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Alcuni casi di prostituzione minorile: la promessa tradita di un lavoro dignitoso e le ripercussione psicofisiche della schiavitù sessuale

Lo sfruttamento sessuale dei minori nelle capitali europee Studio delle caratteristiche del fenomeno: In fuga dall’Est Europa e

2.3 Alcuni casi di prostituzione minorile: la promessa tradita di un lavoro dignitoso e le ripercussione psicofisiche della schiavitù sessuale

Nei paragrafi precedenti abbiamo visto la trasversalità di questo fenomeno, le modalità di reclutamento delle minori e la diffusione di una rete criminale difficilmente individuabile. Per quanto riguardo i paesi dell’Europa occidentale sarebbero 500.000 le bambine portate illegalmente nelle capitali europee, nel caso italiano circa 50.000 quasi tutte dell’Est Europa ed un terzo di esse ha meno di 17 anni192.

Le ripercussioni psico-fisiche delle bambine schiave sessuali sono assolutamente tra le più allarmanti. Secondo gli studi di do E. Giovazzino ‹‹[…] è il bagaglio di sogni che spinge queste ragazze ad intraprendere viaggi massacranti, ristorate dal solo desiderio di una vita migliore, viene completamente distrutto dalla dura realtà dei fatti: una volta arrivate a destinazione vengono assoggettate alle più brutali forme di violenza; ogni tentativo di ribellarsi diviene nullo, di fronte alle continue percosse ed allo stupro degli aguzzini.

190 Ibidem.

191 E. Spatafora, C. Carletti, Lo sfruttamento dei minori Op cit., p.38.

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Il massacro fisico si ripercuote inevitabilmente sulla psiche delle "schiave", svuotate della propria volontà, deprivate dei loro sentimenti, ridotte insomma a "merce umana", commerciata, venduta, sfruttata e soprattutto gettata sulla strada, alla stregua di oggetto, usato per il soddisfacimento di bramosie e desideri sessuali››193. Fino ad ora poso è stato detto in questa sede sulle potenzialità distruttive dello sradicamento familiare e sociale. Scopo primo degli aguzzini è proprio quello di minare l’identità delle minori, il loro senso di autostima, la loro percezione di se stesse come esseri umani con diritti ‹‹inoltre le vittime di questo commercio sono trasportate illegalmente attraverso i confini dei paesi e private dei documenti, questo rende loro impossibile tentare di scappare e ritornare alle famiglie››194. Bambine quindi senza identità, senza documenti, inesorabilmente costrette ad arrendersi alla schiavitù.

. Il cambio del nome, l’esser ridotte a merce, le continue violenze avranno su di esse una veloce conseguenza: l’assuefazione ad una vita di schiavitù e la perdita di ogni speranza per il proprio futuro.

Ancora Amnesty International ci suggerisce nel documento

Prostituzione e traffico illegale quanto devastante sia questa forma di

sfruttamento il minore, tanto che ‹‹lo sfruttamento e le violenze fisiche e sessuali che l'accompagnano hanno profonde conseguenze sia fisiche che psicologiche. Le ragazze sono più vulnerabili delle donne adulte a infezioni. Le ricerche suggeriscono ad esempio che il rischio di contrarre HIV con un singolo rapporto sessuale non protetto è maggiore nelle bambine e nelle adolescenti. Oltre al rischio di malattie a trasmissione sessuale le ragazze soffrono per i maltrattamenti fisici, la scarsità di cibo, le precarie condizioni igieniche e il clima di costante paura in cui sono costrette. Le conseguenze psicologiche sono comunque ben peggiori degli abusi fisici. Non bisogna dimenticare che le vittime sono state

193 Informazione tratta dal sito www.carabinieri.it, sito consultato il giorno 02/12/2014 alle ore

10:00.

194 Informazione tratta dal sito www.amnesty.it, sito consultato il giorno 03/12/2014 alle ore

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costrette alla prostituzione con la violenza e lo stupro ripetuto è spesso la prima iniziazione alla futura attività››195.

Di seguito riporto due testimonianze che meglio di altre possono mostrarci i meccanismi del reclutamento, dell’immissione nel mondo della prostituzione minorile e il destino delle minori coinvolte.

Castellani in Il lavoro servile e le nuove schiavitù riporta alcuni casi utili a comprendere sia la trasversalità del fenomeno che a situazione psicofisica di questi minori196.

Lo studioso ci parla in particolare di una minore di sedici anni proveniente dalla periferia di Praga. Essa, come avviene in moltissimi casi di Child Labour è vittima di disgregazione familiare e di abusi da parte del compagno della madre. Fenomeno questo che abbiamo visto caratterizzare per esempio il caso della prostituzione minorile in Brasile e dei meninos de rua. La minore in questione, racconta Castellani, già dall’età di tredici anni subiva violenze sessuali ma anche la fuga da casa non le ha permesso di sfuggire a quel destino di abusi. Dopo esser fuggita infatti ha trovato riparo da alcune persone poco più grandi di lei, che hanno instaurato con la ragazza un rapporto di presunta amicizia, ospitandola e dandole dei vestiti. Meccanismi tipico, quello della falsa amicizia e fiducia che caratterizza il primo approccio della rete criminale. Gli sfruttatori hanno promesso alla giovane la possibilità di un futuro onesto in Italia, ma una volta lasciato il proprio paese per l’Italia (Torino) gli sfruttatori le hanno fatto comprendere quale tipologia di lavoro ella dovrà intraprendere.

Nel caso qui riportato la minore dunque si ritrova in una situazione di abuso sessuale, prima perpetrato in famiglia e poi divenuto sfruttamento sotto ricatto una volta giunta in Italia.

Per quanto riguarda gli sfruttatori essi prediligono bambine o ragazzine che dimostrino meno anni di quelli reali. Le bambine sono la

195 Informazione tratta dal sito www.amnesty.it, sito consultato il giorno 04/12/2014 alle ore

00:00.

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merce più ambita poiché destinata ai pedofili, non solo, visto la loro tenera età essere possono essere rivendite come “vergini”, nessuno sospetterebbe mai data l’età che la minore abbia già un passato macchiato dalla prostituzione.

Per ciò che concerne invece le ragazzine in età adolescenziale o comunque chiaramente non più bambine, il mercato cambia, esser saranno inserite nella prostituzione tradizionale; insomma, da qualsiasi punto la si guardi l’età delle bambine non costituisce mai un problema per gli sfruttatori.

Ancora più complesso ed emblematico il caso di una bambina Albanese di 10 anni, Fier rapita mentre stava tornando a casa da alcuni compaesani muniti di macchina. La bambina Albanese anziché tornare a casa quella sera vu abusata a turno da tutto il gruppo di aguzzini fino all’arrivo in una delle tanti capitali italiane dove avviene questo traffico. La città in questione era Venezia, dove il gruppo aveva agganci per poter inserire da subito la bambina nel mondo della prostituzione. Come abbiamo visto prima nello studio di Amnesty International l’abuso sessuale della minore prima dell’immissione nel mercato della prostituzione sembra quasi un battesimo alla nuova vita. Una volta giunti a Venezia gli sfruttatori non trovarono soddisfacente il lucro proveniente dalla schiavitù motivo per il quale fu venduta in Francia, a riprova di quanto fitta e complessa sia la ree criminale nei paesi europei. La vita della bambina, così come avviene per tante altre nella sua condizione può essere sconvolta ulteriormente da una gravidanza, Fier aveva solo 12 anni. La nascita di questo figlio fu per ella motivo per trovar e l’estremo coraggio di scappare. Gli educatori del centro dove ella ha vissuto per diversi anni documentano a Castellani che, nonostante la sua nuova vita stavolta in Italia, a Genova in un centro specializzato. Tuttavia una volta che si è schiave lo si è per sempre. La bambina fu presto ritrovata dai suoi sfruttatori che la minacciarono di uccidere i suoi familiari in Albania se non avesse immediatamente lasciato quel centro.

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Grazie alla Polizia e agli educatori del centro la minore tenta di ricominciare la sua vita, partendo proprio col poter contattare la famiglia dalla quale anni prima era stata brutalmente strappata. L’epilogo di questo caso è purtroppo emblematico di quanto da questo fenomeno sia quasi impossibile uscire: al centro di accoglienza, invece che la madre si presentò il fratello di Fier con due prostitute al seguito che Fier riconobbe. Quella sera dunque, il rapimento fu architettato proprio dalla famiglia di Fier. Un’infanzia tradita da chi l’ha messa al mondo, come accade nella maggior parte dei casi di Child Labour . Solo quando probabilmente è troppo tardi, i bambini capiscono di esser diventati schiavi e che a tradirli è stata proprio la loro famiglia. Le speranze di fuga come abbiamo visto nel caso di Fier sono assolutamente residue proprio perché vi è un’organizzazione criminale internazionale che rende prigioniere a vita le minori.

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Capitolo III

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