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Ricostruzione ipotizzabile della vita di Gesù attraverso i Vangeli I Vangeli ci descrivono una successione di fatti e dei momenti fondamentali

Nel documento L ANNUNZIO DEL VANGELO DI GESU (pagine 42-45)

CLASSIFICAZIONE DEI VANGELI APOCRIFI

VANGELO DI GIUDA

I.3.14 Ricostruzione ipotizzabile della vita di Gesù attraverso i Vangeli I Vangeli ci descrivono una successione di fatti e dei momenti fondamentali

inerenti la vita pubblica di Gesù. C’è però la convinzione tra gli studiosi che gli scrit-tori evangelisti, nel descrivere i momenti fondamentali della suo operato, non riten-nero necessario e indispensabile ai fini della fede inquadrare la loro narrazione in una cornice cronologica ben precisa. Anche la successione dei singoli episodi non è sempre sicura, ha un valore relativo, perché gli evangelisti non si sono prefissi di de-scrivere una stretta cronologia dei fatti narrati. Marco, a cui di solito è attribuito il pregio di riprodurre nella maniera più semplice e più viva la catechesi primitiva, non ha una parola sulla nascita di Gesù, né sulla sua infanzia. Lo stesso criterio segue Giovanni. Matteo e Luca, usando fonti diverse, descrivono entrambi con abbondanza di notizie, la nascita di Gesù e qualche episodio della sua infanzia. È stupefacente che dall’integrazione-interazione dei fatti narrati autonomamente da ciascuno di lo-ro, per certi aspetti, è possibile ricostruire un racconto dell’infanzia di Gesù quanto meno più organico e ricco di particolari (Frammenti di Vangelo – Antonio Caruso, Edizione Argo 2002). Soltanto Luca ci parla di Gesù perduto e ritrovato nel Tempio di Gerusalemme all’età di dodici anni. Altro non sappiamo sull’infanzia di Gesù.

Marco e Giovanni, infatti, incominciano il loro Vangelo dal momento in cui Gesù ini-zia la sua missione, quando aveva circa trenta anni, verso il 27 - 28 d.C. Dopo esse-re stato esse-respinto dagli abitanti della sua città natale Nazaesse-reth, Gesù sceglie la città di Cafàrnao come centro del suo apostolato. Senza avere mezzi umani, non ha dena-ro, non ha armi, non ha appoggi politici. Grazie alla sua straordinaria capacità di at-trazione, Gesù riesce a creare subito un rapporto con chiunque incontri, le persone più umili e le più elevate, mendicanti, lebbrosi, intellettuali, e con ogni tipo di don-ne. Si circonda di un gruppo di discepoli ed inizia la sua attività di predicatore itine-rante annunciando l’imminente venuta del “Regno di Dio”, cioè un intervento straor-dinario di Dio nella storia per instaurare un mondo nuovo in cui avrebbe regnato la pace e la giustizia. Si presentava come un inviato di Dio investito di una particolare missione, e confermava la credibilità del suo annuncio con una intensa attività tau-maturgica guarendo i malati e cacciando i demoni. Inizia la sua predicazione percor-rendo la Palestina: insegna nelle Sinagoghe della Galilea e della Giudea proclamando una dottrina che non è né filosofia né politica, ma esclusivamente religiosa e morale.

Varie volte probabilmente si reca a Gerusalemme per le feste. Nella primavera del 30 d.C. vi si recò per l’ultima volta con i suoi discepoli per celebrare la Pasqua ebraica.

Tra il 6-7 aprile di quell’ anno fu arrestato, processato dalle autorità del Tempio e condannato per imputazioni religiose. Dopo, sul far del mattino, fu consegnato a Pi-lato. All’epoca dell’occupazione romana, infatti, i poteri di condanna a morte erano nelle mani del procuratore romano, che a quei tempi era Ponzio Pilato. Questi con-dannò Gesù alla pena della crocifissione. Dopo essere stato torturato e schernito,

com’era usuale per un condannato a morte, fu inchiodato ad una croce. Tutti e quattro i Vangeli, concordemente ed esplicitamente, mettono la morte di Gesù in un venerdì ed in occasione di una Pasqua, anche se non è chiara la successione degli avvenimenti. Soprattutto è difficile stabilire la data dell’ultima cena: Matteo e Marco la riportano al primo giorno della festa di Pasqua, mentre Giovanni alla vigilia.

Il Regno di Dio annunciato da Gesù non si era manifestato e la sua morte ignomi-niosa aveva sancito di fatto il fallimento della sua missione. Il gruppo dei discepoli accusò un terribile trauma e il movimento creato da Gesù si sarebbe rapidamente dissolto se non fosse avvenuto un fatto inaspettato, clamoroso e straordinario: la sua ‘risurrezione dalla morte’ ad attestare e a confermare la sua identità divina ma-nifestata durante il suo ministero attraverso parole e opere. Ora Dio, il Padre, risu-scitandolo dalla morte, lo eleva ad una nuova condizione nell’attesa di inaugurare definitivamente alla fine dei tempi quel regno di pace e giustizia, annunciato durante il suo ministero terreno, che porterà alla sconfitta definitiva delle forze del male. La fede nella risurrezione fu il catalizzatore che permise al movimento di riorganizzarsi e svilupparsi. Da Gerusalemme, considerata la città punto d’inizio dell’irradiamento missionario, i discepoli partono per annunciare la buona novella del Vangelo a tutti gli uomini.

Tabella cronologica desumibile dai Vangeli:

Gesù visse nel periodo degli imperatori Cesare Augusto e Tiberio. L’ipotesi ritenuta più probabile dagli studiosi è questa:

- Nascita di Gesù da porsi intorno al 6 a.C., prima della morte di Erode il Grande. «Gesù nacque a Betlemme di Giudea al tempo del re Erode» (Mt. 2,1) e al tempo del censimento indetto dall’imperatore Augusto quando

era governatore della Siria Quirino (30 a.C.-14 d.C.)

«In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirino» (Lc. 2, 1-2)

- Inizio e durata del ministero di Gesù (battesimo e vita pubblica) fra il 27-28 d.C., all’età di circa trenta anni.

«Gesù quando incominciò il suo ministero aveva circa trenta anni» (Lc. 3,23) Luca colloca l’inizio del ministero di Giovanni il Battista nell’anno quindicesimo, quando Tiberio è imperatore di Roma, Erode Antipa, figlio di Erode il Grande, regna in Galilea, regione dove vive Gesù; Ponzio Pilato è procuratore della Giudea. A Geru-salemme il sommo sacerdote è Caifa; anche suo suocero, Anna, ha molta autorità.

Poco dopo Gesù ricevette il Battesimo e iniziò a sua volta la vita pubblica. Poiché l’imperatore Augusto è morto nel 14 d.C., l’anno quindicesimo di Tiberio è il 27-28 d.C. Più complessa è la questione riguardante la durata del ministero pubblico di Gesù: un anno, due o tre? I Sinottici (Matteo, Marco e Luca) schematizzano la vita pubblica di Gesù in una narrazione che sembra stare nello spazio di un anno. Men-tre il quarto Vangelo di Giovanni parla esplicitamente di Men-tre Pasque (2,13; 6,4;

11,55), per cui si impone un ministero pubblico della durata di due anni e alcuni mesi. Questo Vangelo è oggi riconosciuto come il più esatto nella datazione.

- Nella primavera dell’anno 30 d.C. probabilmente Gesù si recò per l’ultima volta a Gerusalemme a celebrare la Pasqua ebraica. Vi trovò la condanna a morte e fu crocifisso nel venerdì del 7 Aprile «Era il giorno della Parasceve»

(Gv. 19,31)

E’ assolutamente certo che Gesù morì un venerdì il giorno di Parasceve, la vigilia del sabato. Stando ai Sinottici, quel venerdì era il giorno solenne di Pasqua il 15 del me-se di Nisam. Invece, me-secondo quanto descrive Giovanni, quel venerdì era la vigilia di un sabato solenne (la pasqua), quando al tramonto i giudei avrebbero immolato l’agnello per la cena pasquale. Si fece in fretta a crocifiggere Gesù, probabilmente al-le sei di sera del Venerdì in modo da concludere l’esecuzione prima che cominciasse il sabato, onde evitare che in quel giorno solenne i corpi dei giustiziati potessero ri-manere appesi alla croce. Le due fonti sembrano contraddirsi. Leggendo attenta-men0te i Sinottici riscontriamo dei dati che farebbero pensare che veramente quel venerdì non fosse il giorno di pasqua ma un giorno feriale. Infatti, ci sono delle guardie armate (Mc 14,47), un uomo viene dal lavoro dei campi (15,21), un altro compra un lenzuolo (15,46); tutte azioni vietate nel gran giorno di Pasqua. Pertanto ancora una volta bisogna stare alla cronologia del quarto Vangelo: quel venerdì era la vigilia di Pasqua, il 14 Nisam che corrisponde al 7 Aprile dell’anno 30, data che secondo gli studiosi è la più probabile della morte di Gesù.

Conclusione: Dai documenti citati è certa l’esistenza storica di Gesù. Il dibattito re-ligioso storico-critico nell’epoca e nella cultura moderna pone Gesù Cristo al centro del movimento che nel I° sec. diede origine al Cristianesimo. I Vangeli ci offrono la base insostituibile per ogni biografia di Gesù, ma non si possono considerare <vite storiche> di Gesù nel significato moderno della parola: i loro autori, in effetti, intese-ro raccogliere <detti> e <fatti> su Gesù. In ogni caso, l’opera degli evangelisti è suffi-ciente per farci conoscere taluni avvenimenti della sua vita e il linguaggio adoperato per promulgare il suo messaggio. Basandoci sui Vangeli è possibile fissare solo al-cune date riguardanti la sua vita, ma ogni calcolo cronologico che riguarda le tappe della vita di Gesù ovviamente porta con sé l’approssimazione. Una ricostruzione bio-grafica o cronologica desunta dal racconto degli evangelisti ci fornisce dati soltanto indicativi che non ci consentono di stabilire con certezza assoluta il giorno, l’anno di nascita o l’inizio della sua operosità pubblica, né il giorno e l’anno della sua morte.

Le discordanze di dati storici non devono stupirci più di tanto, perché gli evangelisti, attenendosi fedelmente a fonti diverse, non si preoccuparono di accordarle tra loro.

Il loro unico e principale obiettivo era quello di testimoniare il messaggio spirituale di Gesù; per questo non hanno ritenuto indispensabile, ai fini della fede, inquadrare la loro narrazione in una precisa cornice storica e cronologica. Gli evangelisti non si sono preoccupati di redigere una biografia accurata, ma hanno voluto presentare soprattutto “l’evento Gesù” collegato al suo messaggio. Lo schema cronologico usa-to da loro, pur essendo fondausa-to sulla susa-toria, è molusa-to semplificausa-to perché adattausa-to allo scopo catechetico che si prefissero. Va rilevato, infine, il disinteresse delle comunità cristiane primitive di raccogliere ricordi oggettivi concernenti la vita storica di Gesù.

Alla base delle primitive tradizioni evangeliche va visto e ricercato soprattutto l’entusiasmo popolare scaturito dalla fede pasquale. Questo giustifica il carattere prettamente ecclesiale dei Vangeli, un genere di scritti da catalogare come:

“documenti di fede basati su avvenimenti storici realmente accaduti”

Nel documento L ANNUNZIO DEL VANGELO DI GESU (pagine 42-45)