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LE DUE SPINTE TECNOLOGICHE CHE TRASFORMANO IL LAVORO

al futuro dell’organizzazione e del lavoro

7.2 LE DUE SPINTE TECNOLOGICHE CHE TRASFORMANO IL LAVORO

L’evoluzione descritta nel paragrafo precedente è abilitata da due forze distinte ma convergenti basate sulle tecnologie digitali applicate al lavoro – le c.d. HRtech – che stanno accelerando la trasformazione digitale delle organizzazioni. Queste due spinte arrivano dalle piattaforme di (1) workforce on demand e dai (2) sistemi di online workforce management.

Il lavoro diventa on demand

La prima forza riguarda l’evoluzione delle strutture economiche che gover-nano il mercato del lavoro. Anche il mercato del lavoro, non è immune dalla

di-sruption portata dai nuovi modelli di business basati su piattaforme, open/user innovation ed ecosistemi. Numerose start-up in questi anni hanno creato e stan-no creando piattaforme tecstan-nologiche a supporto dei processi di allineamento on demand tra domanda e offerta di lavoro. Alcune di queste stanno fornendo solu-zioni molto efficaci basate su algoritmi intelligenti, in grado di tenere conto di variabili non solo legate alle competenze e fabbisogni di natura tecnica, ma an-che valoriali e culturali, eliminando gli attriti, in termini di tempi, costi, qualità e trasparenza, del processo di abbinamento tra lavoratori e imprese.

L’offerta di lavoratori freelance, competenti e disponibili è già consistente e in crescita. Negli USA i freelance sono 55 milioni di persone pari al 35% del totale della forza lavoro [403], in Italia sono 4,9 milioni pari al 22% della forza lavoro [404]. Questi livelli di disponibilità rendono i sistemi di lavoro on demand, non solo possibili, ma anche ideali per offrire ai freelance le massime possibilità di impiego e alle imprese la possibilità di incrementare temporaneamente e rapi-damente la forza lavoro.

L’incremento di opportunità di lavoro per i freelance disponibili in questi siti riguarda sia categorie IT che non IT, impattando sull’intera economia e offrendo alle imprese l’opportunità di miscelare la loro forza lavoro, in qualsiasi funzione o ruolo dell’impresa, con competenze esterne.

Upwork, il leader nell’intermediazione del lavoro freelance, intermedia an-nualmente oltre tre milioni di offerte, per un valore di un miliardo di dollari di corrispettivi pagati ai lavoratori, ha più di cinque milioni di imprese clienti e oltre dodici milioni di lavoratori freelance registrati sulla sua piattaforma [405]. Ma per quanto grande, Upwork è solo uno di molti esempi di queste piattafor-me, che permettono alle imprese di complementare in modo incredibilmente veloce la loro tradizionale forza lavoro a tempo indeterminato con le compe-tenze e le esperienze prese temporaneamente in prestito dai lavoratori esterni disponibili.

Riconoscendo la grande opportunità anche Linkedin sta entrando in questo settore offrendo i “ProFinder Services”, per ora sono disponibili solo negli USA, ma facendo leva su oltre 450 milioni di profili professionali iscritti e sulle siner-gie con l’ecosistema Microsoft, si prevede una rapida espansione.

Altre piattaforme si focalizzano su settori specifici, verticalizzandosi per tipo di lavoro o per categoria di lavoratori freelance. Catalant ad esempio, attraverso la sua piattaforma offre oltre 30.000 consulenti in general management, e sta conti-nuando ad espandere la sua offerta per le grandi imprese, compresi progetti con GE, Digital e Pfizer [406].

Il punto di forza di tutte queste piattaforme è la loro tecnologia di matching che riesce ad abbinare lavoratori e imprese sfruttando sistemi di profilazione so-fisticati che minimizzando i rischi di fallimento del rapporto di lavoro.

Il lavoro diventa online

La seconda forza evolutiva riguarda invece l’utilizzo delle SMAC nella gestio-ne dei processi di lavoro. La gestiogestio-ne del lavoro sta infatti sempre più trasferen-dosi on-line, anche in posizioni dove le competenze e i contenuti del lavoro non sono digitali. Soluzioni basate su piattaforme abilitano la pianificazione, la ge-stione, e l’esecuzione in remoto del lavoro. Come abbiamo illustrato in più punti di questo libro, i lavoratori a distanza e in mobilità stanno diventando una parte sempre più grande della forza lavoro e i modelli di comunicazione collaborazio-ne digitale rendono questo lavoro a distanza più efficace.

Aziende di tutte le dimensioni stanno adottando nuove tecnologie, e molte di queste abbandonano i vecchi strumenti come l’e-mail e i workflow tradizionali, per usare strumenti di nuova generazione basati sul cloud come Slack, Mural, FB Workplace, GitHub, Box, MS Yammer, MS Skype for Business, Google Hangouts, DropBox for business, Asana, Trello, e molti altri, che ridefiniscono la comunica-zione nei nuovi ambienti di lavoro distribuiti e visualizzati.

Il fenomeno ha già oggi dimensioni importanti, ad es. Slack, supportando più di 60.000 team, ha 3 milioni di utenti giornalieri – erano 100.000 solo tre anni fa – e sta ridefinendo il concetto di comunicazione interna e gestione dei progetti, al punto che recentemente anche l’Economist gli ha dedicato un articolo [407].

A complemento di questi strumenti collaborativi, i provider di piattaforme per i lavoratori freelance, hanno integrato delle funzioni di gestione del lavoro on-line alle loro piattaforme sviluppando delle offerte dedicate alle imprese. Queste funzioni offrono alle aziende nuove potenti capability di gestione del lavoro onli-ne lungo tutto il ciclo di vita dei progetti.

Secondo CB Insights, una delle più autorevoli fonti di market intelligence sugli investimenti in nuove tecnologie, lo scorso anno sono stati investiti 2,4 miliardi di dollari (7 miliardi negli ultimi cinque anni) in centinaia di startup centrate su un’ampia gamma di innovazioni digitali nella gestione delle risorse umane [408].

Mentre gli incumbent attuali – SAP Success Factors, Oracle, Workday – stan-no rivaleggiando per le posizioni di leadership del mercato dell’HR Management tradizionale, numerose unicorn dell’HRtech proliferano in diverse categorie come ad es. i benefit – Zenefits –, le operations – OneSource Virtual – e la gestio-ne delle buste paga – Gusto.

Ma l’area più promettente è quella denominata workforce analytics che, utiliz-zando le tecnologie di deeplearning dell’AI, punta a predire le performance dell’a-zienda in base all’analisi dei big-data sulle risorse umane. Anche in questo ambi-to, oltre ai grandi incumbent come SAP, Oracle, SAS sono attive decine di startup.