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Lavorare in strada: dai raccoglitori di spazzatura tokai del Bangladesh ai mendicanti talibè del Senegal: un fenomeno trasversale che

Le forme più diffuse di Child Labour

2.3 Lavorare in strada: dai raccoglitori di spazzatura tokai del Bangladesh ai mendicanti talibè del Senegal: un fenomeno trasversale che

abbraccia tutti i paesi del globo

Secondo l'UNICEF più di cento milioni di bambini tra i 5 e 17 anni lavorano nelle strade delle grandi metropoli di tutto il mondo così come nei paesi alla deriva economica, sfruttati, abusati e spesso venduti dalle proprie famiglie, questi minori lavorano come lavavetri, lustrascarpe e venditori di bibite o come nel caso brasiliano che analizzerò specifico più avanti, nel mondo delle sostanze stupefacenti. Interessante la riflessione -che ritroveremo più avanti- che ONU pone sul termine considerato ambiguo “bambino di strada”. Secondo loro bisogna distinguere tra queste due tipologie di vita:

 Bambino di strada

 Bambini sulla strada

Nel primo caso il minore vive in strada notte e giorno, la sua situazione d’esilio può dipendere da vari fattori: fuga da una realtà disastrosa, quella familiare, o semplicemente il bambino è stato venduto

44ILO/PEC (1999) Children in Mines and Quarries, consultabile sul sito www.ilo.org, consultato il

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e reclutato da un aguzzino. Il minore quindi in questo caso è completamente sradicato dal contesto familiare.

Se prendiamo invece in considerazione la situazione dei “bambini sulla strada” notiamo che in questo caso il minore, pur vivendo una situazione di sfruttamento che lo vede vivere una vita di elemosina e accattonaggio per la maggior parte della giornata, ha una casa dove tornare, spesso per consegnare i profitti ai genitori45.

Proprio l’UNICEF nel suo progetto “Bambini di strada” volto a togliere dalla strada i bambini rimasti soli in conseguenza della sanguinosa guerra civile in Congo, stima che nella sola capitale Kinshasa sono circa 13.800 i bambini di strada che vivono di espedienti come lavorare nei mercatini, elemosinare e compiere piccoli furti46.

Le cause che portano un bambino a lavorare in strada sono molteplici ma la regina di tali motivazioni è sicuramente la povertà. Nonostante ciò, in paesi come il Congo, Rwanda e Sierra Leone, i bambini vivono una tragica situazione di privazione causata dallo sterminio dei propri genitori; rimasti dunque orfani, oppure, come vedremo nel prosieguo di questo lavoro, rinnegati ed abbandonati dai genitori stessi in quanto rei di essersi macchiati di atti di violenza, nel loro passato di “bambini soldato”. Succede infatti che minori violentate durante la guerra, una volta rientrare in casa vengano rifiutate dalla famiglia per il fatto di non essere più vergini. Non è un caso che la Repubblica Democratica del Congo registri il numero maggiore di bambini di strada, sintomo di una lacerazione familiare causata da anni di guerra civile e di dittatura militare.

Tra le più antiche e radicate forme di lavoro in strada il caso dei bambini del Bangladesh, i cosiddetti Tokai. “Tokai Kora” nella lingua locale significa raccogliere cose: questo è il destino di moltissimi minori che, sotto ricatto di un padrone (il quale offre loro falsa protezione),

45UNICEFF (Svizzera 2013) Nota informativa Infanzia sulla strada, documento visibile sul sito

www.unicef.it, consultato il giorno 31/12/2013 alle ore 18:18.

46UNICEF (Svizzera 2009), Bambini di strada, documento consultabile sul sito www.unicef.it

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sono costretti da un vincolo insolubile a raccogliere notte e giorno rottami e spazzature dalle strade. Essi sono vincolati a vita dal padrone il quale stabilisce una sorta di clausola rescissoria (che liberi cioè i piccoli dal quel vincolo) ma che i bambini non potranno mai estinguere.

Come mostra ILO nel programma UCW (Understading Child’s

Work 2006), un enorme bacino di sfruttamento minorile in strada è

rappresentato dalla regione del Dakar, in Senegal, dove il vagabondaggio dei minori assume forme complesse e culturalmente radicate47. Sono circa 8.000 i bambini che in questa zona vivono situazioni di vagabondaggio per le strade ma non tutti svolgono le stesse funzioni, in particolare sono due le tipologie di minori di strada in Dakar:

I così detti talibè si aggirano per le strade con un tipico contenitore di latta vuoto una volta contenente salsa di pomodoro, tenuto al collo con un laccio e la cui funzione è quella di raccogliere soldi o qualsiasi tipo di elemosina. Talib in Arabo significa “colui che chiede”, ed è un’attività tutt’altro che marginale nel contesto cui ci riferiamo. I talibè rappresentano circa il 90% dei bambini di strada in Senegal e ad agevolare questa forma di sfruttamento è proprio la famiglia; vediamo il meccanismo di reclutamento: i bambini, anche se piccolissimi vengono affidati dalle famiglie a delle persone considerate “guide spirituali” del Corano, i così detti marabut i quali dovrebbero assolvere ad una funzione di tipo pedagogico - religioso , come insegnare ai bambini a leggere il Corano; la realtà è però profondamente diversa: i marabut spesso si rivelano tutt’altro che guide educative ma veri aguzzini che costringono i minori appena reclutati ad elemosinare notte e giorno per loro. Tale attività è considerata tutt’altro che riprovevole per la società senegalese poiché legittimata da un'erronea interpretazione del testo sacro islamico che vede nell’elemosina una forma di massima umiltà da dover emulare. Ogni talibè ha una cifra giornaliera, generalmente equivalente a 50

47A tal proposito ILO, Capire il lavoro minorile: i bambini mendicanti nella regione del Dakar,

pubblicato sul sito www.ilo.org, il 23 Febbraio 2011, sito consultato il giorno 21/05/2011 alle ore 12:27.

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centesimi di euro (cifra cospicua se consideriamo che in Senegal si vive con 2 euro al giorno) da dover conseguire, pena la violenza fisica48.

Il secondo gruppo invece è rappresentato dai fakhman, generalmente minori in età adolescenziale con una storia di forte violenza e privazione alle spalle. Questo gruppo vive totalmente ai margini della società, ma è tutt’altro che una gang disorganizzata, in quanto al suo interno vige una forte gerarchizzazione per la quale i più anziani del gruppo offrono protezione ai più piccoli, altrimenti soggetti a violenze di ogni tipo, in cambio dei guadagni delle elemosina da loro raccolte. Il contesto è in effetti tra i più monitorati dalle associazioni intergovernative dalle ONG.

In Marocco, Egitto e Tunisia per esempio, l’accattonaggio e il vagabondaggio nelle strade è fenomeno molto diffuso e di facile visibilità. Più difficile invece capire se dietro questi gruppi formati spesso da 8-10 bambini che si muovono tra le strade del Nord Africa vi sia una qualche forma di sfruttamento organizzato. Per capire ciò Save the

Children ha attuato in stretta collaborazione con il Consiglio Nazionale

per l’Infanzia e la Maternità e le autorità locali, azioni d’intervento nelle zone considerate ad alta densità di vagabondaggio e accattonaggio minorile. Obiettivi principali sono:

 Monitorare assiduamente la situazione per capirne le dinamiche;

 Sensibilizzare gli enti e le associazioni locali al progetto;

 Migliorare le condizioni economiche delle famiglie;

 Sviluppare una rete di prevenzione sociale per ridurre il rischio;

 Reinserire i bambini in società.

Da quanto si evince dagli obiettivi sopra descritti la componente economica, più che culturale, sembra qua essere la causa preponderante, tanto che appare interessante l’impegno particolare di Save the Children nel

48Naturalmente non tutti i bambini-talibè vivono situazione di marginalità e violenza, ma la

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lavorare prima sulla famiglia e sulle sue difficoltà economiche e poi direttamente sul minore49.

Se lo sfruttamento minorile di tipo industriale, abbraccia in particolare i paesi asiatici, il fenomeno dei “bambini di strada” invece sembra esser particolarmente diffuso in Africa e in America Latina.

Solo in Brasile per esempio, come vedremo. UNICEF stima circa 24.000 “bambini di strada” che vivono di accattonaggio, delinquenza e spaccio di droga, spesso obbligati da uno sfruttatore tanto che ‹‹è raro che un bambino scelga volontariamente la via della strada. Se tenta di cavarsela da solo, in genere, è a causa dell’estrema povertà o della violenza in casa››50.

Spesso gli aguzzini usano la violenza per educare alla vita da schiavo il minore che giocoforza, tradito dalle famiglie, rischia di entrare in un circuito di sfruttamento dal quale è quasi impossibile uscire. La causa principale del fenomeno sicuramente la povertà e la disgregazione familiare per cui i bambini spesso subiscono all’interno della propria casa violenze dai genitori i quali generalmente vivono una condizione di tossicodipendenza. L’unica via di uscita per questi minori diviene quindi la strada. Essi si aggregano formando piccole bande inclini non solo alla delinquenza e all’accattonaggio ma anche alla tossicodipendenza. Molti sono i bambini Meninos de Rua, così definiti i bimbi di strada in lingua portoghese, che una volta in strada incappano nel circuito dell’uso di sostanze stupefacenti a basso costo, come per esempio respirare le esalazioni di colle ed altre sostanze chimiche, motivati spesso dagli sfruttatori in modo da rendere i minori disinibiti e spericolati nelle loro gesta a delinquere, altre può essere un semplice modo di evadere da una realtà disastrosa. Alcuni di essi, come ci ricorda UNICEF sono bambini che hanno una casa ma che, proprio per la situazione di tossicodipendenza dei genitori (fenomeno in forte diffusione nelle

49Documento di Save the Children, Ambiente più sicuro per i bambini, consultato il 30/12/2013 alle

ore 17:09 sul sito www.savethechildren.it.

50Documento UNICEF La protezione dei bambini di strada consultato sul sito www.unicef.it il

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famiglie brasiliane disagiate) sono costretti a lavorare per strada fino a 14 ore al giorno sperando di raccogliere qualcosa per la sopravvivenza di genitori e fratelli. Altre volte essi finiscono in mano ad aguzzini per poi inserirsi nei vari circuiti della delinquenza e della tossicodipendenza. Tale situazione si aggrava in occasione di manifestazioni internazionali che spesso il Brasile, come patria del calcio mondiale e dello sport ospita. I bambini in questo caso sono costretti a lavorare quasi 24 ore su 24per cercare di sfruttare la situazione di ricchezza in ingresso che queste manifestazioni comportano. Non solo, non dimentichiamoci che talvolta eventi internazionali come le competizioni sportive, gli Expo, e quant’altro organizzati in paesi dove l’infanzia è considerata merce, attrae l’aberrante fenomeno del turismo sessuale, argomento di cui mi occuperò più avanti.

UNICEF segnala a tal proposito che in occasione di tali eventi gli

abusi all’infanzia brasiliana e le situazioni di sfruttamento si aggravano fortemente.

Ad oggi c’è una forte preoccupazione visto l’imminente campionato del mondo di calcio -Brasile 2014- e le prossime Olimpiadi del 2016.

Rojeiro, bambino brasiliano, racconta al personale di UNICEF che: ‹‹per il mio paese è festa grande, ma fra noi ragazzi di strada scoppierà la guerra››51.

Attualmente il piano d’azione di UNICEF in Brasile si può riassumere in base alla tabella seguente:

46 Tabella III

Paesi

Obiettivo: Miglioramento della vita sociale e sanitaria

Azioni

Recife.

-Rio de Janeiro. -San Paolo. Salvador.

Il lavoro con le famiglie risulta centrale. È proprio a partire da esse e centri sanitari che UNICEF e le altre ONG si organizzano per cercare di supportare le famiglie in percorsi volti alla disintossicazione e alla ripresa di una vita normale che implichi anche la vita dei propri figli.

Come accennato precedente le grandi manifestazioni internazionali organizzate in Brasile non fanno altro che nutrire la già disastrosa situazione dei minori.

Lo sport tuttavia, quello promosso dalle associazioni locali e da UNICEFF è un ottimo strumento in quanto radicato nella cultura brasiliana.

La costruzione di oratori, piccoli campi da calcio gestiti da personale qualificato si è rivelato nel tempo strumento efficace nel togliere i bambini dalle strade, monitorargli e dare loro la speranza di un’alternativa alla vita di strada.

Tabella IV Potenziamento della prevenzione da parte di UNICEF

52UNICEF (Svizzera 2013) La protezione dei bambini di strada, documento consultato il giorno

31/12/2013 alle ore 18:05 sul sito www.unicef.it

Attori Misure di Protezione Obiettivi

UNICEFF

Ministero del Turismo. Governo. -Enti Locali. Campagne di informazione e sensibilizzazione. Formazione di operatori sociali supplementari. Ampliamento dei centri di accoglienza per i bambini di strada.

Protezione dell’infanzia durante gli eventi sportivi.

Sinergia con overno partners. Garantire al minore un futuro sereno52.

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Come accennavo precedentemente, tale tipologia di sfruttamento

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