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LA LAW IN ACTION INDIVIDUA STRUMENTI DI LIMITAZIONE ALL’APPLICAZIONE DEI PUNITIVE DAMAGES

Nel documento Pene private (pagine 52-56)

IL SISTEMA STATUNITENSE: VERA PATRIA DI ORGINE DEI PUNITIVE DAMAGES?

3. LA LAW IN ACTION INDIVIDUA STRUMENTI DI LIMITAZIONE ALL’APPLICAZIONE DEI PUNITIVE DAMAGES

Per comprendere se nel modello statunitense siano stati predisposti strumenti atti a limitare l’espansione dei punitive damages, è necessario volgere lo sguardo alla law in action, la quale sembra offrire allo studioso strumenti in grado di fronteggiare il fenomeno, incidendo non sull’espansione numerica delle ipotesi di damages ma sul loro quantum. Merito dell’evoluzione in tal senso sembra essere non solo un lavoro di ortopedia giuridica di studiosi e interpreti ma anche e soprattutto una spinta in tal senso derivante dalle compagnie di assicurazione. Esse, infatti, solitamente assumono la veste di parte sostanziale del processo dovendo, de facto, eseguire le sentenze giudiziali, essendo il risarcimento materialmente corrisposto da loro e non dall’autore materiale dell’illecito. Tale situazione rischia di determinare, inevitabilmente, non pochi problemi economici. Infatti, le singole compagnie assicurative potrebbero determinarsi a concedere le polizze con particolare parsimonia o a prezzi particolarmente svantaggiosi.

Tale fenomeno ha pertanto influenzato non poco l’evoluzione della law of torts, determinando talvolta una minirivoluzione sul loro scenario giuridico88. Studiosi e interpreti, pertanto, alla luce di tali dati socio-

88Come sostenuto da illustri autori M. L

UNNEY EK. OLIPHANT, Tort law, text and materials, op. cit., pp. 24 “there is no doubt that insurance influences the practical operation of the

law of tort.” Infatti, gravando sulle compagnie assicurative, sostanzialmente, l’onere del

risarcimento, nella prassi si è sviluppato un meccanismo in forza del quale sono proprio loro ad accordarsi e determinare “when, and for how much, claims are settled.” Inevitabilmente, quindi, il potere delle compagnie assicurative si estende anche nella determinazione del quantum del risarcimento, in quanto nel momento della sua

economici hanno sollevato non soltanto problemi dogmatici e di inquadramento giuridico dei punitive damages, ma anche dubbi in merito alla determinazione del loro quantum.

Ma la risoluzione del problema non è agevole né tantomeno sembra che si sia giunti a criteri di quantificazioni certi e precisi in considerazione anche della circostanza che i punitive damages solitamente sono posti a presidio dei cd non pecuniary losses.

Infatti, - come anticipato - gli exemplary damages sono solitamente riconosciuti per gli illeciti extracontrattuali ovvero allorquando oggetto di lesione sono “beni” che non possono esattamente quantificati nel loro valore89.

Non è quindi agevole individuare limiti quantitativi che consentono al contempo di coniugare la tradizionale funzione retributiva-deterrente con l’esigenza di giustizia sociale che caratterizza da sempre gli exemplary

quantificazione si è soliti tenere in considerazione che l’effettivo pagamento deriva non dalla parte formale del processo ma da terzi. M. LUNNEY EK. OLIPHANT, sostengono che “ insurers are the paymaster of the tort system: they process the routine payments and they

decide which elements of damages they will accept or contest (…) insurers decide, in particular, whether a case merits the very exceptional treatment of being taken to a court hearing.” La conseguenza negativa è che i risarcimenti del danno spesso sono attribuiti in

misura realmente irrisoria, tale che talvolta non superano neanche i £2,500.

89In questo senso si veda L

AWCOMMISSION, Aggravated, Exemplary and Restitutionary

Damage, op. cit., pp. 38 e 39 secondo la quale “aggravated damages are available in respect of those wrongs where damages are at large. Lord Devlin used this expression to mean those cases where the award is not limited to the pecuniary loss that can be specifically proved. It is because it is impossible to equate the plaintiff’s loss (which is non- pecuniary) to sum a money that it is permissible to have regard to the conduct of the defendant, as a means of determining the sum that should be awarded and as a guide to that process (…)” sempre la LAW COMMISSION sostiene che “it has been held that an

award of aggravated damages cannot be made where the wrong of which the plaintiff complain is a breach of contract. this is so despite the fact that, in contrast to personal injury cases, a breach of contract which is accompanied by some exceptional conduct will not necessarily amount at the same time to a nominate tort for which aggravated damages can be awarded (…)”.

damages, al fine di evitare un risarcimento sproporzionato o una duplicazione delle poste risarcitorie.

Diacronicamente, emerge che le Corti angloamericane richiedevano alle giurie al momento della quantificazione delle singole voci di danno di rispondere alla seguente domanda “how much would it have been worth in money not to endure that pain and suffering which the plaintiff has endured90?”

Tuttavia, ben presto si resero conto che simile criterio non era sufficiente per valutare equamente i punitive damages, quantomeno laddove fossero tutelati beni che non avevano un concreto ed effettivo valore economico91. In tale prospettiva ermeneutica, allora, si comprendono i tentativi di individuazione di alcuni criteri di quantificazione dei punitive damages da parte degli interpreti anglofoni. Essi hanno affermato che giudici e giurie allorquando avessero dovuto decidere se riconoscere un punitive damages avrebbero dovuto attribuire particolare rilievo non solo al comportamento del defendant ma anche a quello del plaintiff.

Nell’ormai noto case law Rookes v. Barnard condizione imprescindibile e fondamentale per attribuire un award a titolo di punitive damages è che vi sia stata una condotta irreprensibile da parte del plaintiff92. Quest’ultimo,

90Cfr H. S

TREET, Principles of the law of damages, Sweet Maxwell Limited, 11 newsletter lane, 1962, p. 4.

91Nel case law Heaps v. Perrite Ltd (1937) 2 All E.R 60, at 61, C.A si affermò che “if

these large damages become common in these cases the insurance premium will be so heavy that business will become impossible.”

92Si veda A. M. P

OLINSKYe S. SHAVELL, Punitive damages: an economic analisys, in Harv.

L.Rev, 1997-1998, pp. 905, secondo i quali il defendant deve “acted in a reprehensible manner – in a way that is egregious, malicious, or undertaken with reckless disregard for the rights of other – before punitive damages can be imposed on him”. Gli studiosi H.

MCGREGOR, On damages, Sweet & Maxwell Limited, sixteenth edition 1997, London, p. 306, ritengono che sebbene non sia agevole individuare l’ambito di applicazione e i margini operativi di simile regola, comunque essa è stata ripetutamente applicata dai giudici inglesi. Inoltre, i punitive damages non sono trasmissibili mortis causa e tale regola è stata recepita

infatti, non deve aver concorso, neanche colposamente, nella commissione dell’illecito, né deve avere tentato un’ingiustificata ed indebita azione giudiziaria. Di contro, il defendant deve avere tenuto un comportamento privo di qualsiasi forma di dolo o colpa anche lieve.

L’azione dolosa del danneggiato, infatti, potrebbe determinare l’irrisarcibilità del danno, mentre quella colposa potrebbe comportare una riduzione equitativa del quantum del risarcimento93.

Valutato il comportamento delle parti processuali, e riconosciuto l’illecito commesso dal defendant l’assenza di qualsiasi colpa del plaintiff, la giuria deve altresì accertarsi che non sia stato già riconosciuto il risarcimento danno a titolo compensativo94. In caso contrario, il quantum dei punitive damages dovrebbe ammontare esclusivamente alla differenza tra il risarcimento già corrisposto e quanto si deve ulteriormente corrispondere a titolo di sanzione.

Alla base di siffatta regola, sostanzialmente, vi è un principio analogo al principio civilian del ne bis in idem: nessuno può essere “punito” (sia a livello di diritto civile che di diritto penale) due volte per la stessa azione. Per la stessa regola, qualora il defendant abbia già ricevuto una condanna

dal Law Reform (Miscellaneous Provision) Act 1934, secondo il quale “damages in an

action for the benefit of the estate should not included any exemplary damages.”

93Cfr. H. M

CGREGOR, op. ult. cit., p. 308 il quale ritiene che “if the plaintiff has provoked

an assault by the defendant, and assuming circumstances which would today admit of an exemplary award, then, as was said in Lane v. Holloway, the provocation would be relevant to the question of whether or not exemplary damages should be awarded, and, if so, how much.”

94Si veda H. M

CGREGOR, On damages, op. cit., p. 309 secondo il quale “the size of an

exemplary award may indeed be influenced by the size of the compensatory one. Thus Lord Devlin in Rookes v. Barnard indicated that, in a case where exemplary damages were appropriated, “a jury should be directed that if, the sum which they have in mind to award as compensation (which may, of course, be a sum aggravated by the way in which the defendant has behaved to the plaintiff) is inadequate to punish him for his outrageous conduct, to mark their disapproval of such conduct and to deter him form repeating it, then it can award some larger sum.”

penale per la condotta erronea tenuta non può essere anche obbligato a risarcire il danno a titolo di punitive damages: l’esigenza sanzionatoria- deterrente dell’ordinamento è stata, infatti, soddisfatta tramite l’imposizione della pena da parte della criminal law.

Il principio giurisprudenziale anglosassone sembrerebbe essere stato recepito anche dal modello americano, il quale ritiene l’elemento soggettivo un dato fondamentale nella determinazione dell’an e del quantum per il riconoscimento dei puntive damages.

4. L’ANALISI ECONOMICA DEI PUNITIVE DAMAGES. LA TEORIA

Nel documento Pene private (pagine 52-56)