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Molte volte e in diversi modi nei tempi antichi Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi

Nel documento L ANNUNZIO DEL VANGELO DI GESU (pagine 144-149)

(Dalla lettera agli Ebrei 1-1-2)

Molte volte e in diversi modi nei tempi antichi Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi

per mezzo del Figlio”

appendice 1 LA RICERCA DI NUOVE METODOLOGIE PER COMUNICARE IL VANGELO

Documento di riferimento: Orientamento pastorale dei Vescovi Italiani

“Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia” (anno 2001)

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I mezzi veicolanti la catechesi sono ritenuti come importanti tappe progressive nel cammino della fede; sono considerati come strumenti educativi religiosi fondamenta-li per la maturazione del credente di fronte alle difficoltà oggettive insite nella lettura e nella interpretazione delle Sacre Scritture.

I metodi formativi, deputati a promuovere gli indirizzi dottrinali nel compito dell’educazione e della trasmissione della fede cristiana, devono essere concepiti in stile chiaro, semplice e facilmente accessibili, al fine di non scoraggiare colui il quale affronta gli enunciati basilari della dottrina cristiana.

Nel difficile momento storico in cui viviamo, pervaso da una diffusa cultura laici-sta tendente sempre di più ad un relativismo culturale e religioso, caratterizzato dal tentativo di emarginare il cristianesimo dalla vita pubblica, sorge l’esigenza di pre-sentare il messaggio cristiano in un modo rinnovato, in grado soprattutto di interes-sare le giovani generazioni, suggerendo modelli catechistici e formativi adatti alle nuove situazioni di vita della società moderna. Bisogna capire, innanzitutto, che la conoscenza di Dio, della sua grazia, della sua volontà e del suo grande amore per l’uomo, prescindono da un fatto puramente intellettuale o razionale. Bisogna far ca-pire alla gente che le opere compiute da Dio per la salvezza dell’umanità non sono terminate con la morte di Gesù, ma che Dio ancora oggi continua ad operare nel mondo per il bene dell'umanità'. E’ auspicabile che la Chiesa Cattolica oggi consideri la folta schiera di persone che si allontanano dal messaggio cristiano, non tanto per una conflittualità ideologica, quanto perché non vi intravedono motivi di interesse in un progetto di vita cristiana che 'sentono' lontano dalla propria esistenza o che 've-dono' incoerente rispetto al concreto operare della Chiesa.

La tendenza attuale della Chiesa Cattolica, preoccupata nel preservare l’autenticità dell’unica fede in Cristo, continua a proporre strumenti catechistici strutturati e basati tradizionalmente su ‘enunciati dogmatici’ o su ‘verità teologiche astratte’ poco comprensibili alla gente comune, generalmente incline a valutare le

cose su un piano di logica consequenziale. Si deve prendere atto che i mezzi di co-municazione della fede tramite il catechismo tradizionale oggi sono inadeguati per-ché non rispondono alle esigenze dell'attuale società. E’ anche vero che l’insegnamento catechistico e teologico certamente non può rinunciare agli enunciati dottrinali che costituiscono gli indirizzi normativi e fondamentali per l’insegnamento della fede cristiana. Ma nell’epoca post-moderna, caratterizzata dall’enorme e incon-trollato sviluppo dei mezzi di comunicazione sociali che subissano la persona con una valanga d’informazioni e di immagini che offuscano le capacità di giudicare e di discernere fra realtà diverse, si avverte la necessità di elaborare “nuovi percorsi formativi” attraverso cui ciascuno intraveda concretamente e con facile intuizione l’agire di Dio nel mondo. Questo vuol dire che, affinché si possa oggi comprendere nella sua essenza il grande progetto religioso proclamato da Gesù nei Vangeli, è ne-cessario ripresentare i contenuti dottrinali del cristianesimo attraverso nuovi model-li, escludendo forme di trasmissione della fede da accettare passivamente per tradi-zione o da accogliere tramite schematismi astratti, sicuramente incomprensibili per la gente comune.

In una società moderna secolarizzata, globalizzata e multimediale, tendente ad escludere Dio dalla vita delle persone, minacciata da un serpeggiante individualismo e da una caduta a picco dei valori religiosi della vita, si avverte la necessità e l’urgenza di favorire l’apertura a nuovi strumenti educativi formulati in un linguag-gio semplice e rapportati concretamente alle difficoltà quotidiane della vita reale del-le persone.

Una rinnovata educazione religiosa, non può basarsi soltanto su “enunciati dot-trinali precostituiti”, ma deve essere orientata principalmente nel mettere in luce il continuo e concreto operare di Dio nel mondo per il bene dell’uomo. La ricchezza del messaggio biblico è tale che può manifestare la sua forza spirituale solo quando lo si mette in rapporto con i nuovi orientamenti culturali che via via si manifestano e ma-turano nella storia della comunità umana, e non solo all’interno della chiesa. Questo implica la necessità d’inculturare il messaggio religioso che scaturisce dalla Bibbia nella realtà della società post-moderna e di attualizzarlo nella vita di ogni persona.

Un autentico insegnamento religioso deve pertanto essere in grado di ripresenta-re il messaggio evangelico basato sulla semplicità della “Parola delle origini”, in una forma che, inquadrata nella prospettiva generale dell’operare di Dio nel mondo e nella storia, diventi facilmente riferimento e guida per l’umanità. E’ attraverso la Bibbia, infatti, che Dio narrando le sue opere salvifiche, non solo si fa conoscere dall’uomo ma, nel medesimo tempo, si fa uomo per consentire a ciascuno di noi di conoscere la sua fragile natura e il suo fine ultimo nell’ambito della creazione.

L’impegno pastorale del cristiano deve tendere a far reincarnare il testo biblico nel linguaggio del tempo e del luogo in cui viene riletto; deve mirare a proiettare la cul-tura biblica nella società in cui viviamo, con lo scopo principale di restituire all’uomo la sua originale dignità perduta dopo la caduta delle origini, sforzandosi di riallaccia-re l’intriallaccia-reccio vitale tra fede e cultura. La separazione tra fede e cultura nella società post-moderna è stata vista da Paolo VI come “un dramma del cattolicesimo contempo-raneo che tende a rendere irrilevante il ruolo della chiesa nel mondo”.

“Le sfide pastorali poste davanti a noi, nel continuo e turbolento cambiamento della cultura attuale, devono essere viste con uno sguardo prospettico, capace di guardare al di là delle contingenze e delle urgenze del momento, nella consapevolezza

che Dio Padre è incessantemente all’opera, ci accompagna e guida nella nostra vita”

(S.E. Antonio Staglianò –Vescovo di Noto 2009).

■ È in questo modo che ‘antiche parole’ della Bibbia diventano “Parola attuale” che Dio ha pronunciato in una storia.

■ È in questo modo che la “Parola” proclamata da Gesù si attualizza in ‘fatti’ e in

‘testimonianze’ di Vangelo.

■ È in questo modo che l’agire di “Dio Amore” diventa espressione di un grande ed universale progetto educativo-religioso che ha lo scopo di comunicare la conoscenza del Piano di Dio per la Salvezza dell’umanità tutta.

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La Chiesa Cattolica, nella consapevolezza dei mutamenti culturali, sociali, politici e religiosi (non ultimi la caduta delle ideologie totalizzanti e delle grandi utopie di libe-razione storica) effettivamente, alcuni anni fa, ha ritenuto di affrontare il tema dell’educazione religiosa nel documento pastorale dei Vescovi italiani “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia” (giugno 2001).

I Vescovi italiani, nel rileggere le condizioni interne della vita della Chiesa in un mondo che cambia, indicano gli orientamenti pastorali per il primo decennio del duemila. Con impeccabile e puntuale lungimiranza affermano che in un’epoca globa-lizzata, multietnica e multireligiosa, attraversata da profondi mutamenti culturali e religiosi, c’è urgente bisogno di rinnovamento missionario e che, per aprirsi alle nuo-ve sfide della pastorale e annunziare la presenza viva di Gesù Cristo nel mondo, è necessario maturare decisioni coraggiose ricercando “nuovi itinerari catechistici e formativi”.

I Vescovi italiani rivolgono la loro attenzione e la loro preoccupazione soprattutto alla vasta area di battezzati, non praticanti, cresciuti in modo esponenziale negli ul-timi anni, che stanno ai margini della comunità ecclesiale e che vivono un fragile rapporto con le chiese locali. Vengono definiti testualmente “cristiani abbandonati da risvegliare alla fede, verso i quali non si è stati capaci di muovere ascolto e inte-resse”.

I Vescovi italiani affermano ancora testualmente:

“Il cristiano autentico deve vivere nella prospettiva dell’evangelizzazione, ma non pos-siamo tacere che in non poche comunità sia carente o addirittura assente un lavoro formativo di base, di aiuto al discernimento dei giovani e degli adulti, che ponga ‘Dio al centro del progetto biblico della salvezza’ ed indichi in ‘Cristo l’unica via per la sal-vezza dell’uomo’. È preoccupante il crescente analfabetismo religioso delle giovani ge-nerazioni che spesso non sono adeguatamente formate all’essenziale dell’esperienza cristiana e ancor meno a una fede capace di farsi cultura”.

I Vescovi italiani si domandano: cosa fare e come agire concretamente, accogliendo le nuove esigenze del cristiano d’oggi ?

“Accanto ai religiosi abbiamo bisogno di laici, ai quali è richiesta intelli-genza, creatività e coraggio, capaci di dare vita a forme inedite di educazione alla fede e di pastorale; di loro il Signore si serve per la testimonianza e la co-municazione del Vangelo nella vita quotidiana, nei luoghi di lavoro e di vita so-ciale. Tutto ciò significa maturare una decisione coraggiosa a cambiare le cose, a ricercare innovazioni pedagogiche e nuovi strumenti educativi della fede se-condo il diverso contesto culturale a cui sono rivolti”.

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“I laici sono chiamati da Dio per contribuire a manifestare Cristo agli altri prin-cipalmente con la testimonianza della loro stessa vita e col fulgore della loro fe-de, della loro speranza e carità” (Lumen Gentium – Paragrafo 31)

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“Formare laici corresponsabili per un servizio ecclesiale di pastorale inte-grata, convinto e appassionato, orientato realmente per la causa del Signore, animati da spirito di comunione e di servizio e non da logiche dialettiche di de-mocraticismo che hanno niente a che vedere con la natura stessa della Chiesa” (S.E. Antonio Staglianò –Vescovo di Noto, 2009

appendice 2

Nel documento L ANNUNZIO DEL VANGELO DI GESU (pagine 144-149)