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Le finalità della stima dei beni intangibili.

La valutazione economica del marchio.

BASI INFORMATIVE PER LA VALUTAZIONE RELATIVA

3.2 Le finalità della stima dei beni intangibili.

Prima di procedere ad illustrare i metodi di stima assoluti e relativi del valore economico di una attività, identificherò quelle che sono le principali ragioni per le quali ci si trova a dover individuare il valore economico di un intangibile. Dato lo scopo del presente lavoro cercherò di concentrarmi proprio sui beni immateriali tralasciando le finalità che sono invece proprie e specifiche dei beni immateriali o della stima dell’azienda nel suo complesso. La premessa sulla finalità della valutazione economica e patrimoniale risulterà utile ai fini di una maggior comprensione dei diversi modelli valutativi applicabili agli intangibili.

La dottrina italiana130 suddivide le finalità in quattro casi essenziali:della stima dei valori degli

intangibili:

- misure di performance economica (cioè risultato economico di periodo a fronte a quello contabile);

- base informativa in ambito economico e patrimoniale nella valutazione delle aziende; - nuovi principi contabili internazionali per la formazione del bilancio;

- informazione volontaria.

Il primo obiettivo che ci si pone, consiste nell’integrazione dei dati contabili con la variazione nel tempo di stock di intangibili (Δ BI). Si tratta in questo caso della finalità di misurazione delle performance economiche e dell’importanza della determinazione degli intangibili, sia come dottrina che nella pratica. Le variazioni pongono l’analista in difficoltà

129 Guatri L., Bini M., Nuovo trattato sulla valutazione delle aziende., Milano, EGEA, 2011, pag. 84 e succ. 130 Guatri L., Bini M., Nuovo trattato sulla valutazione delle aziende., Milano, EGEA, 2011, pag. 150 e succ.

quando si tratta di evitare i problemi di anticipazioni o posticipazioni di utili contabili, tenendo conto del fatto che gli investimenti per i beni immateriali possono generare redditività anche in anni successivi. La performance economica ed i risultati di reddito possono essere individuati mediante una equazione definita REI (Risultato Economico Integrato), esprimibile come segue:

REI = E +ΔBI +ΔPL

dove:

E = reddito contabile (normalizzato) nel periodo; Δ BI = variazione di valore degli intangibili nel periodo

Δ PL = variazione di plusvalenze e minusvalenze (inespresse contabilmente) su beni materiali, crediti e debiti nel periodo.

Questa formula avrebbe la velleità di catturare la variazione dello stock di intangibili e di misurarla di anno in anno trasportandola nel futuro al fine delle relative valutazioni. Rimane comunque ostico il tema della definizione di BI in rapporto al REI generato dall’impresa, in particolare la misurazione prospettica della variazione di stock intangibili così calcolate nel tempo non parrebbe accurata poiché non tiene conto di tutti i fattori che alimentano la variabilità di tale dato. I metodi generalmente utilizzati determinano un valore unico per i flussi degli intangibile, ma ve ne sono alti che producono una serie di valori analitici delle diverse attività. Sia i metodi reddituali che finanziari generano, per esempio, un valore unico, cosa che accade anche con i metodi dei multipli utilizzati nelle transazioni comparabili, metodi questi che analizzerò successivamente in modo più approfondito. Il valore unico individuato può essere al netto oppure al lordo delle passività finanziarie ed in questi casi si parlerà, rispettivamente di valutazioni equity side ed asset side.

Una prima importante finalità attiene quindi alla valutazione del capitale economico

d’impresa. In questo caso lo scopo dell’intero processo valutativo sarà quello di apprezzare

tutte le componenti aziendali in senso lato, considerando tanto materiali quanto immateriali, che svolgono un ruolo nel processo di creazione di valore. “Nella prospettiva propria della

valutazione d’azienda, normalmente, gli intangibili concorrono a formare un unico generico aggregato – definito goodwill – che trae origine dalla capacità d’impresa di generare extraredditi (ovvero redditi eccedenti la remunerazione normale) rispetto al capitale investito

materiale (c.d. tangible book).” 131 I beni immateriali vengono normalmente valorizzate nei

loro contenuti patrimoniali e nei corrispondenti riflessi reddituali o finanziari, in funzione del metodo utilizzato, attraverso opportune metodologie specifiche. Considerare in maniera autonoma i beni immateriali ed il loro valore, permette di ottenere alcuni vantaggi significativi: da un alto questo consente una maggiore accuratezza e precisione della stima dal valore economico e dall’altro fornisce ulteriori “scremature” che permettono di ridurre il valore economico residuale che comprende risorse di natura eterogenea e che vengono denominate genericamente avviamento. Le separata valutazione degli intangibile e l’esplicitazione del loro valore permetterà per esempio di scontare quote d’ammortamento riferite ai singoli beni immateriali identificati o di valorizzare beni e conoscenze connaturate all’azienda stessa, difficilmente quantificabili con metodi alternativi.

Un’ulteriore esigenza dell’imprenditore può essere quella di determinazione del corrispettivo

a fronte della vendita di un bene immateriale. Ciò può avvenire in occasione della cessione di

una specifica attività immateriale o quando si intende acquisire un bene immateriale al fine di migliorare la propria posizione competitiva. In caso di cessione o acquisto, la valutazione non riguarderà il valore complessivo dell’impresa ma si avrà un’autonoma valutazione che avrà ad oggetto il singolo bene immateriale. I casi di cessione e acquisizione si verificano in occasione di contratti di compravendita o ancora in occasione di conferimenti in nuove iniziative imprenditoriali che necessitano di stime puntuali otre che neutrali.

Nel caso di alcuni intangibili specifici, come per esempio il marchio o i brevetti, la cessione può riferirsi all’uso del bene anziché alla sua proprietà, trattandosi in questo caso della

cessione di un diritto all’uso esclusivo. Anche in questo caso la necessità di identificare il

valore economico di un bene immateriale sorge in sede di determinazione. Il lavoro dell’esperto e lo scopo della sua stima sarà quello di dimostrare la congruità dei corrispettivi dovuti a fronte della concessione in uso del bene immateriale oggetto di stima. La valutazione del bene concesso al licenziatario si rende opportuna dal momento che la misura del corrispettivo richiesto a quest’ultimo, sotto forma di royalties 132o di una quota percentuale del

valore del bene stesso, dipende sempre dal valore dell’intangibile stesso.

131 Bini M, La valutazione degli intangibili. Business Combinations and Purchase Price Allocation, Milano,

EGEA, 2011, pag. 117.

132 Nel caso di concessine in uso del marchio per esempio, questa finalità è associata al metodo delle royalties,

che si ispira al concetto di valore potenziale del marchio e non tanto al suo valore economico. Spesso infatti le royalties vengono calcolate sulla base delle capacità del bene di generare flussi futuri che non possono ancora essere dimostrate e dei quali si può solo ipotizzare una consistenza ragionevole. Pozza L., La valutazione del

La valutazione è poi richiesta anche in sede di formazione del bilancio d’esercizio secondo i nuovi principi contabili, la recente omogeneizzazione dei sistemi contabili internazionali ha reso molto attuale questa finalità poiché una stima degli intangibili permette di ottenere due risultati importanti ai fini della rappresentativa di bilancio: l’allocazione, per fini contabili, del prezzo sopportato in sede di acquisizione/incorporazione di un’azienda alle varie classi di attività e l’impairment test 133, cioè il controllo annuale del valore del goodwill e degli

intangibili specifici di durata indeterminata. Nei casi di acquisizione o incorporazione di aziende, la contabilizzazione delle stesse è obbligatoria sia che si tratti di fusioni, le scissioni ed altre operazioni straordinarie che vengono contabilizzate con il cosiddetto purchase method134. Partendo dal prezzo che corrisponde al costo totale sostenuto per l’acquisizione

dell’azienda si instaura un processo di riallocazione del valore sul piano contabile, tale da consentire il perseguimento dei fini del controllo del bilancio. La riallocazione avviene innanzitutto mediante la distinzione del goodwill dagli intangibili specifici, i quali a loro volta verranno suddivisi per classi; anche allo scopo di distinguere gli intangibili a durata indeterminata da quelli a durata definita.

Di primaria importanza, ai fini della tutela del bene immateriale di cui l’impresa è proprietaria, è la stima che si rende necessaria nei casi di controversie e di liti giudiziarie. Il bene immateriale, soprattutto alcune classi di intangibili specifici, si prestano a violazioni, di tipo legale e contrattuale, e sono, dunque, spesso al centro di liti giudiziarie e di cause di risarcimento; basti pensare ai casi di utilizzo abusivo di un marchio commerciale o di un brevetto da parte di un soggetto economico che non ne possiede la titolarità; oppure nel caso in cui il licenziatario di un intangibile contravvenga col proprio comportamento alle norme contrattualmente stipulate tra le parti. Di alcuni di questi casi ho già discusso nel precedente capitolo sul tema della legislazione dei marchi europei, analizzando controversie famose nell’uso del marchio celebre. Anche nei casi citati, infatti, per dirimere la controversia , si è

133 L’impairment test relativo alle attività finanziarie è regolato dal principio contabile IAS 39. Nel caso

dell’impairment relativo ai beni intangibili, nella fattispecie si tratta del goodwill e degli intangibili specifici a vita indefinita, si fa riferimento all’IAS 36. “Per i principi contabili internazionali, il ggodwill non è di per sé

un’attività, in quanto genera flussi di cassa indipendentemente da altre attività (o gruppi di attività) e per queste ragioni non può essere oggetto di impairement test in forma separata rispetto alle attività a cui è legato.” Guatri

L., Bini M., L’impairment test nell’attuale crisi finanziaria e dei mercati reali., EGEA, Milano, 2009, pag. 64 e succ.

134 Il purchase method si applica nei casi di operazioni di acquisizione di una società ed esprime le attività e le

passività trasferite nella contabilità della società acquirente a valori correnti con la conseguenza che l’eventuale eccedenza tra il costo di acquisto ed il fair value delle attività e passività trasferite sia imputato ad avviamento. IFRS 3, Business Combinations, 2008.

visto come una stima preliminare del valore del bene immateriale oggetto della violazione fosse fondamentale al fine di stabilire l’entità dell’eventuale danno causato.