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Scambi commerciali con l’estero in regime di perfezionamento

Nel documento RAPPORTO ANNUALE (pagine 193-200)

e internazionalizzazione produttiva

no essere poste in relazione con alcune modalità di internazionalizzazione pro-duttiva connesse al mercato della sub-fornitura internazionale. Una misura dell’intensità del processo di internazio-nalizzazione produttiva è offerta dal rapporto tra valore delle transazioni ef-fettuate in regime di perfezionamento e valore complessivo dei flussi, calcolata distintamente per esportazioni e impor-tazioni.

Nell’ambito delle esportazioni (Tavo-la 3.31), i primi 15 raggruppamenti di prodotti, ordinati per intensità dei flussi di perfezionamento sul valore comples-sivo dell’interscambio, contribuiscono X

GRUPPI CPAteco 2002

Incidenza del regime di perfezionamento sul valore delle esportazioni Contributo % del gruppo alle esportazioni nazionali Composizione % delle esportazioni nazionali in regime di perfezionamento

Aeromobili e veicoli spaziali 68,4 1,1 18,2

Altri articoli di stampa 24,2 0,3 1,4

Prodotti farmaceutici e prodotti chimici e botanici per usi medicinali 18,4 3,7 16,0

Pellicce, articoli in pelliccia 17,5 0,1 0,4

Metalli di base non ferrosi 16,9 1,2 4,8

Oli e grassi vegetali e animali 14,6 0,4 1,4

Macchine per ufficio, elaboratori ed apparecchiature per sistemi informatici 11,9 0,9 2,5

Prodotti della macinazione, amidi e fecole 11,3 0,3 0,7

Prodotti delle attività di creazione artistica e letteraria 10,3 0,0 0,1

registrazione e la riproduzione del suono o dell'immagine e prodotti connessi 10,0 0,5 1,1

Libri, giornali ed altri stampati; supporti sonori registrati 10,0 0,4 0,8

simili (escluse le apparecchiature di controllo dei processi industriali) 9,6 0,9 1,9

Locomotive, anche da manovra, e materiale rotabile ferrotranviario 9,1 0,2 0,4

Fitofarmaci ed altri prodotti chimici per l'agricoltura 9,1 0,1 0,3

Preparati e conserve di frutta e di ortaggi 8,9 0,8 1,6

Totale 10,9 51,6

Tavola 3.31 - Esportazioni in regime di perfezionamento per raggruppamento di prodotti - Anno 2003

(composizione e valori percentuali, graduatoria dei primi 15 gruppi secondo il rapporto tra flus-si in regime di perfezionamento e valore complesflus-sivo delle esportazioni)

Fonte: Istat, Indagini sul commercio con l'estero

per circa l’11 per cento alle esportazio-ni nazionali e raggiungono una quota pari ad oltre il 50 per cento del valore complessivo delle esportazioni in regi-me di perfezionaregi-mento. I principali rag-gruppamenti di prodotti all’esportazio-ne, selezionati sia in base all’intensità che al contributo alle esportazioni na-zionali in regime di perfezionamento, sono: gli aeromobili e i veicoli spaziali (68 per cento), i prodotti farmaceutici e chimici (18 per cento), i metalli di base non ferrosi (17 per cento), le macchine per ufficio, elaboratori ed apparecchia-ture per sistemi informatici (12 per cen-to), gli strumenti ed apparecchi di misu-razione (10 per cento).

Nell’ambito delle importazioni (Ta-vola 3.32), i primi 15 raggruppamenti di prodotti, ordinati secondo l’intensità dei

flussi di perfezionamento sul valore complessivo dell’interscambio, contri-buiscono per circa il 17 per cento alle esportazioni nazionali, raggiungendo una quota pari ad oltre il 55 per cento del valore complessivo delle importa-zioni in regime di perfezionamento. Per i flussi in uscita, i principali raggruppa-menti di prodotti all’importazione, con-siderando sia l’intensità che il contribu-to alle importazioni nazionali in regime di perfezionamento sono: gli aeromobili e i veicoli spaziali (53 per cento), i pro-dotti farmaceutici e chimici (13 per cen-to), le calzature (11,5 per cencen-to), le val-vole ed i tubi elettronici (11 per cento), i prodotti chimici di base (10 per cento) e gli strumenti ed apparecchi di misura-zione (7 per cento).

GRUPPI CPAteco 2002

Incidenza del regime di perfezionamento sul valore delle esportazioni

Contributo % del gruppo alle esportazioni nazionali

Composizione % delle esportazioni nazionali in regime di perfezionamento

Aeromobili e veicoli spaziali 53,0 1,2 14,7

Armi, sistemi d'arma e munizioni 25,1 0,1 0,6

Pellicce, articoli in pelliccia 15,0 0,1 0,2

Navi e imbarcazioni 14,4 0,6 2,0

Gioielli e articoli di oreficeria 14,0 0,3 1,0

Prodotti farmaceutici e prodotti chimici e botanici per

usi medicinali 13,3 4,2 12,9

Minerali di metalli non ferrosi, esclusi i minerali di uranio

e di torio 12,2 0,1 0,3

Calzature 11,5 1,3 3,5

Valvole e tubi elettronici ed altri componenti elettronici 11,0 1,3 3,3

Prodotti delle attività di creazione artistica e letteraria 10,3 0,0 0,0

Locomotive, anche da manovra, e materiale rotabile

ferrotranviario 10,3 0,1 0,3

Prodotti chimici di base 10,0 6,1 14,1

Altri prodotti delle attività professionali ed imprenditoriali 7,5 0,0 0,0

Articoli di maglieria 7,4 0,5 0,9

Strumenti ed apparecchi di misurazione, di controllo, di prova, di navigazione e simili (escluse le apparecchiature di controllo

dei processi industriali) 7,4 1,1 1,9

Totale 17,1 55,7

Tavola 3.32 - Importazioni in regime di perfezionamento per raggruppamento di prodotti - Anno 2003

(composizioni e valori percentuali, graduatoria dei primi 15 gruppi secondo il rapporto flussi in regime di perfezionamento su valore complessivo delle importazioni)

meno per le operazioni di acquisizione, una barriera all’entrata per le imprese multinazionali.

I potenziali effetti indiretti in termini di diffusione di conoscenze e compe-tenze connessi alla presenza delle imprese multinazionali estere nella manifattu-ra italiana possono essere valutati confrontando la produttività apparente del la-voro delle imprese a controllo estero con quella media dei settori. Nei principali comparti della manifattura, le imprese a controllo estero raggiungono livelli di produttività apparente del lavoro superiori a quelli medi (Tavola 3.33). Tuttavia, la notevole incidenza tra le imprese a controllo estero di quelle di grandi dimen-sioni condiziona significativamente questi risultati, cosicché l’indicatore viene ri-proposto con riferimento solo alle imprese con 100 addetti ed oltre. In questo caso i differenziali di produttività a favore delle controllate dall'estero si riduco-no, pur rimanendo significativi nelle industrie alimentari e delle bevande, nella fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi, nella fab-bricazione di apparecchi radiotelevisivi, nella fabfab-bricazione di autoveicoli, nella fabbricazione di prodotti chimici e nelle industrie tessili. La presenza di diffe-renziali favorevoli alle imprese a controllo nazionale si riscontra invece nella con-fezione di articoli di vestiario, nella fabbricazione di macchine per ufficio e nella fabbricazione di altri mezzi di trasporto.

Si deve poi segnalare che nell’ambito dei settori high-tech, solo la fabbrica-zione di apparecchi radiotelevisivi presenta un differenziale di produttività si-gnificativo a favore delle imprese a controllo estero, tale da giustificare, almeno a livello potenziale, un significativo trasferimento di conoscenze e competenze alle imprese nazionali. Un caso a parte riguarda il settore delle macchine ed ap-parecchi meccanici, comparto di punta per la competitività dell’industria italia-na, caratterizzato da una dimensione media più elevata dei settori tradizionali del

made in Italy. L’esistenza di un contenuto differenziale di produttività a favore delle imprese a controllo estero potrebbe indurre a ritenere che in questo com-Contenuti differenziali di produttività delle multinazionali nei settori high-tech DIVISIONI Totale

imprese Imprese con 100 addetti e oltre

Industrie alimentari e delle bevande 1,9 1,3

Industrie tessili 1,4 1,2

Confezione di articoli di vestiario 1,5 0,8

Preparazione e concia del cuoio 1,5 1,1

Fabbricazione della pasta-carta, della carta 1,3 1,1

Editoria e stampa 2,1 1,2

Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio 1,3 1,1

Fabbricazione di prodotti chimici 1,3 1,2

Fabbricazione di articoli in gomma 1,2 1,1

Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 1,8 1,3

Produzione di metalli e loro leghe 1,2 1,1

Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo 1,4 1,0

Fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici 1,2 1,1

Fabbricazione di macchine per ufficio 1,1 0,8

Fabbricazione di macchine e apparecchi elettrici 1,3 1,1

Fabbricazione di apparecchi radiotelevisivi 1,5 1,3

Fabbricazione di apparecchi medicali 1,4 1,1

Fabbricazione di autoveicoli 1,3 1,3

Fabbricazione di altri mezzi di trasporto 0,8 0,7

Fabbricazione di mobili 1,5 1,0

Tavola 3.33 - Produttività apparente del lavoro nelle imprese a controllo estero per set-tore di attività economica - Anno 2001 (dati provvisori, produttività

appa-rente del lavoro nelle imprese a controllo estero normalizzata rispetto alla pro-duttività media del settore)

Fonte: Istat, Indagine sulle imprese a controllo estero integrata con dati amministrativi e stime sui conti economici delle

parto il potenziale trasferimento tecnologico avvenga anche in senso contrario, delle imprese italiane a quelle estere, giustificando così l’elevata capacità di at-trazione di investimenti internazionali di questo comparto.

Per saperne di più

Istat. L’utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nelle imprese. Anni

2002-2003. Roma: Istat, 2004. (Statistiche in breve 8 aprile 2004).

Istat. L’utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nelle imprese. Anni

2001-2002. Roma: Istat, 2004. (Statistiche in breve 8 gennaio 2004).

Istat. L’innovazione nelle imprese italiane. Anni 1998-2000. Roma: Istat, 2003. (Statistiche in breve 8 aprile 2003).

Istat. La ricerca e sviluppo in Italia. Anno 2001 e previsioni 2002 e 2003. Roma: Istat, 2003. (Statistiche in breve 12 novembre 2003).

Istat. Rapporto annuale: la situazione del Paese nel 2000. Roma: Istat, 2001. Istat. Rapporto annuale: la situazione del Paese nel 2001. Roma: Istat, 2002. Istat. Rapporto annuale: la situazione del Paese nel 2002. Roma: Istat, 2003.

Eurostat. Statistics on Science and Technology in Europe data 1991-2002. (Methodology notes). Luxembourg: Eurostat, 2003. (Panorama of the European Union).

European Commission DG Research. Third European Report on Science and Technology

Indicators 2003. Luxembourg: Eurostat, 2003.

Pavitt Keith. “Sectoral Patterns of Technical Change: towards a Taxonomy and Theory”. Research Policy, Vol.13, Issue 6, December 1984: pages 343-373.

Approfondimenti

La demografia d’impresa dal 1999 al 2001

Le modifiche nella struttura dell’universo delle imprese attive che si osserva-no nel periodo 1999-2001 soosserva-no originate da cause diverse: da un lato dalle varia-zioni nelle dimensioni delle imprese stabilmente attive nell’intervallo preso in esame, dall’altro da fenomeni di demografia di impresa, nel cui ambito occorre distinguere tra gli eventi legati a cambiamenti negli assetti societari quali scorpo-ri e fusioni e le componenti di “demografia pura”, ossia reali nascite e cessazio-ni di imprese.

Nel complesso, nel triennio 1999-2001 le imprese attive in Italia registrano un incremento di 165 mila unità, passando da circa 4,1 a 4,3 milioni di unità (Tavo-la 3.34). A questo corrisponde una crescita di quasi 900 mi(Tavo-la addetti (da 15 mi-lioni a 15,9 mimi-lioni), mentre la dimensione media subisce un lieve incremento passando da 3,6 a 3,7 addetti per impresa17.

Le imprese stabili, cioè quelle che non subiscono eventi nel corso del triennio,

sono 3,4 milioni e mostrano una variazione positiva degli addetti (+392 mila), permanendo in genere nella stessa classe dimensionale. Per tutte le classi di ad-detti, la percentuale di imprese che migrano in classi inferiori supera nettamente

Dinamiche interne al sistema delle imprese

17 Oltre a fusioni e scorpori le imprese sono soggette ad altri tipi di eventi che ne modificano i caratteri non essendo, tuttavia, connessi a motivazioni di carattere economico, tra questi, ad esem-pio, sono presenti le successioni ereditarie. Nella Tavola 3.34 tali eventi sono inseriti sotto la dizio-ne “altri eventi”.

Numero Addetti Dimensione

media

Numero Addetti Dimensione

media

Numero Addetti

Totale imprese 4.297.466 15.898.040 3,7 4.132.093 15.018.144 3,6 165.373 879.896

di cui:

Stabili 3.406.693 12.298.739 3,6 3.406.693 11.907.124 3,5 391.615

Con eventi di fusione/scorpori 17.235 1.981.339 115,0 19.342 1.976.984 102,2 -2107 4.355

Nate 626.896 1.056.917 1,7

Cessate 558.684 819.988 1,5

Con altri eventi 246.642 561.045 147.374 314.048 99.268 246.997

68.212

236.929

IMPRESE

2001 1999 Saldo

Tavola 3.34 - Imprese, addetti e dimensione media - Anni 1999-2001 (numero e valori percentuali)

la percentuale di imprese che migrano in classi superiori, ma, in termini di varia-zione di addetti (Tavola 3.35), l’aumento è dovuto principalmente alle imprese che restano nella stessa classe dimensionale (+290 mila).

Nel complesso le imprese stabili fanno quindi registrare un aumento della di-mensione media, che passa da 3,5 a 3,6 addetti (Tavola 3.36). Più in dettaglio, la dimensione media cresce in tutte le classi ad eccezione di quelle 10-19 e 20-49. Inoltre, le imprese che restano nella stessa classe dimensionale, incrementano la dimensione media in tutte le classi dimensionali.

Per quanto riguarda le imprese soggette a scorpori e/o fusioni, è innanzitut-to da osservare che sono coinvolte oltre 19 mila imprese per circa 2 milioni di ad-detti. Nel triennio considerato le trasformazioni determinano una riduzione del numero delle imprese (-2.107) ma un incremento degli addetti (+4.355), con con-seguente aumento della dimensione media di tali imprese (da 102 a 115 addetti).

Approfondimenti 1-2 14.244 375.232 -3-9 54.726 186.903 -297.885 10-19 20.089 93.418 -163.125 20-49 36.277 80.931 -145.323 50-99 21.266 47.950 -62.760 100-249 27.264 42.662 -36.007 250 e oltre 115.853 - -20.100 Totale 289.719 827.096 -725.200

CLASSI DI ADDETTI Classe uguale Classe superiore Classe inferiore

Tavola 3.35 - Saldo in termini di addetti delle imprese stabili per classe di destinazione e classe di addetti 1999 (numero)

Fonte: Istat, Archivio statistico delle imprese attive (Asia)

2001 1999 2001 1999 1-2 1,4 1,2 1,2 1,2 3-9 4,5 4,5 4,7 4,6 10-19 12,8 13,2 13,6 13,3 20-49 28,6 29,2 30,4 29,4 50-99 68,8 68,2 70,7 68,0 100-249 155,4 148,8 154,7 148,2 250 e oltre 794,7 741,4 849,4 779,1 Totale 3,6 3,5 3,3 3,2

Totale imprese stabili Imprese che restano nella stessa classe

CLASSI DI ADDETTI

Tavola 3.36 - Dimensione media delle imprese stabili - Anni 2001 e 1999 (valori percentuali)

Approfondimenti

Nel triennio 1999-2001 la popolazione di imprese attive presa in esame18 è cresciuta del 4,2 per cento. Tra i diversi macrosettori quello degli altri servizi spe-rimenta la crescita più consistente tra il 1999 e il 2001 (+9,9 per cento); segue il settore delle costruzioni con l’8,3 per cento, mentre l’industria in senso stretto e il commercio presentano una variazione negativa (tra lo 0,5 e lo 0,6 per cento). A questo livello di aggregazione, la variazione nella composizione tra i settori nei tre anni risulta abbastanza contenuta, confermando, comunque, il processo di terziarizzazione in atto da diversi anni (Tavola 3.37).

Nel 2001 sono state create circa 295 mila nuove imprese, con una quota ele-vatissima nel settore degli altri servizi (44 per cento), seguito da quello del com-mercio (29 per cento) e dell’industria in senso stretto che contribuisce alla nata-lità solo per il 10 per cento (Tavola 3.37). Tra il 1999 e il 2001, il numero di im-prese nate è cresciuto nel complesso del 6 per cento, determinato da una forte crescita nel 2000 (+4,9 per cento) cui è seguito un incremento molto più conte-nuto nel 2001 (+1 per cento). L’andamento dei settori è però differenziato: è evi-dente la riduzione nel settore del commercio (-7 per cento tra il 1999 e il 2001), costante sia tra il 1999 e il 2000 sia tra il 2000 e il 2001; all’opposto, gli altri

ser-Attive Nate Cessate Natalità Mortalità

1999 Industria 572.767 31.201 33.030 5,4 5,8 Costruzioni 500.220 47.596 37.385 9,5 7,5 Commercio 1.346.466 92.045 99.173 6,8 7,4 Servizi 1.258.437 107.262 92.371 8,5 7,3 Totale 3.677.890 278.104 261.959 7,6 7,1 2000 Industria 575.151 31.761 31.284 5,5 5,4 Costruzioni 521.149 49.436 34.168 9,5 6,6 Commercio 1.344.474 88.526 95.201 6,6 7,1 Servizi 1.319.324 122.133 102.805 9,3 7,8 Totale 3.760.098 291.856 263.458 7,8 7,0 2001 Industria 569.220 29.789 …. 5,2 …. Costruzioni 541.705 48.990 …. 9,0 …. Commercio 1.339.484 85.562 …. 6,4 …. Servizi 1.382.640 130.525 …. 9,4 …. Totale 3.833.049 294.866 …. 7,7 ….

ANNI SETTORI Imprese Tassi

Tavola 3.37 - Imprese attive e cessate per settore di attività - Anni 1999-2001 (numero e

valori percentuali)

Fonte: Istat, Archivio statistico delle imprese attive (Asia)

18Sulla base della classificazione Ateco91 i macrosettori considerati sono: industria (sezioni C, D, E), costruzioni (sezione F), commercio (sezione G) e servizi (sezioni da H a K, a esclusione delle holding). Sono esclusi dalla presente analisi i settori dell’istruzione, sanità e altri servizi alle persone – sezioni M, N, O inclusi nelle precedenti tavole – per la presenza di un’elevata compo-nente di istituzioni pubbliche e non profit, i cui andamento è determinato da motivazioni specifi-che, diverse da quelle caratteristiche delle imprese private.

vizi sono sempre in crescita, con una variazione maggiore nel biennio 1999-2000 (+13,9 per cento). Industria in senso stretto e costruzioni presentano un anda-mento contrastante: tra il 1999 e il 2000 si ha un contenuto auanda-mento della nata-lità in entrambi i settori, che si trasforma in una contrazione della natanata-lità nel 2001, soprattutto per l’industria in senso stretto.

Nel 2000 hanno cessato la loro attività circa 263 mila unità: il 39 per cento nel settore degli altri servizi e poco meno nel commercio (36 per cento); industria in senso stretto e costruzioni, con livelli rispettivamente di 31 e 34 mila unità, rap-presentano invece il 12 e il 13 per cento del totale delle cessazioni. L’effetto com-plessivo, grazie al forte apporto delle imprese che cessano nel settore degli altri servizi, è quello di un incremento del numero di cessazioni dello 0,6 per cento (Figura 3.21).

Nel 2000 le differenze tra i due tassi sono meno evidenti per l’industria in sen-so stretto mentre per il settore delle costruzioni il tassen-so di natalità eccede quello di mortalità di circa due punti percentuali. Anche se la differenza è più contenu-ta, il settore degli altri servizi si comporta in maniera simile a quello delle co-struzioni. Si conferma, infine, che il processo di ristrutturazione del commercio è ancora in atto: in entrambi gli anni il settore presenta un tasso di mortalità su-periore a quello di natalità.

Le due componenti demografiche, nascite e cessazioni, costituiscono nel Approfondimenti 0,0 2,5 5,0 7,5 10,0 1999 2000 1999 2000 1999 2000 1999 2000 Tasso natalità Tasso mortalità

Industria Costruzioni Commercio Servizi

Fonte: Istat, Archivio statistico delle imprese attive (Asia)

Nel documento RAPPORTO ANNUALE (pagine 193-200)