 1 , 2 1 9 , 0 16,0 2 0 , 2 2 1 , 4 2 1 , 0 Stati Uniti 13,5 10,4 8 , 3 13,4 17,1 12,0 Svizzera 4 , 0 6 , 9 5,0 5,8 10,7 6 , 3 ( * ) Previsioni.
Fonte: Barclays Bank, Londra, 1981.
di transizione, cioè su quelli che si ma-nifestano in periodi brevi.
«Propensione al Consumo» e «Pro-pensione al Risparmio» che — come abbiamo già accennato — risultano da una combinazione di elementi econo-mico-politici, psicologici e sociali, indi-cano le relazioni intercorrenti fra red-diti, consumi e risparmi di una comu-nità.
Se il reddito aumenta, aumentano pure sia le spese per i consumi che i rispar-mi, se pur in misura minore; inoltre la «Propensione al Consumo» è relativa-mente stabile, nel senso che aumenta solamente all'aumentare del reddito. L'elemento fondamentale dell'econo-mia è ovviamente costituito dall'inve-stimento e l'iniziativa imprenditoriale ne rappresenta il motore propulsore. Il risparmio considerato dagli economi-sti classici — o tradizionalieconomi-sti — l'ori-gine del capitale passa in seconda li-nea, diviene la «conseguenza dell'inve-stimento, la sua ombra».
Comunque, non v'è dubbio che im- \ provvise variazioni del risparmio pos- | sano determinare gravi turbamenti nel-l'economia nazionale, soprattutto per gli sfasamenti creati dai fenomeni di ristrutturazione produttiva.
S'è tentato di dare una spiegazione al fenomeno che pare contraddire una delle leggi tradizionali dell'economia \ politica e cioè quella per cui un'infla- ^n
zione d'intensità sufficientemente ele-vata tende ad incoraggiare i consumi ed a ridurre il risparmio.
Taluni economisti — fra cui il Fried-man stesso — spiegano il fenomeno adducendo le insufficienze croniche del [ sistema creditizio: l'assenza di adeguati strumenti di credito — e soprattutto di quelli al consumo — può infatti provo-care accumuli di liquidità a livelli supe-riori a quelli inflazionistici.
È questo, forse, il fattore fondamenta-le e prevafondamenta-lente delfondamenta-le tendenze verifica-tesi nell'economia italiana nel corso degli ultimi anni. Nel periodo imme-diatamente successivo all'improvviso rialzo dei prezzi petroliferi (novembre 1973) la percentuale dei risparmi in rapporto al reddito nazionale italiano si ridusse per oltre il 40 per cento, pas-sando dal 17,1 per cento nel 1973 al 9,8 per cento nel 1975.
Fig. 5. Nella prima metà del decennio degli anni '70, la legge economica tradizionale secondo la quale l'inflazione tende a ridurre il risparmio, sembra aver trovato applicazione soltanto in Italia ed in Germania Federale.
Fig. 6. Collocamento dei risparmi « finanziari» in Italia 11973-801.
Fig. 7. Tassi d'interesse.
Negli anni successivi, malgrado il per-sistere nel nostro Paese, di livelli d'in-flazione assai più elevati di quelli degli altri paesi industrializzati dell'Occiden-te, gli indici del risparmio ripresero leggermente a salire senza mai raggiun-gere i livelli antecedenti alla cosiddetta «esplosione» dei prezzi petroliferi. In altri paesi, quali gli Stati Uniti ed il Giappone, ad esempio, gli strumenti di credito per l'acquisto di beni di consu-mo durevoli, sono più adeguati e fles-sibili di quelli disponibili sul mercato italiano ed evitano quindi gli sprechi provocati dai possibili accumuli di li-quidità.
È comunque opportuno chiarire che l'operatore nazionale — sia privato che istituzionale — costretto a sopportare i notevoli oneri finanziari risultanti da forzati investimenti in impieghi liquidi o semi-liquidi, ha saputo dirottare gran parte di tali fondi dai poco proficui depositi bancari a forme di colloca-mento più produttive, quali ad esem-pio certi mercati dei capitali, talune forme di risparmio postale, titoli di istituti speciali, ecc.
Le forme «non-bancarie» di investi-mento a breve termine, costituiscono ora oltre il 57 per cento del totale del risparmio nazionale e tale percentuale si è più che raddoppiata nel corso degli ultimi otto anni. Il processo inverso ha invece caratterizzato i risparmi colloca-ti presso le banche (vedasi il grafico della fig. 6).
Il divario eccezionale fra interessi ban-cari attivi e passivi costituisce uno de-gli elementi chiave in ogni tentativo di spiegare il comportamento dei rispar-miatori, e soprattutto di quelli istitu-zionali.
Le aumentate esigenze di capitale cir-colante da parte di ogni azienda, in un mondo caratterizzato da crescenti ri-schi ed incertezze, comportano ovvia-mente un crescente ricorso alle fonti tradizionali di finanziamento, prime fra tutte quelle bancarie.
Senonché, le aziende si trovano a do-ver fronteggiare costi d'interesse trop-po elevati, sia in termini assoluti che in relazione alla situazione interna ed in-ternazionale.
Come i dati delle tabelle 5, 6 e 7, e delle figg. 7 e 8, chiaramente
dimostra-70 1 2 3 4 5 6 7 8 dimostra-70 1 2 3 4 5 6 7 4 5 6 7 - Incrementi annui percentuali del N.l. dei prezzi al minuto.
- Risparmio in percentuale del reddito nazionale.
1973 74
(%) del totale dei risparmi annui.
1973 74 75 76 77 —r~
78 79 —r~
80 —i
no, il divario fra i tassi bancari attivi e passivi è andato aumentando da poco più del tre per cento nel 1972, all'otto per cento nel 1980, con un incremento pari, quindi, al 150 per cento in appe-na nove anni!
Il livello medio dell'interesse per presti-ti bancari a breve termine, è quasi sempre stato superiore all'indice medio del costo della vita ed ha oramai rag-giunto il primato assoluto fra i prin-cipali paesi industrializzati dell'Occi-dente!
NOTE
1 C f r . L'Economia Italiana - Tendenze Reali, a cura dell'Ufficio Studi della Banca Commerciale Italiana. Milano 1981, n. 19, p. 5.
' MILTON FRIEDMAN, A Theory of the Consumption
Function, Princeton University Press. Princeton (USA), 1952.
J P. FALUSH, Royal Insurance - National Westminster Bank - Agosto 1978. % 8 -+150% SCARTI (SCALA SINISTRA) SCARTI IN PERCENTUALE DEGLI INTERESSI ATTIVI (SCALA DESTRA) 72 73 74 75 76 77 78 79 —i— 80 % - 5 0 - 4 0 3 0 -20 10 0