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LE GRANDI TAPPE DELLA STORIA DELLA SALVEZZA

Nel documento L ANNUNZIO DEL VANGELO DI GESU (pagine 48-51)

Dopo aver delineato l’evento della creazione e la situazione dell’umanità in seguito alla disubbidienza dei progenitori che causò l’entrata del male nel mondo, il racconto biblico sottolinea l’instancabile ricerca dell’uomo da parte di Dio. In particolare i primi libri della Bibbia concentrano l’attenzione sulla chiamata di Abramo (verso il 1850 a.C.). Dio instaura un patto di alleanza con Abramo e la sua discendenza per farne testimone della sua unicità in cambio della promessa di una prole numerosa e di una terra in cui dimorare. Sul piano teologico, con la vocazione di Abramo, Dio separa Israele dalle popolazioni corrotte del tempo e instaura un patto di alleanza con la sua discendenza, cioè il popolo di Israele, su cui Dio riporrà tutte le sue pro-messe e le sue aspirazioni. Questa prima fase della ‘Storia della Salvezza’ raccoglie l’oscuro e arcaico ‘periodo patriarcale’ (1850-1700 a C.)

La seconda fase della Storia della Salvezza coincide storicamente all’uscita dall’Egitto (esodo) e alla permanenza nel deserto, periodo che culmina nell’evento dell’alleanza sul monte Sinai, dove Dio chiama Mosè per instaurare un’alleanza pri-vilegiata con la consegna della sua “Legge” in cui fissa i principi morali e religiosi a cui il popolo eletto, Israele, dovrà attenersi. Dio si rivela misteriosamente a Mosè nel-la sua “UNICITÀ”, dicendo “IO SONO”. Dietro questa affermazione si nasconde l’immagine più viva del Dio vero: colui che regge l’equilibrio storico tra il bene e il male. Dietro questa suggestiva scena teofanica si manifesta il Dio vivente sempre vi-cino all’uomo, che vuole restare in dialogo incessante con lui. È il Dio che con reali-smo parla non solo della grandezza ma anche della miseria umana. È il Dio che par-la dell’uomo che, se par-lasciato al suo essere naturale, tende ed è incline al male. Infat-ti, nel corso della storia, la povertà e le debolezze insite nella natura umana impedi-ranno la piena accoglienza del piano salvifico proposto da Dio.

Ma Dio non abbandona mai i suoi figli, cerca di accompagnare il popolo che ha scel-to per il suo progetscel-to in un cammino di conversione-redenzione. Si serve dei Profeti per scuotere le coscienze inaridite degli uomini e leggere la storia dell’uomo alla luce della fede. Il profeta è un uomo scelto da Dio, la cui autorevolezza risiede proprio nel fatto che essa non discende da una iniziativa umana o personale, ma da una chia-mata di Dio. Tutto ciò a garanzia che la parola annunciata dal profeta non è la sua:

è Dio che parla. Con l’annuncio dei profeti viene rivelato il vero volto di un Dio in cammino con il suo popolo che sta predisponendo il terreno per portare a compi-mento il suo progetto.

Attraverso i Sapienti, servendosi dell’esperienza umana, entra in dialogo con la ra-gione e la cultura di un popolo. Diversamente dai profeti, i sapienti non presentano la loro dottrina come il risultato di una rivelazione divina diretta. Essi fanno appello alla riflessione, all’intelligenza e all’esperienza per attestare la Verità di Dio. Gettan-do un ponte fra fede e ragione, fra rivelazione ed esperienza, fra sapienza universale e storia della salvezza, i sapienti invitano l’uomo a riflettere su se stesso e sulla con-dizione umana di fronte a Dio.

La “Storia della Salvezza”, iniziata da Dio rivelandosi al popolo d’Israele, continua e acquista completezza nell’incarnazione nel Figlio Gesù. L’amore incessante di Dio per l’uomo, ridotto in uno stato tale da non poter raggiungere la salvezza da solo, in-ducono Dio a inviare Gesù, il proprio Figlio unigenito, a risvegliare la coscienza degli uomini preda del male e della schiavitù demoniaca. Ora Dio ‘escogita’ un atto straordinario che si pone al di fuori di qualsiasi previsione e aspettativa: entra diret-tamente nella storia dell’uomo, dando inizio ad un nuovo dialogo con l’umanità. In-fatti, incarnandosi nel Figlio Gesù, giunge sulla terra per parlare agli uomini in pri-ma persona, mostrando concretamente il suo amore universale per l’upri-manità tutta.

Nell’espressione delle vicende della vita terrena di Gesù, e nelle incomprensioni che da esse ne scaturirono culminate nella sua morte e risurrezione, il “Piano della Salvezza” di Dio raggiunge il suo vertice ed assume concretezza e valenza universa-le. In Gesù, è Dio stesso che si china sull’uomo peccatore, rannicchiato nelle sue miserie, prigioniero dell’ipocrisia e del legalismo religioso. Facendosi uguale in tutto e per tutto alla natura umana, come un servo riabbraccia l’umanità peccatrice; spo-gliandosi di tutto, sale nudo su una croce dove vi troverà la morte. Là sulla croce Dio appare impotente e disarmato, apparentemente sconfitto, ma il suo gesto sacrificale serve a far capire ad ogni uomo che egli è amato da Dio fino al punto di offrire la propria vita per salvarlo dal male.

Grazie alla nuova fede suggellata da Gesù, sorge una nuova comunità cristia-na rinnovata nello Spirito, chiamata ad essere testimone e strumento di unio-ne intima con lui. All’indomani della Risurreziounio-ne, Gesù aiuta i suoi discepoli a rileggere tutta la sua vita e la sua predicazione finalizzata all’annuncio della

“Buona Novella”. Il dono dello Spirito elargito da Gesù, prima del suo ritorno al Padre, rivela il senso profondo delle cose e guida i primi passi degli Aposto-li. L’annuncio del Vangelo esce dagli stretti confini d’Israele per toccare i di-versi punti dell’impero romano e raggiungere tutti i popoli della terra. Gli apo-stoli e i primi evangelizzatori, sotto la spinta delle prime persecuzioni, per mantenere i contatti con comunità lontane, indirizzano lettere di incoraggia-mento e di chiariincoraggia-mento per sostenere la fede e la speranza dei cristiani, messi a dura prova dalle forti opposizioni sorte inizialmente all’annuncio del Vange-lo.

II.4.1 IL VANGELO DI GESU’

Con la morte in croce la vicenda terrena di Gesù sembrava chiusa definitivamente. Ma non è stato così!

Dopo tre giorni i suoi discepoli, di là d’ogni speranza e immaginazione, vivono l’incredibile avventura di rivederlo vivo. E’ a questo punto che sentono il bisogno di testimoniare la figura e il messaggio del Maestro, affinché si tramandasse di generazione in generazione ad eterna memo-ria.

Con la Risurrezione, trionfa il “Vangelo di Gesù” ed è decretata la sconfitta definitiva del maligno e della sua opera malvagia nel mondo.

Con il Vangelo, Dio compie un radicale cambiamento nella coscienza dell’uomo, proiettando la via dell’amore nel futuro dell’umanità.

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I primi cristiani, fin dal giorno della risurrezione, considerarono la vicenda terrena di Gesù come l’intervento definitivo di Dio nella storia a compimento delle promesse messianiche fatte da Dio nel Vecchio Testamento. Essi riten-nero che l’Antica Alleanza, instaurata inizialmente da Dio con Mosè sul monte Sinai, ora era superata da una Nuova Alleanza che si identificava con l’opera di Gesù.

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Nei Vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni sono narrati episodi della vita di Gesù, ma soprattutto vi sono contenuti i capisaldi della fede cristiana.

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I Vangeli costituiscono nell’insieme testimonianze di storia e di fede che si radicano sullo sfondo culturale e teologico dell’Antico Testamento.

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Attraverso i Vangeli possiamo cogliere solo tratti della figura storica di Gesù, ma attraverso il racconto degli evangelisti possiamo apprendere tutto quello che concer-ne la sua vicenda terrena, il suo insegnamento e la sua identità divina.

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Nella formazione dei Vangeli concorrono tre momenti fondamentali:

1°)

Gesù

, con la sua “Parola” viva attestata dagli evangelisti;

2°)

La predicazione orale della Chiesa primitiva

, iniziata dagli Apostoli per

Nel documento L ANNUNZIO DEL VANGELO DI GESU (pagine 48-51)