QUEI BUONI LEGUMI DI UNA VOLTA
SETTE CONSIGLI
Nell'acquisto di legumi freschi è bene tenere presente che:
— i fagiolini debbono essere rigidi al tatto e di un bel colore brillante; — le fave devono avere baccelli rigidi tali da rompersi qualora si volesse pie-garli;
— per i piselli è meglio preferire i bac-celli di chicchi (semi) piccoli, che sono più teneri;
— sovente ad un prezzo più basso può corrispondere un maggior scarto. Quando si comperano legumi secchi le regole da seguire sono invece:
— il prodotto non deve essere molto vecchio (al massimo di pochi mesi); — devono essere puliti, lucenti, non mescolati ad altri elementi come terra o sassolini;
— le bucce non devono essere bacate. Per sincerarsi che non lo siano, basta immergerle in acqua: quelle che vengo-no a galla sovengo-no da scartare, perché in-festate da parassiti.
B I B L I O G R A F I A
M I N I S T E R O D E L L ' A G R I C O L T U R A E DELLE F O R E S T E , /
legumi: alimenti plastici ed energetici, R o m a 1977.
G I U L I O P A C I F I C I , Conoscere gli alimenti, S a n s o -ni, F i r e n z e 1978.
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Consumare più razionalmente, M i l a n o 1979.
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P R O V I N C I A DI M I L A N O , Campagna «Alimenti e salute».
Nelle pagine che seguono si pubblica uno stralcio della relazione congiunturale curata dall'istituto ca-merale torinese relativamente all'andamento econo-mico della provincia di Torino nel corso del terzo tri-mestre 1982.
I SETTORI PRODUTTIVI IN GENERALE
Nel terzo trimestre del 1 9 8 2 sono state sostanzial-mente confermate le difficoltà emerse in precedenza, e cioè un ristagno operativo, che in alcuni casi si è spinto a un vero e proprio regresso, accompagnato da un cattivo andamento della domanda, in primo luogo di quella estera.
Quanto all'occupazione nell'industria, l'indagine campionaria stima, per il luglio-settembre una fles-sione del 2 % circa sul trimestre precedente, superio-re a quella della volta scorsa (1,4%) e quindi piutto-sto preoccupante.
In questa atmosfera pesante il clima d'opinioni evi-denzia un ulteriore smottamento rispetto a tre mesi fa, particolarmente rilevante per la domanda estera e in subordine per la produzione. Solamente un parzia-le riequilibrio dei magazzini di prodotti finiti sembra promettere qualcosa di buono, anche se solo nel senso di evitare ulteriori regressi. La pesantezza a livello previsionale può ormai essere confrontata con quella dei settembre 1981: allora si era più pessimi-sti sotto il profilo della domanda interna, ora invece nei riguardi delle esportazioni, mentre per la produ-zione si è su posizioni pressoché equivalenti.
Industria
• Il 7 % degli intervistati ha giudicato la propria pro-duzione più elevata, a prezzi costanti, rispetto al trimestre precedente, il 4 7 % stazionaria e il 4 6 % calante (saldo - 3 9 % , a fronte di zero la volta scorsa e di - 4 0 % un anno fa). Rispetto al corri-spondente periodo del 1 9 8 1 , il 2 0 % ha dichiarato di aver prodotto di più, il 4 4 % di meno e il 3 6 % allo stesso modo (saldo - 2 4 % , contro - 2 2 % a giugno e — 2 3 % nel settembre 1981).
• Quanto alla capacità produttiva, il 6 % l'ha vista crescere sul trimestre scorso, l ' 8 8 % rimanere co-stante e il 6 % calare (saldo zero, a fronte di + 1 % in entrambe le rilevazioni prese a raffronto). • I costi di produzione sono lievitati a detta
dell'88% degli interpellati e rimasti invariati per il restante 12% (saldo + 8 8 % , contro + 8 8 % nel trimestre passato e + 9 0 % un anno fa). • In merito ai prezzi di vendita, ecco la situazione:
3 8 % crescita, 5 9 % stazionarietà e 3 % flessione (saldo + 3 5 % , a fronte di + 3 0 % a giugno e di + 3 4 % lo scorso anno).
• Rispetto al trimestre scorso il 10% delle imprese ha il fatturato giudicato in evoluzione, il 4 2 % co-stante e il 4 8 % in diminuzione ,(saldo - 3 8 % , contro + 6 % tre mesi fa e - 3 6 % nel settembre 1981).
• Riguardo alla domanda interna, il 4 % delle rispo-ste si sono orientate in senso positivo (il confron-to è sempre con il trimestre precedente), il 5 1 % è per la stazionarietà e il 4 5 % per il regresso (saldo - 4 1 % , a fronte di - 2 5 % e - 3 4 % nelle due pre-cedenti occasioni).
• Per quel che concerne la domanda estera, il 6 % l'ha giudicata in progresso, il 5 0 % stazionaria e il
4 4 % in flessione (saldo - 3 8 % , contro - 2 5 % e - 6 % nell'ordine);
• Le previsioni per l'ottobre 1982 marzo 1983 han-no dato luogo ai seguenti saldi: produzione
- 3 0 % ( - 1 6 % tre mesi fa); domanda interna - 4 3 % ( - 3 0 % tre mesi fa); domanda estera - 3 4 % ( - 1 0 % tre mesi fa); occupazione - 3 3 % ( - 2 9 % tre mesi fa); prezzi di vendita + 5 3 % ( + 5 9 % tre mesi fa).
Nello scorso anno erano, nell'ordine, i seguenti: - 3 1 % , - 5 7 % , - 1 6 % , - 3 4 % e + 6 4 % .
Commercio
• Le vendite dei commercianti all'ingrosso, a prezzi costanti, sono aumentate tra il secondo e il terzo trimestre 1982 a detta dell'8% degli intervistati, rimaste stazionarie per il 3 6 % e calate per il 5 6 % (saldo - 4 8 % ) . Nella rilevazione immediatamente precedente il saldo era stato del - 2 , 4 % , mentre il raffronto con il settembre 1981 mette in evidenza un saldo esattamente uguale all'attuale ( - 4 8 % ) . Quanto ai dettaglianti, la situazione è pressoché analoga con il 9 % di risposte indicanti un aumen-to, il 4 0 % stazionarietà e il 5 1 % flessione (saldo - 4 9 % , a fronte del - 1 5 % tre mesi fa e - 4 1 % nel corrispondente periodo dell'anno precedente). Il quadro generale non sembra cosf offrire novità degne di nota.
• Per quel che riguarda le giacenze, vi è una situa-zione di perfetto equilibrio tra i grossisti: 12% i giudizi di esuberanza, 7 6 % di normalità e 12% di scarsità (saldo zero, contro + 1 0 % sia la volta scorsa, sia un anno fa). Tra i dettaglianti la riparti-zione è risultata la seguente: 2 3 % sovradimensio-namento, 7 2 % equilibrio e 5 % scarsità (saldo + 18%, a fronte del + 1 3 % a giugno e-del + 1 2 % nel settembre 1981). Vi è pertanto uno sfasamen-to tra i grossisti, nei confronti dei quali il ciclo negativo delle scorte sembrerebbe essersi esauri-to, e i dettaglianti, tuttora con i magazzini sovra scorta.
• I prezzi di vendita sono lievitati a giudizio del 6 0 % dei grossisti, rimasti invariati per il 3 4 % e scesi per il 6 % (saldo + 5 4 % , contro + 3 6 % nel passa-t o passa-trimespassa-tre e + 5 4 % lo scorso anno). Ecco la suddivisione tra i dettaglianti: 6 8 % ascesa, 3 1 % stasi e 1% involuzione (saldo + 6 7 % , a fronte di + 5 9 % a giugno e di + 6 2 % un anno fa). • Le previsioni per il quarto trimestre del 1982
met-tono in rilievo un 2 2 % di grossisti ottimisti, un 3 7 % che non s'aspetta nulla di nuovo e un 4 1 % di pessimisti (saldo - 1 9 % , contro - 3 6 % la volta scorsa e - 9 % nel settembre 1981). Il 3 2 % dei dettaglianti prevede una crescita delle vendite, il 3 6 % stazionarietà e il 3 2 % una diminuzione (sal-do zero, a fronte di - 4 8 % a giugno e di + 6 % alla stessa data del 1981). Il clima d'opinioni dei commercianti parrebbe ora meno favorevole di quello di dodici mesi fa. Le feste di fine anno sem-brano preannunciare una maggiore prudenza ri-spetto al passato da parte dei consumatori.
Credito
• L ' 8 8 % degli istituti di credito intervistati ha stima-to l' a f f l u e n z a del risparmio nel terzo trimestre del
1982 sostanzialmente invariata rispetto all'aprile-giugno. Il restante 12% l'ha giudicata in flessione (saldo - 1 2 % , a fronte di - 1 0 % la volta scorsa e - 3 7 % un anno fa).
• Relativamente alle richieste di credito, il 2 5 % del-le banche del-le ha giudicate in aumento, il 6 3 %
sta-zionarie e il 2 2 % in calo (saldo + 1 3 % , contro + 2 2 % a giugno e zero nel settembre 1981). In merito alle concessioni i credito, il 12% le ha viste crescere, il 6 3 % rimanere costanti e il 2 5 % con-trarsi (saldo - 1 3 % , a fronte di - 2 2 % tre mesi fa e zero lo scorso anno). Permane anche in questo trimestre un andamento contrastante tra le due grandezze, effetto delle restrizioni creditizie in at-to.
• Il costo del denaro è diminuito a detta del 10% degli istituti intervistati (saldo - 1 0 % , a fronte di - 2 2 % la volta passata e del + 1 0 0 % del settem-bre 1982).
• Le previsioni per l'ultimo trimestre 1982 scontano un arretramento per l'economia torinese. Infatti, il 5 0 % delle risposte indica stazionarietà e il 50% involuzione (saldo - 5 0 % , a fronte di - 1 1 % a giugno e di - 3 7 % alla corrispondente data del-l'anno passato).
M O V I M E N T O A N A G R A F I C O E DELLE FORZE DI L A V O R O
Popolazione
Nei primi tre mesi del 1982 i nati in provincia di Torino sono ammontanti a 4 . 9 1 6 unità ( - 2 , 9 % sul corrispondente periodo dell'anno precedente) e i morti a 6 . 3 4 9 ( - 1 , 9 % ) . Il saldo naturale è cosi risul-tato negativo ( - 1 . 4 3 3 unità) e in lievissimo peggio-ramento rispetto a dodici mesi fa ( - 1 . 4 0 8 ) . Quanto al movimento migratorio, si è segnalata una flessione sia nel numero degli immigrati ( - 2 6 , 3 % , da 1 8 . 6 8 8 nel 1981 a 1 3 . 7 7 4 nel gennaio-marzo di quest'anno), sia in quello degli emigrati ( - 1 7 , 5 % , da 1 9 . 5 4 2 unità a 16.120). Il calo più accentuato dei primi rispetto ai secondi ha ulteriormente incre-mentato il saldo negativo, passato da - 8 5 4 unità nel 1981 a - 2 . 3 4 6 nel 1 9 8 2 .
In sintesi, la popolazione della provincia si è contrat-ta nei primi tre mesi dell'anno di 3 . 7 7 9 persone, contro 2 2 6 1 nell'ugual scorcio del 198T.
In merito al comune capoluogo, a fine giugno 1982 presentava un totale di 1 . 0 9 1 . 6 6 6 abitanti, il 3 , 9 % in meno rispetto alla stessa data del 1981. Nella pri-ma metà di quest'anno sono nate 4 6 1 9 persone ( - 4 , 2 % sullo scorso anno) e ne sono decedute 5 . 7 6 4 ( + 2,2%). Ne consegue un sensibile deteriora-mento del saldo naturale, passato da - 8 2 2 unità nel
1981 a - 1 . 1 4 5 quest'anno. Nel frattempo gli immi-grati sono stati pari a 9 . 1 1 8 unità ( - 2 0 , 2 % ) e gli emigrati a 1 7 . 6 2 3 ( - 0 , 8 % ) . Torino ha cosi perso 8 . 5 0 5 abitanti per effetto dello squilibrio migratorio, il 3 4 , 4 % in più sull'anno passato ( - 6 . 3 2 7 unità). In totale nel giro dei sei mesi la città è scesa di 9 . 6 5 0 persone, contro 7 . 1 4 9 nell'ugual periodo di un anno fa.
Movimento ditte
Nei primi nove mesi del 1982 si sono iscritte alla Camera di commercio di Torino 1 3 . 4 2 6 ditte, con un calo del 9 , 2 % sul corrispondente periodo dell'anno precedente. Nel frattempo ne sono cessate 5 . 2 1 7 ( - 7 , 2 % sul 1981) per cui il saldo è stato pari a + 8 . 2 0 9 . Fatto quest'ultimo pari a cento, il 4 1 , 1 % era costituito da imprese commerciali, il 3 6 , 2 % del-l'industria e il 2 2 , 7 % di altri rami.
Tra i vari settori, l'industria ha grosso modo seguito l'andamento generale ( - 8 , 5 % le iscrizioni e - 7 , 1 % le cessazioni), mentre il commercio ha evidenziato
un peggioramento ( - 1 3 , 2 % e - 8 , 8 % rispettiva-mente) e i restanti comparti sono rimasti su posizioni assai simili a quelle di un anno fa ( - 1,2% e - 2 , 9 % nell'ordine).
Forze di lavoro
L'indagine campionaria ISTAT sulle forze di lavoro relativa al mese di luglio 1982 stima per la provincia di Torino un'occupazione totale di 9 4 4 mila persone. Alla stessa data i disoccupati ammontavano a 91 mi-la unità, per cui le forze di mi-lavoro nel loro complesso erano 1.035 mila.
Rispetto all'anno precedente si è notato un decre-mento di circa 17 mila unità tra le forze di lavoro, il che ha fatto contrarre il tasso di attività dal 4 5 % al 44,5% (dal 31,8% al 3 1 , 6 % per le donne e dal 58,8% al 5 8 % per gli uomini). Tale flessione si è interamente ripercossa sugli occupati, scesi da 962 mila unità a 9 4 4 mila ( - 1 8 mila), mentre i disoccu-pati sono praticamente rimasti invariati (da 9 0 mila nel 1981 a 91 nel 19821.
Il tasso di disoccupazione nella provincia è di conse-guenza salito, passando dall'8,5% all'8,7% delle for-ze di lavoro.
Come accade ormai da tempo, la parte del leone tra i disoccupati è appannaggio dei lavoratori in cerca del primo impiego 145 mila lo scorso anno e 53 mila adesso), mentre denunciano un calo sia i disoccupati veri e propri (da 13 a 7 mila), sia le altre persone in cerca di lavoro (da 32 mila a 21 mila).
Tra gli occupati, quelli a tempo ridotto continuano a oscillare intorno a quota centomila (103 mila nel 1981 e 106 mila nell'anno successivo), il 6 0 % circa dei quali a zero ore (60 mila nel 1981 e 62 mila quest'anno). Sempre nel luglio 1982 gli occupati nel-l'agricoltura erano 4 7 mila ( + 6 mila sull'anno prece-dente), quelli nell'industria 5 0 3 mila ( + 2 mila) e nei servizi infine erano impiegate 395 mila persone ( - 2 5 mila).
Sembrerebbe quindi che il buco nell'occupazione venga da quei settori che finora tiravano ancora piut-tosto bene, mentre sembrerebbe essere tamponata la falla nel secondario. Occorre però in primo luogo ricordare che tali risultati, relativi a un'indagine di carattere campionario, sono soggetti allo scarto sta-tistico. Inoltre si deve tenere conto che non si è an-cora in presenza di una tendenza vera e propria, vi-sto che solo nelle ultime due rilevazioni si sta verifi-cando questo fenomeno, che pertanto potrebbe an-cora essere casuale.
L'emorragia dei servizi è attribuibile al commercio ( - 1 9 mila) e alle pubbliche amministrazioni ( - 9 mi-la), mentre un modestissimo incremento avrebbero registrato i restanti settori (credito, trasporti, assicu-razioni, ecc.).
Nell'industria, infine, si segnala una crescita nei rami della trasformazione e in particolare tra i lavoratori dipendenti ( + 1 0 mila unità).
Passando all'analisi degli iscritti nelle liste di disoccu-pazione dell'Ufficio provinciale del lavoro, si rileva che a fine luglio vi erano 3 7 . 1 3 7 disoccupati veri e propri (quelli che avevano un impiego e l'hanno per-so), con un incremento del 14,9% sul corrisponden-te periodo dell'anno precedencorrisponden-te. Le persone in cerca di prima occupazione erano 4 2 . 5 9 2 ( + 1 0 , 9 % nel 1981) e il totale generale, tenuto cioè conto delle rimanenti categorie, arrivava a 8 6 . 2 1 7 iscritti, con una crescita del 10,8% rispetto a dodici mesi prima. Nei primi sette mesi del 1982 gli assunti da imprese locali erano 4 7 . 8 4 7 ( - 1 4 , 4 % ) e i licenziati ammon-tavano a 4 9 . 4 6 4 ( - 1 3 % ) .
I SINGOLI
SETTORI INDUSTRIALI
Alimentare
Nel terzo trimestre questo settore ha accusato qual-che battuta a vuoto, anqual-che se di entità estremamen-te modesta. La domanda inestremamen-terna è rimasta pratica-mente stazionaria sull'aprile-giugno, mentre dal lato delle esportazioni vi sono stati degli scompensi. I livelli medi dei magazzini di prodotti finiti, grazie al rallentamento dell'attività operativa, si sono riequili-brati e non sembrano presentare problemi. Le previ-sioni a sei mesi non sono purtroppo incoraggianti: sia la produzione che la domanda globale dovrebbero cedere ulteriori posizioni, in un clima di contrazione occupazionale da una parte e di ascesa dei prezzi dall'altra.
Tessile, abbigliamento, cuoio e calzature
Il ramo tessi/e è ancora apparso «sotto zero» rispet-to al corrispondente trimestre dell'anno precedente in termini di volumi produttivi, confermando un anda-mento sostanzialmente negativo lungo tutto l'arco dell'anno. Pure la domanda, sia interna che estera, ha ceduto, spesso con tonalità particolarmente ac-centuate. La preoccupazione maggiore viene proprio dalle esportazioni, che fino a pochi mesi fa tenevano ancora abbastanza bene. Nonostante i ridimensiona-menti produttivi, le scorte di prodotti finiti appaiono esuberanti. Le previsioni sono negative, specie per la domanda estera.
L'abbigliamento, ha evidenziato toni produttivi in li-nea con quelli del settore tessile, e cioè
discretamen-Tabella 1. S i t u a z i o n e a l l ' U f f i c i o P r o v i n c i a l e del L a v o r o
Iscritti1
Mesi del —
1 9 8 2 Disoccupati In cerca di 1 • Disponibili veri e propri occupazione Totale totale
Gennaio 3 8 . 0 3 5 4 4 . 3 9 2 8 9 . 6 6 4 79.272 6 . 5 0 9 8 4 4 5 Febbraio 3 7 . 8 0 7 4 3 . 2 2 9 8 7 . 3 9 2 7 7 . 7 7 6 7 . 2 9 4 6 9 0 4 Marzo 3 6 . 7 8 6 4 2 . 3 8 8 8 5 . 3 7 0 75.358 6 . 8 7 6 6 7 2 6 Aprile 37.385 4 1 . 6 6 5 8 5 . 6 5 2 74.972 6 . 7 1 5 6 6 9 6 Maggio 3 7 . 2 3 4 4 1 . 5 5 9 8 5 . 3 1 9 75.800 7.002 7 2 1 3 Giugno 3 7 . 1 4 6 4 1 . 4 9 0 8 5 . 1 5 7 75.851 7 . 1 3 4 6 8 0 9 Luglio 37.137 4 2 . 5 9 2 8 6 . 2 1 7 77.127 6.317 6 671 . Lavoratori Assunti ,. . . . licenziati da imprese . „ . locali' d a l e torinesi2
' Consistenza a fine mese.
2 I dati si riferiscono ad ogni mese. Fonte: Ufficio Provinciale del Lavoro.
Tabella 2 . C a s s a i n t e g r a z i o n e per t u t t e le industrie
Ore integrate 1982 Ore integrate 1981 Variazione % Mesi
Ordinarie Straordinarie Ordinarie Straordinarie Ordinarie Straordinarie Gennaio 2 . 4 8 9 . 4 5 2 1.690.084 2.383.762 2 8 3 . 2 0 8 + 4 , 4 + 496,8 Febbraio 2.638.621 23.611.261 2.940.547 2 4 . 5 6 2 . 8 7 6 — 10,3 — 3,9 Marzo 3 . 1 7 3 . 0 8 2 2.344.652 1.362.057 5.407.092 + 132,9 - 56,6 Aprile 2 . 7 5 5 . 9 0 4 1.583.101 1.545.191 6 . 3 0 9 . 2 9 8 + 78,4 - 74,9 Maggio 1.815.024 19.537.840 2.720.204 4 . 0 4 2 . 7 3 4 — 33,3 + 383,3 Giugno 2 . 3 9 0 . 2 6 2 4 . 8 4 0 . 3 9 9 1.355.331 19.544.656 + 76,4 - 75,2 Luglio 2 . 3 5 4 . 1 6 8 9 . 4 4 4 . 9 9 4 1.371.961 6.928.434 + 71,6 + 36,3 Agosto 4 0 8 . 9 8 8 3 . 7 1 3 . 9 1 0 2.456.826 2.582.823 - 83,4 + 4 3 , 8 Settembre 1.574.502 18.604.302 1.691.642 1.489.520 — 6,9 + 1 .149,0 Fonte: Regione Piemonte.
te più bassi dei corrispondenti di un anno fa. Pure la domanda si è mossa nello stesso senso, seppur con modalità meno accentuate. I magazzini permangono esuberanti anche se il fenomeno si è attenuato nel corso del trimestre. Le attese per il prossimo seme-stre sono nel complesso negative.
L'industria conciaria, infine, è rimasta grosso modo sulle posizioni operative dello scorso anno, manife-stando qualche modesto arretramento nei confronti dei nuovi ordinativi. Se non altro questo comparto non ha presentato ulteriori cedimenti rispetto al se-condo trimestre del 1982. Le previsioni per i prossi-mi sei mesi oscillano tra la stazionarietà e l'involuzione.
Legno e mobilio
La produzione è di almeno cinque punti percentuali più bassa della corrispondente di un anno fa e si mantiene grosso modo in linea con quella del mese precedente. I nuovi ordinativi si sono lievemente contratti, specie nella componente interna. Le gia-cenze sono in via di riequilibrio ma permangono pe-santi. Le previsioni a sei mesi sono negative, salvo nei confronti della domanda estera, che dovrebbe re-stare stazionaria.
Metallurgico
Le statistiche di fonte Assider rendono noto che nei primi sette mesi del 1982 in provincia di Torino sono state prodotte 787.551 tonn. di acciaio grezzo, con un incremento del 2 8 , 5 % sul corrispondente periodo dell'anno precedente. Nello stesso periodo sono stati prodotti, in seguito alla trasformazione dell'acciaio grezzo, 517.731 tonn. di laminati a caldo ( + 3,5% sul 1981) e 114.460 tonn. di altri prodotti siderurgi-ci ( - 1 8 , 9 % ) .
Tali variazioni positive trovano origine non in un mi-glioramento congiunturale, ma nei bassi livelli pro-duttivi dello scorso anno che costituiscono il termine di raffronto. Esse comunque sono destinate a sce-mare nel prosieguo dell'anno. Infatti, la domanda è fortemente calante, soprattutto sui mercati esteri e le giacenze si mantengono esuberanti. Le attese a sei mesi sono fortemente negative ^ungo tutto il fronte, a testimonianza della crisi mondiale che atta-naglia la siderurgia.
Meccanico
Tra il secondo e il terzo trimestre 1982 non si sono registrate grosse novità nei confronti della meccani-ca torinese, che ha tenuto in alcuni settori (mecmeccani-cani- (meccani-ca di precisione e macchine elettriche), mentre ha perso posizioni in altri (macchine operatrici,
minute-ria, carpenteria), per cui il totale generale dovrebbe essere più o meno pari a quello del luglio-settembre 1981. Come rispetto al trimestre precedente non vi dovrebbero essere nel complesso variazioni. Viceversa, un certo peggioramento è avvertibile dal lato della domanda, soprattutto interna ma anche estera. Questo relativo sfasamento tra domanda e offerta ha procurato un nuovo appesantimento dei magazzini. Ciò rende assai probabile un prossimo fu-turo di contrazioni produttive superiori a quelle even-tualmente registrate dalla domanda. In questo senso sono del resto le previsioni formulate dagli operatori intervistati. Nella crisi generale si salva in parte il comparto della meccanica di precisione e delle mac-chine elettriche che a un consuntivo decoroso affian-ca un clima d'opinioni moderatamente confortante. I restanti rami operativi vedono nero, specie per pro-duzione e domanda interna.
Automobilistico
Nel periodo gennaio-luglio 1982 l'industria italiana ha prodotto 8 4 8 . 5 6 7 autovetture e 98.387 veicoli industriali, con cali rispettivamente del 4 % e del 14,3% sul corrispondente periodo dell'anno prece-dente. Nel complesso sono usciti dalle fabbriche 9 4 6 . 9 5 4 veicoli, il 5,2% in meno nei confronti dei primi sette mesi del 1981.
Dal lato della domanda si è notato un incremento del 10,5% delle esportazioni di autovetture, passate da 2 6 0 . 1 9 0 unità lo scorso anno alle attuali 287.445. Viceversa, si sono contratte del 12,4% quelle di vei-coli industriali, scese nel frattempo da 6 1 . 7 4 4 a 5 4 . 0 9 6 unità.
Quanto alle immatricolazioni, quelle di autovetture sono salite del 7,5% (da 1.036.156 a 1.113.897), leggermente meno dei veicoli industriali ( + 9,3%, da 8 2 . 7 5 9 a 90.490).
Non è il caso di ricordare che questi dati, considerati i ritardi burocratici nelle operazioni di immatricolazio-ne, sono ormai «storici» e in ritardo di parecchi mesi sulla realtà del mercato. Quest'ultimo non sta andan-do molto bene e pare anzi in fase di contrazione, sia all'interno che all'estero. Il quadro generale resta ca-ratterizzato da una sostanziale stagnazione che ren-de assai lento il processo di smaltimento ren-delle scor-te, ancora troppo esuberanti. Ne consegue un anda-mento fiacco dell'attività produttiva che richiederà nuovi ricorsi alla Cassa integrazione guadagni.
Materiali da costruzione
Nel terzo trimestre del 1982 è stato un po' il fanali-no di coda dell'industria torinese, presentando gravi scompensi sul corrispondente periodo dell'anno pre-cedente. Il quadro generale permane quindi quello.
già negativo, di tre mesi fa, con bassi coefficienti di utilizzazione degli impianti, con un portafoglio ordini in via di contrazione, specie quello estero e con ma-gazzini mediamente esuberanti. Le previsioni per il prossimo semestre sono negative e anche qui sono le esportazioni a costituire il punto più dolente.
Chimico e materie plastiche
È apparso uno dei rami meno intaccati dalla crisi, se non altro per non aver perso posizioni sul corrispon-dente trimestre dell'anno passato. A una sostanziale stazionarietà dal lato dell'offerta ha fatto riscontro un risultato analogo della domanda, sia interna che estera. Nel contempo vi è stato un lievissimo miglio-ramento nella situazione del magazzini di prodotti fi-niti. Non bisogna però illudersi troppo: il riequilibrio della situazione avviene su livelli piuttosto bassi e su gradi di utilizzazione della capacità produttiva ampia-mente insufficienti. Le previsioni per il prossimo se-mestre sono moderatamente confortanti per produ-zione e domanda interna; sono invece orientate a stazionarietà nei confronti delle esportazioni. Quanto alle materie plastiche, vi è stato nel corso del trimestre qualche leggero peggioramento vuoi per la produzione che per la domanda globale. I magazzi-ni permangono esuberanti e il clima d'opimagazzi-niomagazzi-ni sconta un ulteriore lieve regresso generale.
Gomma
Le principali aziende del settore hanno fatto ricorso, per periodi più o meno prolungati, alla Cassa integra-zione guadagni, per cui la produintegra-zione si è mantenuta di alcuni punti percentuali al di sotto dei corrispon-denti valori del 1981. La capacità produttiva è stata utilizzata grosso modo come tre mesi fa e le scorte di prodotti finiti si sono mantenute equilibrate. Gli ordinativi, specie quelli esteri, hanno segnato il pas-so sul trimestre scorpas-so. Quanto alle previsioni, pas-sono