PRATICA CIRCONCISORIA RITUALE, PRASSI SANITARIA E COMPOSIZIONE DEL CONFLITTO DI VALORI
III. I programmi sperimentali attuati dalle Regioni: gli interventi di circoncisione rituale eseguiti con copertura finanziaria a carico dei fondi
III.V Il Lazio e il progetto attivo presso il Policlinico Umberto I di Roma
Anche il Lazio ha visto l‟avvento di un importante progetto avente ad oggetto l‟esecuzione di interventi di circoncisione rituale all‟interno di una struttura sanitaria. Come si leggeva già in un articolo pubblicato online in data 21 marzo 2014, qualche giorno prima aveva luogo presso la Regione Lazio un confronto promosso dall‟AMAI (Associazione dei Medici Arabi in Italia) e dall‟UMAI (Unione Medici
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Cfr. la delibera n. 2192 del 15 ottobre 2012 della Giunta provinciale della Provincia autonoma di Trento, cit.
67 Cfr. l‟Allegato A) alla delibera n. 2192 del 15 ottobre 2012 della Giunta provinciale della
Provincia autonoma di Trento, reperibile all‟indirizzo
http://www.delibere.provincia.tn.it/ricerca_delibere.asp# (ultimo accesso: 30/03/2019). 68
Cfr. l‟Allegato A) alla delibera n. 2192 del 15 ottobre 2012 della Giunta provinciale della Provincia autonoma di Trento, cit.
69 Cfr. l‟Allegato A) alla delibera n. 2192 del 15 ottobre 2012 della Giunta provinciale della Provincia autonoma di Trento, cit.
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Arabi in Italia) sul tema delle circoncisioni rituali e della possibilità che detti interventi fossero praticati da personale adeguatamente formato, in ambiente consono all‟operazione. 70
Dall‟articolo emergeva come fosse stato aperto presso l‟Azienda Ospedaliera Policlinico Umberto I di Roma un ambulatorio per la realizzazione degli interventi di circoncisione rituale su soggetti oltre i tre anni di età.
Successivamente, in data 23 novembre 2016 veniva approvato il testo del
Progetto clinico culturale “Circoncisione rituale” nella popolazione di religione ebraica e nella popolazione di religione musulmana (tra i cui sottoscrittori si trovano
appunto il Policlinico Umberto I di Roma, nonché l‟Associazione internazionale Karol Wojtyla, la Comunità Ebraica di Roma e il Centro Islamico Culturale d‟Italia).
Analizzandone il contenuto, si può notare come sia stato da subito chiarito che l‟iniziativa ha avuto origine dall‟avvertito bisogno di praticare gli interventi di circoncisione rituale richiesti dai fedeli di religione ebraica e di religione musulmana all‟interno delle strutture sanitarie pubbliche, ad un prezzo accessibile anche per le famiglie meno benestanti.71
Nell‟accordo non sono stati sottaciuti gli aspetti più „problematici‟ della questione, tanto dal punto di vista legale quanto sotto il profilo bioetico; in particolare, a differenza delle delibere analizzate in precedenza, nel testo dell‟accordo si ha un richiamo non solo alla tutela della salute dei minori interessati dalle pratiche di cui si discute, ma anche al possibile pregiudizio che può essere arrecato al diritto di libertà religiosa, nella specie dei genitori dei bambini coinvolti.72
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Cfr. l‟articolo Circoncisione rituale. La Regione Lazio si impegna a garantirla nel Ssr, cit. 71 Il testo del Progetto clinico culturale “Circoncisione rituale” nella popolazione di religione
ebraica e nella popolazione di religione musulmana è disponibile all‟indirizzo
http://www.olir.it/wp-content/uploads/2017/01/6791-varie-23-novembre-2016.pdf (ultimo accesso: 16/05/2019).
Anche il quotidiano La Verità si è occupato dell‟iniziativa in questione, con l‟articolo di P. FLODER REITTER, Cattolici, ebrei e islamici d’accordo per circoncisioni low cost nel Lazio, pubblicato in data 14 gennaio 2017, sopra citato.
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Come si legge infatti nel testo del Progetto clinico culturale “Circoncisione rituale” nella
popolazione di religione ebraica e nella popolazione di religione musulmana, cit., la circoncisione
rituale «se da una parte rappresenta un atto medico senza finalità terapeutica e l‟integrità fisica viene alterata senza indicazione terapeutica specifica (perché in realtà motivazioni mediche adducibili ce ne sono […] ) e, ovviamente trattandosi quasi sempre di minore, senza il consenso del diretto interessato, dall‟altra impedire, rendere difficoltosa o addirittura proibire la circoncisione può condurre il bambino e la sua famiglia ai margini della propria comunità, si ledono i diritti costituzionali dei genitori, della famiglia, che devono poter educare i propri figli secondo le leggi e regole del culto di appartenenza, in pieno rispetto della libertà religiosa».
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L‟obiettivo che si è posto il progetto attivo presso il Policlinico Umberto I di Roma, per il primo anno rivolto ai fedeli musulmani residenti nel Lazio (potendosi successivamente estendere anche ai residenti in altre regioni), è quello di «praticare la circoncisione rituale nell‟ambito delle strutture sanitarie pubbliche in attività libero professionale come prestazione extra LEA, al di fuori dell‟orario ordinario di servizio, ad un prezzo concordato di circa 400 euro», facendo operare i professionisti delle due religioni (maggiormente) interessate dalla pratica, ovvero la religione musulmana e quella ebraica.73
Nel testo del progetto è stato inoltre specificato come presso l‟Azienda Ospedaliera Policlinico Umberto I di Roma gli interventi di circoncisione rituale per i fedeli della religione ebraica avrebbero riguardato soltanto gli adulti convertiti e i minori d‟età affetti da patologie (relegando gli altri casi alle strutture della Comunità Ebraica).74
Secondo quanto appreso dalle fonti disponibili, si tratterebbe del primo progetto realizzato in Europa senza utilizzare i fondi regionali. Nessun esborso da parte del Policlinico, dunque, poiché il costo contenuto dell‟operazione sarebbe possibile grazie alla disponibilità del personale medico (chirurghi e anestesisti), disposti a vedersi corrispondere una cifra pressoché simbolica per la prestazione eseguita.75
La scelta di far operare i professionisti delle religioni musulmana ed ebraica (nello specifico, «medici con specialità chirurgiche o chirurghi con documentata esperienza nel campo della circoncisione rituale» per la prima; un chirurgo di religione ebraica, identificato in accordo con l‟Ufficio Rabbinico di Roma, per la seconda76), come si legge sempre nel testo del progetto avrebbe dovuto rappresentare
73 Progetto clinico culturale “Circoncisione rituale” nella popolazione di religione ebraica e nella
popolazione di religione musulmana, cit.
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Cfr. ancora il testo del Progetto clinico culturale “Circoncisione rituale” nella popolazione di
religione ebraica e nella popolazione di religione musulmana, cit., che tra l‟altro non esclude una
possibile futura estensione dell‟offerta chirurgica anche ai neonati di religione ebraica (come si legge nell‟accordo, infatti, «(s)e in futuro sarà effettuata circoncisione rituale in neonati, dovrà essere prevista saletta per i festeggiamenti»).
75 È quanto affermato dalla Professoressa Rosanna Cerbo, neurologo, psichiatra e esperta di terapia del dolore, nonché segretario generale dell‟Associazione internazionale Karol Wojtyla, come riportato nell‟articolo di P.FLODER REITTER, Cattolici, ebrei e islamici, cit.
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Rispetto agli interventi di circoncisione rituale ebraica, il testo del progetto si preoccupa anche di precisare che è consentita la presenza in sala operatoria (sempre nello scrupoloso rispetto delle norme sull‟igiene e l‟asepsi) di personale non medico appartenente alla Comunità Ebraica. Trattasi nello specifico di due/tre adulti cui è consentito recitare «brevi formule di preghiera».
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un deterrente per l‟‟ostacolo‟ costituito dal diritto all‟obiezione di coscienza, rispetto al quale si era pronunciato, come visto poco sopra, anche la Commissione dell‟OMCEO di Torino.77
È stato anche previsto che l‟offerta chirurgica fosse accompagnata da varie attività, come l‟«educazione sanitaria», nonché la «sensibilizzazione» e «informazione» dei soggetti immigrati, da attuarsi con il supporto delle comunità interessate e l‟intervento delle Associazioni impegnate nel campo dell‟immigrazione.78
Particolarmente interessante anche la piena considerazione del rispetto del consenso informato; dato che l‟intervento avrebbe presumibilmente riguardato, in prevalenza, soggetti minori d‟età, è stato infatti specificato come in tal caso la richiesta dovesse essere sottoscritta da entrambi i genitori dei bambini coinvolti.79