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Le dinamiche territoriali delle esportazioni

Nel documento RAPPORTO ANNUALE (pagine 39-56)

Le dinamiche territoriali delle esportazioni

manifestatesi nel 2003 ne hanno modificato la struttura per ripartizione e regione (Tavola 1.10). La quota del Nord-ovest è aumentata di quasi un punto percentuale rispetto al 2002, sa-lendo al 41,6 per cento. Parallelamente, quella del Nord-est è scesa dal 31,7 al 31,2 per cento, quella dell’Italia centrale dal 16,6 al 16,1 per cento e quella del Mezzogiorno è rimasta stabi-le al 10,7 per cento. Per quel che riguarda stabi-le re-gioni che assumono il peso maggiore nelle esportazioni italiane, l’incidenza della Lombar-dia è aumentata dal 28,1 al 28,5 per cento e quella del Veneto è scesa dal 14,8 al 14,1 per cento. È invece da sottolineare come il calo re-gistratosi nella ripartizione nord-orientale non X Valori in milioni di euro Composizione % Valori in milioni di euro Composizione % Nord-centro 239.367 89,0 229.591 88,9 -4,1 Nord-ovest 109.531 40,7 107.395 41,6 -2,0 Piemonte 29.801 11,1 29.686 11,5 -0,4 Valle d'Aosta 367 0,1 395 0,2 7,6 Lombardia 75.719 28,1 73.697 28,5 -2,7 Liguria 3.644 1,4 3.616 1,4 -0,8 Nord-est 85.281 31,7 80.556 31,2 -5,5 Trentino-Alto Adige 4.489 1,7 4.690 1,8 4,5 Bolzano - Bozen 2.391 0,9 2.424 0,9 1,4 Trento 2.097 0,8 2.266 0,9 8,0 Veneto 39.801 14,8 36.402 14,1 -8,5 Friuli-Venezia Giulia 9.093 3,4 8.242 3,2 -9,4 Emilia-Romagna 31.898 11,9 31.223 12,1 -2,1 Centro 44.555 16,6 41.640 16,1 -6,5 Toscana 21.705 8,1 20.168 7,8 -7,1 Umbria 2.496 0,9 2.394 0,9 -4,1 Marche 8.533 3,2 8.694 3,4 1,9 Lazio 11.822 4,4 10.383 4,0 -12,2 Mezzogiorno 28.824 10,7 27.724 10,7 -3,8 Sud 21.728 8,1 20.180 7,8 -7,1 Abruzzo 5.501 2,0 5.363 2,1 -2,5 Molise 550 0,2 517 0,2 -6,1 Campania 8.025 3,0 6.825 2,6 -14,9 Puglia 5.839 2,2 5.642 2,2 -3,4 Basilicata 1.522 0,6 1.523 0,6 0,1 Calabria 291 0,1 309 0,1 6,3 Isole 7.096 2,6 7.544 2,9 6,3 Sicilia 4.964 1,8 5.096 2,0 2,7 Sardegna 2.132 0,8 2.448 0,9 14,8

Province diverse o non specificate 804 0,3 873 0,3 8,6

Italia (b) 268.994 100,0 258.188 100,0 -4,0

2002 (a) 2003 (a) Variazioni %

2003/2002 RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE

Tavola 1.10 - Esportazioni per regione e ripartizione geografica - Anni 2002-2003 (valori in milioni di euro,

composizione e variazioni percentuali rispetto all’anno precedente)

Fonte: Istat, Indagini sul commercio con l’estero

(a) Dati provvisori.

(b) Dal 1998 al 2002 per le statistiche territoriali si utilizza il valore di fatturato, mentre per le statistiche nazionali si considera il solo valore statistico (Fob per le esportazioni e Cif per le importazioni). Di conseguenza il totale per l’anno 2002 non coincide con i totali ottenuti da dati nazionali.

abbia interessato l’Emilia-Romagna, la cui quota è passata dall’11,9 al 12,1 per cento.

Considerando le dinamiche annuali delle esportazioni nel 2003, la flessione del Nord-ovest (-2 per cento) è dovuta esclusivamente al calo delle vendite verso l’area Ue (-3,9 per cen-to), e in particolare verso il Regno Unito e la Francia. In questo quadro, c’è da rilevare una relativa tenuta delle esportazioni verso la Ger-mania, diminuite solo dell’1 per cento, a fronte di una caduta del 4,3 per cento delle vendite verso tale paese nella media nazionale. D’altra parte, sono aumentate notevolmente le esporta-zioni verso i Npm dell’Ue (+12,2 per cento) e verso la Turchia (+21,9 per cento). Dal punto di vista settoriale, difficoltà sono emerse soprat-tutto nei settori dei prodotti chimici, fibre sinte-tiche e artificiali, degli altri prodotti delle indu-strie manifatturiere, del tessile e abbigliamento.

Le esportazioni del Nord-est sono diminuite del 5,5 per cento, con una flessione particolar-mente marcata (-6,9 per cento) verso l’Ue, che ha coinvolto tutti i maggiori paesi dell’area. Sul fronte dei paesi terzi (-4 per cento), le fles-sioni maggiori hanno riguardato gli Stati Uni-ti e i paesi Eda, mentre sono aumentate del 19,5 per cento le esportazioni verso la Cina. I settori maggiormente colpiti dal calo delle vendite all’estero sono quelli dell’industria

metalmeccanica, del tessile e abbigliamento, del cuoio e dei mobili.

Nell’Italia centrale la riduzione delle esportazioni (-6,5 per cento) ha riguardato so-prattutto l’area extra-Ue (-8,6 per cento), e in particolare la Cina, gli Usa e i paesi del Mer-cosur; dal punto di vista settoriale i risultati peggiori hanno riguardato i mezzi di trasporto, i prodotti chimici e fibre sintetiche e artificiali, l’industria metalmeccanica, il tessile e abbi-gliamento. Per quel che riguarda le dinamiche regionali spicca la caduta del 12,2 per cento delle esportazioni del Lazio e, all’opposto, l’incremento dell’1,9 per cento di quelle prove-nienti dalle Marche.

Anche la flessione registrata per il Mezzogiorno (-3,8 per cento) è dovuta princi-palmente alla riduzione delle vendite verso l’area extra-Ue, e in particolare verso Russia, Usa, e paesi del Mercosur; i settori caratteriz-zati dalle performance peggiori sono quelli dell’industria metalmeccanica, dei mezzi di trasporto, del tessile e abbigliamento, del cuoio e dei prodotti chimici fibre sintetiche e artificiali. A livello regionale, è stata partico-larmente ampia la caduta delle esportazioni della Campania (-14,9 per cento), mentre risultati positivi hanno caratterizzato Calabria, Sicilia e Sardegna.

Nord-ovest Nord-est Centro Mezzogiorno

Germania -1,0 -6,4 -5,8 -8,6 -4,3 Francia -4,0 -5,0 -7,1 0,8 -4,2 Spagna 4,0 -3,8 8,9 12,1 3,7 Uem -3,7 -6,4 -5,2 -1,1 -4,5 Regno Unito -5,6 -9,7 -0,6 4,3 -4,8 Ue15 -3,9 -6,9 -4,4 -0,6 -4,6 Paesi extra-Ue15 0,5 -4,0 -8,6 -7,7 -3,4 Npm 12,2 2,8 3,1 5,8 7,0 Efta 4,8 5,2 14,2 -3,4 5,7 Russia 1,4 3,8 6,5 -28,9 1,2

Altri paesi europei 10,8 4,8 0,9 -5,9 4,6

Turchia 21,9 17,0 -5,9 19,0 16,0 Opec -4,0 -4,7 -4,9 -10,1 -5,1 Usa -6,6 -12,3 -24,8 -24,0 -14,8 Mercosur -14,6 -6,0 -11,3 -16,9 -12,2 Cina -1,1 19,5 -47,4 27,9 -4,1 Giappone -4,8 1,5 -6,1 -7,6 -3,6 Eda -7,9 -11,9 -3,6 -4,5 -7,8 Altri paesi -1,9 -11,1 -4,8 -0,9 -5,0 Mondo -2,0 -5,5 -6,5 -3,8 -4,0 Ripartizioni geografiche Italia PAESI

Tavola 1.11 - Esportazioni per ripartizione geografica verso paesi Ue, extra-Ue e principali paesi e aree geoeconomiche (variazioni percentuali 2003/2002)

1.2.3 Attività produttiva settoriale

Il 2003 è stato caratterizzato dal permanere della fase di stagnazione dell’attività pro-duttiva avviatasi intorno alla metà del 2001. La crescita del valore aggiunto, valutato ai prezzi di base, ha subito un’ulteriore frenata, passando, dallo 0,6 per cento dell’anno pre-cedente allo 0,2 (Tavola 1.12). La dinamica congiunturale dell’aggregato (considerato al lordo dei servizi bancari imputati) è stata negativa nei primi due trimestri, ha segnato un modesto recupero nel terzo trimestre e una sostanziale stabilità nel quarto. In termini di risultato annuo, il rallentamento dell’attività ha riguardato tutti i principali settori, a ecce-zione dell’industria delle costruzioni, la cui espansione è proseguita a ritmi piuttosto so-stenuti. Sono risultate in flessione l’attività produttiva del comparto agricolo, in forte ca-duta per il quarto anno consecutivo, e, in misura più contenuta, quella dell’industria in senso stretto. Anche il contributo alla crescita del settore dei servizi, pur positivo ma di-minuito significativamente nel 2002, si è ulteriormente ridotto.

Nel complesso delle attività relative ad agricoltura, silvicoltura e pesca nel 2003 la produzione lorda è diminuita in maniera marcata (-4,4 per cento); a fronte di un calo più modesto dei consumi intermedi (-1,9 per cento), il valore aggiunto ha subito una pesante caduta (-5,7 per cento). Tale risultato, che segna un’ulteriore accentuazione del-la tendenza negativa degli anni precedenti, deriva da contrazioni ancora più marcate delle produzioni agricole e della silvicoltura, solo in piccola parte compensate dalla si-gnificativa ripresa del settore della pesca (+6,2 per cento in termini di valore aggiunto). L’incidenza del settore nella formazione del Pil si è così ridotta al 2,5 per cento (espres-sa a prezzi costanti).

L’andamento dei raccolti di numerose colture sia erbacee che arboree sono stati for-temente penalizzati dall’influenza negativa delle condizioni climatiche particolarmente avverse. Nello specifico, alcuni fenomeni quali temperature eccezionalmente elevate e-Prosegue la stagnazione dell'attività produttiva 2000 2001 2002 2003 Agricoltura -2,9 -0,5 -3,9 -5,7

Industria in senso stretto 2,3 -0,2 -0,3 -1,0

Costruzioni 3,5 3,1 2,5 2,5

Servizi 4,2 2,8 0,9 0,6

di cui:

Commercio, riparazione di autoveicoli e beni per la casa,

5,6 3,5 -0,1 0,0

5,1 2,8 1,8 1,2

Altre attività di servizi 1,0 2,1 1,2 0,6

Totale 3,5 2,0 0,6 0,2

Agricoltura -0,3 -1,2 0,6 -3,1

Industria in senso stretto 4,0 0,5 0,2 -0,1

Costruzioni 2,5 -0,6 -1,1 -0,8

Servizi 4,0 2,7 1,3 0,8

di cui:

Commercio, riparazione di autoveicoli e beni per la casa,

5,2 3,3 1,0 0,5

4,3 2,8 1,2 0,8

Altre attività di servizi 2,5 1,7 2,0 1,2

Totale 3,8 1,9 0,9 0,4

alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni noleggio e attività professionali e imprenditoriali

Anni

alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni noleggio e attività professionali e imprenditoriali

ITALIA

UEM ATTIVITÀ ECONOMICHE

Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari,

Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari,

Tavola 1.12 - Valore aggiunto a prezzi base 1995 in Italia e nell’Uem per settore di atti-vità economica - Anni 2000-2003 (variazioni percentuali rispetto all’anno

precedente)

Fonte: Istat, Conti economici nazionali; Eurostat Si accentua la

flessione della produzione agricola

episodi di siccità hanno provocato risultati estremamente negativi per alcune produ-zioni, quali quelle della barbabietola da zucchero (-43,9 per cento), del girasole (-31,3 per cento), della soia (-28,3 per cento) e foraggere (-16,5 per cento).

Il settore degli allevamenti zootecnici ha segnato una sostanziale stabilità della produzione (-0,2 per cento), con andamenti più sfavorevoli per i comparti ovicapri-no e del pollame, sui quali ha influito l’emergere di problemi sanitari, invece supera-ti nel comparto bovino.

Il livello di attività dell’industria in senso stretto ha subito nel 2003 un’ulteriore contrazione (-1 per cento), più accentuata di quella dei due anni precedenti. A tale ca-lo ha contribuito, in maniera preponderante, il comparto manifatturiero, il cui vaca-lore aggiunto è diminuito dell’1,4 per cento. Il settore energetico, pur manifestando una brusca decelerazione, ha segnato uno sviluppo del 2,5 per cento, mentre l’attività estrattiva è diminuita in misura modesta. L’andamento in corso d’anno del valore ag-giunto dell’industria in senso stretto è stato contraddistinto dalla prosecuzione della dinamica negativa emersa nell’ultimo scorcio del 2002: l’aggregato ha segnato una caduta particolarmente marcata nel secondo trimestre (-1,9 per cento in termini con-giunturali), quando il livello è sceso al di sotto di quello della fine del 2001, punto di minimo della precedente fase ciclica discendente; nel terzo trimestre si è invece regi-strato un temporaneo recupero. Alla contrazione dell’attività ha corrisposto, in me-dia d’anno, una diminuzione molto più contenuta dell’input di lavoro del settore (Ta-vola 1.14). Ne è derivato, per il secondo anno consecutivo, un calo della produttività del lavoro (-0,6 per cento in termini di valore aggiunto per addetto), determinato dal-l’accentuata riduzione del comparto manifatturiero.

2001 2002 2003 2001 2002 2003 2001 2002 2003

Produzione ai prezzi di base -0,3 -1,9 -4,7 3,9 1,8 5,7 3,6 -0,1 0,7

Erbacee -5,8 -0,5 -8,0 3,7 4,1 8,7 -2,3 3,6 0,0 Legnose 5,0 -6,8 -5,5 1,4 6,5 5,4 6,5 -0,7 -0,4 Foraggere -1,2 -2,6 -16,5 10,0 2,2 6,5 8,7 -0,5 -11,1 Allevamenti 1,6 -1,0 -0,2 5,2 -3,4 3,5 6,9 -4,4 3,3 Servizi annessi 4,4 6,2 1,3 1,1 2,1 2,3 5,5 8,4 3,6 Consumi intermedi -0,3 2,0 -2,0 4,5 0,4 2,4 4,2 2,4 0,4

Valore aggiunto ai prezzi di base -0,3 -3,7 -6,1 3,7 2,5 7,3 3,4 -1,3 0,8

Produzione ai prezzi di base -15,9 4,2 -5,2 2,4 -1,4 2,1 -13,9 2,7 -3,2

Consumi intermedi -8,5 1,5 -3,0 1,0 -1,5 1,6 -7,6 0,0 -1,4

Valore aggiunto ai prezzi di base -17,1 4,7 -5,5 2,3 -1,2 2,1 -15,2 3,4 -3,5

Produzione ai prezzi di base 2,3 -10,0 5,0 6,8 11,6 3,6 9,3 0,4 8,8

Consumi intermedi 2,3 -4,1 1,3 -0,8 4,9 0,2 1,5 0,6 1,5

Valore aggiunto ai prezzi di base 2,3 -11,8 6,2 9,3 13,7 4,4 11,8 0,3 10,9

Produzione ai prezzi di base -0,4 -2,1 -4,4 4,0 2,1 5,5 3,6 0,0 0,9

Consumi intermedi -0,2 1,8 -1,9 4,3 0,5 2,3 4,1 2,3 0,4

Valore aggiunto ai prezzi di base -0,5 -3,9 -5,7 3,9 2,8 7,3 3,4 -1,2 1,2

AGRICOLTURA

SILVICOLTURA

PESCA

AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCA

Quantità Prezzi Valori

AGGREGATI GRUPPI DI PRODOTTI

Tavola 1.13 - Produzione, consumi intermedi e valore aggiunto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca - Anni 2001-2003 (variazioni percentuali rispetto all’anno precedente)

Per il terzo anno consecutivo l’indice della produzione industriale ha segnalato, a pa-rità di giorni lavorativi, una flessione (-0,4 per cento rispetto al 2002). L’andamento del-l’output industriale, così come del valore aggiunto, è stato nettamente negativo nei pri-mi due trimestri, mentre ha segnato un significativo recupero nel terzo e una dinapri-mica nuovamente stagnante nel quarto. Conseguentemente, l’indice generale destagionaliz-zato è risalito a fine 2003 a un livello solo di poco superiore a quello della fine dell’an-no precedente.

Anche nel complesso dell’area Uem nel corso del 2003 si è protratta la fase di debolezza ciclica avviatasi due anni prima. La produzione industriale, dopo esse-re rimasta ancora stagnante nel primo semestesse-re, ha tuttavia manifestato una risa-lita nella restante parte dell’anno. Nel complesso, l’evoluzione è stata più favore-vole di quella registrata nel nostro Paese, che ha subito un ulteriore allargamen-to, seppure contenuallargamen-to, del differenziale negativo di crescita (Figura 1.13).

A contenere la caduta della produzione industriale nel nostro Paese ha con-tribuito la prosecuzione della tendenza di crescita sostenuta dei prodotti energe-tici (+4,2 per cento nel 2003). Tutti gli altri raggruppamenti principali di indu-strie hanno, invece, continuato a registrare una contrazione dell’attività produtti-va. La caduta è stata più marcata per i beni di consumo durevoli (-4,5 per cento) e per quelli strumentali (-2,4 per cento). I beni intermedi hanno registrato una flessione più limitata (-1,3 per cento) ma di rilievo per l’importanza del compar-to (36 per cencompar-to sul compar-totale); solo la produzione dei beni di consumo non durevo-li è rimasta quasi stabile (-0,2 per cento).

Il dettaglio settoriale indica che le difficoltà hanno riguardato sia i comparti tradizionali, a minor valore aggiunto, sia quelli a maggior contenuto tecnologico. Per il terzo anno consecutivo sono diminuite fortemente le produzioni di pelli e calzature (-5,3 per cento nella media del 2003), di apparecchi elettrici e di preci-sione (-5 per cento) e di mezzi di trasporto (-3,8 per cento). Le industrie tessili e dell’abbigliamento (-3,5 per cento) e quella dei mobili (-4,1 per cento) hanno in-vece registrato il secondo anno di contrazione marcata. Gli unici settori di tradi-zionale specializzazione ad aver segnato un risultato positivo sono stati quello cartario (+2,2 per cento), dei metalli e prodotti in metallo (+1,8 per cento) e quello alimentare, delle bevande e del tabacco (+1,5 per cento), il cui peso com-Caduta più marcata

per i beni durevoli

Agricoltura, silvicoltura e pesca 2,5 -5,7 -2,0 1,5 -3,7 -6,1 -2,1 7,3

Industria in senso stretto 21,6 -1,0 -0,6 3,0 -0,3 -0,4 -0,2 1,9

Trasformazione industriale 18,8 -1,3 -1,1 3,1 -0,2 -0,2 -0,1 1,1

Energia 2,5 1,5 5,0 2,5 -3,3 -3,4 11,1 8,4

Estrazione di minerali 0,4 -0,5 5,7 3,5 -5,8 -4,6 -16,3 1,1

Attività manifatturiera 18,9 -1,4 -1,2 3,1 -0,2 -0,2 -0,1 1,5

Produzione e distribuzione di energia

elettrica, di gas, di vapore e acqua calda 2,3 2,5 6,8 2,7 -4,0 -4,1 16,7 6,0

Costruzioni 5,0 2,5 -0,4 4,3 2,9 4,0 1,2 2,8

Totale servizi 70,8 0,6 -0,1 4,1 0,8 0,9 0,5 3,5

Commercio, riparazioni, alberghi e

ristoranti, trasporti e comunicazioni 23,5 0,0 -1,1 3,6 1,1 1,4 0,6 2,8

Intermediazione monetaria e finanziaria;

attività immobiliari ed imprenditoriali 27,3 1,2 -1,1 2,3 2,3 3,1 1,2 3,4

Altre attività di servizi 20,0 0,6 1,0 5,5 -0,4 -0,3 -0,8 4,4

Totale (lordo Sifim) 100,0 0,4 -0,3 3,9 0,4 0,5 0,2 3,3

ATTIVITÀ ECONOMICHE Deflatore del valore aggiunto a prezzi base Unità di lavoro Quota % sul valore aggiunto a prezzi base a prezzi correnti (a) Valore aggiunto a prezzi base a prezzi 1995 Valore aggiunto a prezzi base a prezzi 1995 per addetto Reddito da lavoro dipendente per addetto Totali Dipen-denti Indipen- denti

Tavola 1.14 - Aggregati di contabilità nazionale per settore di attività economica - Anno 2003 (quote percentuali

e variazioni percentuali rispetto all’anno precedente)

Fonte: Istat, Conti economici nazionali

(a) Al lordo dei servizi d'intermediazione finanziaria indirettamente misurati (Sifim).

Produzione industriale ancora in calo

plessivo rappresenta quasi il 28 per cento dell’indice generale. Infine, è aumenta-ta a ritmo sostenuto la produzione di energia elettrica, gas e acqua (+4,9 per cen-to) e quella dell’industria estrattiva (+3,9 per cencen-to).

L’evoluzione congiunturale più recente dell’indice della produzione segnala, con un calo dello 0,3 per cento in gennaio e una variazione nulla in febbraio, la prosecuzione della fase di stagnazione che ha caratterizzato gli ultimi mesi dello scorso anno.

Le indicazioni che provengono dai risultati delle inchieste mensili Isae deli-neano un quadro di diffusa incertezza sull’evoluzione a breve termine dell’indu-stria. In particolare, il contenuto miglioramento, emerso nel secondo semestre del 2003, delle valutazioni degli operatori sull’andamento degli ordini e sulle ten-denze della produzione si è arrestato nel primo trimestre dell’anno. Le inchieste condotte dalla Commissione europea presso le imprese industriali hanno segna-lato, nei primi tre mesi del 2004, un leggero aumento dell’ottimismo in Francia e una battuta d’arresto della risalita del clima di fiducia in Germania.

L’andamento del valore aggiunto del settore delle costruzioni, valutato a prezzi costanti, nel corso del 2003 è rimasto favorevole, con una crescita analoga a quella dell’anno precedente (+2,5 per cento) che prosegue la fase di espansione del comparto iniziata nel 1999. Nel complesso dell’Uem, invece, l’attività delle costru-zioni è diminuita per il terzo anno consecutivo, riflettendo i risultati negativi della Francia (-0,8 per cento) e, soprattutto, della Germania (-4,5 per cento), dove il set-tore non accenna a uscire dalla fase di forte contrazione avviatasi nel 2000.

Nel 2003 ha continuato a rafforzarsi, nell’industria delle costruzioni, la soste-nuta tendenza alla crescita dell’occupazione, determinando per il terzo anno consecutivo un calo del valore aggiunto per unità di lavoro (-0,4 per cento). Con-trariamente all’anno precedente, l’espansione occupazionale del settore non sembra derivare dalle attività di riqualificazione e manutenzione straordinaria del patrimonio abitativo, legate alle agevolazioni fiscali per opere di ristrutturazione edilizia. Secondo i dati resi noti dall’Agenzia delle entrate, infatti, le comunica-zioni di richiesta di detracomunica-zioni fiscali per interventi di riqualificazione del patri-monio abitativo si sarebbero ridotte, nel 2003, del 12,6 per cento.

Prosegue la fase di espansione delle costruzioni 92 95 98 101 104 107 110 2000 2001 2002 2003 2004

Uem - Indice generale Italia - Indice generale Italia - Beni strumentali

Italia - Beni intermedi Italia - Beni di consumo Italia - Energia

Fonte: Istat, Indagine mensile sulla produzione industriale

L’incremento del valore aggiunto delle costruzioni registrato nella media dello scorso anno è il risultato di un marcato innalzamento del livello dell’atti-vità nella seconda parte del 2002 e, in misura minore, nel primo trimestre del 2003. Il valore aggiunto è poi sceso nel secondo e nel terzo trimestre, segnan-do solo un lievissimo recupero nel quarto; all’opposto di ciò che è accaduto nel 2003, tale profilo comporta una modesta eredità negativa (-0,5 per cento la va-riazione acquisita a fine 2003) sul risultato del 2004.

L’attività del settore dei servizi ha segnato, nel 2003, un incremento dello 0,6 per cento, con un ulteriore rallentamento rispetto all’anno precedente (+0,9 per cento). Il rallentamento della crescita del settore è stato leggermente infe-riore in Italia che nel complesso dell’area Uem, dove il valore aggiunto a prez-zi costanti è aumentato dello 0,8 per cento rispetto all’1,3 per cento nel 2002.

La dinamica in corso d’anno è stata caratterizzata da una significativa fles-sione nel primo trimestre, più che compensata dal recupero del secondo, e da un sostanziale ristagno nel terzo e quarto trimestre. Nel complesso, pertanto, l’acquisito congiunturale alla fine del 2003 è risultato quasi nullo (+0,1 per cento).

Il maggior impulso alla crescita delle attività terziarie è stato fornito dal rag-gruppamento che include intermediazione monetaria e finanziaria e attività im-mobiliari e imprenditoriali (+1,2 per cento nel 2003), al cui interno ha conti-nuato a espandersi il settore delle attività immobiliari, noleggio, attività profes-sionali e imprenditoriali (+1,7 per cento), mentre è continuata la diminuzione del valore aggiunto del settore dell’intermediazione monetaria e finanziaria (-0,2 per cento), ma in misura molto inferiore al 2002 (-3 per cento). Il raggrup-pamento che racchiude commercio e riparazioni, alberghi e ristoranti, traspor-ti e comunicazioni ha segnato un’evoluzione stagnante, a sintesi di una dinami-ca negativa dei servizi di ricezione alberghiera e dei pubblici esercizi, di un re-cupero modesto del settore del commercio all’ingrosso, al dettaglio e delle ri-parazioni, e di una battuta d’arresto di trasporti e comunicazioni. Una crescita sostenuta e in accelerazione ha contraddistinto, invece, il settore delle poste e telecomunicazioni (+3,3 per cento).

Si è dimezzato, rispetto all’anno precedente, il ritmo di crescita del valore ag-giunto delle altre attività dei servizi (pubblica amministrazione, istruzione, sa-nità e altri servizi), risultato pari allo 0,6 per cento, facendo venire meno il ruo-lo anticiclico tradizionalmente giocato da questo settore.

Gli indicatori congiunturali relativi al settore dei servizi hanno mostrato un’evoluzione che conferma il quadro di ristagno dell’attività produttiva. L’in-dice generale del valore del commercio al dettaglio è aumentato nella media del 2003 del 2 per cento, con una dinamica inferiore a quella del 2002 (+2,5 per cento), a fronte di una leggera risalita del tasso di crescita del prezzo al consu-mo dei beni.

La tendenza all’aumento delle quote di mercato della distribuzione moder-na rispetto a quella tradiziomoder-nale si è ulteriormente rafforzata: a fronte dell’in-cremento quasi nullo (+0,2 per cento) delle vendite degli esercizi di piccola di-mensione, sono cresciute del 4,7 per cento quelle della grande distribuzione (Tavola 1.15). Inoltre, gli andamenti del comparto alimentare e di quello non alimentare si sono ulteriormente divaricati: mentre l’espansione del primo si è ancora rafforzata (+4,6 per cento), il secondo ha subito una drastica decelera-zione, segnando una crescita quasi nulla (+0,2 per cento). Il profilo infrannua-le dell’indicatore ha evidenziato un recupero di dinamismo nella prima metà dell’anno e un rallentamento nella seconda, con un tasso di crescita tendenzia-le sceso allo 0,9 per cento nel quarto trimestre. Nei primi due mesi del 2004 l’e-voluzione è rimasta incerta, con un incremento congiunturale in gennaio se-guito da un nuovo calo in febbraio.

Si indebolisce ancora la crescita dei servizi Le vendite al dettaglio nel complesso rallentano Accelerano solo nella grande distribuzione

Nel settore del turismo è proseguita nel 2003 la tendenza alla contrazione del-l’attività già emersa l’anno precedente: gli alberghi e le strutture complementari operanti in Italia hanno registrato, nella media dell’anno, una flessione contenuta degli arrivi (-0,4 per cento) ma un calo significativo delle giornate di presenza (-1 per cento). Contrariamente a ciò che è avvenuto nel 2002, il risultato negativo è stato determinato dalla marcata diminuzione della componente straniera (-5 per cento le giornate di presenza). Una dinamica positiva ha invece caratterizzato la componente nazionale che ha registrato una significativa ripresa (+3,2 per cento le

Prosegue la tendenza negativa del settore del turismo Grande distribuzione Piccole superfici Totale Grande distribuzione Piccole superfici Totale Grande distribuzione (a) Piccole superfici (b) Totale I trimestre 5,1 2,6 4,6 4,3 1,9 2,2 4,9 2,0 3,2 II trimestre 3,3 1,5 2,9 2,3 1,3 1,4 3,0 1,3 2,0 III trimestre 4,1 1,3 3,5 2,1 0,1 0,4 3,7 0,3 1,6 IV trimestre 6,1 1,6 5,1 3,9 1,3 1,6 5,7 1,3 3,0 Media annua 4,7 1,8 4,1 3,2 1,1 1,4 4,4 1,2 2,5 I trimestre 5,3 1,8 4,6 2,1 0,3 0,6 4,7 0,5 2,3 II trimestre 7,1 4,0 6,4 3,7 0,7 1,1 6,4 1,1 3,2 III trimestre 4,6 2,3 4,2 2,6 -0,2 0,1 4,3 0,1 1,8 IV trimestre 4,3 1,5 3,6 1,6 -1,2 -0,9 3,7 -0,8 0,9 Media annua 5,3 2,3 4,6 2,5 -0,2 0,2 4,7 0,2 2,0 ANNO 2003

Non alimentari Totale

Alimentari

ANNO 2002 TRIMESTRI

Tavola 1.15 - Indici del valore delle vendite del commercio fisso al dettaglio a prezzi correnti per settore mer-ceologico e forma distributiva. Base 2000=100 - Anni 2002 e 2003 (variazioni percentuali rispetto al

corrispondente periodo dell’anno precedente)

Fonte: Elaborazioni su dati Istat, Indagine mensile sulle vendite del commercio fisso al dettaglio

(a) Supermercati, ipermercati, hard discount, grandi magazzini, altre grandi superfici specializzate. (b) Punti vendita con superficie inferiore ai 400 mq (200 mq per gli alimentari).

-7 -5 -3 -1 1 3 5 7 2001 2002 2003

Italiani Stranieri Totale

Fonte: Istat, Rilevazioni sul movimento nelle strutture ricettive

Figura 1.14 - Presenze di italiani e stranieri negli esercizi ricettivi - Anni 2001-2003 (dati

L'Italia tra i Paesi dell'Uem con inflazione più elevata…

presenze). Al netto della stagionalità le presenze totali hanno segnato una diminu-zione nei primi tre trimestri dell’anno, cui ha fatto seguito un significativo recupe-ro nell’ultimo trimestre (+2,1 per cento in termini congiunturali).

Con riferimento ad altri settori del terziario, gli indici di fatturato hanno evi-denziato lo scorso anno una dinamica piuttosto differenziata ma che ha visto il prevalere di segnali sfavorevoli. Il settore dei trasporti marittimi, dopo la marcata contrazione del 2002, ha registrato un calo significativo anche nel 2003 (-1,0 per cento), mostrando tuttavia un recupero nella seconda parte dell’anno. Il fatturato dei trasporti aerei è rimasto pressoché stabile in media d’anno (+0,1 per cento),

Nel documento RAPPORTO ANNUALE (pagine 39-56)