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3.3 Sé politico

3.3.2 Lavorare politicamente

Gli operatori sociali hanno la possibilità di coltivare un certo tipo di coscienza politica, data la conoscenza diretta e privilegiata delle persone presenti all'interno dei centri di accoglienza in qualità di beneficiari. L'opportunità è quella di interrogarsi sui processi di integrazione in un’ottica di consapevolezza maggiore, consci di agire in una struttura sociale più complessa della propria realtà lavorativa, ove agiscono le politiche pubbliche del welfare e le prospettive di sviluppo socio-economico del paese.

La considerazione degli operatori in merito all'agire politico sul luogo di lavoro è differente. Dalle interviste, alcuni operatori dichiarano la ragione principale del proprio mestiere politica, esplicitando talvolta la propria militanza:

"La ragione per cui ho scelto questo tipo di professione con i ragazzi richiedenti protezione internazionale è principalmente politica. E poi il tema

delle migrazioni mi ha sempre interessato, mi ha sempre interessato l'ambito culturale, il confronto con altre culture. La politica diciamo, è la mia seconda pelle, è da quando faccio le superiori che mi interessa la vita politica. Prima in maniera attiva, da un bel po' di anni a questa parte ho deciso di farne parte per me stessa, praticamente vivo politicamente. Gli ideali che portavo alle manifestazioni adesso voglio metterli in pratica, in maniera più addolcita rispetto agli anni passati. Chiaro si assume maggiore consapevolezza, si affievolisce lo spirito di ribellione. Prima ero attiva eccome! Facevo parte dei collettivi studenteschi politici, che erano legati a un gruppo di estrema sinistra (Operatrice Cas)".

A proposito, un operatore dello Sprar ha dichiarato la consapevolezza di un impegno politico e politicizzato nel proprio mestiere:

NM: "Come lavoro è una scelta di vita comunque, lo si vive in maniera politicizzata?"

Operatore Sprar: "Chi più chi meno..comunque la sfera politica va dal cattolicesimo al comunismo, un catto-comunismo, di cui il nostro territorio è una delle espressioni più illustri di Italia, questo era territorio bianco..l'associazionismo è prettamente cattolico sul territorio, ci sono diverse anime incarnate anche da diverse cooperative piuttosto che associazioni, la cosa bella è che su questo tema stanno collaborando tanto, con vari tavoli di discussione..la vivo politicizzata io personalmente si, io oltre a questo lavoro sono l'allenatore di una squadra di calcio di sport popolare su Brescia".

Gli operatori sociali dimostrano un certo livello di politicizzazione personale tramite la partecipazione a manifestazioni, presidi ed attività extra lavorative che risultano strettamente legate al tipo di lavoro esercitato ed alle persone beneficiarie dei progetti nei quali operano.

NM: "Lo vivi in maniera politicizzata..come lo affronti?"

Operatrice Sprar: "Il mio lavoro è una parte importante della mia vita..anche fuori partecipo ad attività inerenti questi temi, spettacoli, manifestazioni, rassegne..oltre ad essere un lavoro è anche un interesse al di

fuori del lavoro..qua sono 3 settimane che ci sono manifestazioni39 e cerco sempre di andarci".

A questo riguardo risulta interessante anche l'estratto della conversazione con una operatrice del Cas, a proposito di impegno politico.

NM: "Sei mai stata impegnata politicamente? In associazioni piuttosto che in partiti o movimenti?"

Operatrice Cas: "La mia prima manifestazione l'ho fatta nel 2015. Alle superiori non andavo, non sono mai andata alle manifestazioni. Questa manifestazione l'ho fatta perché erano arrivati 20 richiedenti asilo politico a San Colombano, sopra Collio, e la popolazione locale era andata fuori di testa per questi ragazzi. Quando ho saputo di questa cosa mi trovavo a vivere a Brescia, quindi sono andata subito a vedere la situazione. Erano appena arrivati sti ragazzi, c'era Forza Nuova e la gente del posto che tutte le sere lanciava di ogni a questo hotel. Io il pomeriggio andavo all'hotel, mostrando anche la faccia dell'apertura locale, al di là della gente che vuole ucciderli. La situazione era precaria, il paesino distante ed in mezzo alle montagne sicuramente non aiutava, però era un dimostrare che non tutti odiano. Lì, ho iniziato ad agire come volontaria andar su a conoscere i ragazzi regolarmente, abbiamo fatto anche una mostra itinerante a Brescia, abbiamo avuto contro anche FN che ci voleva ammazzare. L'unica manifestazione che ho fatto è stata questa dunque, a supporto di questi ragazzi e contro Forza Nuova, vuoi per il particolare momento in cui mi trovavo, lavorativo piuttosto che personale, sicuramente tendo di più a sinistra, però non mi piace schierarmi ne a destra ne a sinistra..hanno moltissime lacune anche da quella parte (sinistra). Non ho un ideologia particolare, preferisco fare le cose piuttosto che andare alle manifestazioni, piuttosto che fare attivismo politico, perdere serate alle conferenze. Alla fine gli unici che parlavano erano gli attivisti attorno alla faccenda di San Colombano e alla fine serata i ragazzi manco sono mai stati interpellati..era

39 L'intervista risale al momento di discussione del cosiddetto Decreto Sicurezza, prima che venisse convertito in legge.

un continuo parlare contro quelli di FN, o sul "perché nel 78 abbiamo fatto così".

Chi svolge questa professione deve essere consapevole del suo ruolo, non solo professionale, ma anche sociale e politico. Talvolta gli operatori concretizzano i loro valori ed ideali con l'attivismo nel campo dei diritti umani o nella difesa politica del proprio lavoro. La preparazione e l'impegno degli operatori fanno parte di quei fattori che incidono sul futuro delle persone prese a carico in accoglienza e nella comunità locale. Accanto ai dispositivi di controllo ed umanitari presentati precedentemente, esistono delle zone di resistenza dal basso. Gli operatori definiscono il loro lavoro nei progetti di accoglienza attraverso la narrazione del proprio ruolo ed il riconoscimento della discrezionalità operativa a loro disposizione.

3.3.3 TRE MODELLI DI INTERVENTO: PARTECIPATIVO, ASSISTENZIALISTICO ED